Il libro SOLCHI DI LUCE della collana poesia e vita è stato scritto da 4 scrittori: Alessandro D'Angelo, Antonella Soddu, Viviana Ventisette e Guerrino Rubbini; curatrice della collana editoriale Gioia Lomasti edizioni Rupe Mutevole 2010.
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Maria con tono sospiroso e un po' patetica: "Sono stanca, non so se darti torto, ma neanche ragione, forse sono un ignorante in materia...". "Cara mia, se sei stanca continuiamo domani, così se puoi, cercherai di dimostrare la cosa che sembra a prima vista più semplice: che tutti siamo liberi. Se ci sarà tempo, tratteremo il problema della fede naufragato oggi in "disquisizioni religiose"
La mattina seguente Maria non si fece viva, si era molto stancata e chi sa, sentir parlare per la prima volta di certe cose, non era stata per lei una cosa molto piacevole. Daniele passò la mattinata aspettando e nello stesso tempo ripensando alle cose dette, molte gli parvero sciocche, altre indovinate. Nel tardo pomeriggio, mentre il sole rifletteva i suoi raggi nel limpido e placido mare, come una stella colorata arancione e gialla, in quell'atmosfera così armoniosa, ecco correre verso Daniele sventolando aria fresca, Maria. Si ferma, fa un grande sbuffo col fiato grosso, sta zitta per qualche tempo, poi quasi con cattiveria racconta: "Lo sai che mi sono addormentata quando la rosea alba faceva capolino fra le serrande? Lo sai che ieri sera ho avuto paura quando sono tornata a casa? Una paura che non ti so definire: dell'ignoto, dell'eternità, del tempo e della morte. Cosa pensi, mi ha scosso l'inconscio quello che abbiamo detto ieri?". "Certo, se non sei abituata a parlare di certe cose, avrai avuto una specie di shock". Non finì il discorso che Maria gli chiese;: "Ma perché?" "Perché la tua Volontà, che affermavi di avere, non ha reagito agli "N" numero di fattori. ogni sintomo che hai avuto è stato l'effetto di ben precise e determinate cause alle quali non ti sei potuta contrapporre". Maria rispose aprendo le palme della mano: "Ma io ho cercato con tutte le mie forze di soffocare quei sentimenti. Niente da fare! Più pensavo che dovevo lottare contro questi, più si facevano sentire e molto; tu non hai idea di cosa abbia provato io per tutta la nottata: come ti ho detto: è una cosa impossibile da raccontare, non ci sono parole... ho provato sensazioni nuove mai provate sino ad ora". Lo credo bene, ma non ti preoccupare, certe cose servono, vedrai che se faremo altra discussione, non ti sentirai più come la notte scorsa" disse Daniele con un tono convinto. Maria era lì ferma, sembrava che da un momento all'altro dovesse tremare di ansia, ma era solo un sembrare. Era lì immobile, pensava a chi sa che cosa, ma si leggeva chiaramente nei suoi occhi che era tesa verso il futuro più prossimo. Pensava sicuramente che quella insensibile anima di Daniele le avrebbe ricominciato a fare i discorsi, discorsi che non erano stati terminati il giorno prima. Solo questo suo pensare la rendeva nervosa in modo particolare che difficilmente si nota nelle ragazze della sua età. Comunque, Daniele non volle lasciarla in pace e iniziò a parlare facendo il diplomatico: "Lo sai cosa mi ha raccontato un amico con il quale ho discusso per tre giorni? Pensa è riuscito a concepire esattamente cosa l'Omnia. Mi ha detto che ieri pervase il suo cuore di gaiezza e proseguì: era una luce, una luce strana che egli non aveva mai visto. La luce sublimava i colori e, nella sua incommensurabilità apriva il cuore alla tenerezza verso tutto ciò che si presentava di naturale. I colori apparivano nitidi come mai, anche i muri scalcinati , per la riflessione dei raggi solari, sembravano tersi. La natura tutta si presentava ai suoi occhi spalancati e sbigottiti in un vestiario superlativo. Il cielo, il mare, la strada, gli alberi avevano assunto uno strano tono.
