Se non si è più che attenti e razionali, se si sceglie di portare avanti un'alimentazione vegetariana, ci si può esporre al rischio di andare incontro a vari tipi d'anemie.
Ciò può succedere soprattutto nella donna fertile con mestruazioni abbondanti e in coloro che praticano diete vegetariane molto restrittive attuate senza una sufficiente conoscenza delle linee-guida dell’alimentazione.
Va detto che no è la quantità ma la qualità del cibo che bisogna tenere in seria considerazione considerando i processi di raffinazione e di conservazione degli alimenti che fanno perdere buona parte delle vitamine e dei minerali fondamentali per prevenire le anemie. Può accadere infatti, che, pur consumando molto cibo siamo spesso denutriti. Di qui la necessità di utilizzare solo alimenti integrali, biologici, o meglio ancora biodinamici. Questi alimenti sono cari, ma è meglio investire nella salute che spendere poi per le medicine.
Neppure un’alimentazione corretta, ben bilanciata, ricca di cereali integrali, di frutta e verdura è sufficiente ad assicurare un apporto di nutrienti adeguato alle necessità dell’organismo se si trascurano gli effetti della conservazione e della cottura sul contenuto in vitamine e sali minerali dei cibi.
Le vitamine sono infatti molto sensibili all’azione del calore e della luce: pochi giorni di stoccaggio sono sufficienti a far perdere tutta la vitamina C e, in generale, quanto più lungo è il trattamento degli alimenti, tanto maggiore è la perdita di vitamine. Se non è possibile assumere alimenti freschi il sistema di conservazione migliore è il surgelamento, seguito dal congelamento, mentre sarebbe da evitare l’inscatolamento poiché sviluppa una sostanza tossica: l’acrilonitile.
Per quanto riguarda il trattamento domestico dei cibi va ricordato che le verdure andrebbero consumate subito dopo l’acquisto, perché a temperatura ambiente perdono in poco tempo la vitamina C, e che la maggior parte delle vitamine e dei sali minerali sono contenuti nelle foglie più esterne dei vegetali, quelle più verdi e che normalmente scartiamo perché più dure.
La cottura migliore è quella a vapore, o comunque con pochissima acqua come nella pentola a pressione. Durante la cottura di un minestrone di verdura, ad esempio, si perdono quasi completamente le vitamine B12 e C, mentre la vitamina B6 ha una perdita del 60%. Occorre quindi ridurre al massimo i tempi di cottura e non aggiungere sale in quanto favorisce la perdita dei nutriente, e usare di preferenza recipienti in acciaio inox, pirex o smalto, mai in rame né in alluminio.
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Le diete restrittive
Le diete vegetariane restrittive, prevedono un’alimentazione esclusivamente vegetale ed escludono sistematicamente, oltre alla carne e al pesce, anche il latte, i latticini, il miele, e le uova.
Le diete macrobiotiche invece non si fondano sull’eliminazione della carne, ma sull’equilibrio fra gli alimenti yin e gli alimenti yang. Il macrobiotico onnivoro trova molte difficoltà a raggiungere l’equilibrio degli alimenti del macrobiotico vegetariano permissivo o di quello vegetaliano, in compenso non avrà carenze alimentari.
Sia nel caso dei vegetaliani che dei macrobiotici vegetaliani, sono sempre indispensabili controlli medici periodici e supplementazione di vitamine e minerali. È necessario sapere che questi tipi di dieta restrittiva possono portare, se non studiati bene, a gravi conseguenze soprattutto per i bambini.
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Le vitamine essenziali
La vitamina B6 (piridossina), fra le altre cose, partecipa alla sintesi dell’emoglobina e dei globuli rossi. Si trova nei cereali integrali, in particolare avena, mais e orzo, nel lievito di birra, nella soia, nelle verdure fresche come cavoli, lattuga, patate e spinaci, ma anche nell’albume d’uovo e nel latte, mentre i non vegetariani le trovano anche nel fegato e nella carne. È bene sapere che l’alcol, il fumo, e la pillola possono aumentare il fabbisogno, e che la brillatura dei cereali e la frittura dei cibi ne distruggono il 90%, mentre l’inscatolamento, la luce e la surgelazione ne eliminano il 20%. Si consiglia quindi, in questi casi, di integrare la dieta con germe di grano, lieviti, e noci.
