Nella pratica Buddhista sono "Sei le virtù trascendentali", la carità, la moralità perfetta, la pazienza, l'energia, la bontà, la carità o amore per il prossimo. Ogni essere è responsabile dei propri atti e ne subisce fatalmente le conseguenze (karman). Il saggio, come compenso delle proprie virtù, ottiene di rinascere, secondo i propri meriti, come uomo di condizione superiore, come appartenente alla classe dei geni del mondo della luce o a quella degli dei; se raggiunge la perfezione, diventa bodhisattva e, infine, buddha.
[ Nella Figura il concetto di Carità/Condivisione (agapé nella traduzione greca in cui ci sono pervenuti i Vangeli) è il più nobile e misterioso degli scritti neo-testamentari.]Le nozioni di Carità e di Compassione sono legate a varie implicazioni psicologiche ed esistenziali. La Carità, quale modo di relazionarsi al prossimo, presuppone l'atto della donazione verso l'altro, mentre la Compassione sembra porre l'accento sul sentimento di condivisione della sofferenza altrui. Anche la carità implica un sentimento di condivisione verso l'altro, ma la compassione in questo caso è un sentimento che subito viene estrovertito, condotto là di fuori, per operare nella realtà esterna; mentre la Compassione buddista, che comunque implica un agire sulla realtà in soccorso verso l'altro, è più orientata alla contemplazione ed all'affinamento del sentimento come fatto interiore, che quindi, come tale, può non essere seguito dall'azione, se questa va a confermare la dipendenza dalle modalità in cui ci si è identificati (il Salvatore che dipende dall'essere salvatore). In questa cornice etica va ricordato che il fine è quello di liberarsi dalla struttura karmica ed archetipica quindi è fondamentale l'analisi dei propri sentimenti anziché agirli immediatamente.
Nella prospettiva cristiana invece, la cornice etica è accentuata sull'azione verso il prossimo, in quanto l'esperienza centrale è quella del sacrificio; in effetti il vero dono è proprio il sacrificio che compie il fedele. Nella visione cristiana ritroviamo le radici della nozione giudaica del sacrificio, cosa che è meno presente nel buddismo, dove il sacrificio è sostituito dall'atto di superamento della struttura karmica. Ma a questo punto dobbiamo fare una ulteriore riflessione sulle implicazioni delle nozione di karma e di peccato.
Nella Bibbia, nel libro di Tobia (vedi fig. con l'Angelo), al capitolo IV, v. 10 è scritto:
<<... Poiché l'elemosina libera dalla morte...>>. Si capisce che questa frase che ha un significato simbolico, è forte e non è facile da attuare. Pare che nel buddhismo lo stesso concetto lo si esprimi attraverso la "Compassione>>.
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Nel Corano, alla sura II, v. 43 è scritto:
<<la carità è un obbligo per ogni mussulmano>>.
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Mentre nel Talmud è fra l'altro riportato un fatto significativo anche se per qualcuno può sembrare un racconto banale:
<<Il Maestro Raby Akiba aveva una figlia cui gli astrologi avevano predetto che, morsa da un serpente, sarebbe morta nel giorno in cui fosse entrata nella camera nunziale. Perciò suo padre molto si crucciava. Il giorno delle sue nozze, ella prese uno spillo ed infisse nel muro il suo spillo che per caso forò l'occhio del serpente. Al mattino, quando sfilò lo spillo, trovò che vi era attaccato il serpente morto. Informato dell'incidente Raby Akiba le chiese che cosa avesse fatto ed essa gli raccontò: <<Ieri, sera venne un povero a chiedere alla porta, ma tutti erano occupati nelle feste di nozze e nessuno gli dava ascolto. Allora io mi alzai, presi il dono delle nozze, che tu mi avevi dato e glielo offrii>>.
"Tu hai compiuto - egli disse:un atto di gran merito -".
Poi uscì e predicò: <<La carità libera dalla morte: non solo quella violenta...>>
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Il Talmud recita sempre:
<<"Annoverati tra gli studenti di Aronne: ama la pace e persegui la pace. Ama le persone e avvicinale alla Torah." (1:12)."Più carità fai, più pace trovi." (2:8)>>.
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Nel Libro del Corano, nella Sura II al verso 177 è scritto: <<
La carità non consiste nel volgere i volti verso l'Oriente e l'Occidente, ma nel credere in Allah e nell'Ultimo Giorno, negli Angeli, nel Libro e nei Profeti e nel dare, dei propri beni, per amore Suo, ai parenti, agli orfani, ai poveri, ai viandanti diseredati, ai mendicanti e per liberare gli schiavi; assolvere l'orazione e pagare la decima>>. (2a Sura, 177).= = = = = = = =I Veda affermano che l'uomo deve adorare e servire Dio edessergli grato per le Sue benedizioni. La Bibbia dice che l'uomo deve pregare e mettere in pratica la carità. Il Corano vuole che l'uomo abbia compassione di chi soffre e che rinunci alla propria volontà, abbandonandosi al Divino. I Testi Buddisti insegnano la lezione del distacco e del controllo dei sensi. Lo Zend Avesta esorta l'uomo a liberarsi delle cattive tendenze per poter risplendere nella sua gloria innata.---Ricerche di Alessandro D'Angelo