POESIE DI FATIMA SEVERINI IN D'ANGELO
La scrittrice, presenta un’estrema sensibilità che la porta a recepire ogni realtà fenomenica sia positiva che negativa. E’ per questo motivo che la donna riesce attraverso i suoi scritti, a rendere chiara quella realtà che vive oltre la forma delle cose. E’ proprio a causa di questi motivi che mi è sembrato opportuno portare a conoscenza queste sillogi pregne di profondo significato. Ha pubblicato alcune poesie sul libro Alfa & Omega- Autori Contemporanei - (Novembre 1999).
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I L D O M A N I
Passi lenti,
Volti vuoti,
aspettano il domani.
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Il domani è lontano,
[Nella Figura: Fatima Severini a sinistra [ 6 dicembre 2012]
il domani è vicino,
il domani è presente.
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Ma dov’è il domani ?
Fatima Severini
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O B L I O
La notte della vita
mi porta lontano,
nella notte dei tempi.
Il piccolo si tuffa nel grande,
per pescare anelli del passato,
quel passato che vive
nel presente della memoria,
senza mai perdersi
nell’assenza dell’Oblio.
Fatima Severini
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A M O R E
Amare se stessi
E’ vivere negli altri,
è camminare lungo
la linea del cuore,
per capire in te
chi non è come te.
di Fatima Severini
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T U
Credere in te,
credere in me,
credere in noi.
Vivere l’alba del tramonto
Abbracciando la vita.
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Disegnare arabeschi immaginari
Nel verde dei tuoi occhi.
Addormentarmi in seno
Alla mia antica memoria
e svegliarmi nel dolore
di non averti trovato.
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Ma poi gioire
sulla giostra del tuo cuore,
quando bambino mi stringi
con le ali del tuo ingenuo
e caparbio amore.
di Fatima Severini
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“M E T A M O R F O S I “
Un pensiero d’amore,
come eterna crisalide,
nasce dal profondo del cuore,
e, come delicata farfalla,
riposa sul fiore della vita.
di Fatima Severini
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S E N S A Z I O N E
Immergermi nei pensieri,
sprofondare nell’abisso dei ricordi,
è vivere il domani.
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P R I M A V E R A
Fiori trasparenti al sole,
come lacrima di bimbo,
confortata da un sorriso.
Girandola di colori,
con pudica malizia
mi invita a danzare.
Immagini di luce
mi riportano bambina,
quando ormai grande
ricerco un romantico rifugio,
dove ritrovare
la mia antica stagione:
un giardino segreto
che vive da sempre
nel mio presente,
ma che è nato
forse prima di me,
e con me vivrà
oltre il tempo,
oltre la mia memoria,
oltre la mia stessa vita
di Fatima Severini
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D E D I C A T A A M A R I A J E S U S
(Uscito dal tunnel)
Scorre il tempo,
Danzano le stagioni,
in un alito di vita
il domani è diventato ieri,
il mio passato accadrà domani.
Mi sveglio e voglio averti accanto,
Guardare nel profondo dei tuoi occhi
e leggere l’amore;
quell’amore che prepotente
ha voluto il mio essere,
ha blandito il mio cuore.
Nella culla dei pensieri
ritorno bambino,
quando fiore non ancora sbocciato,
attendevo l’incontro,
e la mia timidezza
si riempiva di sogni.
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Ti ho sempre amato,
Mia dolce conosciuta di sempre.
Ho creduto in Te,
quando incredulo
inseguivo le mie incertezze;
ti ho ripescato dal mare della memoria,
perché tu vivevi prima di me,
e scintilla di vita,
aspettavi come farfalla
di posarti sul fiore
della mia anima.
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Con magica alchimia
hai creato una nuova materia,
un’amalgama di sentimenti,
che con eterna trasformazione
vivrà al di fuori di noi,
per poi tornare,
con ineluttabile destino,
dentro di noi,
oltre il nostro tempo,
oltre le nostre stesse vite.
di Fatima Severini
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N O I
I nostri piedi scalzi
Formano ombre indefinibili
Le tue mani cercano
perdutamente il mio viso.
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I tuoi occhi sono riflessi nel mare
come il tempo della mia mente.