Contemplando ciò egli si avvide che la natura è divina, Dio è in essa ed essa è in Lui. Questa fusione da luogo alla maestosità dell'Omnia. Ora vorrei conoscere il tuo parere circa il concetto o la descrizione dell'Omnia. Maria rispose immediatamente: "Per me il concetto l'ha centrato in pieno; io la penso uguale, magari non così poeticamente... "
Vista l'affrettata risposta e ferma di Maria, Daniele continuò: " Ricordi cosa abbiamo detto della fede ieri? Ti ricordi che non potemmo finire il discorso? Secondo me la fede spera anche per questa vita, ma nota bene, per via dell'assurdo e non dell'umana ragione, altrimenti è semplice saggezza di vita e non fede. Poi ti vorrei far notare l'enorme abisso qualitativo che è fra Dio e l'uomo. Cioè nella tua dottrina ti esprimi affermando che l'uomo non può nulla e che è Dio a dare tutto; Dio, in altrre parole, da all'uomo la facoltà di credere: questa è la Grazia. Se Dio ti da la fede, te la da solo se ... Noi non abbiamo sempre un cervello atto a ricevela. C'è chi si uccide per disperazione perché non ha la fede e neanche la speranza. Ti sembra giusto? Dimmi cosa è questa grazia, o Maria? Tu dove la vedi questa grazia? Come ti vedo muta, che cosa hai, mica avrai una crisi spirituale? Perchè taci?
<(Copertina del libro Solchi di Luce di Alessandro D'Angelo, Guerrino Rubini, Antonella Soddu e Viviana Ventisette - edizione Rupe Mutevolòe 2010)Alessandro D'Angelo ha pubblicato una novella filosofica dal titolo "UNA COSCIENZA AGITATA", scritto elaborato molti anni fa (intorno al 1964). Tutto nacque da una infatuazione dell'autore per una ragazza molto simpatica. La simpatia, che non fu corrisposta, avvenne mentre lo scrittore studiava per superare gli esami e per essere ammesso all’Università della Sapienza di Roma. Fu allora che iniziò questo scritto poiché era preso seriamente da molti dubbi sul tema del libero arbitrio che ancora oggi lo dilania.
Dai dialoghi con la sua amica l'artista ne approfittò per scrivere affinché i suoi dubbi si potessero dileguare. Tentò attraverso un sincero dialogo fra ragazzi di scandagliare i problemi esistenziali, ma il discorso e i dibattiti del personaggio principale, Daniele con il secondo personaggio, Maria, assunse caratteristiche molto particolari e sentite. Forti lotte interiori furono vissute da entrambi per la ricerca della verità, quella verità che è e deve essere al disopra di ogni filosofia e ogni religione.
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Il testo Una Coscienza Agitata, inizia in maniera molto serena, "Sotto una volta di stelle luccicanti, nel verde giardino, Daniele disse sommessamente a Maria:
<<Dobbiamo continuare il ballo interrotto bruscamente l’altro giorno…>>. Maria sorrise affettuosamente, fece qualche moina con le mani e si avvicinò a Daniele per riprendere il ballo non terminato nella precedente occasione. Daniele disse freddamente: <<Sai, ti devo dire una cosa, una cosa molto importante…>>. Maria lo guardò stupita e piena di meraviglia mentre Daniele continuò: <<Vieni un momento qua, vieni, non aver paura>>. Maria di rimando: <<Ma no, di cosa debbo aver paura” e si mise a ridere. Anche Daniele rise e lei gli chiese: “perché ridi, cosa pensi?>>. Daniele con tono sostenuto: <<Guarda quanto ridi tu, spesso il riso è contagioso; non è colpa mia se rido>>. Mentre i dischi continuavano a girare, nella penombra, piano, piano Daniele s’incamminò con Maria nel giardino prospiciente il mare. I due avevano terminato di ridere e Maria era sempre più curiosa per quello che Daniele doveva dirle. Tutti e due guardavano fissi il mare come per estraniarsi da quell’atmosfera.
Fu Daniele che all’improvviso ruppe l’armonia dicendo: <<Ho chiamato te perché so che t’interessi di molti problemi e spesso sai anche risolverli. Guarda là invece le altre tue amiche, sono sciocchine, anzi, no, sono vuote, non hanno voglia di pensare cose profonde. Qual è il tuo parere?>>. Maria rispose:
<<Indubbiamente sono un po’ vuote, ma possono sempre fare una discussione filosofica”. Daniele: “Ci credo poco, queste si stancano presto e non apprezzano il pensare e i l sapere come si dovrebbe>>.Daniele fece quattro passi velocemente per tornare.....
il testo è stato pubblicato nel 2010 dalla casa editrice Rupe Mutevole nel libro "Solchi di Luce" autori vari, ed inserito nella collana Poesia e Vita diretta da Gioia Lomasti.
