La storia del Buddhismo ha inizio nel VI secolo a.C., con la predicazione di Siddhàrtha Gautama. Nel lungo periodo della sua esistenza, la religione si è mutò lentamente adattandosi ai vari Paesi, epoche e culture che via via attraversavano aggiungendo alla sua originale impronta indiana, anche elementi culturali greci o elleni e sia dell'Asia Centrale che dell'Estremo Oriente e del Sud-Est Asiatico. La sua diffusione geografica fu significativa poiché riuscì ad influenzare in diverse epoche storiche, gran parte del continente asiatico. La storia del Buddhismo, come quella delle maggiori religioni, è anche caratterizzata da numerose correnti di pensiero e scismi, con la formazione di varie scuole; tra queste, le più importanti, attualmente, esistenti sono la scuola Theravàda, le scuole del Mahàyàna e le scuole Vairayàna. All'origine ed a fondamento del Buddhismo troviamo le Quattro Nobili Verità. Si narra che il Buddha, meditando sotto l'albero della bodhi, le comprese nel momento del proprio risveglio spirituale.
Esse sono riportate nel Dhammacakkappavattana Sutta del Samyutta Nikàya del Canone Pali e nel Canone Cinese nello Zàhàniìng (雜含經, giapp. Zōgon agonkyō, collocato nello A’hànbù T.D. 99.2.1a-373b) che poi è la traduzione in cinese del testo sanscrito Saṃyuktāgama al cui interno è collocato il Dharmaçakrapravartana Sūtra.
Questo è, sempre secondo la tradizione, il primo discorso del Buddha, tenuto nel parco delle gazzelle nei pressi di Sarnath vicino Varanasi (detta anche Benares) nel 528°.C. ai suoi primi cinque discepoli, all'età di 35 anni, dopo che nei pressi del villaggio di Bodhgaya, nell'odierno stato del Bihar, aveva raggiunto il risveglio spirituale. [Figura a Sinistra: Tempio Buddhista Giapponese]
Questo discorso è quindi anche detto il "Discorso di Benares", fondamentale per il Buddhismo, che da questo prende le mosse, tanto da farlo considerare l'evento che dà inizio al Dharma (sans.,Dhamma, pāli), ossia la dottrina buddhista. La ricorrenza di questo evento è infatti festeggiata nei paesi di tradizione theravàda con la festa di Maga Puja, il "giorno del Dhamma". Da altri è invece considerato il punto d'inizio della prima Comunità buddhista, formata proprio da quei cinque asceti che lo avevano abbandonato anni prima sfiduciati, dopo essere stati a lungo suoi discepoli.
In questo discorso si identifica il Buddhismo come "La Via di Mezzo" (sanscrito Madhyamāpratipad, pali Majjhimā pāṭipada) in cui si riconosce che la retta condotta risiede nella linea mediana di condotta di vita evitando tanto gli eccessi e gli assolutismi, quanto il lassismo e l'individualismo.
Nell'esposizione di questo insegnamento il Buddha enuncia le Quattro nobili Verità, frutto del proprio risveglio spirituale testé raggiunto. Queste "Quattro Nobili Verità" contemplano l'aspetto pratico della condotta di vita e della pratica spirituale buddhista nel cosiddetto Nobile Ottuplice Sentiero, che costituisce il secondo cardine dottrinale del Buddhismo.
I punti salienti della visione buddhista della "realtà percettiva" indirizzata dall'insegnamento del Buddha, sono:
la dottrina della sofferenza o duhkha (sans., dukkha, pāli), ossia che tutti gli aggregati (fisici o mentali) sono causa di sofferenza qualora li si voglia trattenere ed essi cessano, oppure si voglia separarsene ed essi permangono.
la dottrina dell'impermanenza o anitya (sans., anicca, pāli), ossia che tutto quanto è composto di aggregati (fisici o mentali) è soggetto alla nascita ed è quindi soggetto a decadenza ed estinzione con la decadenza ed estinzione degli aggregati che lo sostengono;
la dottrina dell'assenza di un “io” eterno e immutabile, la cosiddetta dottrina dell' Anàtman (sans., anattā, pāli) come conseguenza di una riflessione sui due punti precedenti.
Tale visione è integrata nella: dottrina della coproduzione condizionata (sans. pratītyasamutpāda, pāli paṭicca samuppāda), ossia del meccanismo di causa ed effetto che lega l'uomo alle illusioni e agli attaccamenti che costituiscono la base della sofferenza esistenziale;
4 dottrina della vacuità (sans. śunyātā, pāli: suññatā) che insiste sull'inesistenza di una proprietà intrinseca nei composti e nei processi che formano la realtà e sulla stretta interdipendenza degli stessi.
