Kuno's Mansion: la Community italiana di Ranma - Vietata la riproduzione anche parziale dei testi senza autorizzazione
Prima pubblicazione: Shonen Sunday
Uscita giapponese:
Uscita italiana:
Capitolo 179, “Draghi acquatici”.
Nanoka si allontana da Mao convinta di poter fermare Sasuga che sta distruggendo il villaggio: dopotutto lei ha il potere della terra, che dovrebbe prevalere sul potere dell’acqua. Mao cerca di fermarla, consapevole che la differenza di forza tra i due è comunque troppo grande, ma viene ostacolato dai paesani che lo circondano per riprendersi Sachiko. Questi ultimi si sono infatti convinti che la distruzione sia la furia del dio dell’acqua adirato per l’interruzione del rituale.
Nanoka scorge Sasuga e lo attacca con un affondo della sua Akanemaru, che lui schiva senza fatica. Sasuga non ha problemi a rivelare che ha solo fatto finta di andarsene, per poter portare a compimento indisturbato la sua opera di distruzione: e comunque è ormai troppo tardi, perché con la sua arte ha messo in moto i “draghi acquatici”, ossia (come spiega meglio Otoya, mandato da Mao a vegliare sulla ragazza) i flussi energetici delle falde acquifere del sottosuolo, deviandone il percorso per creare dei getti d’acqua destinati a non fermarsi finché non avranno raso al suolo il villaggio. Nanoka cerca di colpire la conchiglia di Sasuga, credendo che sia la fonte dell’incantesimo, ma quest’ultimo ci soffia dentro e crea un contrattacco acquatico che spezza la lama di sangue di Akanemaru per poi colpire in pieno Nanoka e Otoya…
Nel frattempo Mao sta ancora proteggendo Sachiko dai paesani, e costei riprende i sensi. Gli abitanti del villaggio sono ormai fuori di sé per la paura e gridano di voler uccidere Sachiko e offrire il suo sangue per placare la divinità. Sasuga, abbandonata Nanoka al suo destino (!), è tornato in tempo per ascoltare tutto e così, una volta scoperte le vere intenzioni del villaggio, afferma con un sorriso di essere sollevato e che potrà portare a termine la sua opera senza rimorsi. Soffiando ancora sulla conchiglia, dal fondo asciutto della palude esplode un vero e proprio tornado d’acqua… e nel caos totale, l’unico pensiero di Mao è come stia Nanoka…
Capitolo 180, "Condanna"
L’acqua è prosciugata e Nanoka è svenuta. Otoya nota come il tornado stia andando verso la piazza del villaggio. Gli abitanti chiedono spiegazioni a Sasuga, il quale spiega che la siccità è causata dal tornado che prosciuga la falda, e che lui lo sta lanciando sul villaggio, mentre loro erano convinti che fosse dovuto ad una punizione divina. Gli abitanti si preoccupano di rimanere senza acqua e Sasuga gli scatena addosso il tornado. Mao lascia Sachiko e corre a salvare gli abitanti. Ed ecco che arriva un colpo di Nanoka che, di nuovo in piedi, si lancia contro Sasuga. Egli è felice di vederla e si crea un siparietto tra i due, quando Nanoka gli fa notare che è stato proprio lui a colpirla.
Nanoka chiede di Mao e i due notano il potente tornado che ha inglobato Mao e gli abitanti. Dal tornado si manifesta il katashiro della tartaruga di Mao che sconfigge il tornado. Nanoka è sollevata dall’apparizione di Mao, mentre il katashiro Genbu sputa gli abitanti che aveva protetto dall’acqua. Mao e Nanoka si incontrano e Mao pensa sollevato che sia salva, mentre Nanoka gli esprime la sua preoccupazione. La faccia di Mao e il suo “questo lo dovrei dire io” sono da manuale!
Otoya nota l’acqua che se ne sta andando, Mao non è riuscito a salvare tutti gli abitanti e Sasuga, che nemmeno avrebbe voluto ucciderli, esprime disappunto nel vedere che quelli che volevano i sacrifici sono sopravvissuti. Sasuga si rivolge a Sachiko chiamandola Sacchan con confidenza e chiede a lei cosa vuole che faccia con coloro che l’avrebbero sacrificata.