Noi due che ci amiamo,
che siamo un’anima sola,
che ci uniremo per l’eternità.
di Fatima Severini
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N O N N A S P E R A N Z A
Camminanno lungo ‘n viale
‘na matina,
te incontro 'na vecchietta
tutta sola,
co’ l’occhio vispo
e ‘n sorriso truffardino
m’ammicca e dice:
“ Bella signora, ‘o voi sapè
er futuro ?”
“A nonnè lassame sta’,
c’ho troppi guai pe' conto mio,
er resto lo sa solo Dio ! “
“Cocca mia, er domani
potrebbe esse mijore,
un friccico de speranza
sta bene, senno se more !”
“E se me dici che annammo peggio ?”
“Er peggio nun esiste,
er peggio ce l’avemo noi”
“me spiego:
Sei triste ? c'hai 'n dolore?
Sorridi, prega e coji ‘n fiore”
“A nonné, ma che stai a dì?”
E’ proprio vero li matti
stanno tutti fora.”
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Ma lei continua :
“L’omo nun sa vive,
ogni giorno more,
ogni volta che se dispera,
je more er core;
er segreto de la vita
è uno solo:
fa si che er peggio nun dimori,
tienilo chiuso, leghelo
e nun lo fa usci fori. !”
“Ma fatto tornà er bonumore,
‘o sai ? ......
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A nonnè , ma ‘ndo stai ?”
E’ sparita! ...
Che strano…
Me ritrovo co ‘na corda ,
e ‘n fiore in mano !
di Fatima Severini
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A MIO PADRE
Tenero fanciullo mio!
Vigoroso ulivo della mia infanzia,
mare prepotente della mia adolescenza
quercia possente di donna compiuta.
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Invano cerco l'essere di te, che,
inquieto, ancora percorre
momenti di eterna passione.
Ignaro vivesti nelle tue imperfezioni,
ma ostinato e ribelle vagheggiavi la salita,
testamento spirituale di faticosa dignità!
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Vorrei scaldare il mio cuore
sulla tua canuta testa affranta,
vivere il tuo cupo sorriso,
espressione amara di cose non dette,
in un'essenza di vuoto che mi parla di te.
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Ormai rincorro immagini di realtà
trascorsa con inconsapevole fine,
mentre tu con malcelata tristezza
imparavi a diventare povero di sogni.
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La tua discrezione ti ha portato via,
come nota vibrata dal vento,
in un silenzioso mattino di novembre
e tu, avaro di vita, mi hai regalato
l'ultimo bacio d'amore!
di Fatima Severini
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GIORNO DE FESTA
Assorta ne’ i pensieri passeggiavo,
cercanno de rimette ordine
a sta capoccia mia.
La mente me vagava
Pe’ tutto l’universo,
e…. quasi imbambolata
parlavo co’ me stessa
pensanno stranamente
a quann’ero ragazzina
a casa de' mi nonno,
assieme a li parenti,
e nun solo a quelli stretti,
in occasione de quarche ricorrenza
… e se nun me ricordo male,
me pare proprio d’en pranzo de Natale!
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“Anvedi! C’è pure zi’Giannina!!!
co’ quella faccia triste
che pare n’agonia!
Seduti attorno ar tavolo
Ce semo proprio tutti,
quanno mi nonno,
cor fare ancora patriarcale
arzannose all’impiedi
se mette a sentenzià:
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“E’ l’occasione bona
pe riabbracciasse tutti,
nun stamo a perde tempo
pensanno a li rancori,
n’attimo d’amore
nun va sprecato invano:
aprimo er nostro core
prennennose pe mano;
ve vojo bene a tutti
come se foste na creazione mia!
Vorrei che ricordaste
ste mie parole semplici
e forse ‘n po’ banali,
in un abbraccio eterno
che ve farà immortali!!”
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“Bravo, sei er mejo!”
quanta commozione ce bagnava er viso,
quanta sana allegria
ballava attorno a quella tavola,
‘n mezzo a quer domestico vociare,
tra rumori de piatti e de stovije stanche,
felici magnavamo quer sontuoso pasto.
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….Rivedo come ‘n firm
quer giorno ormai lontano:
quanta gente che credevo morta,
sfidanno er tempo sta lì che è ritornata.
L’omo, in effetti, nun more mai!
Basta tornà addietro co’ i ricordi,
scavarcà er confine de a memoria ,
p’entrà ner monno
che nun è più presente.
