Dossier - Traduzioni alla trallallera e adattamenti indiscriminati: evoluzione del manga di Ranma ½ dal 1990 a oggi

Un contributo di Neechin per la KNM


Ben ritrovati, Ranmaniaci!

Sono tornata con le mie ciarle di approfondimento. Vi sono mancate, non è vero? (NON È VEROOO?!). Ehm… coff-coff…

Oggi volevo portare alla vostra attenzione un argomento che, spesso e volentieri, si presenta privatamente tra le chiacchiere di noi admin, ma anche e soprattutto pubblicamente in pagina o nelle dirette che tanto amate: parlo delle discordanze nella traduzione e adattamento che contraddistinguono le varie edizioni del manga.

Ogni tanto mi capita di assistere a discussioni nella pagina facebook riguardo alcuni dei dialoghi principali. Ad esempio si è discusso più volte sul Ranma di fine opera e sul suo “dire o non dire” ti amo ad Akane. «Secondo me lo dice, perché lei lo ha udito!», «No! Lo pensa, solo che lei in qualche modo lo ha sentito lo stesso!», «Ma nella versione più recente del manga il testo recita vorrei poterti dire…». E ancora, Ranma nell’episodio della tutina della forza «le dice mi piaci», «Ma nel manga che ho io le dice semplicemente che è carina». (Chissà perché mi sono venuti in mente tutti esempi con Ranma e Akane!).

Vi svelerò un segreto… È proprio grazie a simili discussioni che ho da sempre avuto l’idea di analizzare queste discrepanze, volumetti giapponesi alla mano, mettendo a confronto le due edizioni italiane della Star Comics in mio possesso: gli albi sottiletta “Neverland” (1996-1998) e i volumi di recente pubblicazione “Neverland - New edition” (2017-2019); potendo contare inoltre sulla collezione del mio carissimo compagno di avventure Kuno con i suoi volumi della testata “Greatest” (2001-2004), sempre editi da Star Comics.

Il progetto però si dimostrava un po' ambizioso e molto impegnativo e per questo ho sempre rimandato. Ma… recentemente la necessità di fare chiarezza tra noi admin su un particolare dettaglio della storia ha riacceso in me la voglia di portare a compimento questa mia idea malsana. Complice è stato anche Nik, un altro carissimo amico, prestigioso esponente della Community e nostro follower di vecchia data, che - ignaro di tutto quello che vi ho appena raccontato - poco tempo fa mi ha suggerito di predisporre una sorta di rubrica dedicata al confronto di tutte le varie edizioni del manga di Ranma, con particolare attenzione alla sua evoluzione negli anni. E pensare che la sottoscritta gli aveva solo chiesto se avesse a disposizione altre edizioni dell’opera… ok, mi ha letto nella mente e mi ha confermato che devo assolutamente fare questa cosa! (faccina sorridente) Perciò è doveroso ringraziarlo per l’incoraggiamento e, soprattutto, per avermi messo a disposizione il suo unico volume (n. 2) della Granata Press collana Paperback manga (1995), edizione che per il momento manca allo staff di Kuno’s Mansion.


Ma bando alle ciance e passiamo al dunque.

Quanti di voi, leggendo Ranma, si sono trovati di fronte a dialoghi totalmente rivoluzionati o hanno notato stranezze, conversazioni atipiche, a volte strambe e discorsi che sembravano, diciamolo pure, fatti all’acqua di rose? I fortunelli che hanno letto almeno due edizioni diverse sanno sicuramente di cosa parlo, ma sono certa che anche chi ha letto solo una delle più vecchie ha ben presente a cosa mi riferisco. Noi admin ogni tanto ci scherziamo su, ricordando le espressioni più divertenti come “cribbio”, “cretinetti”, imprecazioni varie, parolacce, idiomi e proverbi occidentali (del tutto inverosimili dato il contesto) disseminati per lo più nell’edizione Neverland. Per non parlare di quei pesanti adattamenti che sono arrivati anche a stravolgere il senso del discorso, tanto da non ricordare che fosse così quando letto la prima volta. L’innocente Neechin quattordicenne che comprava i volumetti Neverland, per l’appunto, si faceva semplicemente due risate, ignara di leggere spesso dei dialoghi artefatti in modo che fossero più vicini al mondo giovanile. La ben più consapevole Neechin quarantenne del presente, invece, conscia dei retroscena e delle dinamiche che stanno dietro alla pubblicazione di un’opera tradotta in una lingua differente dall’originale, rabbrividisce e storce un po' la bocca, lasciandosi sfuggire un “meh”!

