Capitolo 10 - La battaglia entra nel vivo

“Colpo segreto della famiglia Chardon: La Technique de la Plat Final!”

Picolet cominciò a ruotare in senso orario la forchetta ed il coltello che teneva impugnati nelle mani. Tatewaki Kuno, il quale andava scagliandosi con fare deciso contro quell’infame che aveva avuto l’ardire di intromettersi nei suoi affari privati con la ragazza col codino, rise sprezzante.

“Ah ah! Credi forse di poter tenere testa alla mia gloriosa spada, tramandata nella mia famiglia di generazione in generazione da più di cinquecento anni, con quelle stupide posate occidentali da due soldi? Folle!”

Il francesino, incurante, accelerò quello strano movimento. Un istante dopo, il Tuono Blu gli si lanciò contro.

“Sei finito!”

La mossa fu tanto rapida che nessuno fu in grado di vedere alcunchè: tantomeno Ranma, completamente ebbra per via del tè iperalcolico di Sentaro. Tutto quello che i presenti poterono avvertire, una violenta raffica di vento.

Kuno, in atteggiamento da perfetto samurai, stava ritto in piedi. Oltre l’avversario, che aveva scavalcato subito dopo aver sferrato un colpo potente con la sua spada. Sentì lo spostamento d’aria accarezzargli la pelle.

“Il primo zefolo d’Oriente” mormorò con solennità “bacia compiaciuto le gote del vincitore, premio della sua fatica.”

Si voltò verso Picolet, che ancora gli dava le spalle.

“La tua tracotanza è stata alfine punita!” disse, abbassando le braccia, le quali stringevano ancora forte il manico dell’arma. “Hai fatto male a sfidare Tatewaki Kuno, 17 anni. La punizione divina giunge lenta, ma inesorabile: ed il Fato ha voluto che, nel tuo caso, essa pervenisse per mano della mia gloriosa spadAAAAAAHAAA!”

Kuno impallidì vistosamente, guardandosi le mani che continuavano ad impugnare il manico. Il manico. Tutto ciò che rimaneva di glorioso nella sua spada di legno. La quale si trovava ora ridotta ad uno stuzzicadenti.

“COME HAI OSATO, MISERABILE VERME?!” tuonò contro l’altro, che restava tuttora impassibile. “La mia spada, la mia venerabile spada! Tramandata di generazione in generazione dalla mia famiglia per più di cinquecento anni!”

Picolet lasciò che si sfogasse. Ma, visto che Kuno non ne voleva sapere di fermarsi con i suoi lamenti, dopo un po’ gli si rivolse con aria pacata.

“Perdonami, mon amì. Non era mia intenzione rovinare la tua arma da battaglia, ma d’altro canto sei stato tu ad attaccarmi: ed io ho agito per mia legittima difesa.”

“Silenzio!” gli si sovrappose l’altro. “Le tue scuse sono inutili, a meno che tu non mi voglia pregare in ginocchio!… Ma a pensarci bene, non basterebbe neanche questo: l’onta che hai arrecato alla mia famiglia è troppo grave, urge di essere lavata col sangue!”

“Ma…” mormorò sorpreso Picolet.

“Taci! E preparati a morire!”

Tatewaki si lanciò come un pazzo contro il giovane Chardon. Questi si voltò e sorrise.

“Come, ci riprovi? Vedo che non hai capito niente…”

Intanto Ranma, annebbiata dall’infuso drogato, riuscì finalmente a mettere a fuoco l’immagine del francesino.

“Sei… *hic*… sei tu, monsieur Picolet?”

"Oui, mademoiselle Ranma. Questo buzzurro" e qui indicò Kuno "ti stava molestando: ora, dato che insiste, ripeterò contro di lui la tecnica segreta della famiglia Chardon. E dedicherò a te la mia vittoria, mon cherì."

“Oh oh oh! Così mi fai arrossire!” ridacchiò la giovane dai capelli rossi, che evidentemente non era ancora tornata in sé.

“Guarda, cara… Un, deux, trois!”

Proprio mentre Picolet pronunziava queste ultime parole, Kuno gli era finito accanto: un istante più tardi, il Tuono Blu si trovò lanciato contro un muro da una forza di violenza inaudita. Le mani del francesino, col loro movimento rotatorio, avevano generato due mini-tornadi: questi avevano entambi colpito in pieno il povero Kuno, il quale adesso giaceva a terra esanime.

Madame Saint Paul, sistemata sopra la pedana del suo elevatore, aveva assistito tronfia a tutta la scena.

“Bravo, bravo, monsieur Picolet! Lei è sempre il migliore!”

Ranma si buttò sul francesino, stringendolo forte in un buffo abbraccio. Tanto più buffo, in quanto aveva perso l’equilibrio e gli era praticamente franata addosso.

“Mio eroe… *hic*… tu sì che sei un uomo!”

Picolet guardò piuttosto confuso la ragazza col codino.

“Mademoiselle Ranma! Ma tu…”

“Kuno è una storia chiusa, ormai” lo anticipò lei, con un forte rossore che le invase le gote. “Io amo solo te, Picolet Chardon!”

“Dici… dici sul serio? Credevo tu non mi ritenessi abbastanza degno di ambire alla tua mano.”

“Sciocchezze” replicò Ranma. “Piuttosto, sposiamoci al più presto!”

Madame Saint paul si avvicinò ai due.

“Perfetto” disse. “Celebrerò io stessa la cerimonia nuziale.”

“Evviva!… *hic*… Come sono felice!” urlò di gioia la ragazza col codino.

In quel preciso istante, due uomini incappucciati si avventarono su di Ranma e presero a picchiarla con dei randelli.

“Maledetto, come osi sposare Picolet?”