Capitolo 181 “La strada scelta”
Si riprende il capitolo con la scelta di Sachiko. Sasuga la assicura che decapiterà chi la voleva sacrificare e Nanoka sa che quando lui decide qualcosa, la porta a termine.
Sachiko chiede di suo padre e Mao le racconta di come abbia voluto che la salvassero ad ogni costo. Sachiko si sente in colpa ma Sasuga rincara la dose incolpando gli abitanti che hanno sfruttato la disabilità del padre.
Mao le ricorda di come il padre la volesse libera e lei si fa convinta di non vederli morire, pur non dimenticando e con il disappunto di Sasuga. Mao fa allontanare gli abitanti dicendo anche che l’acqua non tornerà e di trasferirsi in un’altra terra. Essi chiedono chi fosse colui che controllava l’acqua e Sasuga, che stava per rispondere, è interrotto da Mao che dice lui sia il dio dell’acqua, arrabbiato per aver ricevuto sacrifici umani. Gli abitanti, superstiziosi, si prostrano davanti a Sasuga che ringrazia Mao per aver salvato Sachiko e cerca di portarla via. Nanoka protesta ma Sachiko lo guarda ammirata, ringraziandolo per aver cercato di difenderla (a suo modo). Anche Mao le offre di accompagnarla giù dalla montagna, riconoscendone i buoni sentimenti per non aver voluto vendetta, questa è la strada giusta.
Segue tavola intera con Mao che la guarda negli occhi e le dice “Per camminare con forza nel futuro, vieni insieme a me?”. Come dire di no?
Sasuga non la prende molto bene e Sachiko sembra dire che preferisce il bel volto di Mao. Col cuore spezzato, Sasuga se ne va in un tornado di acqua e lacrime (?)
Mao riflette sulla forza straordinaria di Sasuga, che riesce a muovere i draghi d’acqua, ovvero le vene sotterranee, arrivando a distruggere un villaggio. Lo fa per rimproverare Nanoka, che gli si era scagliata contro senza rendersi conto della forza dell’avversario. Nanoka si scusa, subendo la ramanzina e Sachiko si interroga sul rapporto tra i due: Otoya sembra dar voce ai pensieri della Takahashi “chissà, è difficile dirlo.”
La compagnia torna in città dove Sachiko cerca lavoro al Milk Hall e si separano.
Il capitolo si chiude nel salotto di Kamon dove Natsuno dice di aver visto un gruppetto di ayakashi che fluttua di notte sopra ad uno stagno. La zona è un posto importante ma Natsuno non è riuscita ad avvicinarsi per la troppa energia maligna, per questo chiede aiuto a Kamon, non avendo trovato Mao. I due si chiedono se questi ayakashi possano avere a che fare con Yurako, che proprio Natsuno vorrebbe interrogare per sentire la sua versione della storia, nonostante abbia un brutto presentimento.
Capitolo 182, "Lo stagno Shinobazu"
Nanoka, Mao e Otoya sono a Ueno, in visita allo stagno di Shinobazu dove sono stati avvistati gli ayakashi, e Nanoka commenta di sfuggita la differenza rispetto al parco del suo presente. Otoya spiega che le capanne circostanti sono utilizzate per ospitare gli sfollati del Grande terremoto del Kanto (dal quale è ormai passato un anno). Alcuni dei residenti stanno appunto discutendo delle strane creature apparse di notte, e Nanoka è sorpresa che l’apparizione abbia avuto luogo davanti a così tanti testimoni: che si tratti degli ayakashi di Yurako? E, aggiunge Mao tra sé mentre tiene tra le mani un biglietto di Natsuno, che si tratti di una trappola?