ESTRATTO DA UNA COSCIENZA AGITATA da pag. 20 a 27 :
Entrambi (i principali interpreti del racconto - Daniele e Maria) stavano in piedi e decisero di sedersi in un angolo del giardino mentre l'odore salmastro si sentiva più intenso. "Tu hai studiato sommariamente la chimica e la fisica, quindi ti posso parlare liberamente - disse Daniele - La domanda che ti volevo porre è questa: "Secondo te ogni atto umano è condizionato o no dall'ambiente?" "Senza dubbio" Rispose Maria. Daniele con tono fermo prosegui: "Dunque, tutti noi siamo condizionati dal nostro ambiente, non è vero? " Maria rispose quasi tentennante: "Be, si, ma poco. Se noi vogliamo fare una cosa, la facciamo anche se è condizionata dal nostro ambiente" Daniele rispose con calma: "Non credere che la soluzione a questo problema sia così semplice. Adesso credi di poter fare ciò che vuoi, ma è tutta un' illusione che si crea in te". "Ma che significa ?" Chiese Maria. "Secondo me le tue moine, con le braccia, le qualunque azioni sono effetti dovuti a ben precise e determinate cause". Maria: "Tu allora mi neghi la volontà..." Daniele, con voce cupa: "Non la nego solo a te, ma anche a me, come a tutta l'umanità. L'uomo, per ogni azione ha come stimolo dei processi chimicobiologici complicatissimi che si verificano nel cervello e in tutto il corpo, corpo che per comodità chiameremo ambiente, lasciando così l'anima da parte per parlarne dopo". Maria Tacque imbarazzata, ma dopo una breve riflessione disse: "Però questi problemi chimici e biologici avvengono in me, io sono l'insieme di queste cause, quindi io sono libera". Daniele proseguì sempre con lo stesso tono: "Tu non puoi interferire su queste cause in alcun modo, quindi il tuo io con le sue aspirazioni, con i suoi desideri non è libero. Tu credi, come in fondo tutta l'umanità, di essere libera, ma il tuo Credere di essere libera e il mio Dubitare che nessuno sia libero, non dipendono dal nostro Io, ma dal nostro ambiente esterno e dalle cause chimico-biologiche che, come una serie di conseguenze logiche ci fanno apparire, sembrare , credere quello che forse non siamo, non crediamo, non appariamo. E' la materia che governa il nostro agire, non il nostro agire che governa la materia". Mentre Maria incuriosita continuava ad ascoltare, Daniele proseguì: "Se assumi del caffè, una droga, qualche cosa di eccitante o di sedativo, tu ne senti subito l'azione sulla tua psiche. Se prendiamo uno stupefacente, la nostra psiche cambia completamente e noi non possiamo impedire ciò, come mai? La materia ha influito con quella 'formuletta' chimica cambiando il nostro stato d'animo; è chiaro che io non posso sintetizzare una formula che annulli l'azione dello stupefacente. Se tu sei così come sei e hai detto quello che hai detto, ciò è avvenuto a causa di un susseguirsi di cause ed effetti; cioè si è formato un lungo ciclo di conseguenze logiche dovute alla natura" ; Maria interruppe il discorso: "Perché parli sempre tu? Piuttosto, credi in Dio?" Daniele imperturbato: "Se intendi il Dio dei cristiani, ma... Vorrei sapere come tu lo vedi. Io credo in un dio come Causa di tutti gli Effetti, ha capito? Concentrati un momento su questa definizione. Mi spiego meglio: Adesso sono le 22 precise, ebbene, noi annulliamo il tempo passato che fingiamo essere alle nostre spalle e ci soffermiamo su questo infinitesimo di secondo; or bene, in quell'infinitesimo di tempo, si è manifestato dio come Causa Prima perché Istantanea ed Unitaria". Non pensare alla Causa Prima come la intendevano i filosofi greci. Ecco, ora ci sono altre mille e mille cause con altrettanti numerosi effetti in un infinitesimo di tempo. Questa è la vita, ciò è la rappresentazione di dio. Se non ci fosse questo susseguirsi di continuo di cause ed effetti, anche se ciò cessasse per solo un miliardesimo