<< Uuuuuuuuuu! Uuuuuuuuuu! >>
Era una notte di luna piena e sopra lo spuntone di una montagna un lupo grigio stava ululando in un modo davvero insolito.
Un gufo ed una civetta che si aggiravano in quella zona lo udirono.
<< Alfredo! Lo senti 'sto lupo come ulula? >>
<< Hai ragione Maria! Non è il solito ululare da lupo innamorato! Questo sembra un lamento. Che ne dici... andiamo a controllare? >>
Maria, la civetta, acconsentì e si mise in volo, Gufo Alfredo la seguì e in un attimo raggiunsero il lupo Arturo che guardava la luna e ululava tristemente.Era infelice perché il suo branco di lupi lo aveva abbandonato a se stesso e si sentiva incompreso perché egli era di carattere mite e nessuno degliuomini gli credeva. Quando i due volatili notturni lo raggiunsero, il lupo quasi spaventato, tentò una fuga ma poi si fermò perché sentì il desiderio diparlare con i due pennuti.
<< Ciao lupo! Non scappare! Non vogliamo farti del male! Vogliamo solo parlare un po' con te! >>
disse la civetta Maria. Gufo Alfredo intervenne:
<< Ho sentito che ulululi in un modo insolito! Che ti succede?
Arturo abbassò la testa e quasi con le lacrime agli occhi disse:
<< Sono triste! Sono molto triste! >>
<< Questo lo vedo! >>
disse Alfredo. E chiese:
<< Ma perché sei molto triste? Cosa ti è successo? >>
<< Ma... tutto e niente! >>
rispose Arturo che faceva fatica a raccontare la sua storia.
<< Dai lupo! Raccontaci! Magari ti possiamo aiutare! >>
Lo incitò Maria. E il povero lupo iniziò con grande difficoltà a raccontare le sue pene.
<< Bè! Se vi racconto di me forse anche voi mi prendete in giro come tutti gli altri! >>
<< No! Questo non accadrà! Siamo qui per ascoltarti ed
aiutarti! >>
risposero in coro i due uccelli e così Arturo sentendoli sinceri si sciolse e raccontò
<< Come vedete io sono un lupo e mi chiamo Arturo. >>
Fece una pausa e la civetta presentò se stessa e il suo amico gufo:
<< Io sono una civetta e mi chiamo Maria e lui è un gufo e si chiama Alfredo. >>
<< Sono contento di fare la vostra conoscenza! Sento che diventeremo amici! >> << Lo spero! >>
dissero in coro il gufo e la civetta. Il lupo si sentì ancora più sollevato e non ebbe più paura di raccontare se stesso.
<< Ecco... non so da che parte iniziare perché tutto sembra così assurdo, ma è realtà! >>
<< Dai... racconta ciò che ti senti di raccontare! >>
Questa volta il lupo iniziò il racconto:
<< Vedete... io sono triste perché il mio gruppo mi ha abbandonato. Mi hanno ritenuto non idoneo al gruppo perché micomporto in modo diverso da loro. >>
<< In che senso sei diverso da loro>> Chiese curioso Alfredo r proseguì: << Sono diverso da loro perché io non mi nutro dicarne. Non uccido pecore od altri animali per mangiare. Io mangio erbe che trovo nel prato. Non faccio male nemmeno ad una mosca! Mi hanno preso in giro tante di quelle volte che ho perso il conto. Fin da piccolo non sono stato accettato ed ho cercato in tutti i modi di farmi apprezzare da tutti, ma niente... nessuno mi voleva bene e ad un certo punto mi hanno cacciato e così eccomi qui da solo in cima a questa roccia ad ululare alla luna tutto il mio dolore e la mia solitudine. >>
Il lupo fece una pausa e poi guardò la luna ed ululò
<< Uuuuuuuuuu! Uuuuuuuuuu! >>
<< Arturo! Non far così! Dai! Ci siamo noi adesso e ti aiuteremo! Non sarai più solo d'ora in poi! >>
disse Maria. E il lupo disse:
<< Vi ringrazio davvero tanto, ma penso che sia impossibile aiutarmi! Gli altri lupi non mi vogliono nel branco e poi... non mi vogliono nemmeno gli uomini! Cosa ci sto a fare io qui? >>
<< Dai Arturo! Non far così! Non abbatterti subito! Io sono certo che le cose si possono aggiustare! Basta solo volerlo veramente! E poi... ci siamo noi! >>
<< Siete molto cari!! >>
<< Suvvia! Tirati su Arturo! La tua vita inizia adesso! >>
disse Alfredo e poi aggiunse
<< Dai... vieni via di qua! Andiamo nel bosco che stiamo al sicuro! >>
<< Avete ragione! Andiamo! >>disse il lupo.