La vitamina B12 (cianocobalamina) è indispensabile per la sintesi dell’emoglobina. Essa è contenuta quasi esclusivamente nei prodotti di origine animale come carne, latticini e pesce, mentre è presente solo in tracce largamente insufficienti al fabbisogno nelle alghe, nei lieviti alimentari e nei vegetali.
Alcol e fumo possono ridurne l’assorbimento, che è peraltro legato a una buona funzionalità gastrica e intestinale in quanto lo stomaco produce il "fattore intrinseco" che si lega alla vitamina B12 e le consente l’assorbimento intestinale. Poiché la vitamina B12 si accumula nel fegato, chi diventa vegetaliano da adulto può contare su una riserva di due o tre mg, che è sufficiente per circa tre anni prima che si ‘ manifestino segni di carenza.
[A Sinistra la Formula della vitamina B12]Nei bambini piccoli sottoposti a dieta vegetaliana dopo essere stati allattati da madri vegetaliane possono insorgere gravi anemie, crampi, diminuzione della sensibilità profonda, formicolii, intorpidimento delle mani, problemi digestivi con anoressia e diarrea. È quindi, in questi casi, un’alimentazione del tutto sbagliata e pericolosa che necessita, per essere a tutti i costi mantenuta, di attenti controlli medici e agginta di nutrimenti per via orale o parenterale.
La vitamina C (acido ascorbico) favorisce l’assorbimento del ferro a livello intestinale. Essa si ritrova nella frutta fresca e nella verdura. Ne sono particolarmente ricchi gli agrumi, i cavoli, la frutta tropicale, l’indivia, i peperoni, le rape. E’ molto labile e gli alimenti che la contengono, eccetto gli agrumi, andrebbero consumati appena dopo la raccolta. Negli agrumi invece , grazie allo spessore della buccia, la perdita è molto ridotta durante la maturazione e la raccolta e quasi inesistente durante la conservazione. Inoltre, poiché la vitamina C è molto stabile in ambiente acido, il succo d’arancia conservato contiene quasi la stessa quantità di vitamina C di quello fresco. E’ però sempre valido il concetto di bere la spremuta appena fatta perché il calore e soprattutto la luce e l’ossigeno dell’aria la distruggono.
I contraccettivi orali ne diminuiscono l’effetto, mentre l’aspirina, il fumo, i salicilati, i sulfamidici, e le tetracicline ne riducono l’assorbimento. [A sinistra in basso, l'Acido Ascorbico]
La vitamina E (tocoferolo) influenza favorevolmente il metabolismo del ferro, è contenuta nei germi dei cereali , nelle noci, negli olii vegetali spremuti a freddo (in particolare arachidi, mais, olive, soia), nei semi interi, e nel tuorlo d’uovo. Nel processo di macinazione del grano si perde circa il 90% di vitamina E, mentre anche la manipolazione dei cibi e l’esposizione all’ossigeno dell’aria ne riducono il contenuto.
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Il ferro-Fe è indispensabile per il trasporto dell’ossigeno dal polmone ai tessuti e dell’anidride carbonica dei tessuti ai polmoni, e per la respirazione cellulare. Se manca si hanno gravi disturbi, dei quali uno dei principali è l’anemia con difficoltà alla deglutizione, disturbi digestivi, e lingua rossa. Esso si trova soprattutto in alcune alghe (10 g di alghe iziki forniscono quasi 3 mg, di ferro), nei cereali integrali (soprattutto miglio), nel cioccolato, nella frutta secca, nei germi di grano, nei legumi secchi come lenticchie e soia, nel lievito di birra, nelle noci e nei pistacchi. Per chi segue invece la dieta carnea, gli alimenti più ricchi di ferro sono la milza e il fegato degli animali terrestri e alcuni molluschi come cozze, ostriche e vongole.
Negli alimenti il ferro esiste in due forme: ferro emetico legato ai globuli rossi e contenuto solo negli alimenti di origine animale (carne e pesce); ferro non emetico contenuto anche nei vegetali. L’assimilazione del ferro non emetico (tratto dai vegetali), varia notevolmente in base alla composizione dei pasti e alle possibilità di preparazione degli alimenti (interi, macinati, misti tra di loro).