Viene spontaneo chiedersi… ma PERCHÉ? Come mai esistono diverse traduzioni e adattamenti da un’edizione all’altra? Eppure la storia è quella! I traduttori/adattatori sono forse più bravi adesso rispetto ad un tempo? Domanda lecita quest’ultima se pensiamo che l’edizione più recente della Star Comics, quella di ultima pubblicazione, segue fedelmente (nei limiti del possibile) l’originale giapponese.


Spoiler: No, non erano più scarsi! Peggio, erano consapevoli di quello che stavano facendo!

Ma prima di continuare questo discorso, vediamo nella pratica un esempio tipo (grazie ancora a Nik e al suo magico volumetto n. 2 della Granata Press che ha reso possibile analizzare quanto segue):

Ed Granata press, vol. 2 parte 9

Sorvolando sull’uso del termine “babbo” (da buona toscana non posso che approvare!) usato al posto di “papà”, termine che regna nel resto del manga della stessa edizione, qui c’è qualcosa che non va! E cosa? Direte voi…


Chiediamo ancora una volta il contributo della regia e…

Ed. Shonen Sunday Comics

Ed. Neverland

Ed. New Edition

Appare subito evidente che:

  • Nell’edizione Granata Press la tavola è stata completamente ridisegnata: mancano infatti i suoni (onomatopee) che, in questo caso, si rivelano fondamentali per lo svolgimento della scena. L’unica rimasta, “Pop”, non corrisponde all’originale “Pan” che dà l’incipit per il gioco di parole/battuta del cartello di Genma-formato-panda;

  • Perché sì, la traduzione del cartello mostrato da Genma non è “Sono il Babbo di Ranma! Capito?” ma “Il panda fa PAN” (ed ecco a cosa serviva il suono); sulla traduzione dal giappo fidatevi di Neechin!

  • Nel volume Neverland il gioco di parole con battuta viene mantenuto anche se le onomatopee sono state ridisegnate (ma almeno sono giuste!). Apprezzabile, dal momento che questa edizione è ormai famosa per le rivisitazioni indiscriminate;

  • La nuova ristampa mantiene tutto in originale (onomatopee giapponesi) e aggiunge solo il suggerimento per la comprensione dei suoni e quindi del gioco di parole/battuta di Genma.

  • In generale, per quanto riguarda lo stile della tavola, sia l’edizione Granata Press che quella Neverland usano un tipo di lettering simile, omogeneo, al contrario dell’edizione più recente che utilizza un font digitale e standardizzato.


Traspare la piena volontà di non ricreare il gioco di parole che dà vita alla battuta di Genma, in quanto si preferisce cambiare totalmente la frase in favore della più tipica “Io sono il padre”. Scegliere l’onomatopea “POP” non lasciava infatti spazio a questo tipo di burla, o forse no? Anzi viene da pensare che il traduttore abbia creduto inverosimile “Pan” come suono per lo scoppio di un sacchetto. Ricordiamo, però, che per i giapponesi il cane fa “wan wan” e il tuono “goro goro” e così molti altri…