di secondo, in quello spazio di tempo, non ci sarebbe più moto, quindi non ci sarebbe ne' tempo , ne' spazio, ma l'inconcepibile nulla". "Che cose difficili!" Rispose la giovane, quasi terrorizzata mentre il vento della sera svegliava le lucciole, Daniele continuò ad esprimere il suo pensiero: "Senti Maria, mia piacerebbe che tu mi dimostrassi che sono libero, che tutti sono liberi, che non è un'illusione credere di essere liberi e che non è una semplice parola quasi vuota quella di Volontà.; so che il tuo compito è difficile, ma se riesci a dimostrarmi quello che non riesco a concepire razionalmente, sarai benedetta per sempre non solo da me, ma anche da quel dio al quale tu credi". Maria rispose titubando: "Ma no, non posso dirti nulla, io mi sento libera, ma nel tuo discorso mi è parso che ci fosse qualche cosa di vero". "... Anche io mi sento libero, ma ragionando, credo che ci siano delle finezze filosofiche che noi non riusciamo ad afferrare e che ci sfuggono". "Forse hai ragione, però non mi hai convinta molto poiché tutti i fenomeni chimici, fisici, biologici ed elettrici avvengono nel nostro corpo..." Maria non fece in tempo a terminare la frase, che energicamente disse: "Ma cosa significa se io non posso modificare tali fenomeni; la vita è fatta di questi; se riuscissi a modificarne solo uno, modificherei la vita; io mi sento così come sono, per un numero "N" di fattori". Proseguì: " Mi sento libera, brava, contenta ecc.. Ho riflettuto e mi sembra che basti credere". Daniele sospirando rispose: "La felicità sta nel credere di essere liberi, perciò mi hai precorso". Con tono risentito rispose Maria:" Ma mi hai chiamato solo per questo?" . Non terminò di parlare che Daniele gli rispose che era solo per passare il tempo che lui parlava di certe cose. Maria si scosse e alzò scherzosamente i pugni verso di lui. Daniele la lasciò fare, la fece parlare e le fece raccontare le sue cose circa gli amici comuni che ancora ballavano nei giardini. Poi annoiato, ricominciò con i motivi filosofici: "Beata te, che credi nella Santissima Trinità ed hai fede! Anche a me piacerebbe avere la fede; senza di essa c'è scetticismo, nichilismo e disperazione, c'è un vano correre incontro ad un dio non così materialista come quello accennato prima". Maria rimase scossa e sorse in lei un sentimento di materna pietà che le fece dire: "Io ho fede perché ho prove per credere nel dio cristiano e nei misteri". Daniele incuriosito: "Beata te ancora una volta!". Mi vuoi dire che prove hai?" Maria rispose sicura di quello che diceva: "molte, i miracoli di Cristo; per esempio, quello che riportano i vangeli e la sacra Bibbia". Daniele , quasi stupito da quelle parole rispose: "Si potrebbe anche dubitare di molte cose". "Anche io dubito un pò rispose Maria - Tutti dubitiamo, è difficile trovare un credente vero e proprio". Daniele coinvolto: "Lo so che di religiosi veri e propri ce ne sono pochissimi, l'uomo, per sua natura è portato a tentennare ed è in fondo questo suo dubitare che lo ha portato a vivere in una civiltà come quella odierna." Maria di rimando: "Non posso darti ragione solo per quello che hai detto a proposito della religione," Daniele: Vorrei dirti qualche altra cosa circa i culti, lo vorrei Libero Arbitrio umano e dire a te che sei una ragazza cattolica, almeno formalmente. Da quanto so, tutti i cristiani come i mazdeisti, i buddisti, credono nel Libero Arbitrio umano ed hanno come base comune l'amore fra gli uomini e la Verità che ognuno di essi interpreta a suo modo oggettivandola. Il "Vero", secondo me è il Tutto, ma riflesso nella nostra coscienza". Maria sorpresa e meravigliata chiese: "Ma cosa centra la nostra coscienza? ". "Allora non ci siamo capiti. Tutti abbiamo bisogno di un dio, dio a cui ricorriamo nei brutti momenti, nell'anzia, nella paura, nel