[Figura a Destra: Vecchio pagoda cinese e due ponti in tempio buddista a Kunming, Cina] Un elemento importante del Buddhismo, riportato in tutti i Canoni, è la conferma dell'esistenza delle divinità come già proclamate dalla letteratura religione vedica (i deva, tuttavia, nel Buddhismo sono sottomessi alla legge del karma e la loro esistenza è condizionata dal Samsàra . Così nel Majjhima Nikāya 100 II-21 dove al brahmano Sangarava che gli chiedeva se esistessero i Deva, il Buddha storico rispose: «I Deva esistono! È questo un fatto che io ho riconosciuto e su cui tutto il mondo è d'accordo». Sempre nei testi che raccolgono i suoi insegnamenti, testi riconosciuti tra i più antichi in assoluto e conservati sia nel Canone pali che nel Canone cinese e che la storiografia contemporanea inquadra nel termine Agama-Nikàya, il Buddha storico consiglia a due brahamana che, dopo aver dato da mangiare a uomini santi, si debba dedicare questa azione alle divinità (Deva) locali che restituiranno l'onore concesso loro assicurando il benessere dell'individuo (Digha-nikāya, 2,88-89). È evidente, a partire da questi due antichi brani, la certezza da parte del Buddha storico che le divinità esistessero e andassero onorate. A differenza, tuttavia, delle altre correnti religiose dell'epoca, il Buddha ritiene che le divinità non possano offrire all'uomo la salvezza dal Samsàra, un significato ultimo della propria esistenza. Va precisato, peraltro, che non esiste, né è mai esistita alcuna scuola buddhista al mondo che affermi, o abbia affermato, l'inesistenza delle divinità. Tuttavia la totale mancanza di centralità delle divinità nelle pratiche religiose e nelle dottrine buddhiste di tutte le epoche ha fatto considerare, da parte di alcuni studiosi contemporanei, il Buddhismo come una religione 'atea.
I FONDAMENTI DEL BUDDHISMO MAHAYANA (2)
La parola Buddhismo è di recente coniatura, introdotta in Europa nel XIX secolo per riferirsi a ciò che è correlabile agli insegnamenti di Siddhàrtha Gautama in quanto Buddha. In realtà un'unica parola per esprimere questo concetto non esiste in nessuno dei paesi asiatici originari di tale tradizione religiosa. La traduzione dei termini originari letteralmente va intesa come "insegnamento del Buddha" (sanscrito buddha-śāsana, pali buddha-sāsana, cinese 佛教 pinyin fójiào Wade-Giles fo2-chiao4, giapponese bukkyō, tibetano, sangs rgyas kyi bka' , coreano 불교 pulgyo, vietnamita phật giáo).
Originariamente "l'insegnamento del Buddha" si denominava come DharmaVinaya (pāli dhamma-vinaya, cinese 法律 fǎlǜ, giapponese hōritsu, tibetano chos 'dul ba, coreano 법률 pŏmnyul, vietnamita phật pháp), ma questa denominazione non ha avuto quella diffusione nelle lingue asiatiche diverse dal sanscrito quanto invece la denominazione buddha-śāsana. Altri termini sanscriti con cui viene indicato il Buddhismo, nella sua accezione di religione esposta dal Buddha Shakyamuni, sono: buddhânuśāsana, jinaśāsana, tathāgataśāsana, dharma, buddhânuśāsti, śāsana, śāstuḥ ma anche buddha-dharma e buddha-vacana.
^^^^^^^^^ [Nella figura a Sinistra il Buddha Mahayana] ^^^^^^^^^^^
§ CORRENTI DEL BUDDHISMO IN INDIA
Il Buddhismo si estinse in India, paese d'origine, approssimativamente attorno al XIV secolo. Tuttavia durante più di 1500 anni di storia il Buddhismo indiano ha sviluppato indirizzi e interpretazioni diverse, anche estremamente complesse. Lo sviluppo di tale complessità si rese necessario con il continuo confronto dottrinale sia all'esterno delle Comunità monastiche con le scuole brahmaniche e iaina, sia all'interno delle stesse per svelare progressivamente gli insegnamenti (soprattutto i c.d. "inesprimibili", sanscrito avyākṛtavastūni) contenuti negli antichi Agama-Nikàya. Le scuole nate nel sub-continente indiano nel corso di questi 1500 anni di storia sono suddivisibili in tre gruppi:
§ Il BUDDHISMO DEI NIKAYA
E’ un insieme di scuole buddhiste sorte nei primi secoli dopo la morte del Buddha Śākyamuni (vedi anche Concili buddhisti) che non riconoscevano la canonicità degli insegnamenti riportati nei Prainàpàramità Sutra e nel Sutra del Loto, scritture successivamente denominate come sutra Mahàyàna e che in epoca moderna compaiono nel Canone cinese e nel Canone tibetano. Da una di queste scuole del Buddhismo dei Nikàya, la Vibhaiyavàda, origina l'importante scuola cingalese, ancora diffusa nel Sud-Est asiatico, denominata Theravàda.
