Se mi chiedono : <<Credi nel libero arbitrio?>>
La risposta risulta essere molto impegnativa. Infatti il cinquanta per cento dei filosofi lo crede, mentre l'altro cinquanta per cento non crede né nel libero arbitrio né nella libertà umana. Ho tentato di risolvere il complesso dilemma scrivendo un dialogo fra due ragazzi: mentre uno credeva nella libera scelta, l'altro la negava. Il titolo del breve racconto filosofico è "Una Coscienza Agitata" (1) [Simbolo della Libertà]
Tornando alla domanda, debbo ammettere che ancor oggi sono alla ricerca di una risposta certa. Tutto è estremamente opinabile per cui ragionando, si può passare da una tesi pro libertà ad una che la nega completamente.
Per spiegare entrambe le tesi in questa sede, occorrerebbe molto spazio poiché bisognerebbe affrontare, per chi non è a conoscenza, diverse discipline e approfondimenti non solo di studi biochimici e genetici, ma anche antropologici ed astrologici e psicologici. Aggiungo che, se poi volessimo fare una coraggiosa affermazione, bisognerebbe mettere in discussione le importanti influenze planetarie alla luce di quanto affermava Ermete il Trismegisto [Ermete tre volte Maestro (dal greco antico Ἑρμἢς ὀ Τρισμέγιστος, in latino Hermes Trismegistus), personaggio leggendario dell'età ellenistica, a volte considerata come una divinità altre volte considerato come un uomo, venerato come maestro di sapienza e ritenuto l'autore del Corpus hermeticum.]:
"Quello che è in alto è in basso e quello che è in basso è in Alto per creare il Miracolo di una cosa sola..."
Da tale concetto, si evince, come il "Cielo" influenzerebbe la "Terra" e viceversa. Ne risulterebbe che la libertà sia umana che di altri esseri animali e vegetali è legata agli astri. Questi studi ci portano abbastanza lontano dai concetti filosofici di altri grandi pensatori che negavano la libertà. Bisogna ricordare a questo punto che Sant’Agostino intorno al 370 – 380 d.C., condannava gli astrologi scrivendo nel libro delle confessioni, parte IV^ n. 3: <<... pretendono che vi sia nel cielo la causa inevitabile del peccato: sono Venere, Saturno o Marte che ci hanno fatto compiere questa o quell’azione volendo così che sia senza colpa l’uomo che è carne e sangue e verminosa superbia, e la colpa ricada su Colui che ha creato e regge il cielo e le stelle>> .
Mentre nel De Civ. Dei, XI, (v. 28) scrive: <<Io sono, io conosco, io voglio. Sono in quanto so e voglio; so di essere, e di volere; voglio essere e sapere>>. Da queste asserzioni nacque la condanna all’Astrologia. Infatti, nel I° Concilio di Toledo del 400 d.C., si asserì:“Se qualcuno crede che si debba Credere all’Astrologia, sia Anatema”.
Anche San Tommaso d’Aquino (vissuto dal 1225 al 1274), si interessò di astrologia. Difatti, nella sua Summa theologicae (I –II. q. 95 a,5 e a.6), riporta: <<Unde corpora caelestia non possunt esse per se causa operum liberi arbitri – possunt ad hoc dispositive inclinare: inquantum imprimunt in corpus umanum, et per consquens in vires sensitivas, quae sunt actus corporalium organorum, quae inclinant ad umanos actus>>, che tradotto significa: <<“I corpi celesti non possono essere di per sé causa delle azioni che dipendono dal libero arbitrio. Possono però produrre una disposizione, un orientamento. Infatti influenzano il corpo umano, e per conseguenza le forze sensitive, cioè attività di organi corporei che influenzano gli atti umani>>.
In sintesi il Santo voleva dire “astra inclinant non necessitant” cioè: “Gli astri inclinano, non obbligano”. Egli aggiunge che indirettamente “..il sapiente domina gli astri” (Sapiens, dominatur astris” poiché resistendo alle passioni, impedisce con la sua libera volontà agli influssi celesti di agire.
