Intervista a Vanessa Falconi a cura di Alessandro D'Angelo
INTERVISTA - II PARTE
1) Salve Vanessa! Questa è la seconda intervista che ti faccio. Approfitto ora per chiederti delle cose che nella precedente intervista si sono dileguate come la rugiada all'alba inoltrata.
Vanessa:"Ne sono ben felice".
2)La vita delle persone troppo sensibili come te è contornata da cause, a volte si potrebbero evitare. E' così anche per te?
Vanessa: "A dirti il vero, sei tra le poche persone che si son rese conto della mia alta sensibilità, immagino che tu sia stato aiutato non solo dalla lettura dei miei testi poetici, che hai anche più volte recensito, ma anche dal nostro quotidiano rapporto epistolare che si dispiega ad abbracciare le tematiche più svariate. Credo, oggi, che dovrei imparare a vivere alla giornata, senza ricercare ragioni, motivi che spingono le mie azioni a concretizzarsi in qualcosa d’importante. Questo, almeno, è il messaggio che vorrei imparare in toto, imparare a vivere nella leggerezza. I fatti, non sempre piacevoli, che contornano le mie giornate, o le delusioni, o le polemiche, troppo spesso mi fanno perdere del tempo, quel tempo necessario a ricercare un equilibrio interiore".
3 )Nella poesia dai più importanza alla forma o alla sostanza?
Vanessa:" Sai che non me ne sono mai preoccupata molto? Di norma, scrivo! È come se una pulsione interna mi portasse a dar sfogo ad un’emozione che fa capriole, in maniera disordinata, dentro di me. Ecco là che il verso ha forma. Spesso, rileggendo, mi son chiesta ma cosa voglio dire? E non sempre ho trovato una “sostanza”, ho incontrato, invece, emozioni che chiacchierano in versi liberi, probabilmente creando una dialettica. Del resto, la poesia ha in sé alcune qualità della musica, trasmettendo emozioni in maniera più evocativa e potente, rispetto alla prosa. Una poesia non ha un significato necessariamente compiuto come un brano di prosa. Credo che la sostanza sia l’emozione che trasmette il testo poetico al lettore".
4) Dalle tue poesie emerge molta sofferenza soprattutto a causa di una sorta di vicissitudini amorose vissute con difficoltà. E' proprio così o ci sono altre realtà che ti spingono a scrivere?
Vanessa:" È vero! Quasi tutti i miei componimeti poetici parlano d’amore, a parte qualche altro componimento legato ad una città che mi è molto a cuore: Parigi!
Raccontano di un amore nostalgico. E posso dire che è quasi sempre la sofferenza che mi spinge a scrivere, o difficoltà che vivo nell’esternare i sentimenti più veri. Penso che l’amore abbia un potere sovrumano, quello di imprimere energia nel soggetto che ne vive l’emozione e, anche se si traduce in rimpianto, rimorso, dolore, morte, spesso lo teniamo in vita nei ricordi e attraverso la memoria. Il mio intento è quello di trattenere il passato.
E a tal proposito, ringrazio, pubblicamente, il mio amico Giovanni Cuzzocrea, per l’affetto e il tempo dedicatomi, quando ne ho avuto bisogno, perché mi ha aiutata a capire che il passato non si può trattenere".
5) I figli sono veramente i tuoi gioielli. Anche loro sono motivo d'ispirazione poetica?
Vanessa:"Lo è stato mio figlio grande, appena nato, poi ho smesso di scrivere su di lui. I miei figli sono ciò che lascerò di me, li custodisco gelosamente e allo stesso modo li curo e li proteggo. È proprio questa dedizione che mi inclina a non parlarne nei testi poetici".
6) Che cosa è il desiderio per te?
Vanessa:"Cito un aforisma e ti rispondo attraverso quello: “Finché ho un desiderio, ho una ragione per vivere. La soddisfazione è la morte.
George Bernard Shaw"
7) Che cosa significa amare? Questo sentimento di cui sono pregne le tue sillogi. Come lo vivi?
Vanessa:" Jung sosteneva che l’amore è un concetto estensibile che va dal cielo all’inferno, che unisce il sublime e l’infinito. Io lo vivo come fosse infinito, una continuazione di un sentimento che arriva dentro me da altre vite vissute, come fosse un’esperienza che trova le proprie radici nella mia prima incarnazione, per evolversi di vita in vita. E lo vivo così, come fosse una ricerca di ciò che ho lasciato incompiuto nella vita precedente".
(Carlo Gustav Jung)
8) Credi tu nella libertà umana? Se si, perché?
Vanessa:"Ci credo sì, è ciò che insegno ogni giorno ai miei figli. La libertà di comunicare, di esprimersi, di muoversi è alla base di una crescita personale sicura e decisa".
9) Tu scrivi in "Amore mio ti supplico": "... in quanto già morta//di lì non sono più tornata.” Credi nella forza del verbo?
Vanessa:" Quello che citi, è la chiusa finale di un componimento mio del 2009, tra l’altro tra quelli che serbo nel cuore, quasi con devozione. Credo nella forza della parola. Su questo argomento, molte battaglie ho condotto, da ragazzina, contro certi modi di dire, piuttosto esacerbati di mia madre. La parola arriva ad essere così tagliente, quando non è modulata! Do spesso, nei miei testi poetici, molta importanza alle chiuse, come si può leggere nei versi che citi, quasi fosse l’alzata di un sipario!"
10) Cosa pensi della Grande Legge Universale che ti dà quanto dai e ti toglie quanto togli? E' credibile?
Vanessa:"Tutti nella nostra attuale esistenza, stiamo raccogliendo quello che abbiamo seminato nelle nostre vite anteriori e allo stesso tempo stiamo seminando quello che raccoglieremo nella prossima vita. Quando una persona semina disgrazie, causando danno ad altri, di fatto le stesse disgrazie andrà a raccogliere. Questa è la legge del Karma che adatta saggiamente ed intelligentemente l'effetto e la sua causa. Tutto il bene ed il male che abbiamo fatto in una vita, ci porterà conseguenze buone o cattive per questa o la prossime esistenze. Credibile o no, io ci credo".
11) Per te è utile illudersi nella vita per vivere meglio?
Vanessa:"Leopardi sosteneva che le illusioni sono il più solido piacere della vita! E lo credo anch’io, aiutano a vivere in un mondo astratto e spesso ad alimentare le speranze. Non so se aiutino a vivere meglio, perché il risveglio è duro, quando ti accorgi di aver solo sognato ma forse regalano quell’ indefinito che assicura una felicità momentanea".
(Giacomo Leopardi)
12) Se non avessi avuto i tuoi "Gioielli di figli" come immagini la tua vita?
Vanessa:" Non so immaginarla! Ho sempre desiderato avere dei figli, amo i bambini come amo la poesia, con la stessa intensità.
Se avessi dovuto rinunciare ad averli, credo sarei caduta in una depressione irreversibile.
E’ la loro rumorosa presenza che dà vita alla mia forza.
Grazie delle esaurienti risposte.
Grazie a te Alessandro, di tutto".
A cura di Alessandro D'Angelo per vetrinadelleemozioni.com
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