§ BUDDHISMO MAHAYANA o del <<Grande Veicolo>>
Sviluppatosi a partire da alcune comunità buddhiste antiche ma con l'accoglimento degli insegnamenti riportati nei Pranjnàpàramità Sutra e del Sutra del Loto . Buona parte del Buddhismo indiano a partire dal II secolo fino alla sua scomparsa è rappresentato o influenzato da questa corrente, in seno alla quale meritano particolare menzione gli indirizzi Madhyamaka, Cittamàtra e il Buddhismo Vajrayàna . La quasi totalità delle differenti scuole presenti in Estremo Oriente appartengono a questo Veicolo.
[Il Grande Buddha e gli arcobaleni]Il Buddhismo Trantico è anch'esso Mahāyāna, e rappresenta la controparte buddhista di un fenomeno più ampio nelle religioni dell'India , il Trantismo, che ha influenzato anche l'Induismo, si sviluppò in seno al Buddhismo Mahàyàna e ne influenzò profondamente la pratica, almeno dal VI secolo in poi. Anche noto come Mantrrayàna, la sua forma più organizzata è più conosciuta come Buddhismo Vajrayàna o Veicolo del Diamante. Antiche cronache del Buddhismo come la "Storia dell'avvento del Dharma in India" (tib. rGyar-gar chos-'byung) redatta nel 1608 dallo storico tibetano Tarànàtha Kunga Nyingpo attestano che, almeno dal X secolo i centri , i centri universitari buddhisti in India dispensavano soprattutto insegnamenti tantrici. Pressoché tutte le scuole tibetane, ma anche diverse scuole estremo-orientali come la giapponese Shingon, appartengono a questo Veicolo.
Il Buddhismo fuori dall'India: Un moderno tempio buddhista a Quibao, Shanghai, Cina.Tra le tradizioni che fuori dall'India h
[Nella foto sotto : Il Buddhismo in Asia]
avuto una lunga storia e un'evoluzione in parte indipendente ricordiamo:
Il Buddhismo Theravàda o degli Anziani: Sri Lanka,Myanmar, Thailandia, Cambogia e Laos.
Il Buddhismo cinese, che è storicamente all'origine del Buddhismo Coreano, del Buddhismo giapponese e di una parte del Buddhismo vietnamita. Dal Buddhismo giapponese proviene la scuola buddhista Zen che unitamente al nuovo movimento religioso, anch'esso di origine giapponese, Soka Gakkai, risulta tra le scuole buddhiste più diffuse in Occidente.
Il Buddhismo tibetano praticato in Tibet, e in Mongolia e in epoche diverse in Cina, Ladakh,Bhutan, parti del Nepal, presso i Tatari e i Calmucchi in Europa, nello Yunnan nord-orientale e, un tempo, come Buddhismo Vairayàna in Asia Centrale,Kashmir, Giava, Birmania e Bengala. Oggi il Buddhismo in Occidente è presente negli Stati Uniti, in Europa, ma anche in Canadà in Australia ed Italia.
(3) http://www.youtube.com/watch?v=0kYj7swfstkBuddhismo
(2) Da Wikipedia, Libera Enciclopedia, leggo: <<Con il termine sanscrito composto Mahāyāna (devanāgarī: महायान, cinese: 大乘 pinyin: dàchéng, giapponese: daijō, tibetano: theg-pa chen-po, vietnamita: Đại Thừa; coreano: 대승 dae-seung; Grande veicolo) si intende un insieme di insegnamenti e di scuole buddhiste che rifacendosi, tra gli altri, ai Prajñāpāramitā sūtra e al Sutra del Loto, proclamano la superiorità spirituale della via del bodhisattva rispetto a quella dell'arhat, quest'ultima proclamata nel Buddhismo dei Nikāya.
Il termine mahāyāna si compone dei termini sanscriti maha con il significato di "grande" e yāna con il significato di "veicolo", quindi "Grande veicolo" da intendersi come ciò che "conduce" gli esseri senzienti verso la liberazione spirituale.
Attualmente tutte le scuole buddhiste esistenti sono di derivazione Mahāyāna, fatto salvo la scuola Theravāda la quale non ha mai accolto la canonicità degli insegnamenti riportati nei sūtra mahāyāna>>.
creato da Alessandro D'Angelo