Si diressero all'interno del bosco e mentre Arturo camminava, raccontava ai suoi nuovi amici tutti i suoi problemi. Maria e Alfredo si intenerirono ancora di più ascoltando i racconti del lupo ed in loro accresceva ancora di più il desiderio di aiutarlo. Senza accorgersi Arturo li portò nel luogo dove si trovava la sua tana e disse loro
<< Senza accorgermi vi ho portati a casa mia! Questa è la mia tana da lupo solitario! Come vedete sono isolato dal resto del branco, mi sono dovuto arrangiare come meglio ho potuto. Accomodatevi
pure! Non è gran che! Certo... non è la comodità a cui ambisco, ma la mia ambizione è il poter avere compagnia ed amici con cui parlare. Qui da solo le ore non passano mai! >>
Entrarono nella tana di Arturo ed osservandola Alfredo cercando di consolare il lupo disse:
<< Devo dire che hai trovato un bel rifugio per nasconderti! Qui non stai male. Hai anche un corso d'acqua che passa nelle vicinanze! Sei fortunato! Non è da tutti trovare un nascondiglio così perfetto! >>
Purtroppo, si vedeva lontano un miglio che malgrado i complimenti che riceveva dai suoi amici, Arturo non era felice. Non aveva più fiducia in se stesso e si sentiva una nullità.
<< Io non sono del tutto contento di questa vita! >>commentò Arturo e poi aggiunse
<< Vorrei essere con gli altri e magari assomigliare a loro e invece... mi sento una nullità! Perché sono così diverso da tutti loro? Perché? >>
<< Dai... non abbatterti! >>
incoraggiò Maria, ma Arturo aggiunse
<< Tu hai altre qualità che loro non hanno! Vedrai che prima o poi qualcuno se ne accorgerà! >>
<< Chissà quando! Io intanto continuo a vivere isolato da tutti e da tutto e non è facile credetemi! Non è affatto facile! >>
<< Ma ora ci siamo noi! Siamo qui con te Arturo! >>
<< Sì è vero e vi ringrazio tanto! >>
Mentre entrarono nella tana, invasi dal buio, non si accorsero di una bimba che raggomitolata per terra stava dormendo. Era una piccola che si era smarrita nel bosco. Dopo aver vagato a lungo alla ricerca della strada per ritornare a casa, stanca ed affamata, aveva cercato un riparo per la notte e così era entrata nella tana di Arturo. In quel luogo si era sentita protetta e al sicuro e si era lasciata andare ad un sonno ristoratore. Quando il lupo la vide iniziò ad agitarsi e si preoccupò:
<< Una bambina nella mia tana! Ma da dove sarà arrivata? Ed ora cosa faccio? Qualcuno la starà sicuramente cercando! Se la trovano qui per me è finita! >>
<< Ma dai!!! >> disse Alfredo e aggiunse
<< Non essere così pessimista! Anzi... ora che ci penso quella bambina potrebbe esserti d'aiuto! >>
<< In che senso? Spiegati meglio! >> disse la civetta, ed Alfredo spiegò a tutti il suo pensiero
<< Io sono convinto che questa bambina aiuterà Arturo a dimostrare agli uomini che lui non è un lupo cattivo e che fra i lupi, come negli esseri umani, esistono anche lupi buoni. >>
Alfredo fece una pausa e Maria ribadì
<< La bambina è piccola! Come può aiutare Arturo! >>
Il lupo ascoltava attento senza intervenire e così il gufo rispose alla civetta
<< Vedi Maria... proprio perché è piccola lo aiuterà! I bambini amano gli animali e lei sicuramente vedrà Arturo come un cane e non come un lupo. Sarà attratta da lui e cercherà di farselo amico! Tu Arturo dovrai solo stare al gioco, ma sono certo che ci riuscirai bene. Noi vediamo che non sei un lupo cattivo! >>
<< E poi? Cosa dovrà fare Arturo? >>
<< Arturo accompagnerà la bimba a casa e tutti vedranno che lui è un lupo buono e nessuno si permetterà di fargli del male. All'inizio non sarà così semplice ma poi... Arturo... sono certo che in quel paese diventeranno tutti amici tuoi e non ti sentirai più solo! Che dici? >>
<< Spero tanto che sia come dici tu! Tu sei sempre così ottimista! Riesci a vedere in ogni cosa il lato positivo. >>
