(Tavole smeraldine:la lapide sulla tomba di Hermes Trismegisto)
La parola simbolo deriva dal greco e significa “metto insieme”.Con questo termine si indica generalmente un segno, una immagine o un oggetto che ne rappresenta un altro con il quale è connesso.
In altre parole il simbolo è l’espressione o la rappresentazione di ciò che è dietro l’oggetto e ci ricorda la sostanza, l’essenza, l’idea della cosa stessa.
Una scienza millenaria, chiamata astrologia, studia i rapporti matematici fra armonie e disarmonie cosmiche basandosi sullo studio, e quindi l’esatta interpretazione dei simboli.
Ogni simbolo, anche quello astrologico, quale espressione di ciò che è dietro “l’oggettività umana” , viene vissuto dall’inconscio collettivo come archetipo, quindi senza tempo nè spazio, ma come principio eterno e viene interiorizzato dall’uomo il quale non sempre riesce a renderlo chiaro alla propria coscienza.
Nell’uomo vive e si manifesta un patrimonio che è al di sopra delle idee intese nel senso normale del termine quali espressioni o immagini che la mente trattiene dopo averle ricevute dai sensi. E’ proprio di questo patrimonio che le “Scienze sacre”, compresa l’astrologia, si occupano attraverso i simboli.
Ogni azione nasce nell’uomo quando viene a formarsi in cielo, fra i pianeti una precisa armoni-disarmonia celeste fra l’Io e il Tutto, fra il macrocosmo e il microcosmo.
Il “Tema Natale”, o “Mappa di Nascita” esprime per mezzo dei simboli (segni zodiacali, pianeti e punti celesti fittizi) specifiche caratteristiche individuali ed è perciò paragonabile ad un alfabeto che rappresenta, come in un mosaico, la personalità di un essere vivente (animale, vegetale e minerale).
Se si riflette, dopo aver analizzato la dinamica musicale, si conclude che essa può essere paragonata a quella celeste.
Ogni simbolo astrologico si può commisurare ad una nota musicale e la tavola dello spartito allo Zodiaco.
Le note musicali (simboli) vengono ascoltate e sentite dall’uomo, ma non sono molti coloro che riescono a percepire la reale armonia, il messaggio del compositore che esprime un “quid” che trascende le idee.
Analogo esempio potrebbe essere quello della matematica. Infatti il risultato di qualsiasi operazione è sempre la risultante di tutti i numeri (simboli) amalgamati fra loro.
In un’opera pittorica, non da tutti i colori (simboli) o dall’insieme di tutti i colori, si manifesta ad ogni osservatore la stessa dinamica oggettuale.
I colori sono visti e sentiti da ognuno in modo diverso perché non tutti abbiamo la stessa sensibilità che serve a ricevere l’esatto messaggio dell’artista. Ne risulta che la sommatoria di tutti i simboli planetari amalgamati fra loro, ci dà la possibilità di rilevare con chiarezza come essa rappresenti e manifesti l’Essere Divino”.
In astrologia ogni pianeta esprime anche un suo specifico metallo, un suo preciso colore, una determinata gemma, una nota musicale, una particolare pianta e un numero adatto ad ognuno di essi.
La fascia dello Zodiaco rappresenta l’uomo astrale o cosmico: la dimostrazione di ciò è evidente poiché l’Ariete rappresenta la testa, il Toro la gola, i Gemelli le braccia e i polmoni, il Cancro lo stomaco, il Leone il Cuore, la Vergine gli intestini, la Bilancia i reni, lo Scorpione gli organi genitali, il Sagittario le cosce, il Capricorno e le ginocchia, l’Acquario i polpacci, i Pesci le caviglie e i piedi. Si sarebbe indotti a credere che la Chiave di tutte le scienze, da quelle umanistiche a quelle scientifiche sia collegata ad un rigoroso studio dell’Astrologia.
Essa ci permette un’esatta interpretazione dell’oroscopo di uomini, animali, piante, macchine, stati, governi ecc.Ogni essere vivente partorito (animale), o sbocciato (pianta) o macchina che esca dallo stabilimento pronta per l’uso, o anche un trattato di pace o di resa, ecc., quando vengono alla luce, si trovano in contatto con tutti ciò che li circonda (colori, numeri, suoni, profumi, pianeti, ecc.
Questo impatto con il cielo assume valori positivi o negativi secondo la posizione degli astri che seguono leggi ben precise e conferiscono al nativo (uomo, animale, pianta, macchina ecc.) una linea di condotta e un modo di essere che questi porterà avanti per tutta la vita.
Specifiche condizioni esistenziali umane sarebbero causate non dalla volontà di metamorfosi o di cambiamenti dell’Io, ma dal primario e poi eterno riverbero fra astri-Esseri-Astri.
Nonostante ciò non sarebbe esatto asserire che l’uomo non è libero.
L’uomo, come cosa creata non è né libero né schiavo; soltanto nella manifestazione di esistere egli ritrova sé stesso e la sua identità; identità che supera l’idea di libertà e di schiavitù intesi nel senso letterale del termine.