Sopraggiunta la notte, Mao e Nanoka si incontrano con Kamon e Natsuno, che a loro volta pensano che si tratti di un “invito” di Yurako, probabilmente diretto a Mao. All’improvviso appaiono alcune creature, preannunciate da una forte aura maligna. Mao percepisce uno jaki differente da quello degli ayakashi di Yurako… e le sue cicatrici della schiena reagiscono, mentre sia i suoi occhi che quelli di Nanoka acquistano le fattezze demoniache, il tutto sotto lo sguardo pensieroso di Kamon che a sua volta avverte una presenza ancora più minacciosa rispetto a quella del suo ultimo incontro con Yurako. Gli ayakashi si ritirano e Mao e Nanoka corrono al loro inseguimento, raggiungendo una baracca circondata dall’aura demoniaca.
Ad attenderli, inaspettatamente, c’è Haimaru! Mao sembra colto da un impeto di rabbia, ma Byoki gli fa cenno di non alterarsi: non è lui che ha convocato, ma Natsuno! “Hai fatto la tua parte”, le dice, e Mao capisce che si sta riferendo alla ricerca del braccio destro di Daigo. Ma c’è di più: Byoki domanda a Natsuno, divenuta immortale pur non essendo stata chiamata al Goshikido ed essendosi trovata anzi in fin di vita, se lei ha idea di come sia sopravvissuta. Natsuno ricorda il patto stretto con la bambolina di argilla, e Mao domanda se la bambola fosse una manifestazione di Daigo: Byoki risponde che, sì, la bambola di argilla risponde alla volontà di Daigo, ma che ad avere salvato la vita di Natsuno è stato Byoki stesso, utilizzando la tecnica del Taizanfukun!
Ma non è tutto, aggiunge Haimaru: la tecnica del Taizanfukun utilizza una vita per un’altra vita, e perciò, al fine di salvare la vita di Natsuno, l’ha sottratta a qualcun altro che Mao e gli altri conoscono bene…!
Capitolo 183, "Fonte della vita"
Byouki ha rivelato di aver usato l’arte segreta del taizanfukun su Natsuno, la quale osserva che la vita che le era stata infusa era come un grosso fascio. Byouki rivela che non si trattava di una sola vita infatti, ma di qualcuno che, come Yurako, conteneva nel suo corpo più esseri. Byouki fa ragionare i tre, soprattutto Kamon, che è testimone del fatto che il maestro del Gokouke stesso, avesse il volto sfigurato dal contenere un numero di demoni dentro al suo corpo. È la vita del maestro dunque, ad essere collegata a Natsuno?
Kamon trova la storia interessante, Mao ricorda di aver pensato che il maestro fosse morto, quando lo trovò a terra nella stanza del tesoro e Byouki conferma.
Kamon ribatte però di aver incontrato Natsuno solo un anno dopo i fatti, come è riuscito Byouki a dare vita a Natsuno dopo un anno?
Byouki racconta che dopo l’incendio nessuno si è preoccupato del cadavere del maestro, dando per scontato che fosse carbonizzato o comunque poiché il maestro non era amato, come nota Nanoka, nessuno si è posto il problema. Byouki prosegue raccontando che i demoni del maestro, sopravvissuti, hanno spostato il corpo dall’incendio, trascinandolo nell’erba, con loro stessi intrappolati al suo interno. Byouki ha quindi usato questi demoni nel corpo di Natsuno, per tenerla in vita e farle cercare i pezzi del corpo di Daigo.
Byouki prosegue dicendo che Daigo ora è solo un guscio vuoto, a differenza di quello che si aspettava, mentre Natsuno è ancora in vita. Byouki vuole quindi distruggere Natsuno per provare a vedere se questo restituirà l’anima a Daigo. Nanoka, Natsuno e Mao si difendono, ma Byouki ha la meglio e distrugge il corpo di Natsuno.
All’esterno però, si forma un blocco di terra che trafigge Byouki e lo fa fuggire mentre il corpo di Natsuno viene riparato dalla terra. Natsuno apre gli occhi e tutti notano come ora siano blu, come quelli di Daigo.
Capitolo 184, Occhi blu"
Ebbene gli occhi blu di Natsuno sono proprio quelli di Daigo.
L’allegra combriccola è tutta radunata nello studio di Mao: Hyakka che rosica per non esserci stato, Nanoka che si prende cura di Natsuno, Otoya che serve il tè e Kamon che bullizza Hyakka.