“Tu sei fidanzato con Akane!”

“E’ lei, quella che devi sposare!”

“Ed è la palestra Tendo, che devi prendere in dote!”

Madame Saint Paul sgranò gli occhi.

“Un momento, ora vi riconosco… siete ancora voi due zoticoni: Soun Tendo con l’amico!”

Dei goccioloni solcarono le fronti dei due individui.

“Come dice?”

“Lei si sbaglia!”

“Noi siamo solo dei comuni concorrenti mascherati!”

“Siamo qui per gareggiare. Non è vero, amico Ten… volevo dire, amico mascherato?”

“Ma certo, amico Saot… cioè, amico mascherato!”

“Sarà…” mormorò perplessa madame Saint Paul.

“Papà, Tendo! Che cavolo ci fate qui?”

Era Ranma, rialzatasi da terra. Le botte ricevute l’avevano fatta tornare in sé.

“Ci hai scambiato sicuramente per qualcun altro!”

“Noi siamo dei concorrenti mascherati!”

Ranma prese un secchio d’acqua da non si sa dove e lo rovesciò sui due.

“Booo! Bo-hoo, bo-boo!” gridò un panda gigante incappucciato.

“Avete ancora il coraggio di negare?” replicò seccata la ragazza dai capelli rossi.

“Noi non siamo Soun e tuo padre” fece l’altro. “Siamo il concorrente misterioso col suo fedele panda mascherato!”

Il panda estrasse un cartello.

[Proprio così! E siamo venuti a fermare la tua azione indegna!]

Ranma spedì con un potente calcio i due disgraziati in orbita.

“Piantatela!… Ma a che cosa mai si stavano riferendo?”

“Al fatto che noi due stiamo per unirci in matrimonio, mademoiselle Ranma!”

E detto questo, Picolet spalancò l’enorme bocca e si succhiò l’intera testa della disgraziata in un improbabile bacio.

“SCORDATELO, IDIOTA!” e Ranma gli spaccò la mascella con un forte pugno. Appena prima di ricevere sul capo le solite bacchettate di madame Saint Paul, scesa dall’elevatore sulla casella apposta per punire la giovane col codino.

“Che razza di maniere da villana… Una signorina non si comporta così!”

In quell’istante un cavallo impazzito galoppò dalle caselle più alte, dove le trappole scattavano senza però colpire lui e chi vi stava sopra, proprio in direzione di madame Saint Paul.

“Ferma, Tsukikage! Ferma! Stai andando nella direzione sbagliata, il traguardo è dall’altra parte!” gridò un Sentaro impotente di fronte alle bizze della sua cavalcatura. Akane, dietro Sentaro, urlava come un’ossessa.

Ma chi gridò più forte di tutti fu madame Saint Paul: la quale, vistasi arrivare a tutta birra verso di lei quella sudicia bestiaccia, spalancò la bocca raggiungendo misure da guinness dei primati. Questo spaventò il povero cavallo, che finalmente arrestò la sua folle corsa.

“Fiuu, sono salvo…” mormorò sollevato Sentaro.

“Io non lo direi se fossi in te…” minacciò un’Akane circondata da una pericolosissima aura blu di energia, appena ripresasi dallo spavento.

Mentre il povero Sentaro finiva a terra, pieno di lividi, distorsioni, ferite, ammaccature dovunque, Tatewaki Kuno, riacquisiti i sensi, si lanciò verso la celestiale visione che aveva pervaso i suoi occhi.

“Akane Tendo, sei venuta a darmi il bacio del vincitore…”

Si lanciò verso di lei, non accorgendosi che Azusa gli era montata daccapo sulle spalle. E soprattutto, non accorgendosi di dare lui le spalle alla cavalcatura di Sentaro: la quale non ci pensò due volte a spedirlo, con un deciso colpo di zoccoli, assieme ad Azusa, in aria.

“Aiutoooooo!”

“Evviva!” esclamò la ragazzina col fiocco rosa tra i capelli. “Stiamo volando verso il traguardo alla velocità della luce!”

“Colpo di scena!” annunziò madame Saint Paul, riavutasi dallo shock. “Tutti i concorrenti, tranne quei due pazzi appena volati in aria e Kodachi Kuno col servitore, finiti chissà dove, si trovano su questa casella. E quando ciò accade, le regole del gioco consentono che vi sia uno scontro diretto tra di loro!”

Bien!” fece Picolet. “Vuol dire che ora sfiderò questo ragazzo col kimono!”

“Io?” balbettò Sentaro. “Ma io non…”

“Sentaro, non fare storie! Sei stato ufficialmente sfidato e non puoi tirarti indietro!”

“Cosa… nonna! Mi hai fatto prendere uno spavento!”

“Non perdere tempo, nipote: affronta il tuo avversario senza tema alcuna!”

“Veramente… i miei reumatismi…”

“Guarda che se non lo fai, ti costringerò a massaggiarmi le gambe, quando torniamo a casa!”

L’argomentazione sembrò convincere Sentaro. Mentre Picolet, sotto gli occhi attoniti di Ranma e Akane, aveva estratto le posate e cominciato a ruotare le mani a velocità vertiginosa.

“Sei pronto? Ora userò nuovamente la mia Technique de la Plat Final, o se preferite, la Tecnica dell’Ultima Portata!”

“Presto, Sentaro!” urlò la vecchia Daimonji. “Usa la tecnica che ti ho insegnato!”

“Giusto, nonna!” disse Sentaro. “Non mi fai paura, monsieur Picolet Chardon. Userò anch’io la tecnica che la famiglia Daimonji si tramanda da tre secoli: osservate tutti l’Arashi Sono Saji-ken [Colpo Tempestoso del Cucchiaino da Tè].”