DATI «CONCLUSIVI» - Secondo Enrico Flamini, coordinatore scientifico dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), quelli raccolti da Curiosity si possono considerare dati «conclusivi». E alla luce di questi, diventa ancora più importante la missione ExoMars dell’Agenzia spaziale europea (Esa) del 2016-2018. «A questo punto Exomars diventa una missione fondamentale», ha detto Flamini. «Curiosity non ha a bordo strumenti per rilevare materiale organico, mentre Exomars li avrà. Su terreni simili sono certo che avremo delle sorprese».
PARMITANO: «UN MOTIVO IN PIÙ» - Della stessa opinione anche l’astronauta italiano Luca Parmitano, da poco rientrato dopo una lunga missione sulla Stazione spaziale internazionale. «Adesso c’è un motivo ancora più grande per andare a mettere i piedi sulla sabbia rossa di Marte, soprattutto in un momento come questo, nel quale il volo spaziale sembra un lusso di cui si può fare a meno». (Figura: LAGO su MARTE)
Su Marte era possibile la vita. L’acqua del grande lago che occupava il cratere Gale, e poi carbonio, idrogeno, zolfo, azoto e fosforo: sono questi gli ingredienti fondamentali per la vita trovati dal rover Curiosity. Sono descritti in sei articoli sulla rivista Science e presentati in una conferenza stampa organizzata a San Francisco, nel convegno dell’Unione geologica americana.
IL CRATERE ERA UN LAGO - Le analisi indicano che circa 3,6 miliardi di anni fa il cratere Gale, dove Curiosity è arrivata il 6 agosto 2012, era un grande lago e «un ambiente abitabile» capace di ospitare microrganismi chemiolitoautotrofi, capaci cioè di ottenere da rocce e minerali l’energia necessaria alla loro esistenza. Sulla Terra batteri simili vivono all’interno di grotte e nelle sorgenti idrotermali.
Su Marte c’erano tutti gli elementi per la vita
10 dicembre 2013 (modifica il 10 dicembre 2013)
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[Fg. Suolo di Marte]
NESSUNA PROVA DIRETTA - Nessuno degli articoli fornisce prove dirette dell’esistenza di forme di vita marziana né presente né passata, ma è la prima volta che su Marte vengono individuati tutti gli elementi necessari all’esistenza di batteri molto semplici come quelli chemiolitoautotrofi. Gli elementi sono stati rinvenuti nelle rocce sedimentarie della zona del cratere Gale chiamata Yellowknife Bay e raccontano la storia di un lago esistito a lungo (decine o centinaia di migliaia di anni), con acque a bassa salinità in una soluzione più o meno neutra . «Siamo in grado di dimostrare che il cratere Gale ospitava un antico lago con caratteristiche adeguate a sostenere una biosfera marziana basata su chemiolitoautotrofi», ha scritto su ScienceJohn Grotzinger, del California Institute of Technology (Caltech).