Patrizia era una donna anziana che viveva in una casa di campagna. Il suo paese era a mezza costa sulla montagna in una posizione soleggiata e con una vista incantevole.Era una donna che aveva problemi di salute e per tale motivo era accudita dalla signora Elvira. La donna stava con lei da tanti anni e per Patrizia era come una di famiglia.Patrizia non aveva più nessun parente e la sua donna di servizio rappresentava la sua famiglia.
Senza di lei si sarebbe sentita ancora più sola e sperduta. Lei soffriva di solitudine e si sentiva tagliata fuori dal resto dalmondo, ma era molto legata a quei luoghi e non li avrebbe mai abbandonati. Vicino a casa sua abitavano persone che leiconosceva da una vita. Patrizia di tanto in tanto, accompagnata dalla fedele Elvira, andava a far visita ai vicini e lororicambiavano quella visita tutte le volte che potevano, però Patrizia in quella casa si sentiva comunque sola. Gli sarebbepiaciuto avere un compagno, ma il destino aveva voluto diversamente per lei e così le sue serate erano solitarie. Non lontanodalla sua abitazione c'era un piccolo laghetto. Patrizia lo vedeva bene dal suo terrazzo e quando guardava in quella direzionesognava di veder arrivare qualcuno a farle compagnia. Una sera all'imbrunire sentì lo starnazzare di un papero: << Qua, qua!Qua, qua! >>.
Il papero aveva un modo di starnazzare davvero insolito. Starnazzava in modo concitato quasi a voler attirare l'attenzione diqualcuno. Patrizia chiese alla sua dama di compagnia di accompagnarla subito al laghetto. Non se la sentiva di andarci dasola perché aveva paura di cadere.
Arrivata vicino al laghetto trovò il papero che sbatteva le sue alette. Lo guardò con stupore perché il suo aspetto fisico eradavvero disastroso. Le sue belle piumette gialle
erano spettinate e qualcuna sembrava lì, lì per cadergli. Era anche denutrito e si vedeva molto sporgere l'osso del
petto. La vecchia signora si chinò e lo raccolse con delicatezza. Berto non ebbe nemmeno la forza di scappare. Si lasciò raccogliere da quelle mani rugose ma molto gentili.Il piccolino nelle mani della donna tremava di paura. Patrizia lo accarezzò con molta delicatezza. La sua carezza era leggera che sembrava un soffio di vento.
Mentre lo accarezzava lo guardava con attenzione e poi disse
<< Povero papero! Come sei ridotto! Da quanti giorni non mangi? Mi chiedo da dove provieni e come hai fatto ad arrivare fin qui! Per fortuna non hai incontrato gatto Felix!Se ti vedeva ti mangiava in un sol boccone! Povero piccolino! Ora sei al sicuro! Non aver paura di me! A casa mia starai bene! E sono certa che ci faremmo pure buonacompagnia! >>
Accompagnata dalla dama di compagnia Patrizia si diresse a casa tenendo dolcemente fra le mani il papero. Berto, nel frattempo si era tranquillizzato e sentendo il caloredella mano dell'anziana, si stava quasi addormentando. Entrata in casa la donna si sedette nel morbido divano ed ordinò ad Elvira di portarle una scatola di cartone e pezzodi stoffa di lana. Quando Elvira tornò con la scatola e il pezzo di lana, Patrizia con una mano libera sistemò all'interno della scatola la pezza di lana e poi depose dolcementeil papero. Berto dormì per un po' vegliato dall'anziana e quando si svegliò si guardò attorno spaurito. Non vedendo nulla si agitò ed iniziò a saltellare cercando di uscire dallascatola, ma per la debolezza non ci riusciva e in modo goffo cadeva a pancia in su. Patrizia lo prese fra le mani e Berto riconoscendole si tranquillizzò subito.
<< Immagino che ora avrai fame! Vieni, ti porto in cucina. >>
Lo mise sul tavolo della cucina e Berto non si mosse per paura di cadere. La donna, intanto, prese un piatto fondo e ci mise dentro un po' di farina gialla, pezzettini di panee qualche foglia di lattuga. Bagnò il tutto con un po' d'acqua e lo portò al papero. Berto aveva una fame da lupi e si mise subito a mangiare. L'anziana lo osservò pensandofra sé
<< Mangia pure piccolino! Credo davvero che noi ci faremmo buona compagnia! >>
Berto divorò tutto con grande voracità e vista la fame che aveva Patrizia chiese al suo piccolo ospite
<< Ne vuoi ancora? >>
<< No glazie! Ho mangiato tanto che ora mi sento davvelo lo stomaco gonfio! >>
<< Ma... ma tu... tu parli? >> Chiese incredula Patrizia nell'udire il papero parlare.
