I luoghi di Ranma

Lo scopo di questa sezione è fornire informazioni sui luoghi in cui è ambientato il manga.


Il Tendo Dojo costituisce la residenza tradizionale della famiglia Tendo.

Una delle circoscrizioni speciali di Tokyo, il luogo in cui si svolgono le avventure di Ranma & Co.

Il campo d'addestramento delle sorgenti maledette, situato tra le regioni inesplorate della Cina.

La "tribù delle donne straordinarie" da dove provengono Shampoo e Cologne.

  • Monti Hida

I monti Hida (飛騨山脈 Hida Sanmyaku), o Alpi Settentrionali (北アルプス Kita Arupusu), sono una catena montuosa giapponese e più precisamente costituiscono la parte settentrionale delle cosiddette Alpi giapponesi, che si estende attraverso le prefetture di Nagano, Toyama e Gifu. Fu William Gowland (ingegnere minerario e archeologo inglese) a coniare l'espressione "Alpi giapponesi" durante il suo soggiorno in Giappone, e lo fece con specifico riferimento ai Monti Hida. Gli altri due segmenti della catena, i monti Kiso (Alpi Centrali) e Akaishi (Alpi Meridionali), ricevettero il nome negli anni successivi.

Nel capitolo 63 del manga, è proprio nelle profondità dei monti Hida, in una notte buia e tempestosa, che un masso sigillato con uno shimenawa (barriera composta da corde di canapa e paglia di riso) si ruppe improvvisamente e che dalla caverna celata dietro di esso strisciò fuori una piccola creatura nera. I suoi occhietti demoniaci brillavano nell'oscurità, mentre la creatura sghignazzava con fare minaccioso... prima di venire colpita in pieno da un fulmine e stramazzare al suolo. Ma fu un infortunio di breve durata: il demone si rialzò in piedi e rivelò la propria identità, quella del maestro Happosai, intrappolato per anni in quell'antro sperduto per opera dei suoi allievi Genma Saotome e Soun Tendo. Curiosamente, nel 2022 e non troppo lontano da quella zona, nella provincia di Tochigi è avvenuto un fatto quasi identico: è stata ritrovata aperta a metà una grossa pietra chiamata Sessho-seki, che secondo le leggende avrebbe contenuto al suo interno uno spirito malvagio e pericoloso.

Il monte Horai in un dipinto di Yuan Jiang del 1708.

  • Monte Horai

Il monte Horai (宝来山 Hōraizan), conosciuto anche come la Montagna del Tesoro, era il luogo mistico in cui si trovava custodito il Bollitore della Liberazione, il Kaishuihu: uno dei tesori segreti della Dinastia del Muschio, l'unico strumento in grado di annullare gli effetti del Vaso della Preservazione, lo Zhishuitong. Accessibile tramite un ponte sospeso, la cima era ripida e boscosa, abitata da scimmie ferocissime che si narra attaccassero ed uccidessero chiunque provasse a scalarla. Il monte Horai fu completamente distrutto dai terremoti e dai colpi energetici susseguiti allo scontro tra Ranma e Herb (capitolo 258).

Secondo i miti cinesi, la montagna si troverebbe da qualche parte a sud-est del Mare di Bohai e costituirebbe la sede degli Otto Immortali: si tratterebbe di una terra della prosperità che non conosce mai l'inverno, dai palazzi di oro e platino, ricca di alberi dai quali crescerebbero gioielli e frutti in grado di guarire qualunque malattia, donare la vita eterna e resuscitare i morti. L'imperatore Qin Shi Huang (260-210 a.C.) tentò più volte di trovare la montagna sacra, ma senza successo: pare anzi che un suo servitore inviato in avanscoperta, di nome Xu Fu, finì per scoprire invece il Giappone. Il monte è noto anche con il nome di Shinkiro, che significa "Miraggio", la "Visione dell'Intangibile".


  • Ryugenzawa

Si tratta di una valle misteriosa nel cuore del Giappone. Nei suoi dintorni era stato edificato uno zoo per animali esotici ma un ornitorinco, fuggito dalla gabbia, venne a contatto con l'Acqua della Vita e fece ritorno con dimensioni cresciute di cento volte, seminando il panico. Nel trambusto scapparono anche tutti gli altri animali, i quali tornarono così a vivere allo stato brado e, una volta entrati anch'essi in contatto con la sorgente, crebbero a dismisura divenendo i dominatori incontrastati del bosco. L'origine dei poteri dell'Acqua della Vita risiede nel muschio magico di cui è ricoperto un mistico serpentone che ha fatto la sua tana nelle profondità della sorgente, il celebre Yamata no Orochi della mitologia giapponese. Sebbene la creatura delle leggende sia un serpente con otto teste e otto code, questo Orochi ha una testa principale e altre sette teste che sorgono dall'estremità dell'unica coda: ciò che fa di lui la più rara tra le razze rare degli Yamata no Orochi.

Nel manga non ci sono precise indicazioni geografiche, ma secondo la leggenda l'Orochi originale dominava la provincia di Izumo. Il serpentone chiedeva in sacrificio delle vergini in cambio della promessa di non devastare le terre, finché la divinità esiliata Susanoo, innamoratosi della nuova vittima prescelta, la giovane Kushinada, promise di salvarle la vita: e così, fatti raccogliere otto barili di sakè, il dio fece ubriacare la creatura per poi ucciderla. Da questi elementi della leggenda derivano certamente il debole dell'Orochi di Ryugenzawa per l'alcool e le belle donne.