Capitolo 05 - Una cena particolare

Happosai era aggrappato al petto di Ryoga in versione femminile.

“Zuccherino, devi provarmi questo reggiseno!”

“Lasciami, vecchio maniaco!” lo scagliò in orbita.

“No, non è possibile…” esclamò Akane.

Ryoko si voltò lentamente verso l’amata, la fronte di quest’ultima chinata verso il basso: di colpo la ragazza con la bandana si sentì perduta (sai che novità… NdA).

*Cosa le dico ? Cosa le dico ? Akane non mi perdonerà mai…*

Seguirono alcuni interminabili istanti di silenzio.

“Oink, oink!”

“… P-Chan! Ma che ci fai qui? Ryoko non era scesa di sotto con te per asciugarti?”

Il maialino, non appena si era sentito bagnare dall’acqua fredda gettata da Happosai, era saltato via dalla tasca dei pantaloni di Ryoga e con i suoi grugniti aveva attirato l’attenzione di Akane: la quale si era inginocchiata in direzione dell’animaletto e non aveva dunque potuto vedere la trasformazione dell’amico/nemico di Ranma.

*Fiuu ! Per fortuna ogni tanto quel bastardo ne fa una giusta…* pensò Ryoga.

Akane rialzò lo sguardo.

“Ryoko…”

La chiamata in causa tremò.

*Oh, no! E se invece Akane si fosse accorta di tutto?*

“… sei tornata, finalmente!” esclamò la fidanzata di Ranma “Ora capisco perché c’è P-Chan… Non c’è più bisogno che tu cerchi Ryoga, lui è qui con me… cioè, era… ma dov’è finito?”

“Eh, eh…” fece Ryoga-chan “Dove sarà finito?…”

“Uhm… non può esserci che una possibilità”

“…”

“Ma certo! E’ andato a cercarti!”

“… Come?… Sicuro, è proprio così!” *Per un pelo…*

Solo allora Akane realizzò che “Ryoko” era fradicia d’acqua dalla testa ai piedi.

“Ma che ti è successo?”

“Vuoi dire… per l’acqua? E’ stato quel vecchio, mi è saltato addosso…”

“Happosai? Mi dispiace che ti abbia disturbato: sai, lui è fatto così, quando vede una bella ragazza… Non capisco però perché ti abbia inzuppato d’acqua: a meno che… ma certo! Ti deve sicuramente aver scambiato per…”

Akane ammutolì all’istante.

“Per ” riprese, dopo qualche secondo “Per chi so io…”

*Ma che ha?* si chiese Ryoga-chan.

In quel momento le due ragazze udirono la voce di Kasumi dal piano di sotto.

“Papà, signor Saotome, Happosai, Nabiki, Akane, Ryoga, Ryoko! Venite, è pronto in tavola!”

Soun e Genma (tornato uomo) furono i primi a prendere posto. Poi arrivarono Akane (con Ranma-porcellino al petto: lui aveva provato in tutti i modi ad opporsi, ma poco aveva potuto fare) e Ryoga-chan, seguite da Nabiki. Per ultimo si accomodò Happosai. Il pugno scagliatogli contro da Ryoga lo aveva spedito, dopo aver distrutto un altro pezzo del tetto di casa Tendo, nel solito laghetto: e quel bagno fuori programma lo aveva snebbiato dalla sbronza e, soprattutto, gli aveva fatto tornare l’appetito.

“Kasumi, vedo che c’è un ottavo posto a tavola” disse Soun “Questo vuol dire che Ranma…”

“No, papà. Si tratta della cugina di Ryoga” rispose la maggiore delle sorelle Tendo.

“Buo-buonasera… il mio nome è Ryoko…”

“Benvenuta, Ryoko! Fai come se fossi a casa tua”

“G-grazie… molto gentile…” balbettò, preoccupato di non dover fare alcun passo falso e tradire la sua vera identità.

Soun visionò dunque con lo sguardo gli altri commensali.

“Manca ancora Ryoga…”

“Vado a cercarlo io!” disse prontamente la sua presunta cugina.

“Ma Ryoko…” replicò Akane. La ragazza si era però già volatilizzata.

Ryoga finì in cucina, per sua fortuna l’ebollitore del tè era ancora pieno e l’acqua più che tiepida. Se ne versò un poco addosso e portò l’ebollitore con sé.

“Eccomi qua” disse, tornato in soggiorno (lo trovò al primo colpo perché era l’unica stanza che comunicava con la cucina).

“Ora è sparita di nuovo Ryoko…” osservò Kasumi.

“Non dite altro, ci penso io!”

Sparì di nuovo, dopo pochi secondi ricomparve in versione femminile.

“Ryoga non riesco proprio a trovarlo…”

“Era qui un momento fa, adesso è andato a cercare te…” le disse Akane.

“Ah, sì? Allora sarà meglio che gli vada incontro”

E la ragazza dai lunghi canini lasciò ancora una volta la sala.

“Io pensavo fosse solo Ryoga, ma qui è tutta la famiglia Hibiki ad essere stramba…” commentò Nabiki.

“Si vede che dev’essere una questione di geni ” disse Kasumi.

Ryoga, tornato in cucina, si versò nuovamente addosso l’acqua calda.

“Non posso continuare così per tutta la cena, devo trovare una soluzione…”

Uno strano rumore si udì intanto tra i commensali: era lo stomaco di Ranma!

*Non mangio da stamattina…*

“Hai fame, eh P-Chan?”

“Chiamala fame” mormorò Nabiki “Questo si divora la casa!”

“Pazienta ancora un poco, piccolino: dobbiamo attendere che tornino Ryoga e Ryoko”.

*Se devo attendere… entrambi, sto fresco* pensò Ranma.

In quel mentre tornò Ryoga-kun.

“Eh, eh! Scusate se vi ho fatto aspettare…”

“L’hai incontrata Ryoko?”

“Eh? …Ah, sì! Certo che l’ho incontrata: mi ha detto che le dispiace tanto, ma non può fermarsi qui per cena. Ora è già in viaggio, vi ringrazia dell’accoglienza che le avete fatto e vi manda le sue scuse per non avervi potuto salutare di persona, purtroppo non aveva tempo da perdere”.

Soun si voltò verso Ryoga.

“Dispiace pure a noi, di non averla potuta salutare… Quando la rivedi, dille che in questa casa sarà sempre la benvenuta!”

Akane sospirò.

“Temo che Happosai l’abbia un po’ spaventata…”

Il vecchietto cominciò a piagnucolare.

“Io, sempre io… ma che ho fatto? Ora neanche tu mi vuoi bene, Akane?”

Lei sorrise.

“Ma no, non fare così: non intendevo dire questo”.

Lui si lanciò su di lei.

“Bene, allora facciamo la pace… Abbracciami forte!!!”

Fece per palparla.

“Non ci provare!!!” urlò Akane, non prima di avere scaraventato Happosai in orbita con un destro.

I presenti cominciarono infine a mangiare. Akane fissò il suo animaletto, se lo era messo sulle ginocchia con grandissimo imbarazzo del povero Ranma. E l’imbarazzo aumentò ulteriormente, non appena la ragazza fece per imboccarlo.

“Vuoi assaggiare un poco della mia porzione? Apri la boccuccia e fai aaaam…”

Il maialino cambiò colore più volte.

“Non è giusto!” sbottò improvvisamente Ryoga, alzatosi in piedi “In tutti questi mesi a me non mi hai mai imboccato una volta!!!”

Gli altri si voltarono, le facce a dir poco attonite, verso il ragazzo.

“Come – come hai detto, scusa?” domandò confusa Akane.

“Ecco, io” mormorò Ryoga, che solo ora si era accorto di essersi tradito “Volevo dire… non ti ho mai visto imboccare P-Chan neanche una volta”

Ranma-porcellino scansò ripetutamente il cucchiaio che Akane gli porgeva.

“Com’è timido, oggi, non sembra neanche lui…” mormorò la ragazza “Sai Ryoga, forse hai ragione: non l’avevo mai imboccato prima e adesso lui non è abituato. Lasciamo stare: serviti pure da solo, P-Chan!”

*Ora si ragiona* pensò Ranma, che subito si lanciò sul piatto che la fidanzata gli aveva messo da parte.

“Mmm… Kasumi, i miei complimenti: questo sushi è delizioso!” esclamò Genma.

“Se ne vuole altro, signor Saotome, ne prenda pure: ce n’è in abbondanza, visto che avevo preparato per otto e che ora non ci sono né Happosai né Ryoko!”

“Grazie, molto gentile”.

“E così il problema degli avanzi è risolto” mormorò Nabiki “Ranma non c’è, ma ci penserà suo padre a non far rimanere neppure una briciola nei piatti ”

“Mi rendo perfettamente conto che si tratta di un compito difficile” disse Genma “Ma qualcuno deve pur assumerselo”.

E detto questo divorò in fretta e furia la sua seconda porzione e, già che c’era, anche quelle dei commensali mancanti.

*Dal momento che questo potrebbe essere il mio ultimo pasto gratuito a casa Tendo, almeno me lo godo alla grande!* pensò.

“Di questi due maiali non saprei dire quale sia il peggiore…” mormorò di nuovo Nabiki, osservando da una parte il signor Saotome dall’altra l’animaletto di Akane (Ranma trangugiava ogni cosa senza tanti complimenti).

“Eri proprio affamato, P-Chan!” disse Akane “Sarà stato lo shock per essere quasi annegato nel laghetto…”

Kasumi andò in cucina. Tornò dopo pochi secondi con un vassoio pieno di minestra calda.

“Aspetta, Kasumi! Ti aiuto a servire…”

“Non se ne parla, Ryoga: tu qui sei un ospite”.

“Insisto: mi sentirei meno a disagio dando una mano…”

Soun sorrise soddisfatto.

“Ryoga è proprio un ragazzo bene educato”

Genma borbottò qualche insulto rivolto al figlio degenere.

Ryoga versò la minestra nei piatti di tutti. Ma quando arrivò il turno di Akane…

“Ti ringrazio, Ryoga! Sei molto gentile” disse lei, sorridendogli.

“Oh… io… beh…” balbettò il ragazzo dai lunghi canini, rosso per l’imbarazzo.

“Grunf, grunf, gruuunf!!!”

“Che vuoi... P-Chan?” disse Ryoga “Sei forse geloso?”

“Io credo… che stia cercando di dirci qualcosa…” disse Soun.

“Ecco cosa… Ryoga, attento!” gridò Kasumi.

Il ragazzo aveva infatti inclinato pericolosamente il vassoio, facendo versare di fuori il brodo ancora bollente.

“Oh, no!!!”

Akane si scansò appena in tempo, Ranma-maialino rimase invece sulla traiettoria del liquido che colava.

*Mi sta per finire addosso… E ora che faccio?*

Ryoga chiuse gli occhi.

*Questa volta è veramente andata… Come glielo posso spiegare ad Akane senza rivelare il mio segreto?*

Ma quando li riaprì ebbe una bella sorpresa: l’animaletto aveva infatti allargato la bocca a dismisura succhiando tutto il brodo prima che gli finisse addosso.

*Fiuu, l’esperienza con Picolet allora è servita a qualcosa…* pensò Ranma, il quale un secondo dopo andò letteralmente a fuoco e fiamme.

“…GRUUUUUUNF!!! (Mamma come scottaaaa!!!)”

“Povero piccolino: avevi anche tanta sete, se ti sei bevuto tutto quanto il brodo senza aspettare che si raffreddasse…”