Gli occhi di Natsuno sono tornati normali ed il gruppo si interroga su quale sia il motivo. Mao e Kamon ragionano sul ruolo di Byouki che ha allungato la vita di Natsuno, ha raccolto il corpo di Daigo e che ora ha intenzione di riprendersi la vita di Natsuno per usarla su Daigo, sperando così di fargli riacquistare anche l’anima.
Hyakka osserva quindi che non sia solo Byouki ad usare Natsuno. Per questo Natsuno vuole interrogare Yurako, per conoscere la volontà di Sana.
Kamon riporta l’attenzione sulla luce blu, vista nel cielo da Mao, così come nella mano del maestro e nella bambola di terra che le ha allungato la vita come precisato dalla stessa Natsuno. Hyakka si interroga allora se quella luce sia in realtà gli occhi (e di conseguenza l’anima) di Daigo, ora all’interno del corpo di Natsuno.
Qual è il rapporto tra Byouki e Daigo? Come e perché è morto Daigo? Natsuno ne intravvede qualche ricordo, ma sembra manipolato da Daigo stesso.
La scena si sposta in luogo dove alcune persone stanno scavando per rimuovere un tumulo. Lo legano e lo tirano fino a quando questo cade, provocando una frana.
Mao legge la notizia sul giornale: nonostante il terreno fosse piano, una grande quantità di terra ha sepolto i lavoratori e i macchinari. I lavori sono stati interrotti, anche perché il bestiame nelle stalle vicine è stato trovato sventrato.
Natsuno risponde che spostare un tumulo non è cosa da farsi, ed il fatto che si tratti di terra porta la mente a Daigo. A Natsuno sembra non interessare più nè di Daigo nè di Yurako, ma propone a Nanoka di andare a vedere, in caso fosse in grado di esorcizzare lo spirito uscito dal tumulo. Con un Mao incredulo, Natsuno continua a proporre a Nanoka (che non aspetta altro) di approfittare della situazione per allenarsi con Akanemaru.
Capitolo 185, “Il tumulo di Nuemaru”
Mao e gli altri ascoltano la storia di un brigante di nome Nuemaru, che un giorno si pentì delle sue malefatte convertendosi al buddismo. Si fece monaco e prese infine la decisione di diventare un “sokushinbutsu”, ossia un buddha vivente, sottoponendo il proprio corpo a varie privazioni fino ad ottenerne l’automummificazione ed essere tumulato. Col tempo gli abitanti del villaggio, anziani compresi, dimenticarono l’origine del tumulo fino alla sua distruzione di qualche giorno prima. Natsuno è propensa a credere che la profanazione abbia attivato una maledizione (il che spiegherebbe il bestiame trovato sventrato nelle stalle vicine), mentre Mao è incuriosito dal fatto che la stessa Natsuno sembra aver stranamente dimenticato il suo obiettivo di indagare sugli eventi della morte di Sana per preoccuparsi invece di accettare un incarico generico come questo e di far allenare Nanoka…
Più tardi Mao e Natsuno si recano a visitare il tumulo di Nuemaru, per trovarlo vuoto. Quella notte una stalla vicina viene avvolta da un’aura maligna e, accorsi a vedere, Mao e Nanoka assistono all’apparizione di una enorme bambola di terra che sta divorando un cavallo. Accortasi della presenza di esseri umani, la bambola attacca i paesani ma Natsuno li protegge con i suoi talismani, mentre Mao si lancia all’attacco, tagliandola in due parti.
Mao nota la strana posa della bambola, con le due mani giunte come in preghiera. Natsuno la apre e ne spunta fuori la testa del corpo mummificato di Nuemaru. Nanoka avverte un’ulteriore aura maligna fuoriuscire dal terreno e la mummia improvvisamente si anima. Natsuno nota che Nuemaru, qualunque cosa sia diventato sotto stregoneria o altro, è ben lontano dall’essere un buddha. Al che la mummia risponde “Un buddha? Non farmi ridere…” ed emerge dal terreno, rivelando le catene che avvolgono il suo corpo.
Capitolo 186, "Sokushinbutsu"
Mao, Nanoka e Natsuno sono al cospetto di Nuemaru, la mummia uscita dal tumulo, che comincia a raccontare la sua storia.
Ladro e assassino, egli ha vissuto facendo quello voleva senza mai pentirsene.
Fu infine catturato dalla gente del villaggio, ma mentre si decideva come ucciderlo, apparve un monaco di un tempio che Nuemaru aveva bruciato. Il monaco suggerì che la sua anima venisse guidata dal Buddha. Nuemaru fu quindi rasato, messo in catene nella posizione zen, seduto in meditazione.
Fu costretto a patire la fame e la sete ed infine venne sepolto vivo, fino a morire nell’oscurità.
Mao osserva come questo porti solo risentimento e proprio per questo Nuemaru maledì la terra, l’acqua, facendo scomparire le bestie per mangiarsele. Gli abitanti costruirono il tumulo per contenerlo ma il risentimento non si è sopito.
Mao propone a Natsuno di esorcizzarlo ma la ragazza, tra lo stupore di Mao e Nanoka, propone a Nanoka stessa di farlo.
[Close up epico sulla faccia di Mao da marito apprensivo e quella di Nanoka che non sa decidersi tra ansia e voglia di buttarsi a capofitto a spada sguainata]
Nuemaru comincia ad attaccare spuntando terra, Nanoka attacca con akanemaru ma Natsuno le ricorda che solo usando la forza della terra gli attacchi saranno efficaci.
Nanoka dunque usa la terra ma facendo questo assorbe anche il miasma di Nuemaru. Mao è pronto ad intervenire ma Natsuno lo blocca. Nanoka lotta per resistere, quando si attiva il campanello che sembra strattonare akanemaru.
Capitolo 187
La campana di ceramica su Akanemaru tintinna dolcemente e guida la mano di Nanoka ad affondare la lama nella terra corrotta davanti a lei. Natsuno spiega che il sangue di Byouki, mescolato con quello di Nanoka, è molto più potente di qualsiasi maledizione che Nuemaru possa lanciare. Nanoka decapita il gigante di terra, ma la testa gli ricresce istantaneamente, facendo capire al gruppo di Mao che il corpo di Nuemaru si è spostato più in profondità all'interno del golem. Mao sottolinea che Nanoka non può colpire a caso il gigante di terra o presto finirà il sangue. Mao cerca di istruire Nanoka, ma Natsuno gli dice di stare zitto e incoraggia Nanoka a capire come sconfiggere Nuemaru da sola. Successivamente Nanoka taglia il petto della creatura mentre questa sputa fango e terra su di lei. Nuemaru condanna le persone che lo hanno seppellito e hanno cercato di trasformarlo con la forza in un buddha vivente. Nanoka si rende presto conto che il bandito non morto non voleva la redenzione e dovrà purificare completamente la terra contaminata per avere qualche speranza di sconfiggerlo.
Capitolo 188
Continua lo scontro, Nanoka cerca di tagliare le mani giunte di Nuemaru separandole. Mao pensa che sia una buona mossa, dato che rappresentano il simbolo della sua rabbia. Il mostro però cerca di colpire Nanoka e, ora che si sente libero, vuole continuare a rovinare la terra.
Nanoka esorcizza di nuovo il terreno con akanemaru, ora però sia lei che Nuemaru sono deboli in seguito alla battaglia. Mao è pronto ad intervenire ma Nanoka attacca di nuovo, con la forza della terra. Finalmente riesce a colpire il mostro, mischiando il proprio sangue alla terra. Compare il corpo mummificato di Nuemaru che scompare dopo esser stato esorcizzato. Nanoka sviene e Natsuno si complimenta con lei: non solo ha controllato la terra, ma grazie alle sue parole finali a Nuemaru, è riuscita ad esorcizzare la sua anima.
Mao la solleva e tagliandosi la mano le dà il proprio sangue, guardandola teneramente. Natsuno chiede se Mao sia arrabbiato, lui risponde di no, ma che fosse molto pericoloso. Natsuno risponde che vuole solo aiutare Nanoka, Mao conferma che è diventata una persona importante per lui ed è proprio il motivo per cui Natsuno la vuole rendere più forte, la ritiene una persona adorabile e vuole istruirla con le proprie arti.