(2)
Ma, la linea del tempo rimane e permane quindi anche la causa di tutti gli effetti nell'infinita unità di tempo. Questa è forse la Verità più sentita oggi. E' vero ciò che è, è dio. In ordine di tempo, per Buddha, la felicità eterna sta nell'annullamento del corpo e dell'anima; per Maometto sta nel vivere in Paradiso con le donne; per Zarathustra,detto anche Zoroastro, che ha anche influenzato il cristianesimo, la felicità eterna sta nel percorrere una saggia vita sulla terra per mezzo del Libero Arbitrio, dopo la morte la felicità sta nella pace della propria coscienza. In realtà nessuno è riuscito mai come Maometto a materializzare il Paradiso. Lasciando da parte la religione islamica, il "Vero" del Libero Arbitrio di cui ti volevo parlare, l'ho trovato proprio l'altro giorno leggendo lo Zand- Avesta di Zarathustra- Ci ho trovato scritto grosso modo così: "L'uomo può paragonarsi ad un fantino in groppa ad un cavallo- Il fantino sarebbe l'anima e lo spirito, mentre il cavallo sarebbe il corpo.
Egli ammette, sulla base di questo esempio che il fantino riesce sempre a domare il cavallo, ovvero l'anima riesce sempre a sottomettere il corpo". "Per quanto riguarda il mio modesto parere, disse Maria - In una corsa di cavalli, il fantino può riuscire, con opportuni accorgimenti a domare il cavallo e anche a farlo vincere, ma quando gli accorgimenti sono pochi o il cavallo è irritabile, zoppo o non si sente di galoppare, allora il cavallo può buttare dalla sella il fantino!- "Quindi dici che per mezzo del corpo l'anima potrebbe anche scomparire. Quello che hai detto mi è sembrato esatto. Piuttosto ricordi San Tommaso in "Anima est in toto corpore" ? Questo ci spiega come l'anima sia la risultante di di "N" numero di fattori, come dicevi tu prima e quindi le virtù, i sentimenti e le azioni che ne susseguono dipendono da detti fattori che ormai conosci e che si trovano giustamente in ogni parte del corpo- Perciò, come vedi, stiamo confermando quello che aveva scritto San Tommaso". Maria con tono sospiroso e un po' patetica: "Sono stanca, non so se darti torto, ma neanche ragione, forse sono un ignorante in materia...". "Cara mia, se sei stanca continuiamo domani, così se puoi, cercherai di dimostrare la cosa che sembra a prima vista più semplice: che tutti siamo liberi. Se ci sarà tempo, tratteremo il problema della fede naufragato oggi in "disquisizioni religiose" La mattina seguente Maria non si fece viva, si era molto stancata e chi sa, sentir parlare per la prima volta di certe cose, non era stata per lei una cosa molto piacevole. Daniele passò la mattinata aspettando e nello stesso tempo ripensando alle cose dette, molte gli parvero sciocche, altre indovinate. Nel tardo pomeriggio, mentre il sole rifletteva i suoi raggi nel limpido e placido mare, come una stella colorata arancione e gialla, in quell'atmosfera così armoniosa, ecco correre verso Daniele sventolando aria fresca, Maria. Si ferma, fa un grande sbuffo col fiato grosso, sta zitta per qualche tempo, poi quasi con cattiveria racconta: "Lo sai che mi sono addormentata quando la rosea alba faceva capolino fra le serrande? Lo sai che ieri sera ho avuto paura quando sono tornata a casa? Una paura che non ti so definire: dell'ignoto, dell'eternità, del tempo e della morte. Cosa pensi, mi ha scosso l'inconscio quello che abbiamo detto ieri?". "Certo, se non sei abituata a parlare di certe cose, avrai avuto una specie di shock". Non finì il discorso che Maria gli chiese;: "Ma perché?" "Perché la tua Volontà, che affermavi di avere, non ha reagito agli "N" numero di fattori. ogni sintomo che hai avuto è stato l'effetto di ben precise e determinate cause alle quali non ti sei potuta contrapporre". Maria rispose aprendo le palme della mano: "Ma io ho cercato con tutte le mie forze di soffocare quei sentimenti. Niente da fare! Più pensavo che dovevo lottare contro questi, più si facevano sentire e molto; tu non hai idea di cosa abbia provato io per tutta la nottata: come ti ho detto: è una cosa impossibile da raccontare, non ci sono parole... ho provato sensazioni nuove mai provate sino ad ora". Lo credo bene, ma non ti preoccupare, certe cose servono, vedrai che se faremo altra discussione, non ti sentirai più come la notte scorsa" disse Daniele con un tono convinto. Maria era lì