ELEMENTI DI NUMEROLOGIA CINESE
Uno dei testi fondamentale della scienza numerologica è l’I Ching, meglio conosciuto come Libro dei mutamenti. Considerato da Confucio libro di saggezza è utilizzato a livello popolare a scopo divinatorio, ma sempre studiato in ambito scolastico per approfondire aspetti matematici, filosofici e fisici, I Ching contiene la rivelazione esoterica dell’antica Cina.
i principi dell’Yi Jing si racconta abbiano avuto origine dal leggendario eroe Fu Hsi, uno dei primi sovrani della Cina, a cui sarebbero stati rivelati i trigrammi (bā gùa), che misteriosamente apparvero sul dorso di un drago sulle rive del fiume giallo. Fu Shi, definendo le forze positive yang e quelle negative yin ha compendiato tutte le molteplici manifestazioni del divenire, costruendo un modello di otto moduli a tre linee detti trigrammi, congegnati in coppie polari generanti cicli numerici, nei quali il mutamento di energia fosse visibile e misurabile.
Confucio, nel Ta Chuan (Grande trattato) scrive “Nell’Io, c’è il Tai Chi. Il Tai Chi genera due energie primarie. Due energie primarie generano quattro simboli primari. Quattro simboli primari generano otto gua primari”.
Tai chi è un vocabolo filosofico cinese che indica “il massimo grado”, inteso sia come Bagua primo sia pure come ultimo. Secondo la cosmologia cinese, infatti, non esiste nulla all’infuori del vuoto: dunque, il tai chi designa la dimensione di vuoto dell’universo.
Quanto a lungo dura questo stato di vuoto? La tradizione esoterica cinese non ha mai saputo definirlo, semplicemente si è compreso che sussiste un momento in cui questa energia si differenzia in due energie primarie, lo yin e lo yang. Una volta che il tai chi si differenzia in due stati energetici differenti, due energie primarie denominate yang (-) e ying (- -), allora emergono il sole e la luna, la terra e il paradiso, la tempesta e il vento. Ancora queste energie primarie si combinano nuovamente, creando quattro simboli primari: lo yang maggiore, lo yin minore, lo yang minore, lo yin maggiore. I quattro simboli primari si combinano creando gli otto gua primari: terra, montagna, acqua, vento, tuono, fuoco, lago e paradiso. Gli otto nomi dei gua non rappresentano gli oggetti menzionati nel nome, piuttosto sono simboli impiegati per illustrare le otto energie primarie che interagiscono nell’universo.
Generalmente gli otto gua primari vengono disposti secondo due configurazioni: la sequenza del cielo anteriore e la sequenza del cielo posteriore. Lo studio del suo sistema ha costituito la piattaforma culturale di una scuola di pensiero esoterico viva presente ed attiva ancor oggi. Per Fu Xi risultò naturale disporre il paradiso in alto e la terra in basso, poi la sua Sequenza del cielo anterioreattenzione fu catturata dal sole e dalla luna e così riportò il simbolo del sole a est e quello della luna a ovest, associando a essi il fuoco e l’acqua, quale attributo della radiazione del calore e della luce. Seguendo gli attributi dei simboli, già disposti, inserì il simbolo del tuono a nordest, il simbolo del vento a sudovest, quello della montagna a nordovest e quello del lago a sudest. Successivamente alcuni studiosi designarono una sequenza orizzontale, associando valori numerici decrescenti da terra a vento, eppoi da tuono a paradiso. Secondo tale disposizione, se si collegano le direzioni, appare l’immagine del tai chi. Inoltre, sommando i numeri della coppia degli opposti, si ottiene sempre il numero 9. A ciò si aggiunge che assegnando a ogni yang valore 1 e ad ogni yin valore 2 il valore totale delle linee per ogni coppia di trigrammi opposti all’anello di distribuzione sarà eguale a 9 , mentre il valore totale delle linee di sistema sarà pari a 36 , valore che, secondo R. Wilhem, risulta essere in relazione al moto delle linee fondate su 10 numeri ordinali e quindi costituire una rotazione circolare orientata sui 360 ° (36 x 10 = 360). Suscita interesse anche che otto dei 64 gua non abbiano una forma inversa, ovvero invertendo l’ordine delle linee, si ottiene lo stesso gua.
Essi sono: (15)
I rimanenti 58 hanno una forma inversa: il gua originale e il suo inverso possono essere considerate come due espressioni della stessa forma. Se dividiamo questi 56 gua per due, otteniamo 28 forme; aggiungendo gli otto gua, che godono di una sola espressione, a questi 28, otteniamo nuovamente il numero 36.
4×9=36 e 6×6=36. Il 36 include, sebbene non li mostri, il il paradiso (9) e la terra (6).
Negli anni si sviluppò una nuova sequenza. Quando re Wen fu imprigionato dal tiranno della dinastia Shang in un posto chiamato You Li per sette ani, studiò intensamente I Ching, creando la sequenza del cielo posteriore. Confucio spiegò così i Gua:
Il supremo avanza nel gua di ZhenSequenza del cielo posteriore
combinato nel gua di Xun
mutualmente visto nel gua di Li
affidando i propri servigi al gua di Kun
gioiosamente parlando al gua di Dui
combatte nel gua di Qian
faticando nel gua di Kan
realizzando il significato nel gua di Gen.
Confucio lasciò questa annotazione, senza spiegare che cosa volesse dire. Solo dopo 1500 anni, Shao Yong realizzò che queste parole erano rivolte a spiegare la disposizione circolare della sequenza di re Wen. Se la sequenza di
Fu Xi rivela la formazione dei fenomeni dell’universo, la sequenza di re Wen esplora il modo in cui cambiando tutti gli esseri viventi.