momento della morte, nell'angoscia per il futuro. Il vero dio sta in noi e lo sentiamo con i rimorsi, con la speranza, la carità, la giustizia e la fede. Per chiarire faccio un esempio: Immagina una frazione dove sopra ci sia un solo numero e sotto tanti numeri dei quali bisogna trovare il minimo comune multiplo. Fingiamo che la linea che divide questi numeri sia il tempo. In questo modo abbiamo una visione chiara del succedersi delle religioni. Sopra la linea del tempo c'è l'Omnia, sotto i vari profeti disposti lungo la linea del tempo che si influenzano a vicenda. Facendo la somma o la sottrazione di questi, oppure di ciò che hanno detto o fatto, otteniamo inaspettatamente che il numeratore della frazione è uguale al denominatore che, se è diviso per l'infinito di tempo, dà zero. Ma, la linea del tempo rimane e permane quindi anche la causa di tutti gli effetti nell'infinita unità di tempo. Questa è forse la Verità più sentita oggi. E' vero ciò che è, è dio. In ordine di tempo, per Buddha, la felicità eterna sta nell'annullamento del corpo e dell'anima; per Maometto sta nel vivere in Paradiso con le donne; per Zarathustra, detto anche Zoroastro,
Che cosa ti è successo?" Maria tacque ancora, non sapeva cosa dire e si trovò scombussolata, poi disse: "Ho capito, tu mi vuoi dire che anche la Fede, come parte del nostro carattere fa parte dell'Omnia e che la Grazia esiste solo a parole. Ti ho capito sai. Vuoi sapere come la penso? Ebbene ricordati che non sono giansenista e che quindi non credo alla predestinazione, nè credo che sia la sola grazia divina strumento di salvezza. Sono cattolica purissima" . Commento:
Il breve racconto riporta alla freschezza dei diciotto anni dell'autore, romantico sognante ed idealista. I temi trattati sono tipici della fase dell'adolescenza: chi sono io, cos’è la vita, che senso ha? Sono libero veramente? Cosa è reale e cosa è pura illusione?
Il protagonista risulta un piccolo adulto, a tratti con un tocco di saccenteria, ma per fortuna mette in dubbio anche se stesso e le proprie verità. Il finale tragico, di cui il protagonista sembra sentirsi in colpa prima ancora di essere incolpato dagli altri, pare ricalcare la letteratura romantica dell'800. Pare anche compiaciuto di disquisizioni intellettualistiche che giocano con la logica. Si impara a diventare adulti anche con questi giochi.
Buono l'inizio dell' Autore.
Dott.ssa in neuropsicologia infantile Gianna Ceccarelli
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"I Pensieri e tutti i Colori del Mondo"
Presentazione di Alessandro D'Angelo
Dalle liriche dell’artista Antonella Soddu, si avverte come, attraverso il poetare, riesce a creare delle pennellate attraverso le note musicali; simboli pronti a creare particolari armonie musicali da definire celestiali. E' proprio attraverso la sua spedita penna, la quale sembra slittare sulla carta come gli sci sulla neve, che dagli scritti si evince come la poetessa riesca a ridurre tutto all'essenziale.
La sua metrica di espressione va oltre il bello in virtù di una sensibilità che assume coloriti superlativi molto evidenti dalle letture di alcune poesie cariche di ipersensibilità e desiderio di manifestare ciò che in modo celato nasconde nel più profondo della sua anima. Dotata di molto coraggio, forza ed energia, dalle sue sillogi traspare un senso dell'avventura e del voler vincere a tutti i costi. La forza è una realtà sentita che emerge prorompente dal suo poetare. Nella poesia:Attimi e Istanti della Vita dove l'elemento forza assume connotati molto importanti. Si legge infatti: "quello di una madre//quello di un cane o di un gatto//coglilo con la stessa Forza e intensità//non lasciare che si instaurino differenze//porta nel bagaglio per il tuo viaggio//tutto; il sole, le stelle, la luna, il mare, la terra//..."