ferma, sembrava che da un momento all'altro dovesse tremare di ansia, ma era solo un sembrare. Era lì immobile, pensava a chi sa che cosa, ma si leggeva chiaramente nei suoi occhi che era tesa verso il futuro più prossimo. Pensava sicuramente che quella insensibile anima di Daniele le avrebbe ricominciato a fare i discorsi, discorsi che non erano stati terminati il giorno prima. Solo questo suo pensare la rendeva nervosa in modo particolare che difficilmente si nota nelle ragazze della sua età. Comunque, Daniele non volle lasciarla in pace e iniziò a parlare facendo il diplomatico: "Lo sai cosa mi ha raccontato un amico con il quale ho discusso per tre giorni? Pensa è riuscito a concepire esattamente cosa l'Omnia. Mi ha detto che ieri pervase il suo cuore di gaiezza e proseguì: era una luce, una luce strana che egli non aveva mai visto. La luce sublimava i colori e, nella sua incommensurabilità apriva il cuore alla tenerezza verso tutto ciò che si presentava di naturale. I colori apparivano nitidi come mai, anche i muri scalcinati , per la riflessione dei raggi solari, sembravano tersi. La natura tutta si presentava ai suoi occhi spalancati e sbigottiti in un vestiario superlativo. Il cielo, il mare, la strada, gli alberi avevano assunto uno strano tono. Contemplando ciò, egli si avvide che la natura è divina, dio è in essa ed essa è in lui. Questa fusione da luogo alla maestosità dell'Omnia. Ora vorrei conoscere il tuo parere sul concetto e la descrizione dell' "Omnia". Maria rispose immediatamente: "Per me il concetto l'hai centrato in pieno; io la penso uguale, magari non così poeticamente..." Vista l'affrettata e ferma risposta, Daniele proseguì: "Ricordi cosa abbiamo detto della fede ieri? Ti ricordi che non potremmo finire il discorso? Secondo me la fede spera anche per questa vita, ma nota bene, per via dell'assurdo e non dell'umana ragione, altrimenti è semplice saggezza di vita e non fede. Poi ti vorrei far notare l'enorme abisso qualitativo presente fra dio e l'uomo. Ciò nella dottrina si esprime affermando che l'uomo non può nulla e che è l'Altissimo a dare tutto; dio, in altre parole, dà all'uomo la facoltà di credere: questa è la grazia. Se dio ti dà la fede, te la dà solo se...
(Continua)
ESTRATTO DA UNA COSCIENZA AGITATA da pag. 20 a 27 di Solchi di Luce: di Alessandro D'Angelo pubblicato nel 2010
Il teologo così prosegue oltre: "Astra non mentiuntur, sed astrologi bene mentiuntur de Astris - cioè: "Le stelle non mentono mai, [ma gli astrologi si]..." Affermazione molto carica di significato che ci induce a credere come anche egli Questa foto è stata scattata in data 22 dicembre 2010 a Walsingham, Largo, FL, Stati Uniti d'America).
credesse che l'Alto influenza il Basso e viceversa come scriveva sulle tavola di smeraldo o tavola smeraldina,(testo sapienziale che secondo la leggenda sarebbe stato ritrovato in Egitto prima dell'era cristiana. Testo, inciso su una lastra di smeraldo che fu tradotto dall'arabo al latino nel 1250. Altre fonti riportano che le tavole di Smeraldo furono tradotte in italiano solo nel 1925 e che in seguito, nel 1930 furono pubblicate in forma ciclostilata) Ermete Trismegisto. *Quale idea sul libero arbitrio si è portati ad avere alla luce di questi profondi concetti che "Legano" l'Alto al Basso? Per me l'uomo è molto limitato nel poter manifestare il proprio volere, volere generato da precise cause ambientali, genetiche, biochimiche ed anche astrali. (1)
Dal alcuni stralci del libricino "Una coscienza Agitata", pubblicato su "Solchi di Luce" nel 2010, riporto quanto segue da pag. 21 a pag. 27:
<<Entrambi stavano in piedi e decisero di sedersi in un angolo del giardino mentre l'odore salmastro si sentiva più intenso. Tu hai studiato sommariamente la chimica e la fisica, quindi ti posso parlare liberamente - disse Daniele - La domanda che ti volevo porre è questa:
"Secondo te ogni atto umano è condizionato o no dall'ambiente?" "Senza dubbio" Rispose Maria. Daniele con tono fermo prosegui: "Dunque, tutti noi siamo condizionati dal nostro ambiente, non è vero? " Maria rispose quasi tentennante: "Be, si, ma poco. Se noi vogliamo fare una cosa, la facciamo anche se è condizionata dal nostro ambiente" Daniele rispose con calma: "Non credere che la soluzione a questo problema sia così semplice. Adesso credi di poter fare ciò che vuoi, ma è tutta un' illusione che si crea in te". "Ma che significa ?" Chiese Maria. "Secondo me le tue moine, con le braccia, le qualunque azioni sono effetti dovuti a ben precise e determinate cause". Maria: "Tu allora mi neghi la volontà..." Daniele, con voce cupa: "Non la nego solo a te, ma anche a me, come a tutta l'umanità. L'uomo, per ogni azione ha come stimolo dei processi chimicobiologici complicatissimi che si verificano nel cervello e in tutto il corpo, corpo che per comodità chiameremo ambiente, lasciando così l'anima da parte per parlarne dopo". Maria Tacque imbarazzata, ma dopo una breve riflessione disse: "Però questi problemi chimici e biologici avvengono in me, io sono l'insieme di queste cause, quindi io sono libera". Daniele proseguì sempre con lo stesso tono: "Tu non puoi interferire su queste cause in alcun modo, quindi il tuo io con le sue aspirazioni, con i suoi desideri non è libero. Tu credi, come in fondo tutta l'umanità, di essere libera, ma il tuo Credere di essere libera e il mio Dubitare che nessuno sia libero, non dipendono dal nostro Io, ma dal nostro ambiente esterno e dalle cause chimico-biologiche che, come una serie di conseguenze logiche ci fanno apparire, sembrare , credere quello che forse non siamo, non crediamo, non appariamo. E' la materia che governa il nostro agire, non il nostro agire che governa la materia". Mentre Maria incuriosita continuava ad ascoltare, Daniele proseguì: "Se assumi del caffè, una droga, qualche cosa di eccitante o di sedativo, tu ne senti subito l'azione sulla tua psiche. Se prendiamo uno stupefacente, la nostra psiche cambia completamente e noi non possiamo impedire ciò, come mai? La materia ha influito con quella 'formuletta' chimica cambiando il nostro stato d'animo; è chiaro che io non posso sintetizzare una formula che annulli l'azione dello stupefacente. Se tu sei così come sei e hai detto quello che hai detto, ciò è avvenuto a causa di un susseguirsi di cause ed effetti; cioè si è formato un lungo ciclo di conseguenze logiche dovute alla natura" ; Maria interruppe il discorso: "Perché parli sempre tu? Piuttosto, credi in Dio?" Daniele imperturbato: "Se intendi il Dio dei cristiani, ma... Vorrei sapere come tu lo vedi. Io credo in un dio come Causa di tutti gli Effetti, ha capito? Concentrati un momento su questa definizione. Mi spiego meglio: Adesso sono le 22 precise, ebbene, noi annulliamo il tempo passato che fingiamo essere alle nostre spalle e ci soffermiamo su questo infinitesimo di secondo; or bene, in quell'infinitesimo di tempo, si è manifestato dio come Causa Prima perché Istantanea ed Unitaria". Non pensare alla Causa Prima come la intendevano i filosofi greci. Ecco, ora ci sono altre mille e mille cause con altrettanti numerosi effetti in un infinitesimo di tempo. Questa è la vita, ciò è la rappresentazione di dio. Se non ci fosse questo susseguirsi di continuo di cause ed effetti, anche se ciò cessasse per solo un miliardesimo di secondo, in quello spazio di tempo, non ci sarebbe più moto, quindi non ci sarebbe ne' tempo , ne' spazio, ma l'inconcepibile nulla". "Che cose difficili!" Rispose la giovane, quasi terrorizzata mentre il vento della sera svegliava le lucciole, Daniele continuò ad esprimere il suo pensiero: "Senti Maria, mia piacerebbe che tu mi dimostrassi che sono libero, che tutti sono liberi, che non è un'illusione credere di essere liberi e che non è una semplice parola quasi vuota quella di Volontà.; so che il tuo compito è difficile, ma se riesci a dimostrarmi quello che non riesco a concepire razionalmente, sarai benedetta per sempre non solo da me, ma anche da quel dio al quale tu credi". Maria rispose titubando: "Ma no, non posso dirti nulla, io mi sento libera, ma nel tuo discorso mi è parso che ci fosse qualche cosa di vero". "... Anche io mi sento libero, ma ragionando, credo che ci siano delle finezze filosofiche che noi non riusciamo ad afferrare e che ci sfuggono". "Forse hai ragione, però non mi hai convinta molto poiché tutti i fenomeni chimici, fisici, biologici ed elettrici avvengono nel nostro corpo..." Maria non fece in tempo a terminare la frase, che energicamente disse: "Ma cosa significa se io non posso modificare tali fenomeni; la vita è fatta di questi; se riuscissi a modificarne solo