Il supremo è l’imperatore ne paradiso, il quale creare tutto attraverso il tuono (Zhen). Zhen rappresenta l’est, il luogo da cui sorge il sole, illuminando tutti gli esseri. Quando la sequenza si sposta a Xun (il vento), il sole è ancor più alto, illuminando tutto il sudest. Li, il fuoco, simboleggia la luce in tutta la sua pienezza e permette a tutti gli esseri di osservare ed essere osservati. Kun simboleggia la terra, che nutre molti esseri secondo la missione consegnata dal supremo. Dui (il lago) simboleggia la stagione del raccolto quando tutti sono gioiosi, e interconessi nella loro euforità. Qian (il paradiso) rappresenta il momento in cui yin e yang, luce e tenebra, lottano e combattono tra loro. Kan è un simbolo di pesantezza che raffigura l’incessante flusso d’acqua. Infine, Gen è la fine di ieri, l’inizio di oggi, quando ricomincia il lavoro.
Re Wen attribuì la seguente interpretazione numerica: Kan 1, Kun 2, Zhen 3, Xun 4, Li 9, Gen 8, Dui 7, Qian 6. Questi numeri non si riferiscono alla posizione dei gua, bensì agli attributi numerici dei gua, come interpretato osservando il Lo Shu, ovvero la raffigurazione del fiume Lo. Se sommiamo a due a due questi numeri in senso antiorario, otteniamo il corrispondente del gua successivo. La somma delle coppie opposte ci da sempre 10.
Anticamente quando i saggi crearono I Ching, non c’erano parole, soltanto simboli: disegnarono dei punti, e successivamente li convertirono in linee. Linee e punti sono alla base degli ideogrammi cinesi, che sono immagini. Dal momento che punti e linee compongono i simboli, e i simboli altro non sono che immagini, si pensa che tutti i simboli abbiano avuto origine dallo He Tu e da Lo Shu.
I cinesi non consideravano i numeri semplicemente come mere cifre: i numeri HeTu & LuoShunon erano astratti o meccanici, ma vivi e misteriosi, e in essi si trova la rappresentazione simbolica dell’incessante movimento tra paradiso e terra. Semplicemente si distingueva tra dispari e pari, tra yang (paradiso) e yin (terra). Qui si ritrovano tutti gli elementi della cosmologia cinese: umidità/acqua, calore/fuoco, il legno, quale energia penetrante e crescente, il metallo, quale energia che si contrae e si condensa, infine la terra al centro quale energia armonizzante.
Nel diagramma di Lo Shu, che differisce da He Tu per la disposizione dei punti, ritroviamo il quadrato magico, noto in occidente grazie al trattato “La filosofia occulta” di Cornelio Agrippa. In Lo Shu, la somma di tutti i numeri, in orizzontale, verticale e occidentale da come somma 15.
In He Tu troviamo 55 punti, in Lo shu 45, sommandoli abbiamo 100 punti. Se li disponiamo in un diagramma di 10×10 quadrati, e separiamo in due parti, riotteniamo gli stessi numeri. Ancora se proviamo a rappresentare 100 punti in un triangolo con nove strati, con una base di dieci punti e un vertice di un punto, e colleghiamo i punti tra loro, otteniamo 55 cerchi e 45 triangoli.
Sempre sulla base di questa rappresentazione delle due energie, Shao Yong (1011-1077) creò un diagramma dove dispose i 64 gua secondo un sistema che ricorda il sistema binario di Gottfried Wilhelm Leibniz (1646-1716).
Shao Yong
Ancora in seguito, Shao Yong modificò il suo diagramma orizzontale a favore prima di un diagramma quadrato, eppoi di un diagramma circolare.
Nel diagramma orizzontale, ritroviamo una rappresentazione di otto palazzi: terra, montagna, acqua, vento, tuono, fuoco, lago e paradiso.
Shao Yong diagramma quadrato
Verticalmente tutto viene disposto secondo la similtudine del primo trigramma. Al centro troviamo “condurre l’azione” e “procedere umilmente”: condurre l’azione è il tuono raddoppiato e procedere umilmente è il vento raddoppiato. I due gua opposti sono “aumentare” e “duraturo”. A tal proposito Shao Yong scrive:
Il tuono e il vento si stimolano l’un l’altro;
aumentare e duraturo operano nello stesso modo.
Shao Yong con questa rappresentazione intende dire che quando si conduce l’azione, bisogna procedere umilmente se si vuole che l’accrescimento vivifichi la propria durata.
Il diagramma circolare sembra essere più una rappresentazione della cosmologia cinese, eShao Yong diagramma circolare mostra il processo di crescita e declino delle cose e degli eventi, e il processo di ascesa e declino di yin e yang. Il diagramma è stato usato anche come rappresentazione dell’alternarsi delle stagioni nel corso dell’anno e dei 24 jie chi, ovvero i 24 termini solari che i cinesi usano per designare questi cambiamenti. Questo rinvia alla saggezza di I Ching nel ricordare alle persone di essere consapevoli del significato del tempo e dello spazio.
Lao Tsu disse a Confucio: “Quando giunge il tempo, la persona superiore lo cavalca come un dragone altissimo nel cielo. Quando il tempo non è giusto, vaga in tutti i posti come una foglia roteante”.
Mencio disse: “Quando il tempo non è giusto, la persona superiore coltiva le proprie virtù; quando il tempo giusto sopraggiunge, fa sì che le proprie virtù influenzino l’intero paese”.
Il concetto di tempo e luogo giusto è centrale nella filosofia cinese, tuttavia in I Ching viene trattato al fine di comprendere meglio le leggi della Natura.