S A N T O M M A S O D' A Q U I N O
Nel 12° secolo, quando gli arabi giunsero in settentrione
trasportarono con loro l'antica ed aristotelica tradizione.
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Fu in quel periodo che un gran filosofo venne alla luce
ambasciator di conoscenza che ancor oggi molti conduce.
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Carattere allegro, umanitario ed intellettuale
Tommaso si rilevò forte, con memoria eccezionale.
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Molto colto, dinamico, spirituale e gioviale
spicca fra i santi per la cultura originale.
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Sostenne: "la ragione non può comprendere l'altissimo
poiché attraverso essa smarrirsi è semplicissimo".
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Studiò a fondo l' aristotelica metafisica
per provare l'esistenza di Dio e della fisica.
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Per "Causa causorum" intendeva Dio quale "Prima Causa"
eterno divenire dinamico, senza sosta né breve pausa.
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"Per arrivare a Dio le strade sono due
e con fede e fermezza le elencò ambedue:
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una attraverso la fede e la religion cristiana,
l'altra per mezzo dei sensi e della ragion umana".
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L'uomo può distinguere tramite la conoscenza, il giusto,
e, attraverso la coscienza, discernere l'ingiusto.
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Scoprì un punto di incontro nell' aristotelico naturalismo
che confrontò con il biblico, ed elevato spiritualismo.
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Come Agostino influenzò le idee del il suo antenato Platone, .
così anch'egli cristianizzò, gli aristotelici, ma con vera convinzione.
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Il "Sommo" così sintetizzava con chiarezza la sua opinione:
"oltre agli angeli c'è un 'dio sovrano' in un'unica visione".
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Furono cinque le vie per giungere a dio secondo Tommaso
fatto questo che si manifestò né per causa né per caso.
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La "via prima" fu la "prova cosmologica" desunta dalla fisica
convalidata dallo studio della logica e della metafisica...
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La "via secunda" fu la "prova causale ed efficiente"
cioè la "causa prima" che definisce e muove l'"ente" .
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"Le cose possibili esistono in virtù delle necessarie",
e' asserito nella "terza via" che espresse senza arie
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La "quarta via" rappresentava quella dei "gradi", della perfezione,
del minimo, del massimo, del il bene, del male e dell' ''imperfezione
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Nella "quinta via" figura il governo delle cose naturali,
cioè quelle prive di intelletto e quelle spirituali.
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Per il domenicano questa fu la sua opinione:
"non è antitetica la filosofia alla rivelazione"
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Approfondì fra l'altro lo studio dell'astrologia
senza trascurare alcuna scienza, neanche l'alchimia.
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Egli lasciò scritto nel testo della "Summa teologicae",
opera immensa carica di sentimento e logica:
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"Astra Inclinant, non necessitant"
ma, attraverso i miei studi, così modificherei la frase:
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"Astra non solum Inclinant, sed ethiam necessitant".
di Alessandro D'angelo