Inibiscono l’assimilazione del ferro il caffè e il tè, mentre la crusca dei cereali, il calcio presente nel latte, e, secondo alcuni, le proteine della soia ne riducono l’assorbimento. È quindi preferibile bere caffè, latte, tè e tisane lontane dai pasti, e da pane semintegrale o integrale a lievitazione naturale.
Fortunatamente esistono però anche fattori che facilitano l’assimilazione del ferro non emetico.
È in particolare utilissimo consumare simultaneamente acido ascorbico (vitamina C): aggiungendo infatti 100 ml. di succo d’arancia alla prima colazione se ne triplica l’assimilazione.
Ne facilitano l’assimilazione anche il consumo simultaneo di glucidi semplici come frutta, miele e orzo germinato, e, per chi non è vegetariano, quello di pesce e carne.
Una dieta vegetariana equilibrata che contenga quindi cereali, frutta secca, germe di grano, legumi secchi, semi oleaginosi, e uova, associati a grandi quantità di frutta e verdura fresche e con un apporto calorico sufficiente, può garantire una quantità di ferro uguale a quella di una dieta mista e largamente sufficiente ai fabbisogni normali.
È comunque indispensabile che le donne in età fertile, con mestruazioni abbondati, e soprattutto in gravidanza, indipendentemente dalla dieta adottata, controllino periodicamente il dosaggio di ferro nel sangue e l’esame emocromocitometrico ricorrendo, quando necessario, all’assunzione degli integratori e dei farmaci necessari come stabilito dal medico.
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Vitamina B17
La vitamina B 17 è una molecola stabile, chimicamente inerte e non nociva se assunta nelle giuste quantità appropriate e sotto controllo medico. Il dosaggio iniziale raccomandato nell’adulto è di 4-5 semini amari al giorno se semini amari di albicocca (quantità maggiori o minori se di altro frutto) per la prima settimana, salendo o meno di dosaggio nella settimane successive, a discrezione del medico, fino a raggiungere valori che devono essere accuratamente calcolati in funzione dell’emi-vita biologica della vitamina B17, delle analisi urinarie (presenza di Tiocianato di sodio e di acido ippurico in quantità tale da far presumere un superamento della soglia-limite ritenuta compatibile per la terapia in atto), della massa ematica e corporea del paziente, della buona o cattiva funzionalità epatica, renale e di altri organi, della possibile colliquazione massiccia della massa tumorale con possibile exitus per blocco renale irreversibile, etc….
La farmaco-cinetica della vitamina B17 è complessa e di essa bisogna tenerne conto. In letteratura medica e/o fitoterapica sono stati riportati episodi di avvelenamento mortale in bambini dopo ingestione di cibo particolarmente ricco di vitamina B17, come bacche di piante particolari, in genere non abitualmente consumate nelle tradizioni alimentari delle varie culture del mondo (ma estremamente interessanti quindi per la cura del cancro), oppure mandorle amare, notoriamente molto più ricche di vitamina B17 dei semini amari di albicocca. [Struttura della Vitamina B17]
Il decesso nei bambini è più facile a causa della più elevata concentrazione di vitamina B17 che si ha nei soggetti di piccola corporatura come il bambino rispetto all’adulto, della più piccola massa del fegato, organo elettivo per la detossificazione ematica da vitamina B17, e forse da una minor capacità funzionale degli enzimi epatici.
Personalmente si è provato ad ingerire quantità sempre più crescenti di semini amari triturati di albicocca, di ciliegia, uva, anguria, melone, etc… riscontrando in una sola occasione un po’ di nausea e cefalea: la causa di tale episodio fu, in base a studio retrospettivo della quantità di vitamina B17 ingerita da chi scrive, nel non aver rispettato la curva farmaco–cinetica stimata per un emi-dimezzamento biologico di 80 minuti, curva facilmente ricavabile da testi vari.