((e regalalo a chi ti ama e anche a chi non lo fa.//Non aver paura di dire ti amo...")) Queste frasi, che sono solenni e molto profonde, avvicinano e legano l'io alla forza cosmica. La poetessa è anche una romantica, una donna che vive anche di cose passate, di cose dette e non dette; viste e non viste, vissute e solo ricordate. In sintesi, la poetessa Soddu vive tra sogno e realtà, tra la vita quoditiana che la chiama al dovere e i sogni e gli ideali che la spingono verso lidi lontani per assetarsi del nettare degli dei. La Poesia è per Antonella la linfa che l'aiuta a vivere rendendola più forte e più serena, capace poi di affrontare la vita con più decisione, coraggio, energia e profonda serietà. Ciò che non va tralasciato è il sentimento di pietas che è presente nell'essenza delle liriche ed un altra prerogativa molto importante che non sfugge a nessun lettore: "Il superamento dei dolori quoditiani attraverso l'alchimia dello scrivere": "Modus vivendi" particolare e fondamentale per uno scrittore che si dirige con velocità verso alte mete.
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"Momenti di Vita" di Guerrino Rubbini
L'analisi della Poesia del poeta Guerrino Rubbini è stato invece elaborata dalla signora Lorella la quale scrive a tal proposito: "La poesia di Guerrino Rubbini si può presentare come Fulgido esempio di esternazione di profondi pensieri e riflessioni sulla condizione umana attraverso costruzioni poetiche che rifuggono costantemente da una metrica precisa.
Vivide ed essenziali come "bagliori di luce nell'oscurità"le parole di Guerrino rivelano al lettore gli aspetti più comuni del vivere in una dimensione diversa, quasi come se essa fosse la percezione di un osservatore situato in un'altra dimensione.
La trasfigurazione poetica di momenti di vita quotidiana balenano nella mia mente come attimi di Deja-vu che mi avvicinano ineffabilmente al sentire del poeta verso la percezione di aspetti di vita nascosti "dietro la vita stessa" e su cui spesso non ci soffermiamo abbastanza a lungo per poter apprezzare a pieno la bellezza.
In sostanza,la contemplazione della natura e della vita, trasforma le sue parole in pensieri più che poesie e aiutano a guardare le cose in un modo nuovo, a mio parere più positivo."
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"Coincidenze"
Prefazione di Alessandro D'Angelo
che ha anche influenzato il cristianesimo, la felicità eterna sta nel percorrere una saggia vita sulla terra per mezzo del Libero Arbitrio, dopo la morte la felicità sta nella pace della propria coscienza. In realtà nessuno è riuscito mai come Maometto a materializzare il Paradiso. Lasciando da parte la religione islamica, il "Vero" del Libero Arbitrio di cui ti volevo parlare, l'ho trovato proprio l'altro giorno leggendo lo Zand- Avesta di Zarathustra- Ci ho trovato scritto grosso modo così: "L'uomo può paragonarsi ad un fantino in groppa ad un cavallo- Il fantino sarebbe l'anima e lo spirito, mentre il cavallo sarebbe il corpo. Egli ammette, sulla base di questo esempio che il fantino riesce sempre a domare il cavallo, ovvero l'anima riesce sempre a sottomettere il corpo". "Per quanto riguarda il mio modesto parere, disse Maria - In una corsa di cavalli, il fantino può riuscire, con opportuni accorgimenti a domare il cavallo e anche a farlo vincere, ma quando gli accorgimenti sono pochi o il cavallo è irritabile, zoppo o non si sente di galoppare, allora il cavallo può buttare dalla sella il fantino!-
Le poesie di Viviana Ventisette, invece , nascono da un'esigenza interiore e da un profondo desiderio di esprimere le sue emozioni. Ed è proprio da queste sensazioni, forti ed atipiche che la giovane artista attinge l'ispirazione per scrivere; non solo sulle esperienze di vita vissuta, quanto e piuttosto su quelle che scaturiscono da un vissuto più intimo che forse non sempre è attinente alla realtà ma non per questo meno "vero". E' da queste capacità di percepire l’universo psichico che l’artista riesce a mettere a nudo ed ad interessarsi di quel mondo onirico che, anche secondo i grandi della psicologia, è una realtà parallela molto interessante pronta a dar luogo a numerosi spunti poetici.
La realtà, infatti, non è solo quella pragmatica che vive l’uomo del quotidiano, comprensibile a tutti, ma è anche carica di un’altra verità celata ai più: quella verità visibile solo ai pochi che riescono a vivere oltre il filo del materiale e trascendere verso l’universale .
