di Alessandro D'Angelo
L'Altissimo è troppo grande perchè il concetto di Dio possa essere interpretato dagli umani, ne' mai parole anno dare testimonianza del Suo Volere e Potere; della Sua Universalita', Sacralita' o Giustizia.
L'Altissimo è in Caino come in abele, nai santi come nei peccatori, come in ognuno di noi. L'Altissimo è nella Voce come nel Silenzio, nella Luce come nelle Tenebre, nel Tutto come nel Nulla.
I Testi Sacri tramandano un insegnamento, una intrpretazione, un monito, una riflessione ma non già "Parole di Colui che E'" poichè EGLI è troppo grande per punire, maledire, perdonare o giudicare - Egli - ha posto in ogni uomo un seme invisibile: il seme della Coscienza, ed è questo seme che sconvolge che rimorde, che punisce o rende sereni e fa gioire.
I Testi Sacri sono la testimonianza della saggezza degli antichi padri e del loro voler penetrare nel "Mistero del Bene e del Male" in una serrata analisi di perfezionamento della coscienza stessa, ma sono anche lo spettro del loro terrore e la loro consapevolezza e convinzione di un'enesorabile punizione a fronte del rilassamento a cui assistevamo.
Caino ed Abele sono ancora fra noi, il Diluvio Universale è scientificatamente provato nella sua dinamica, come è certo l'odierno rilassamento delle coscienze; per cui una rivisitazione anche critica dei testi Sacri oltre ad essere un fatto culturale, può anche beneficamente costituire una ripresa di "quel Sacro Terrore" che non per squallida religiosita' di parte, valga ad una riflessione profonda sul concetto di Dio.
(CONTINUA il CAPITOLO che riporta il commento al Verso 1 del IV capitolo della Genesi)