Sempre dietro valutazione medica, si deve interrompere il trattamento di tanto in tanto; i semini devono essere ben masticati o precedentemente triturati; la terapia dev’essere immediatamente sospesa in caso di nausea; i semini non devono mai essere assunti tutti assieme, ma distribuiti nell’arco dell’intera giornata; è utile assumerli a stomaco pieno, allo scopo di evitare l’idrolisi parziale della vitamina a opera dell’acido cloridrico. In merito ai semini amari di albicocca, è vietato assumerne più di sei semini nello spazio di tempo di un’ora, pur in condizioni di salute ottimale; per i semini di pesca, il dosaggio orario non deve essere superiore al mezzo semino…
L’avvelenamento da vitamina B17 non è l’unico possibile; anche altre vitamine naturali, assunte in quantità eccessiva, possono condurre a morte: ad esempio, in testi di medicina è ancora riportato l’episodio avvenuto ai primi anni del XX secolo, quando esploratori artici morirono di intossicazione da vitamina A dopo aver mangiato grandi quantità di fegato di orso polare, abbattuto mesi prima per ragioni di sostentamento alimentare.
L’unica vitamina che sembrerebbe esente da pericoli di intossicazione sarebbe la vitamina C, la cui quantità può anche superare i cinquanta grammi giornalieri.
Ritornando alla vitamina B17, Krebs scoprì che il composto reagisce all’enzima Beta-glucosidasi: quest’ultimo è caratteristico di molti tumori, ed è praticamente assente nelle cellule sane; in tale reazione, l’enzima scinde l’innocua vitamina B17 in due potenti veleni: ioni-Cianuro e Benzaldeide, quest’ultimo un potente analgesico (anti-dolorifico).
Queste due sostanze, prodotte in piccole quantità dalle stesse cellule tumorali, si combinano allora fra loro all’interno stesso delle cellule tumorali, producendo una sostanza estremamente tossica che uccide la cellula stessa in una sorta di pseudo-apoptosi.
Piccole quantità di questo veleno possono risultare quindi ancora attive, dopo la morte della cellula tumorale, e passare in circolo, essendo il tumore, generalmente, ben vascolarizzato in periferia.
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ACIDO FOLICO
L'acido folico o acido pteroil(mono) glutammico o vitamina M o vitamina B9 o folacina, venne scoperto nel 1939 dopo molti studi relativi alla terapia di una forma di anemia nei polli provocata artificialmente. Tale sostanza fu prima isolata dal fegato e dai vegetali e venne chiamata fattore di Wills dal nome della sua scopritrice, successivamente venne caratterizzata chimicamente e si vide, inoltre, che era un fattore di crescita per lo sviluppo di alcuni microrganismi in terreni di coltura. L'acido folico come tale non è attivo ma è il precursore della forma attiva: il tetraidrofolato (si tratta quindi di un profarmaco).
L'acido folico, è l'unica forma attiva dei folati alimentari assorbita dall'organismo, è una vitamina idrosolubile del gruppo B necessaria per tutte le reazioni di sintesi, riparazione e metilazione del DNA; per il metabolismo dell'omocisteina (rimetilazione), e di altre importanti reazioni biochimiche, specialmente quando sono implicati intensi periodi di divisione cellulare in caso di crescita rapida. Per questo motivo sia i bambini sia gli adulti necessitano di acido folico per produrre normalmente i globuli rossi e prevenire forme di anemia.
L'acido folico è una sostanza più stabile al calore dei folati alimentari presenti negli alimenti[ e per questo motivo viene usato in moltissimi paesi per fortificare le farine alimentari.Questa è una pratica che consiste nell'aggiunta di acido folico nelle farine alimentari; la fortificazione ha ridotto in modo assolutamente certo e oltremodo marcato l'incidenza delle malformazioni neonatali, particolarmente di quelle a carico del sistema nervoso centrale come le disfunzioni del tubo neurale (DTN)[ ed altri tipi di malformazioni del cranio e malformazioni cardiache.
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Il Rame Cu infine, è necessario per un corretto utilizzo del ferro.
Se manca si ha, oltre all’aumento del rischio di infezioni, disturbi dell’accrescimento e del sistema nervoso, malattie delle ossa e perdita dei capelli, anemia.
Il rame è principalmente contenuto nel cacao, nel cioccolato, nella frutta secca, e, per chi non è vegetariano, nelle ostriche e nel fegato.
Bibliografia: