Piccante, per dimagrire, curarsi e ... molto altro ancora
Secondo uno studio chi mangia cibi piccanti elimina oltre 45 calorie in più, a parità di pasto.Le spezie piccanti fanno aumentare il metabolismo di circa il 25% e ciò aumenta la possibilità di perdere peso. Unico inconveniente: non è ancora chiaro quali siano le spezie capaci di far "bruciare" le calorie. Il peperoncino pare che abbia tale effetto mentre lo zenzero no.
UN PO' DI STORIA
Il peperoncino arrivò in Europa stivato nelle caravelle di Colombo che tornavano nel vecchio continente, nel 1514. Il nome con il quale era chiamato in tutto il nuovo mondo era "chili" e così è rimasto.
Il primo occidentale che conobbe sulla lingua il sapore piccante del peperone fu il medico della seconda spedizione di Colombo, Diego Alvaro Chanca, che lo usò come condimento nel 1494.
Fino al secolo sedicesimo, nessuno dei grandi popoli della civiltà occidentale aveva mai potuto aromatizzare le sue vivande con l'apporto di questo vegetale allegro, umile, vivificante.
Il peperoncino acutissimo al gusto apparve subito adatto per conservare e insaporire le vivande: tant'è che il Mattioli, medico senese autore di un famoso trattato sulle piante del 1568, ne parla già come di una pianta comune, chiamandolo pepe cornuto o pepe d'India.
Comincia da qui la difficile e intricata questione della nomenclatura a proposito del nostro frutto, che troverà solo con la sistematica di Linneo, nel settecento, il definitivo nome scientifico di "capsicum".
In brevissimo tempo la coltivazione del pepe d'India si diffuse nei paesi del mediterraneo, favorita dal clima e dal sole.
Attecchì benissimo nel nostro Sud, dove il peperoncino è rimasto, quasi ovunque, l'aroma preferito, e in tutta l'Africa settentrionale.
Oggi, è venduto in quantità in qualunque mercatino della Tunisia, Algeria, Libia, Egitto, Marocco.
LA CARTA D'IDENTITÀ
Pianta che appartiene alla famiglia delle solanacee ed al genere capsicum.
Nome botanico(genere e specie) :Capsicum frutescens, Capsicum annum.
Le piante si presentano sotto forma di cespuglio con foglie di colore verde chiaro su fusti delicati.La loro altezza varia dai 40 agli 80 cm e la loro larghezza, dipendente dalla specie, risulta sempre variabile tra i 40 e gli 80 cm.
Fiorisce con fiori bianchi stellati a 5-6 petali con stami giallo tenue.
COME SI COLTIVA
Il peperoncino può essere coltivato in balcone, seminando da febbraio a marzo in una cassettina contenente terriccio da semina e trapiantando poi la pianta all'aperto in aprile - maggio, quando è alta 10 cm circa.
Date le misure della pianta occorre che esse vengano interrate alla distanza di 10-15 cm l'una dall'altra ed eventualmente protette nelle zone più fredde, in modo da mantenerle ad una temperatura di minimo 19 °C. I frutti si raccoglieranno da giugno fino a novembre.
COME SI CONSERVA
I metodi migliori per conservare il peperoncino in modo che non perda le sue proprietà sono: sott'olio o secco Esso deve essere utilizzato appena colto altrimenti il sapore si altera. Per ottenere un sapore piccante è consigliato seccare i peperoncini al sole e polverizzarli, qualche giorno dopo la raccolta.Per chi preferisce metterli in salamoia, si consiglia di coglierli senza togliere il picciolo ed i semi e, scottarli in acqua e aceto bollenti per 1 minuto. Portare poi ad ebollizione in una pentola un litro d'acqua,toglierli dal fuoco ed aggiungere 250 gr. di sale da cucina, raffreddarli e sistemarli in un vaso di vetro.
LE SUE CARATTERISTICHE
Il vero nome scientifico del peperoncino è Capsicum, nelle varie vesti di minimum, fastigiatum, frutescens, annuum.
La parola deriva dal latino capsa che vuol dire scatola o dal greco kapto che vuol dire mordo, mangio avidamente (per la sua dote di eccitare l'appetito).
Il principio attivo, l'alcaloide, si chiama Capsicina ed è contenuta specialmente nella placenta, un velo sottile, attaccato alla parte interna del frutto, che sorregge ed avvolge i semi.
Nell'epicarpo sono contenute le sostanze coloranti che danno il bel colore al frutto: capsorubina, zeaxantina, criptoxantina.
Nell'olio dei semi vi sono: acido miristico, palmitico, stearico, carnaubico, oleico.
Nel frutto: acido malonica e citrico, potassio, rame, zinco, fosforo, zolfo, magnesio, ferro.
Le Vitamine: Vitamina A 420 U.I, Tiamina 0,08, Riboflavina 0,08, B6 0,22, Niacina 0,22, Acido Pantotenico 0,23, Acido Folico 8, Acido Ascorbico 128, Vitamina E 60 gamma.
Per i più pignoli vi diamo anche la formula chimica della Capsicina e il suo nome "chimico" :
LE SUE DOTI
Ecco una lista delle straordinarie doti di questo prezioso frutto:
Carminativo (scaccia i gas dalla pancia) , Eupeptico (fa digerire bene) , Previene l' infarto , E' afrodisiaco (aumenta il desiderio sessuale), Fa abbassare la pressione alta, ma... Fa aumentare la pressione "minima"
Migliora l'emodinamismo, Fa smettere di fumare, Sollecita la coagulazione del sangue, Protegge i capillari .
Cura l'ulcera gastrica e duodenale, Cura le emorroidi e le ragadi , Abbassa il colesterolo, Indicato nelle prostatiti, Cura le allergie e l'asma, Evita le trombosi, Cura la colite, E' anticancerogeno, Cura nevralgie, reumatismi, distorsioni, lombaggini, torcicollo, Cura la gotta, Aiuta gli alcolisti a smettere di bere, Migliora la depressione e l'ansia, Indicato nelle faringiti e laringiti, Caduta dei capelli, Distacco di retina Incontinenza urinaria, E' diuretico , E' diaforetico (fa sudare), Cura la dismenorrea, Otite, Insufficienza epatica, Psoriasi
Stitichezza, Herpes Zoster ,Vene varicose, Cellulite, Pellagra, Malaria, Colera, Enfisema polmonare
Cistopielite, Allevia i dolori del parto, Emicrania e cefalea, Pulisce i denti, Mal di mare, Anoressia, Obesità
Ernia iatale, Mal di denti, Acne giovanile Sordità, Apoplessia, Tosse, Abbassa i trigliceridi, Diverticolite
Geloni, Raffreddore .
COME PLACARE IL BRUCIORE?
Per quelli che hanno esagerato con le dosi, oppure se ne sono trovati un pezzo in bocca senza volere, c'è un solo rimedio!!Evitare assolutamente di bere dell'acqua, vino, birra, o altro: le cose non faranno altro che peggiorare!L'unico modo è masticare del pane, o ancor meglio della mollica, magari dopo essersi messi sulla lingua un pizzico di sale. FATE ATTENZIONE!!!
LE PROPRIETÀ MEDICINALI AZIONE ANTIBIOTICA
vi sembrerà strano, ma la maggior parte delle piante studiate sotto questo aspetto hanno dimostrato di possedere una azione antibiotica più o meno pronunciata. Il capsicum, usato largamente in Etiopia per la preparazione dei piatti tradizionali, ha dimostrato, ad una concentrazione neppur troppo elevata, di poter inibire colonie di salmonelle e colibacilli assai diffusi in quelle zone calde e responsabili di gravi malattie intestinali.
La cosa non deve meravigliare più di tanto.
Gli antibiotici prodotti dalle piante hanno una funzione di difesa contro i germi in esse contenuti nè‚ più o meno come gli animali e l'uomo posseggono un sistema immunitario fatto di anticorpi e di elementi corpuscolati, macrofagi e linfociti, deputati allo scopo.
Il fatto singolare è che le piante che noi usiamo come spezie: aglio, prezzemolo, rosmarino, pepe, ginepro, origano, cumino, ecc., ne contengono in quantità significative.
Sembra quasi che l'uomo abbia cercato ed usato questi vegetali non solo per migliorare il gusto del cibo, ma per altre ragioni dettate dall'istinto.
Oltreché‚ preservarsi da certe malattie, ottenere da questi antibiotici naturali una modificazione della flora intestinale atta a sfruttare meglio la digestitone del cibo e quindi derivarne un maggior apporto calorico.
In parole semplici, un piatto povero di farinacei o patate, insaporito con prezzemolo, aglio e peperoncino, aumenta il suo valore nutritivo reallizzando così un vantaggio economico.
Spiega, almeno in parte, come certe popolazioni della terra riescano a sopravvivere con diete misere ai limiti della sopravvivenza.
Questo ben sanno gli allevatori che, somministrando antibiotici agli animali in batteria, ottengono un maggior utile che va dal dieci al venti per cento.
Da tutto ciò che ho detto se ne potrebbero ricavare pratici vantaggi ?
Qualche "patito" del peperoncino farà, a questo punto, un salto sulla sedia. Ma, allora, la decantata cura col peperoncino dell'ulcera gastro-duodenale, scoperta recentemente la sua natura microbica (Campylobacter), ha una sua valenza scientifica?
Se il peperoncino possiede azione antibiotica utile specialmente ai fini della flora intestinale, è anche vero il contrario, cioè che queste piccole dosi di antibiotico possono anche provocare una resistenza batterica quale effetto indesiderato.
Non è facile valutare l'azione di un farmaco partendo da qualche sua caratteristica.
AZIONE ANTICANCEROGENA
Prendiamo l'argomento con le molle e con tanta, tanta prudenza.
Le nitrosamine sono composti (bombe ad orologeria) con le quali veniamo a contatto giornalmente, volenti o nolenti e che hanno una comprovata azione cancerogena.
Sono contenute nei vegetali coltivati su terreni eccessivamente concimati, anche con concimi naturali; in certi legumi, spinaci, insalate diverse.
Anche la bollitura può trasformare i nitrati in nitriti e quindi in nitrosamine per azione di bacteri in derrate mal conservate dopo la cottura.
Le nitrosamine si possono formare anche in carni mal conservate o pesci non freschi.
Possono essere presenti in prodotti di fermentazione come vino e birra.
Si sviluppano anche all'interno dell'apparato digerente, sempre per azione di microrganismi, in ambiente troppo acido.
Nei fumatori, la saliva stessa può sviluppare nitrosamine.
E chi più ne ha, più ne metta!!!
Fortunatamente il nostro organismo ha la facoltà, con alcuni enzimi, di rendere solubili e quindi eliminabili questi composti nocivi.
Purtroppo però altri enzimi (il citocromo p450j) reagiscono con queste sostanze dando luogo a prodotti potenzialmente cancerogeni.
Ora, pare che il peperoncino, la sua capsicina, abbia la proprietà di legarsi a questi enzimi traditori, neutralizzandoli. Ma il problema non è così semplice.
E' stato anche dimostrato, purtroppo, che 11 nitrato di sodio presente in molti alimenti, reagendo con le spezie aggiunte per la loro conservazione (peperoncino compreso) possono dar luogo alla formazione di nitrosamine.
Come vedete l'argomento è assai spinoso!
E' stato accennato per sommi capi per farvi comprendere come quella che potremmo chiamare la farmacologia alimentare sia irta di trabocchetti e non permetta esemplificazioni di comodo.
Se però consideriamo che il peperoncino ha una buona azione antiputrefattiva e possiede una efficace azione sulla peristalsi intestinale atta ad accelerare il transito delle feci così impedendo il loro ristagno nel grosso intestino e la formazione di sostanze mutagene, ecco allora che l'azione del peperoncino può essere utile, specie quando la dieta sia ricca di fibre vegetali.
AZIONE ANTISCLEROTICA
Recenti studi condotti in Giappone hanno appurato che la capsicina ha sul sangue una azione fibrinolitica (come l'aglio e la cipolla, se non lo sapevate!).