Er tempo nun esiste propio,
è solo ‘n modo pe’ capì la vita,
essendo noi soggetti ar divenire,
dovemo crede a i cicli temporali;
‘ A nascita e la morte, infatti,
so solo ‘n susseguisse logico
de eventi naturali.
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Quanti anni so passati!
Quante mano nun se toccheno più!
Ma quer giorno memorabile
ce l’ho scorpito ‘n core,
in un afflato maggico
che se chiama amore!!!
di Fatima Severini
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R I C O R D O
Assaporare il tempo
attraverso un vissuto
fatto di niente
e trascorrere la vita
in un istante
fatto di anni.
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Oltrepassare i confini
dell'esistenza
ed immergersi in tutto ciò
che credevo ormai...
svanito nel nulla
per ritrovare coloro che
senza perché avevo perduto.
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Svegliandomi dal torpore
dei miei anni vissuti
per riabbracciare il passato
e cullare piangendo
tutta la mia vita.
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Fatima Severini
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14 M A G G I O
(ad una coppia di sposi)
Dolce risveglio
accanto al mio cuore
Oltre il nostro sogno
vive la primavera.
Oltre le nostre anime
vive la memoria.
Un tempo che ci conosce da sempre
quando tu ed io non eravamo in noi.
Aprire il tuo cuore
è cercare la mia essenza.
dietro un muro fatto d'immagini.
dimora la nostra vita:
metamorfosi di sogno e realtà
ci indica un alchemico cammino.
Vibrazioni di musica,
girandola di colori...
e, noi adulti bambini
nell'incantesimo di un giorno...
Continuiamo a pescare
nel mare dell'oblio
per ritrovare quel Passato-Futuro
che ci appartiene.
di Fatima Severini
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ER TRADITORE
'Na domenica de pasqua de quarche anno fa'
su 'la tavola imbandita de bonora,
che aspettava solo 'a benedizione,
'n mezzo a salami, ova e pizze strane
c'era 'n santino dell'ultima cena,
messo li' per ricorda' a' resurrezione...
Uno dei tredici, come per incanto,
co' n'aria mesta esce dal santino
me guarda serio co' no sguardo stanco,
e, dopo 'n lungo silenzio ...
Prennenno fiato, se mette a favella':
* * * *
"Me chiamo Giuda,
so quello che 2000 anni fa
ho fatto cambia' il mondo
so' quello che il destino scellerato
je ha imposto de inganna' er Cristo,
er dio resuscitato .
io so cattivo,
me chiameno 'er traditore',
ma quante volte al giorno
s'ammazza il Redentore?
Quante volte sto Cristo e' condannato
da chi senza vergogna,
e' felice e rispettato?
* * *
Non cerco de scusamme,
so Giuda l'escariota,
l'infame che ha tradito,
so colpevole,
nun vojo discorpamme,
ma e' pur vero
che ormai me so pentito !
* * *
So 2000 anni che non trovo pace,
che piango disperato
cercando de da' 'n senso
a tutto quello che ignaro ho combinato.
Ma quanto dura ancora sta recita divina?
quanto tormento, sospiri
e strappi dentro ar core,
devo pati' prima de ritrova' l'amore ?"
[NELLA FOTO: Carl Bloch, L'ultima cena (fine del XIX secolo). Giuda si allontana dalla mensa dove Gesù celebra l'ultima cena; si tratta di un episodio narrato dal solo Vangelo secondo Giovanni].
A 'n tratto nun j'esce piu' nemmeno na parola
en pianto soffocato je se strozza in gola,
e, mentre un sono de campane...
Fa eco a sta disperazione...
Sputanno fra li denti sto magone...
Pe dignita' der tutto ritrovata
se copre er viso
e se mette a singhiozza':
* * * *
"Mannaggia giuda !
Quante volte ho pronunciato ste parole
e ho pure bestemmiato,
ma che corpa c'ha
sto poro sventurato
se l'hanno messo al mondo
per esse condannato ?
Vie' Giuda . siedete in mezzo a noi
e' giunto er tempo de fermatte,
vie' a magna' con noi sto cibo benedetto
er Cristo c'ha insegnato
d'amasse proprio tutti
anche chi ha sbajato,
e t'assicuro, che lui t'ha perdonato !
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* * * [Nella foto Fatima Severini a destra] * * *