Alcuni versi dell'artista riguardano anche il modo di vivere la fede, non sempre facile e lineare da essere compresa da tutti nel modo di esprimersi. L'autrice, è una cristiana, ma senza certezze, crede nell’Altissimo e pur ricercandolo, la sua fede è messa in crisi da eventi che umanamente non si riescono ad accettare o a spiegare. Le guerre, la violenza, il male, il dolore… Da queste considerazioni prende spunto una poesia come il "Venerdì Santo", la "passione" di un'umanità che soffre, appesa ad una croce. Da queste sillogi sembra emergere il silenzio dell'Altissimo di fronte alle nostre sofferenze.
La raccolta di poesie pubblicata in "Solchi di luce" si intitola 'Coincidenze', e ciò non è a caso. Infatti, ci sono momenti pensati che prendono forma e si materializzano: simmetrie di sentimenti.
"Quindi dici che per mezzo del corpo l'anima potrebbe anche scomparire. Quello che hai detto mi è sembrato esatto. Piuttosto ricordi San Tommaso in "Anima est in toto corpore" ? Questo ci spiega come l'anima sia la risultante di di "N" numero di fattori, come dicevi tu prima e quindi le virtù, i sentimenti e le azioni che ne susseguono dipendono da detti fattori che ormai conosci e che si trovano giustamente in ogni parte del corpo- Perciò, come vedi, stiamo confermando quello che aveva scritto San Tommaso".
Le sillogi sono senza dubbio influenzate da uno stato d'animo particolare come i momenti di sconforto e di pessimismo che si alternano a momenti più lieti in cui c'è ancora posto per la speranza. E' giusto fare un esempio: "Un attimo di felicità", ispirato da un episodio che può sembrare insignificante, come il volo di una rondine entrata nella navata di una piccola chiesa, svela gli scenari di un amore supremo e struggente, un amore cosmico che cancella la malinconia.
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"I Pensieri e tutti i Colori del Mondo"
Presentazione di Alessandro D'Angelo
Dalle liriche dell’artista Antonella Soddu, si avverte come, attraverso il poetare, riesce a creare delle pennellate attraverso le note musicali; simboli pronti a creare particolari armonie musicali da definire celestiali. E' proprio attraverso la sua spedita penna, la quale sembra slittare sulla carta come gli sci sulla neve, che dagli scritti si evince come la poetessa riesca a ridurre tutto all'essenziale. La sua metrica di espressione va oltre il bello in virtù di una sensibilità che assume coloriti superlativi molto evidenti dalle letture di alcune poesie cariche di ipersensibilità e desiderio di manifestare ciò che in modo celato nasconde nel più profondo della sua anima. Dotata di molto coraggio, forza ed energia, dalle sue sillogi traspare un senso dell'avventura e del voler vincere a tutti i costi. La forza è una realtà sentita che emerge prorompente dal suo poetare. Nella poesia:Attimi e Istanti della Vita dove l'elemento forza assume connotati molto importanti. Si legge infatti in "Attimi ed istanti di vita: "Quello di un figlio//quello di una madre//quello di un cane o di un gatto//coglilo con la stessa Forza e intensità//non lasciare che si instaurino differenze//porta nel bagaglio per il tuo viaggio//tutto; il sole, le stelle, la luna, il mare, la terra//e regalalo a chi ti ama e anche a chi non lo fa...." //Non aver paura di dire ti amo..." Queste frasi, che sono solenni e molto profonde, avvicinano e legano l'io alla forza cosmica. La poetessa è anche una romantica, una donna che vive anche di cose passate, di cose dette e non dette; viste e non viste, vissute e solo ricordate. In sintesi, la poetessa Soddu vive tra sogno e realtà, tra la vita quoditiana che la chiama al dovere e i sogni e gli ideali che la spingono verso lidi lontani per assetarsi del nettare degli dei. La poesia è per la giovane artista la linfa che l'aiuta a vivere rendendola più forte e più serena, capace poi di affrontare la vita con più decisione, coraggio, energia e profonda serietà. Ciò che non va tralasciato è il sentimento di "Pietas" che è presente nell'essenza delle liriche ed un altra prerogativa molto importante che non sfugge a nessun lettore: "Il superamento dei dolori quoditiani attraverso l'alchimia dello scrivere": "Modus vivendi" particolare e fondamentale per uno scrittore che si dirige con velocità verso alte mete.
di Alessandro D'Angelo