<< Andrà tutto bene Arturo! Abbi fiducia! Io sono convinto che sarà così! >>
<< Sarà meglio che io la vegli così quando si sveglia non si sentirà sola! >>
<< È un'ottima idea! >>
rispose Alfredo ed aggiunse
<< Io e Maria andiamo a caccia! Mi sta venendo un languorino! Rimaniamo comunque nei paraggi così se hai bisogno di noi ci
vuoi chiamare! Non ti lasciamo solo! Sta tranquillo!! >>
<< Grazie amici!! >>
Il gufo e la civetta lasciarono il lupo solo con la sua ospite. Arturo si accovacciò vicino alla bambina cercando di scaldarla con il suo corpo. La piccoladormì serenamente e si svegliò al tepore dei primi raggi del sole. Il lupo sentì che si mosse e si scostò da lei con delicatezza. Rimase a guardarla mentrelei aprì gli occhi e dopo averli strofinati con le mani osservò il lupo e sorrise dolcemente dicendo:
<< Ciao! Tu sei un lupo vero? >>
<< Sì! Sono un lupo grigio! >> rispose Arturo. E la piccola aggiunse
<< Sei davvero bellissimo! Io non ho paura dei lupi! Tutti dicono che sono cattivi, ma io non ci credo più di tanto! Tu cosa mi dici? Ho ragione a riguardo?>> << Bisogna fare delle distinzioni! Vedi piccola... ci sono lupi buoni e lupi cattivi. È come fra gli umani. Non c'è distinzione! >>
<< Comunque io sono convinta che i lupi non sono tutti cattivi! >>
<< Tu sei piccola e non riesci a distinguere il buono dal cattivo! Posso dirti che comunque hai davanti a te un lupo diverso da tutti gli altri lupi! >>
<< E perché sei diverso da tutti gli altri lupi? >>
Chiese molto curiosa la piccola. Arturo rispose
<< Io sono diverso da tutti perché a differenza degli altri non
mangio carne ma erba e non sono capace di far del male nemmeno ad una mosca! >>
<< Caspita! Un lupo che mangia erba! Mai sentito che esistessero! I lupi di solito sono dei carnivori e tu invece... mangi erba. Come mai? >>
<< Non ho idea! Sono nato così! >>
Ad un certo punto la bambina chiese al lupo
<< Posso accarezzarti? È il mio sogno accarezzare un lupo! >>
<< Certo! >>
Detto ciò Arturo si avvicinò e la piccola lo accarezzò e se lo coccolò. Arturo si lasciava fare e gli piacevano molto quelle coccole. Gli sembrava quasi di essere rinato perché nella piccola aveva trovato affetto che da tempo non aveva. Tra i due era nata una bella amicizia. Ad un certo punto la piccola chiese
<< Come ti chiami? Vuoi giocare un po' con me? >>
<< Mi chiamo Arturo e tu? >>
<< Paola! Vuoi giocare con me? >>
chiese nuovamente la bambina ed il lupo acconsentì. Iniziarono con il rincorrersi nel bosco. Paola rideva felice e Arturo l'accontentava in ogni cosa, d'altronde si divertiva pure lui. Era da tempo che non giocava così. Giocarono finché non ebbero più
forza di correre e saltare e si fermarono. Fu in quel momento che Arturo un po' ansimante chiese
<< Ma tu da dove vieni? I tuoi staranno in pensiero! >>
<< Io vengo dal paese qui vicino e mentre passeggiavo nel bosco alla ricerca di funghi mi sono persa. Penso che mamma e papà mi staranno cercando, ma io sto così bene con te! Non mi sono mai divertita tanto in vita mia! >>
<< Mi lusinga molto tutto questo però è meglio che ti aiuti a tornare a casa! >>
<< Io sto così bene qui con te! Purtroppo però hai ragione; devo tornare a casa e se mi aiuti te ne sono grata! Non so come si esce da questo bosco! >>
<< Tu seguimi e abbi fiducia in me! >>
I due si incamminarono; Arturo faceva strada a Paola che lo seguiva. Ogni tanto prendevano la cosa come un gioco. Arturo si metteva a zigzagare fra gli alberi e la bambina lo imitava. Mentre giocava con la piccola non sembrava nemmeno che lui fosse un lupo: sembrava di vedere un cane. In poco tempo condusse Paola fuori dal bosco e davanti ai loro occhi apparve un immenso prato verde. Il lupo si mise a mangiare l'erba come se nulla fosse e la bimba lo guardò stupita.