Quanto detto è valido poiché l’essere umano è come uno specchio che assorbe e fa propri i movimenti degli astri.
Egli interiorizza tutte le posizioni planetarie come le congiunzioni, i quadrati, i trigoni, le opposizioni, ecc. siano esse presenti nella parte del cielo a lui visibile, siano esse disposte nella parte opposta dell’emisfero.
E, secondo le posizioni che via, via i pianeti vanno formando fra di loro, l’uomo come gli animali e le piante, simultaneamente si manifesta. Si può addirittura affermare che il “Cielo” è nell’uomo; e l’Uomo è il Cielo; il Cielo è una pianta … e una pianta è il Cielo; il Cielo si riflette in un pianeta e questi è il Cielo.
Tutti hanno una loro vita, una nascita, una morte, un destino; una loro precisa interazione fenomenica che fa dell’essere molti, l’essere UNO nella sua totalità.
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In ognuno di essi è riflesso il “Tutto” nella sua “Molteplicità di forma e di contenuto”.
Da queste manifestazioni nasce spontaneo il problema “Volontà” che può essere analizzato sotto due punti di vista:
1) Considerando l’uomo privo di libero arbitrio, cioè analogo ad un oggetto che si muove come facente parte di un ingranaggio;
2) Considerando l’uomo libero di agire nel Creato con una sua determinata consapevolezza.
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Se l’uomo non avesse libero arbitrio, non si porrebbero problemi di azioni, e tanto meno di pensieri in quanto che tutto sarebbe determinato.
Se invece l’uomo dovesse avere il libero arbitrio, allora le cose si complicherebbero e di conseguenza si può asserire che più l’Homo Sapiens si illude di essere libero, più cade nella trappola della sofferenza, stato di essere, nato dal fatto che egli non accetta di vivere l’armonia-disarmonia quale cosa “UNA” che si riflette e si manifesta in lui dall’universo.
Sin dalla creazione, l’uomo ha sempre “voluto” o “dovuto” (secondo il credo filosofico) distinguersi dalle altre creature dell’Universo quali gli animali, le piante, i sassi perché si sentiva l’unico essere capace di agire con volontà (reale o fittizia, non importa).
Egli è sempre stato l’essere ribelle per eccellenza dell’universo ed è a causa di questo suo modo di presentarsi nell’universo, l’origine della sua sofferenza e dei suoi affanni.
Sofferenze che potrebbero essere molto attenuate se l’uomo fosse veramente consapevole che ogni azione che fa sulla terra è collegata a nuove posizioni astrali che in cielo si vanno via via formando.
Ed a proposito di tale affermazione è doveroso ricordare quanto scrisse l’antico filosofo ed astrologo Ermete Trismegistro: “Quello che è in alto è in basso e quello che è in basso è in alto per creare il miracolo di una cosa sola” (inizio delle Tavole Smeraldine).
Questo concetto base fu poi ripreso poi dai più grandi pensatori come Aristotele, Pitagora, Giordano Bruno, Dante Alighieri, Goethe, Keplero, Newton, Leibnitz, Spinosa, Cartesio, Jung e altri.
Ammettere l’esistenza di una eterna proiezione ed interazione fenomenica dell’alto verso il basso, cioè del Cielo verso la Terra e della Terra verso il Cielo, non è una realtà che si accetta con molta semplicità .
All’uomo che vive nella quiete, ignaro di tante problematiche filosofiche, non interessa conoscere la verità.
La conoscenza è spesso elemento di disturbo poiché porta l’essere umano verso soluzioni di problemi che a loro volta danno vita a riflessioni che pesano sull'animo umano.
Tra la massa, i più, hanno sempre voluto vivere con la testa nascosta sotto la sabbia senza portare a far lavorare troppo il proprio cervello.
L’essere umano non si adatta facilmente ad ogni forma di conoscenza, anzi, è spesso spinto a non voler accettare anche realtà estremamente evidenti per ricorrere "Solo" all’uso dell’illusione.
E’ infatti solo nell’illusione che l’uomo riesce a celare la sofferenza credendo di ritrovare la forza per vivere.
E’ opinione di molti studiosi di filosofia che fin quando l’uomo rimarrà con le sue facoltà percettive di oggi (i cinque sensi), il problema del destino e del libero arbitrio non sarà risolto. Tali pensatori dovrebbero essere di diverso avviso dopo aver considerato le realtà statistico-oroscopiche e notato come gli avvenimenti umani siano profondamente correlati a precisi transiti planetari.
Già prima di San Tommaso gli antichi asserivano “Astra inclinant non necessitant”, cioè “gli astri inclinano, non obbligano” , ma alla luce delle riflessioni fatte sarebbe più opportuno asserire: “Gli astri non inclinano né obbligano, ma danno la possibilità all’uomo di essere nella manifestazione né libero, né schiavo, con gli animali, le piante, le rocce in un’eterna armonia.
Tutti sono collegati fra di loro come gli anelli di una catena invisibile, e tutti, a causa di influenze reciproche, vivono uno stesso ineluttabile destino.
(di Alessandro D'Angelo)