<< Sì! Io palo! Ma non bene, comunque so palale! >>
Berto sapeva davvero parlare però non riusciva a pronunciare la lettera R. tutte le parole che contenevano quella lettera lui faticava a dirle ed era così buffo sentire la suapronuncia. Sapeva quasi di orientale e poi ogni tanto
gli scappava pure un mezzo '' qua, qua ''. A quanto pareva Patrizia ora aveva un amico in più con cui dialogare. Gli sembrava di sognare! Chiamò la dama di compagnia.
<< Elvira! Puoi venire un momento? >>
<< Vengo subito! >>
Elvira si presentò in cucina un po' trafelata e quasi con il fiatone perché aveva camminato in modo veloce per non
far attendere troppo Patrizia. Quando si presentò a lei disse
<< Ha bisogno di qualcosa, signora? >>
<< Sai... mi dispiace averti distolto dalle tue faccende, ma volevo che tu ascoltassi il papero. Devi sapere che ho scoperto che sa parlare! >>
<< Ma... ha voglia di scherzare, forse! >>
<< Mai stata così seria Elvira! Questo papero sa parlare e anche bene! Ora te lo dimostro. Piccolino... posso farti una domanda? Come ti chiami? >>
<< Mi chiamo Belto! >>. << Eh? Non posso credere! Sbaglio o ha davvero
parlato? >> Elvira era incredula quanto lo era Patrizia e Berto si sentiva un po' imbarazzato e anche un po' deluso dal comportamento di Patrizia. Gli pareva che lei lo stesseprendendo in giro.
<< Sono deluso dal tuo compoltamento Patlizia! >>. << Perché? >>
<< Mi sembla che tu mi stia plendendo in gilo! >>
<< Scusami! Non volevo darti questa impressione! Sai
Berto, per noi è insolito sentire un papero che parla e mi
dispiace davvero se ti sei sentito deriso, ma devi capire
anche il nostro stupore! Sentire la tua vocina ci ha colto di sorpresa. Per noi umani è una reazione normale! Comunque scusaci tanto! >>
Berto annuì con la testina e poi per confermare disse
<< Va bene! Accetto le vostle scuse! Facciamo finta che
nulla sia accaduto e licominciamo tutto da capo! >>
<< Hai ragione Berto! Ricominciamo tutto da capo! >>
Fu così l'inizio di una bella amicizia fra Berto e Patrizia. Il papero nei giorni seguenti riprese peso e il suo aspetto fisico migliorò di molto. Mangiava con voracità le pappeche Patrizia preparava per lui. Nei pomeriggi, come i bambini, andava a dormire nella scatola che Patrizia aveva preparato. Quando era sveglio si aggirava per casa curioso.Seguiva la sua amica come un cagnolino e combinava pure qualche marachella. Un giorno, ad esempio, Patrizia aveva aperto un cassetto del comò. Stava cercando qualcosadi elegante da indossare perché quel giorno veniva a farle visita una vicina. Il tempo di cambiarsi quando suonarono alla porta. Lasciò aperto il cassetto del comò e andò aricevere la sua ospite. Il cassetto del comò rimase incustodito e aperto. Berto approfittò di questa dimenticanza di Patrizia e saltò dentro il cassetto. Lì sentiva un buonprofumo e gli piaceva star lì. Con il suo becco controllava tutte le maglie della sua amica alzandole una per una; alcune le alzava anche troppo che uscivano dal cassetto efinivano per terra. E visto il disordine che aveva combinato si pentì e saltò fuori dal cassetto. Cercò di rimediare al suo guaio ma con il suo becco non riusciva a riporre nelcassetto le maglie che erano fuori.
<< E adesso come faccio! Che bel guaio ho combinato!
Patlizia mi sglidelà di siculo! >> La visita dell'amica di Patrizia terminò e Berto sentì i saluti
di commiato. Preoccupato per ciò che aveva combinato, il papero corse a nascondersi sotto il letto e nella corsa perse una piuma. Patrizia tornò in camera a togliersi lamaglia elegante che aveva indossato e a rimettere l'abbigliamento
consueto che era solita portare in casa. Trovò il cassetto tutto in disordine e con le maglie per terra. Lì per lì prese
un po' paura, ma poi vista la piuma persa dal papero la donna capì tutto e con far gentile disse
<< Vieni fuori bricconcello! Tanto lo so che sei stato tu a combinare questo disordine! >>
Berto uscì da sotto il letto con la testolina china. Sapeva di averla combinata bella e se ne era pentito.
<< Ti chiedo scusa! Non volevo fal tutto questo caos! Volevo solo culiosale ma poi... Scusami tanto! Non lo faccio più! >>
<< Tranquillo Berto! Però devi far attenzione la prossima volta anche perché rimettere tutto in ordine non è facile! Vedi... ora devo ripiegare tutto e lo devo fare con curaaltrimenti quando indosso qualcosa lo trovo
stropicciato. >>
Patrizia ripiegò con cura le sue cose e Berto rimase ad osservarla. Era ancora pentito per quanto aveva combinato e se ne stava mogio, mogio a debita distanza perchéprobabilmente temeva una punizione. Patrizia naturalmente non lo punì e anzi si sedette nel divano in cucina e guardò la televisione con Berto. Col papero seduto al suofianco faceva lunghe conversazioni. Il papero era assai curioso e chiedeva molte cose alla sua amica. Berto
era davvero un papero speciale!Un girono ne combinò un'altra delle sue. Elvira aveva appena aiutato Patrizia a mettersi in ordine e dimenticò sul comò la scatola delborotalco aperta. Il papero stava passeggiando sopra il comò e sentiva il profumo del borotalco. Le due donne erano ora vicino all'armadio a scegliere un coprispalle. Bertosi avvicinò al borotalco con il suo becco per sentir meglio il profumo ma la polvere gli irritò le narici e così gli scappò un sonoro
<< Eccì! Eccì! >> Elvira e Patrizia si girano e dissero in coro
<< Salute! >> e poi scoppiarono a ridere quando videro Berto tutto impolverato di borotalco.
<< È proprio come un bambino! >>
esclamò Patrizia ed Elvira annuì! Sopra il comò c'era un dito di borotalco. Berto si scrollò di dosso la polvere fra mille starnuti e la scena fu davvero comica.
<< Eccì! Eccì! >> << Povero Berto! Il borotalco ti fa starnutire! Speriamo che ti passi presto! >>
<< Lo spelo anch'io! Eccì! Come vedi non liesco a palare pelché, eccì, stalnutto da matti! Cledo che non mettelò più il becco in quel balattolo! Eccì, eccì! Non ne posso più!Eccì, eccì! >>
Da quel giorno Berto non si avvicinò più alla scatola del borotalco. La sua curiosità gli era costata parecchio perché
per tutto il giorno continuò a starnutire. Da quando Berto era in quella casa c'era davvero un'atmosfera più rilassante
e spesso scoppiavano delle risate. Il papero era cresciuto e con lui era cresciuta l'amicizia con Patrizia. Ora la seguiva anche quando andava a far visita ai vicini. Berto eradiventato un po' la mascotte di tutti. Era bravo anche come guardiano. Quando vedeva avvicinarsi uno sconosciuto starnazzava come non mai. Quando vedeva arrivare ivenditori ambulanti carichi di borsoni starnazzava in modo concitato e continuativo. Patrizia e i vicini si tappavano in casa e non aprivano a nessuno. Ormai conoscevanotutti Berto e quando faceva così sapevano il perché. Un giorno Patrizia era in giardino e stava prendendo un po' d'aria. Non stava tanto bene e il sole e l'aria le giovavanomolto alla sua salute. Berto era vicino a lei e la teneva d'occhio. All'improvviso comparve un viaggiatore ambulante all'ingresso del giardino. Lì non c'erano cancelli e luiavanzò. Il papero appena lo vide avvicinarsi iniziò a starnazzare e poi gli andò incontro continuando a starnazzare. Quando si avvicinò alle gambe dell'uomo con il becco lopizzicò. L'uomo spazientito alzò il piede cercando di scrollarsi di dosso il papero, ma Berto non mollava. Patrizia osservava la scena divertita trattenendo a stento una risatae quando vide che l'uomo si stava infastidendo sempre di più preoccupata per il suo amico pennuto chiamò a voce alta
<< Berto, Berto! Ora basta importunare il signore! Vieni qua! >>
<< Mi tolga questo papero di dosso o io gli tiro il collo! >>
<< Mi scusi, ma il mio papero voleva solo proteggermi! Berto! Vieni dai! >>
A quel punto Berto mollò la gamba dell'uomo e andò da
Patrizia e le rimase accanto riprendendo a starnazzare. L'anziana lo dovette richiamare
<< Berto! Ora basta per favore! >>
Finalmente Berto si calmò e l'uomo cercò di vendere la merce che aveva con se ma senza successo e così si allontanò. Berto lo accompagnò all'uscita del giardinostarnazzando ancora e Patrizia finalmente scoppiò a ridere. Quando Berto tornò vicino a lei, lei disse
<< Grazie Berto! Sei bravo anche come guardiano! Credo che quel venditore ambulante non si ripresenterà più in casa nostra! >>
<< Non mi piacciono i venditoli ambulanti! >> << Ho visto! >> e scoppiò a ridere << Ah, ah, ah, ah! >>
Patrizia scoppiò in una sonora risata! Sembrava rinata grazie all'aiuto del papero e se ne accorse anche Elvira che la vide entrare ridendo di gusto e chiese
<< Che succede? Come mai ride di gusto? >>
<< Ah, Elvira! Peccato che non hai visto la scena! Dovevi vedere Berto in azione! >>
<< Quale scena signora? >>. << Ora ti racconto: mentre ero in giardino è arrivato un venditore ambulante all'ingresso del giardino. Berto lo ha visto ed ha iniziato astarnazzare come un matto. Gli è andato incontro e poi visto che lui non si allontanava con il becco si è attaccato alla sua gamba e non lo mollava.
Dovevi vedere il venditore come scuoteva la gamba e Berto.