A vostra conoscenza dirò che la fibrina è una specie di reticolo che va ad avviluppare quegli accumuli di piastrine che si sono andate formando sulle piccole lesioni create dal tempo a danno delle nostre povere arterie. Tappando sì il buco ma creando, con la fibrina appunto, con i globuli bianche, rossi e calcio quella placca ateromasica che nel tempo può divenire tanto voluminosa da chiudere il vaso stesso.
Antiaggreganti piastrinici e fibrinolitici sono quindi i farmaci che impediscono la formazione della placca. Il che, come dicevamo all'inizio, pare sappia fare il peperoncino.
La qual cosa, anche se suggestiva, deve ancora essere dimostrata in modo sicuro.
La tesi, molto accreditata, che sostiene questo asserto, si basa sulla constatazione, in verità inoppugnabile, che i popoli che fanno largo uso di peperoncino sono statisticamente meno soggetti all'arteriosclerosi e quindi all'infarto. La deduzione è affascinante ma un po' semplicistica.
Non dimentichiamo che quei signori, si fa per dire, mangiano meno di noi (o non mangiano affatto) non fumano si arrabbiano di meno e se la prendono comoda (andando a piedi).
Probabilmente, facendo o non facendo tutte queste cose, anche noi camperemmo di più, anche senza peperoncino!
IL PEPERONCINO COME ANESTETICO
Le prime ricerche di laboratorio sul peperoncino risalgono agli anni venti.
Soggetti designati negli esperimenti i soliti poveri cani, probabilmente senza il loro consenso.
I primi ricercatori, iniettando la capsicina endovena provocano un rallentamento degli atti respiratori fino all'apnea, un abbassamento della pressione arteriosa ed una diminuzione della frequenza cardiaca per azione vagale.
Sull'intestino isolato (sempre del povero cane) la capsicina aumenta il tono e la frequenza delle contrazioni Sempre lo stesso capsico, applicato localmente come tintura (questo si può fare anche sulla pelle di un cristiano!) provoca calore e bruciore ed in un secondo tempo arrossa l'epidermide ma non fa comparire vesciche anche in dosi molto concentrate. Non solo, ma a questo livello subentra uno stato di anestesia localizzata, il fenomeno già notato in passato (così curavano il mal di denti i Maja e gli Incas) è stato recentemente spiegato con il fatto che la capsicina entrerebbe in competizione con la cosidetta sostanza P che è un mediatore chimico tra la parte offesa ed il neurone che porta lo stimolo al cervello.
Questo misterioso fattore fu scoperto negli anni trenta ma fu isolato e meglio conosciuto quaranta anni dopo.
La distruzione o l'inattivazione, questo non è chiaro, di tale sostanza, impedisce dunque all'or- ganismo di percepire dolore da quel punto dove si è applicata la capsicina.
Con queste interessanti premesse si è recentemente provata l'applicazione di una crema di capsico sulle lesioni provocate da una malattia tipica del sistema nervoso periferico: l'erpes Zoster. Pare con buoni risultati, anche se consiglio i miei lettori di non fare esperimenti sulla propria pelle.
Nemmeno sui cani!!
COME È CONOSCIUTO IN ITALIA
Liguria: Peviuncin russu, Lombardia: Peverone, Piemonte: Peuvreun, Emilia: Pevrun, Piviron, Toscana: Zenzero, Pepe rosso, Pepe d'India, Abruzzo: Pipidigno, Lazzaretto, Cazzariello Saittì, Pepentò Piccante, Molise: Diavulillo, Campania: Peparuolo, Puglia: Peperussi, Pipazzu, Pipariellu, Diavulicchio, Zenzero, Sardegna: Pibiri moriscu.
Sicilia: Piparieddu, Pipi russu, Basilica: Diavulicchio, Francisello, Cerasella, Pupon, Zafarano, Mericanilì, Mecarillo, Calabria: Pipi infernali, Pipi bruciante Canearedu, Spezzuzzu, Pipazzu, Pipi sfuscente, Pipariellu.