Kuno's Mansion: la Community italiana di Ranma - Vietata la riproduzione anche parziale dei testi senza autorizzazione
Il suo giovane rapitore si estraniò per qualche istante, perso in chissà quali riflessioni... Akane non volle intromettersi, era troppo vicina ad una confessione per inimicarselo sul più bello.
Mordendosi il labbro inferiore per la smania restò in attesa, sicurissima che prima o poi avrebbe ripreso il suo discorso, palesandole il movente del rapimento.
Succedeva così ogni volta... Quante volte era stata rapita? Mousse, Taro, Safulan... Ne ricordava almeno tre, in fin dei conti al mondo non esisteva un ostaggio più preparato di lei, doveva solo resistere finché lui non fosse sopraggiunto e doveva restare lucida, raccogliere tutte le informazioni possibili sul rapitore.
*Forza Ais, parla!* L'istante dopo il suo desiderio si avverò.
“Etciù!”
Il giovane sfregò l'indice sotto al naso.
“Sei sicuro di star bene?” chiese allora Akane, sporgendosi quel tanto che poteva con le mani legate dietro la schiena.
“Ho studiato le abitudini delle tue sorelle, ma devo aver fatto troppe ore piccole... Coff! Coff!”
*Ci mancava la tosse!*
Ais si strinse nelle spalle per rincuorarsi, ma restava impressa su di lui quell'aria malconcia tipica di un ubriaco che si regge a malapena sulle proprie gambe.
La ragazza che teneva rinchiusa balzò in piedi e saltellando lo raggiunse in un battito di ciglia. Lui a quel gesto sconsiderato arretrò, mettendosi in posizione da guardia.
“Che fai? Ti ho già detto che non ci sono vie di fuga, è inutile che ci provi!”
“Credo che tu abbia la febbre, dovresti metterti a letto.”
Quella precisazione tanto cortese lo spiazzò, nessuna donna era mai stata tanto protettiva nei suoi riguardi, ed essendo cresciuto senza il debito sostegno materno era sempre stato un po' guardingo col gentil sesso.
Scoprì quelle ripercussioni al petto comunemente chiamate palpitazioni.
*Cosa mi sta facendo questa... questa donna?*
Mentre il ragazzo temporeggiava, Akane si era liberata dalle imbragature. Quando voleva riusciva a sbrigarsela: in effetti, a pensarci attentamente, quest'astuzia l'aveva imparata quand'era stata ospite di Kodachi Kuno, per colpa di uno stupido fidanzato che non voleva assaggiare i suoi biscotti!
Non aveva il tempo di pensare a lui ora, visto che Ais Krim, scivolando su di lei, la immobilizzò!
“Non mi sfuggirai...” borbottò prendendola per le spalle, ancora convinto che volesse scappare.
Un delicato sgambetto bastò a farlo restare buono a terra.
*Devo cercare un futon...* Akane si diresse dietro le quinte in cerca di qualche scatolone con gli strumenti di scena, ne aprì qualcuno frugandoci dentro.
Quando tornò indietro quello strano tizio era esattamente dove l'aveva lasciato.
Sistemò il cuscino e lo coprì con la coperta di pile a quadri che aveva scovato fra le varie cianfrusaglie di scena.
“Che furbetta! Saresti potuta scappare!” sbuffò vedendola invece inginocchiarsi al suo fianco.
La ragazza scrollò le spalle, assumendo un'espressione altezzosa.
“A scanso di equivoci, voglio solo sapere perché ce l'hai tanto con me e le mie sorelle, io nemmeno ti conosco!”
“Ho trascorso la mia infanzia a Jusenkyo, questo luogo lo conosci?”
Sorridendo al sussulto di Akane proseguì indisturbato:
“Mio padre ed una donna erano a custodia delle famose sorgenti d'allenamento, le pericolosissime sorgenti maledette: coloro che vi s’immergono...”
“Assumono l'aspetto di chiunque vi cada per primo.” finì per lui la ragazza.
“Sei informata, vedo... Coff! comunque questa donna non se curava, se ne andò abbandonando me e mio padre, lui era molto innamorato di lei...Coff! Coff! Ricordo che da quel terribile giorno non si riprese mai più...”
JUSENKYO, PIU’ DI DIECI ANNI FA MA MENO DI VENTI.
Il piccolo Ais stava seduto sul ciglio di una sorgente a tirar sassi, nel difficile tentativo di farli rimbalzare sull'acqua.
Quest'ultima cominciò ad agitarsi tutta bollendo in superficie... Ais non aveva mai visto una cosa del genere.
*Cavolo! Papà si arrabbierà un sacco!* il bimbo aveva erroneamente supposto di aver infastidito lo spirito maledetto, che abitava in quelle profondità cristalline, col lancio di un semplice sassolino.
Corse perciò dal genitore, nella baita a loro riservata da generazioni.
“Papà! Papà! Una delle fonti bolle!”
Per tutta risposta l'adulto scoppiò a ridere, in mano teneva una bottiglia di saké pressoché vuota.
“Questa sì che ci voleva! Hic! Una fonte che bolle?! E che sarà mai? Hic! Magari evaporassero tutte, coscì sarei finalmente libero di andarmene!” riprese a ridere con maggior calore scivolando sulla sedia scompostamente.
Akane immerse un panno nell'acqua di una bacinella, assorta nel racconto che le aveva narrato.
