First impression

Si dice che la prima occhiata sia essenziale.

L’abbigliamento, la postura, i movimenti, i tratti somatici, i lineamenti del volto. Uno qualsiasi di questi elementi, o tutti quanti insieme, e la persona di fronte a noi sarà classificata per sempre.

Anche tu lo hai sentito dire.

Non sapresti ricordare né dove né quando – troppi i posti visitati, troppi gli allenamenti con papà, pochi i ricordi felici, pochi quelli che vuoi tenere a mente – ma il concetto, questo ti è rimasto impresso.

Del resto, non hai avuto modo di sperimentarlo un granché nella pratica: non hai conosciuto molta gente, in questi anni. Come se non bastasse, i pochissimi amici – o compagni di giochi? oppure semplicemente rivali? – erano tutti maschi. Non hai effettivamente mai avuto alcun contatto con una ragazza… almeno, prima di cadere in quella maledetta sorgente.

Ed oggi – sorpresa! – ti fidanzi. L’hai saputo nemmeno un’ora fa, perché ovviamente papà si è guardato bene dal dirtelo prima di essere giunti in prossimità della residenza dei Tendo.

Eccoti qui, in questa casa sconosciuta, con questa famiglia sconosciuta. Un bel quadretto, composto da un padre evidentemente troppo emotivo, tre figlie – già, guardacaso, tutte e tre femmine – e naturalmente te stesso, o meglio, te stessa, donna tra le donne.

Chiaramente, non sei dove vorresti essere.

Si può sapere che diamine gli passa per la zucca, a quell’idiota di un genitore?! Se ne esce improvvisamente con la storia del fidanzamento, ti stende, si presenta al suo vecchio amico senza nemmeno premurarsi di far tornare entrambi al vostro aspetto normale. Forse voleva fare colpo. Ecco, non puoi dire che non ci sia riuscito.

Se quel discorso sulla prima impressione – ora capisci perché te ne sei ricordato – è fondato, immagini di essere stato appena marchiato a vita. Del resto, quale impressione può mai trasmettere un grosso panda che trascina sulle spalle una ragazzina strepitante?

Se c’è da trovare un lato positivo della medaglia, ti accorgi che da qualche minuto hai miracolosamente smesso di essere al centro dell’attenzione.

Il padrone di casa è steso su un futon e giureresti che si trovi in stato del tutto incosciente, se non fosse per le copiose lacrime che i suoi occhi grondano silenziosi e senza sosta.

Quella che credi essere la figlia maggiore – non sai nemmeno il suo nome, nessuno si è presentato a te, nonostante tu l’abbia fatto – sembra avere i modi più cortesi, eppure si è completamente dimenticata della tua presenza, troppo intenta a medicare il padre con un panno umido.

L’altra figlia parla di te, questo sì, ma, a parte qualche antipatica palpata al tuo seno, non fa che usarti per prendersela col genitore: colpa sua se non sei un bel ragazzo, atletico e prestante. Fhé, che sopresa avrebbe questa iena, se solo tu decidessi di bagnarti con dell’acqua calda.

Interrompi il flusso dei tuoi pensieri. Ti rendi conto di aver catalogato a tua volta ogni singolo occupante della casa… e il responso finale non è stato dei più positivi.

Forse quel discorso della prima impressione non è che una grossa fesseria.

Non è giusto giudicare le persone in questo modo, dopotutto è normale che i Tendo ti disprezzino.

Cosa faresti tu nei loro panni? Sei solo una ragazzina estranea. La colpa è tua. Non è che…

“Ehi… vuoi venire con me in palestra?”

Come? Ti volti, timorosa. Cavolo, non è da te tutto quest’imbarazzo, forse è colpa della maledizione.

Tuttavia, non puoi non ammettere, almeno a te stesso, di trovarti a disagio.

La ragazza ti guarda, con fare gentile.

“Io sono Akane”, dice sorridendoti. “Spero che diventeremo amiche!

Non sai ancora se credere a quel discorso di prima.

Sai solo che, istintivamente, stai ricambiando quel caldo sorriso.

Fanart di @vvakka_0101