“Sono un panda che fa POP” non avrebbe avuto senso in italiano… sì, ecco… in italiano! Perché poi, parlando tra noi admin, viene fuori un dettaglio affascinante (in realtà lo sapevamo già ma non avevamo collegato) che non avevamo considerato, o meglio, la sottoscritta proprio ignorava. Sempre grazie all’aiuto della regia, ancora una volta tiro in ballo l’archivio del senpai Kuno e la sua edizione americana “Viz media”, edizione sulla quale la Granata Press nientepopodimeno ha basato la sua traduzione. Ed ecco allora svelato il mistero del caso in esame:


  • Mancanza della onomatopea iniziale “silenzio”;

  • “POP” al posto di “PAN”;

  • Cartello che recita quindi “I’m Ranma’s pop”, dove “pop” è inteso come termine colloquiale per “padre”;

  • La Viz ha realizzato un adattamento per rifare il gioco di parole in inglese, anche se diverso dall’originale;

  • In italiano (Granata Press) sforzo e inventiva pari a zero! Sigh… «Potevano almeno mettere un bel “Pà”» ha suggerito la nostra admin SaraLu in fase di discussione.

Come invece ha osservato il nostro Kuno, «Quelli della Granata hanno semplicemente utilizzato la versione Viz traducendola alla lettera». In questo e in molti altri casi, anche non tanto bene…

Fortunatamente siamo stati graziati con l’ultima ristampa, dove la fedeltà è di casa! Dettaglio su cui puntiamo ogni volta che qualcuno ci chiede «Ma è la stessa storia? Perché dovrei acquistare anche questa?». Perché oggettivamente sì, è quella migliore fatta finora.


Ma facciamo un passo indietro a […ma PERCHÉ? Come mai esistono diverse traduzioni e adattamenti da un’edizione all’altra? I traduttori/adattatori forse sono più bravi adesso rispetto ad un tempo?...]

Come già spoilerato, no, quelli di allora non erano più scarsi, anzi erano ben consapevoli di quello che stavano facendo e l’esempio della Viz ci permette di dimostrarlo. Si tratta di quel fenomeno largamente diffuso nell’ambiente delle traduzioni definito come “localizzazione”, un processo di adattamento a volte indiscriminato (per rimanere in tema Ranma) per non dire spudorato che si opera con il solo e unico scopo di rendere più accessibile ai lettori le opere impregnate di un bagaglio culturale e linguistico a loro totalmente estranee.

La domanda che faccio a voi Ranmaniaci della Community di Kuno’s Mansion allora è questa:

«Siete contrari o favorevoli alla “localizzazione” nelle traduzioni?». Preferite che il testo sia adattato al proprio ambito culturale o ritenete più giusto leggere manga nei quali venga mantenuto il contesto di origine?

Cominciate a pensarci, intanto rispondo per me. Personalmente preferisco leggere l’opera originale così com’è: non solo perché sono appassionata di tutto ciò che riguarda il Giappone, ma anche perché prediligo la preservazione dell’autenticità dell’opera. E poi non è una cosa brutta approcciarsi e conoscere un mondo diverso dal nostro… o no? Nei limiti del possibile, però, sono altresì favorevole all’adattamento ragionato, laddove non sia possibile spiegare un concetto, oppure quando una determinata espressione non ha senso nella nostra lingua. Io e Kuno con le nostre traduzioni ne sappiamo qualcosa…

Adesso però voglio sapere la vostra opinione!

Vorrei sapere anche se il mio intento di analizzare le diverse edizioni del manga di Ranma in italiano (di cui avete appena avuto un’anteprima) possa interessarvi o incuriosirvi, e se confermate la bontà del suggerimento di Nik di istituire una sorta di rubrica a riguardo: vi piacerebbe conoscere come si è evoluto "Ranma ½ versione italiana" negli anni in tutti i suoi aspetti? Grafici, stilistici, traduzioni, adattamenti e così via. Prometto di essere più breve e di analizzare le parti più sfiziose come quelle citate all’inizio di questo papiro, che tanto vi/ci hanno fatto discutere <3

Intanto vi lascio, sempre con il contributo della regia, altre perle indimenticabili:

Autrice: Neechin

Vietata la riproduzione, anche parziale, del testo