<< Sei proprio un lupo speciale! >>
In lontananza si sentirono voci di uomini che chiamavano incessantemente la piccola. Si udivano anche i cani abbaiare. Arturo raddrizzò le orecchie e si mise sull'attenti. Sentendo che quelle persone si stavano avvicinando disse alla sua amica
<< Ti debbo lasciare! Per me è pericoloso star qui! Se mi vedono accanto a te mi uccidono perché pensano che io voglia farti del male! >>
<< Non andartene! Rimani qui! Io ti proteggerò come tu hai protetto me! Tutti sapranno quanto sei buono e non ti faranno alcun male! Dammi retta... rimani altrimenti nessuno imparerà ad amarti se non ti lasci aiutare da me! Tu sei tanto dolce! >>
<< Grazie Paola! Ti starò accanto allora! >>
Il lupo si avvicinò alla bambina e lei lo coccolò come se coccolasse un qualsiasi cane. Arturo le leccava le mani ed il viso. Era una scena commovente da vedere. Le persone che erano alla ricerca di Paola, intanto, si erano avvicinate a loro. I cani abbaiavano con ossessione perché sentivano l'odore del lupo. Gli uomini li trattenevano a stento. Stavano osservando incuriositi la scena. Non pensavano affatto che un lupo potesse essere così dolce e mansueto e Paola lo stava dimostrando a tutti. I due amici si misero pure a giocare fra loro e ancora di più le persone che erano lì presenti rimanevano affascinate da quella visione. Ad un certo punto il padre di Paola che era fra loro chiamò la figlia
<< Paola! Paola! >>
<< Papà, papà! >>
rispose lei ed aggiunse
<< Hai visto quant'è bravo Arturo! Sta giocando con me! >>
<< Sì... lo vedo! Ma ora vieni per favore! >>
<< Seguimi Arturo! Non aver paura! Non ti faranno del male! >>
Arturo la seguì fiducioso. Nessuno ebbe il coraggio di spaventarlo
e perfino i cani smisero di abbaiare.
<< Papà... ti presento Arturo! Lui è un lupo tanto buono! Pensa che durante la notte mi è stato vicino e poi ha giocato con me! >>
<< Ho visto! Lui è un lupo speciale e certe persone dovrebbero prendere esempio da lui! >>
Fra i presenti c'era anche il Sindaco del paese che aveva coordinato le ricerche di Paola. Vedendo quanto era docile ed affettuoso il lupo con la bambina si fece avanti e ad alta voce, perché tutti sentissero disse:
<< Questo lupo, a differenza di tutti gli altri suoi simili, ha dimostrato a noi tutti che anche gli animali sanno amare. Si è preso cura della piccola Paola e penso meriti da noi tutti stima e rispetto. Caro lupo Arturo ti nomino cittadino onorario. Potrai venire in paese a farci visita ogni volta che vorrai e sarai sempre il ben venuto. Ho con me la mia fascia tricolore e te la voglio dare in dono come segno di amicizia ed affetto. Grazie per aver protetto ed aiutato la piccola Paola! >>
Il Sindaco si avvicinò al lupo e avvolse al collo la fascia tricolore annodandola in modo tale che Arturo non la perdesse e aggirandosi per il bosco non si impigliasse fra i rami. L'animale era molto commosso. La bambina era felice e se lo coccolò. Dopo averlo insignito di tale onorificenza il Sindaco rivolto al lupo disse
<< Grazie Arturo! Ci hai dato una bella dimostrazione d'affetto e di amicizia! Grazie! >>
<< Grazie a voi! >> rispose commosso ed aggiunse
<< Grazie, perché sento di aver trovato tanti amici ed anche una
bella famiglia! >>
Scoppiò spontaneo un applauso ed i cani finalmente si avvicinarono ad annusarlo e scodinzolavano felici. Era da tempo che Arturo non si sentiva così! Finalmente aveva nuovi amici ed anche una grande famiglia che gli voleva bene. Tornò sereno nel suo bosco e all'imbrunire giunse alla sua tana. Lì lo attendevano Alfredo e Maria. Il gufo e la civetta erano appollaiati sul ramo di un albero ed attendevano ansiosi il ritorno del loro amico. Il lupo li avvertì con un ululato
<< Uuuuuuuuuuu! Uuuuuuuuuuu! >>
<< Questo è Arturo! >> dissero in coro.
<< Mi sa di sì! >>
disse Maria ed aggiunse
<< Questa volta il suo ululato non è triste! >>
Il lupo arrivò e i due volatili si presentarono davanti a lui curiosi di sapere cosa era accaduto. Arturo raccontò l'evento e disse
<< Finalmente sono felice perché quelle persone hanno capito che non sono un lupo cattivo. Sono felice perché oltre a voi ho trovato nuovi amici e penso che da oggi in poi mi sentirò meno solo! >>
<< Che ti avevo detto Arturo? >>
<< Avevi ragione Alfredo! Grazie al vostro suggerimento ora sono sereno! Grazie amici! Senza di voi non so cosa avrei fatto! >>
La voce dell'onorificenza ad Arturo giunse anche al branco di lupi. Essi consapevoli di questo grande evento in una riunione decisero di riammettere nel gruppo il lupo e insieme lo andarono a cercare. Da quel giorno in poi videro Arturo sotto un aspetto nuovo e nessuno si permise più di prenderlo in giro. Per il lupo fu davvero un ritorno felice nel branco. Ogni tanto Arturo andava in paese a trovare Paola ed ogni volta che vi metteva piede era sempre una festa e da quel giorno la sua vita diventò migliore e la solitudine e l'abbandono furono per lui solo un brutto ricordo.
Copyright Patrizia Andrich