In un tentativo maldestro di strizzare il panno, la giovane gli annaffiò completamente la fronte e buona parte del naso, infine noncurante dello sguardo omicida del rapitore lo applicò sulle rughe ancora tese della sua fronte.
“Dev'essere stato terribile per te, vedere tuo padre in quello stato...” comunicò empaticamente, ma non riuscendo ancora a cogliere il nesso che la coinvolgeva in quella storia.
Ais distolse lo sguardo, gesto che fece inavvertitamente cadere il fazzoletto.
“Quella fu solo la prima delle dieci fonti che ribollirono liberandosi dalle conche... mio padre si accorse della disgrazia troppo tardi, gli spiriti più potenti erano insorti contro la nostra bella baita... e lui doveva fare qualcosa...” la sua voce d'un tratto si spense cedendo il passo al silenzio.
“Siete riusciti a sigillarli?” chiese incerta la ragazza dandogli il gomito per incitarlo a proseguire.
Lo sconosciuto gemendo si lasciò andare in un sospiro.
“Ad uno ad uno li affrontò tutti sigillandoli in un talismano custode, ma questione di tempo e sarebbero tornati all'attacco: così, oppresso dal senso di colpa, papà... si gettò in una delle fonti non ancora contaminate e... non è più risalito... quella fonte è divenuta la più temibile di Jusenkyo, la chiamano la sorgente infinita...”
La ragazza, colpita nel vivo, si asciugò una lacrima dal viso: stava piangendo per lui! L'orfanello sapeva che non l'avrebbe mai fatto se avesse saputo il resto del racconto taciuto!
“Mi dispiace immensamente per te, so cosa vuol dire perdere un genitore in tenera età...
“Possibile che tu non capisca?!” l'ammonì sentenzioso, eppure il volto ingenuo della fanciulla gli lasciò intendere che suo padre non doveva averle mai rivelato nulla.
“La donna che se ne andò... quella stolta si chiamava Eiko! Colei che tu chiami madre, era la stessa che ha portato mio padre al suicidio!”
“Non può essere vero...” sussurrò piano Akane, confusa dalle accuse.
“Invece è così, ti dico! Tuo padre ed il suo stupido compare la portarono con loro! Coff! Coff!”
*Ho sempre creduto che mia madre fosse giapponese...*
La giovane Tendo restò attonita per un bel pezzo, se non fosse stata tradita dal respiro sarebbe parsa una statua di cera.
Ais rimuginò sulla propria infanzia rubata, affidato alle cure della nuova guida, un uomo di mezza età, pigro ed incompetente; l'antitesi del genitore.
Costui gli aveva affidato gli incarichi più ingrati, tipo quello di ripulire i sentieri fra le pozze dalle cartacce, che lasciavano i turisti. Ben presto però aveva imparato ad amare quel compito, amava la carta e le possibilità infinite del riciclaggio, ma la sua vera passione erano gli origami, così come li aveva amati il suo vecchio in vita.
Un giorno, dopo aver ripiegato una barchetta di carta, l'aveva scagliata con forza sul pelo dell'acqua, salvando una libellula in procinto di annegare nella fonte del rinoceronte, ce n'erano molte da salvare soprattutto in estate... Da allora quella era diventata la “Tecnica del salvataggio della libellula” e successivamente ne aveva ideate molte altre, sempre più complesse per salvaguardare gli ignori visitatori da quelle zone paludose.
Si era allenato duramente, perché un giorno avrebbe di nuovo incrociato sulla sua strada Eiko e, sapeva, l'avrebbe sfidata! Giunto però troppo tardi alla sua porta, non si sarebbe di certo scoraggiato...
“Cosa pensi di ottenere?”
Ais sussultò si stava quasi addormentando rannicchiato nel pile.
“Vendetta, solo un po' di sana e competitiva vendetta.” sbadigliò.
“E se il tuo geniale piano non funzionasse? Verranno a liberarmi e tu resterai con un pugno di mosche in mano!”
Stizzito, si tirò su a sedere.
“Chi verrà a liberarti? Tuo padre? Il tuo fidanzato? Tsé! Loro non sanno nemmeno che ti ho rapita! T'ho sostituita con una copia cartacea praticamente perfetta...”
“Ranma se ne accorgerà e verrà a cercarmi... tu piuttosto preoccupati di essere presentabile per lo scontro!” gli pizzicò una guancia in segno di sfida.
Ais arrossì, non proprio per la febbre.
Armeggiò con le mani sotto la coperta e ne estrasse un orsetto di carta.
“E' per ringraziarti del disturbo... anche se non si può certo dire che tu sia un’infermiera capace!” sorrise accattivante portando una mano sotto il mento come un modello di beltà.
La giovane sbuffò, incrociando le braccia al petto.
“Un regalo non basta a rimediare al fatto che mi hai rapito!”
“In ogni caso non illuderti, le tue sorelle verranno presto a farti compagnia… tuo padre soffrirà per ciò che mi ha fatto!” Detto questo le girò le spalle e si adoperò per finire le sue bambole, il suo lavoro si sarebbe compiuto solo quando avesse scritto in una delle due carte il nome di Nabiki e nell'altra quello di Kasumi Tendo.
Le figlie di Eiko avevano i minuti contati... per loro cominciava il conto alla rovescia!