uno, modificherei la vita; io mi sento così come sono, per un numero "N" di fattori". Proseguì: " Mi sento libera, brava, contenta ecc.. Ho riflettuto e mi sembra che basti credere". Daniele sospirando rispose: "La felicità sta nel credere di essere liberi, perciò mi hai precorso". Con tono risentito rispose Maria:" Ma mi hai chiamato solo per questo?" . Non terminò di parlare che Daniele gli rispose che era solo per passare il tempo che lui parlava di certe cose. Maria si scosse e alzò scherzosamente i pugni verso di lui. Daniele la lasciò fare, la fece parlare e le fece raccontare le sue cose circa gli amici comuni che ancora ballavano nei giardini. Poi annoiato, ricominciò con i motivi filosofici: "Beata te, che credi nella Santissima Trinità ed hai fede! Anche a me piacerebbe avere la fede; senza di essa c'è scetticismo, nichilismo e disperazione, c'è un vano correre incontro ad un dio non così materialista come quello accennato prima". Maria rimase scossa e sorse in lei un sentimento di materna pietà che le fece dire: "Io ho fede perché ho prove per credere nel dio cristiano e nei misteri". Daniele incuriosito: "Beata te ancora una volta!". Mi vuoi dire che prove hai?" Maria rispose sicura di quello che diceva: "molte, i miracoli di Cristo; per esempio, quello che riportano i vangeli e la sacra Bibbia". Daniele , quasi stupito da quelle parole rispose: "Si potrebbe anche dubitare di molte cose". "Anche io dubito un pò rispose Maria - Tutti dubitiamo, è difficile trovare un credente vero e proprio". Daniele coinvolto: "Lo so che di religiosi veri e propri ce ne sono pochissimi, l'uomo, per sua natura è portato a tentennare ed è in fondo questo suo dubitare che lo ha portato a vivere in una civiltà come quella odierna." Maria di rimando: "Non posso darti ragione solo per quello che hai detto a proposito della religione," Daniele: Vorrei dirti qualche altra cosa circa i culti, lo vorrei Libero Arbitrio umano e dire a te che sei una ragazza cattolica, almeno formalmente. Da quanto so, tutti i cristiani come i mazdeisti, i buddisti, credono nel Libero Arbitrio umano ed hanno come base comune l'amore fra gli uomini e la Verità che ognuno di essi interpreta a suo modo oggettivandola. Il "Vero", secondo me è il Tutto, ma riflesso nella nostra coscienza". Maria sorpresa e meravigliata chiese: "Ma cosa centra la nostra coscienza? ". "Allora non ci siamo capiti. Tutti abbiamo bisogno di un dio, dio a cui ricorriamo nei brutti momenti, nell'anzia, nella paura, nel momento della morte, nell'angoscia per il futuro. Il vero dio sta in noi e lo sentiamo con i rimorsi, con la speranza, la carità, la giustizia e la fede. Per chiarire faccio un esempio: Immagina una frazione dove sopra ci sia un solo numero e sotto tanti numeri dei quali bisogna trovare il minimo comune multiplo. Fingiamo che la linea che divide questi numeri sia il tempo. In questo modo abbiamo una visione chiara del succedersi delle religioni. Sopra la linea del tempo c'è l'Omnia, sotto i vari profeti disposti lungo la linea del tempo che si influenzano a vicenda. Facendo la somma o la sottrazione di questi, oppure di ciò che hanno detto o fatto, otteniamo inaspettatamente che il numeratore della frazione è uguale al denominatore che, se è diviso per l'infinito di tempo, dà zero.
Alessandro D'Angelo 1983 (dal Libro Parole di Luce 1985)
Dietro i calcoli,
oltre i pianeti,
al di là delle corde celesti...
Fermi, statici, eternizzati...
---
Svanisce il mistero,
Scompare la realtà dell'oggi,
si evidenzia l'Eterno.
L'essere, l'essere stato, il sarà.
---
E, mentre silenzioso il tempo agisce,
si moti planetari sviluppano nuove situazioni ...
Nuove situazioni
Pronte a comprendere la Verità.
== == == == ==
Cielo,
Ora sereno, ora pumbleo,
ora quasi trasparente…
come sottile velo imbiancato...
--
In modo austero
ci insegni a leggerti,
ci insegni ad interpretare…
cose realmente irreali.
--
Il futuro è nei tuoi transiti planetari,
il passato è stato attraverso i tuoi passaggi celesti
Il presente è in te.
--
A questo mondo nessuno
può nascondersi sotto altri cieli;
in questa vita nessuno
può correre a ripari fantastici.
Tutte le nostre azioni
a Te sono collegate.
.....
Alessandro D'Angelo 1983 (dal Libro Parole di Luce 1985)
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Poesia analoga: