Kuno's Mansion: la Community italiana di Ranma - Vietata la riproduzione anche parziale dei testi senza autorizzazione
Prima pubblicazione: Shonen Sunday
Uscita giapponese:
Uscita italiana:
Capitolo 169, “Tragedia senza fine”
Mao e Nanoka avvistano i passeri di fuoco di Hyakka, e Mao comprende che la scatola della metamorfosi è stata trovata. Nel frattempo una delle cameriere di un dormitorio, trasformatasi in demone, sta uccidendo tutte le ragazze ospitate, come scoprono con orrore alcune superstiti che vengono salvate all’ultimo dall’intervento di Kamon. Ma questi non vede traccia della scatola e invita Hyakka a usare a tal fine i suoi poteri. La donna-demone lancia un nuovo assalto, ma Kamon la imprigiona con dei tralci di vite.
I passeri di fuoco esplorano la casa arrivando al piano superiore, dove l’anziana direttrice, anch’essa trasformata, sta portando via la scatola. Hyakka interrompe la sua fuga, ma la metamorfosi si completa e la donna diviene una creatura dalle sembianze ragnesche: Hyakka la attacca e quella stringe la scatola tra le braccia proteggendola dal colpo. Poi si lancia in fuga per le scale, ma viene intrappolata da una bolla d’acqua opera di Sasuga.
Hyakka e Kamon si trovano faccia a faccia con Sasuga e con Renji, sopraggiunto a sua volta, facendo la rispettiva conoscenza (solo Hyakka e Renji si erano già confrontati in precedenza). Renji attacca con i suoi insetti infuocati, al che Hyakka risponde facendoli divorare dai suoi passeri. A questo punto Renji invita Sasuga ad usare le sue tecniche di acqua contro Hyakka, ma quest’ultimo riesce a scansarle mentre Kamon imprigiona con successo entrambi gli avversari più la direttrice trasformata, rompendo la bolla che la tratteneva. Kamon teme che la donna sia affogata, ma Hyakka lo avvisa che la scatola si trova tra le sue braccia e proprio in quel momento qualcosa esce dalla bocca del demone…
Capitolo 170, “Accerchiamento”
Riprendendo il cliffhanger della scorsa settimana, dalla bocca della vecchia direttrice trasformata in ayakashi escono numerose ragnatele, attaccando tutti i presenti. Kamon cerca di respingerli mentre Sasuga (temporaneamente intrappolato insieme a Renji) osserva che la scatola della metamorfosi sta manipolando il suo corpo senza vita. Il demone lancia contro i nostri addirittura i cadaveri delle numerose ragazze uccise e si fa strada verso l’uscita, per venire fermato da una barriera innalzata da Mao.
A questo punto, riunendo le forze, Mao, Kamon e Hyakka praticano un esorcismo per purificare la scatola. Ma Sasuga, liberatosi, approfitta del momento per prendere la scatola (che era ancora stretta tra le braccia dell’ayakashi) con uno dei suoi incantesimi d’acqua. Nanoka sfodera la spada Akanemaru e improvvisa una corda di sangue, “prendendo al lazo” la scatola e tirarla a sé.
Renji decide di attaccare con i suoi insetti, ma Mao è velocissimo ad anticiparlo, sferrando un colpo con la sua spada Hagunsei. Faccia a faccia, Mao ribadisce a Renji che non l’avrebbe perdonato se avesse nuovamente mirato a Nanoka. A questo punto Kamon dice a Nanoka di farsi indietro e utilizza i suoi rampicanti per afferrare la scatola: tuttavia viene fermato da un nuovo attacco, si tratta di Hakubi che fa la sua entrata in scena protetto da una barriera. La scatola continua a fluttuare nell’aria e si dirige verso Hakubi…
Capitolo 171, “Il proprietario della scatola”
La scatola della metamorfosi si sta dirigendo di sua volontà verso Hakubi. Hyakka tenta un attacco, ma Sasuga ferma il suo fuoco con la propria acqua. Kamon tenta di riprendere la scatola con le sue piante rampicanti, tuttavia Hakubi le taglia un’altra volta e Nanoka si ricorda che il metallo di Hakubi è destinato ad avere sempre la meglio sul legno di Kamon. La variabile non considerata in questo gioco di forze è rappresentata da Mao, che attacca Hakubi con la sua spada Hagunsei permettendo a Kamon di riafferrare la scatola e a Hyakka di avvolgerla tra le sue fiamme per distruggerla.
Nanoka, accortasi che Sasuga sta per annullare nuovamente la tecnica di Hyakka, contrasta Sasuga e Renji con i colpi della sua spada Akanemaru: la ragazza è però spaventata da Renji e finisce per scagliare i suoi colpi a caso, ma così facendo involontariamente provoca una pioggia di sangue corrosivo che costringe i due avversari a indietreggiare. In quel momento, però, dalla scatola escono ancora una volta delle tele di ragno che, agganciandosi ad un gufo in volo, lo trasformano istantaneamente in un demone il quale afferra la scatola stessa e la porta via con sé.
Sparito per il momento l’oggetto del contendere, Hakubi si trattiene per ammonire gli altri: non dovevano impedirgli di prendere la scatola perché è lui il suo legittimo proprietario, essendogli stata affidata dal maestro sin dai tempi del Gokouke: prova ne è che, lasciata a sé stessa, la scatola sta provocando una serie infinita di omicidi, ed è solo quando Hakubi ne rientrerà in possesso che le morti cesseranno. Hyakka e Kamon ribattono che, al contrario, nelle mani di Hakubi la scatola sarebbe ancora più pericolosa. Hakubi fronteggia Kamon rivolgendogli parole di disprezzo: eri un allievo poco convinto – gli dice – tanto che non riuscivo a credere che fossi anche tu tra i convocati al Goshikidou, e il tuo tentativo di fuga con Masago dimostra che non sei altro che un vigliacco!
Kamon non si scompone e rimarca il legame tra Hakubi e il maestro… che lui esorcizzerà assieme alla scatola in quanto, sottolinea, “non ho abbandonato il Gokouke perché avevo paura ma perché vi disprezzavo entrambi”. “La cosa è reciproca”, ribatte Hakubi allontanandosi e dandogli appuntamento alla prossima volta, quando combatteranno alla morte come da destino.
La battaglia è terminata, ma Mao medita di dover rintracciare la scatola della metamorfosi prima di Hakubi ed esorcizzarla ad ogni costo.
Capitolo 172, "Crescita"
La mattina dopo lo scontro con Hakubi, troviamo Mao e Otoya intenti a leggere i giornali che riportano la strage del dormitorio femminile: Kamon ha infatti eliminato dai ricordi delle ragazze superstiti soltanto le parti inerenti alla presenza del gruppo di Mao, facendo in modo che costoro potessero comunque testimoniare in favore della cameriera e della direttrice del dormitorio (esecutrici materiali degli omicidi, prima di morire a loro volta) raccontando che erano state possedute. Mao pensa inoltre che sia un bene che si sappia in giro della scatola della metamorfosi, sebbene sia stata trattata alla stregua di una storia di fantasmi.
Più tardi Mao e Nanoka vanno a trovare Memeido, l’ayakashi forgiatore di spade demoniache, che esamina la Akanemaru di Nanoka notando che l’aura maligna che originariamente possedeva l’arma è ormai del tutto sparita, e che il campanellino attaccato all’elsa della spada, dono di Natsuno, è un artefatto molto positivo, in grado di proteggere Nanoka e aiutarla a richiamare il ki della terra. Così Nanoka è doppiamente felice, perché ha la conferma che Natsuno l’ha aiutata per davvero e per di più ha scoperto che l’Akanemaru ha ancora dei margini di miglioramento e potrà diventare più potente.
Intanto Ayame, la sorella maggiore di Kagari conosciuta diversi capitoli fa, è stata chiamata per provare un esorcismo su un capofamiglia crollato improvvisamente per strada senza alcun motivo chiaro, probabilmente vittima di una maledizione. Ayame evoca uno spirito che estrae dal collo dell’uomo un ago, facendolo risvegliare. Dopo i ringraziamenti di rito, uscendo dalla casa, pensa tra sé “che scocciatura”. Ovviamente la maledizione dell’ago era opera di Kagari… Hakubi le comunica il suo (ennesimo) fallimento, e lei incolpa subito Mao. Hakubi ribatte: Mao non si sarebbe limitato ad esorcizzare la sua maledizione ma gliel’avrebbe rimandata indietro. Kagari insiste per provare ancora una volta, e dentro di sé comincia a sospettare della sorella Ayame.
Mei del giardino di lunga vita domanda ad Hakubi se abbia dei sospetti sul loro avversario, e la tranquillità di quest’ultimo le conferma che lui sa che si tratta di una persona collegata al Gokouke. Hakubi ha infatti capito che si tratta della sorella di Kagari, e spera che questa esperienza permetta a Kagari di maturare alla svelta. Nel frattempo, non a caso, Kagari fa ritorno a casa dal padre e dalla sorella, meditando l’intento di uccidere Ayame con la sua maledizione…
Capitolo 173, "Volpe di carta"
Ben distratti dal bel Mao in copertina, siamo subito portati sulla terra dalla visione di quella simpatia di Kagari, mandata da Hakubi a tentare di migliorare le proprie tecniche da Mei.
Kagari prende in prestito il miasma creato dal kodoku umano e si reca a casa sua, dove lo utilizza contro la sorella Ayame. Il disprezzo tra sorelle è palese, Ayame le rinfaccia di essere scappata per rifugiarsi nel Gokouke, Kagari non sopporta l’idea di essere stata umiliata non da Mao come pensava, ma proprio dalla sorella. Le lancia quindi degli aghi imbevuti di miasma e Ayame si accascia al suolo.
Successivamente Mao e Nanoka notano degli amuleti di carta che vagano da giorni nell’aria. Otoya porta la notizia che Ayame Hosho sia stata colpita da una maledizione. Mao blocca un amuleto che diventa un katashiro di volpe e lui e Nanoka decidono di seguirlo: Ayame sta chiedendo il suo aiuto.
La ragazza è aiutata dal padre che ha tentato di guarirla, ma non svela la colpevole. Kagari è in ascolto, tronfiando per aver finalmente battuto la sorella: nulla la può ostacolare.
All’arrivo di Mao, cerca di impedirgli di aiutare la sorella ma Mao capisce subito che ci sia lo zampino del Gokouke: Kagari non sarebbe in grado da sola di battere Ayame.
La ragazza gli lancia addosso degli aghi che Mao blocca con un incantesimo di fuoco. Nanoka estrae la spada e mentre Mao le chiede di resistere e corre ad aiutare Ayame, Kagari lo attacca di nuovo.
Nanoka respinge l’attacco pur rendendosi conto che qualcosa è cambiato.
Capitolo 174, "Lo spillo nero"
Comincia lo scontro tra Kagari e Nanoka. È Kagari la prima ad attaccare, rivolgendosi a Nanoka in modo maleducato e senza onorifico.
La spada Akanemaru crea una tela di sangue per respingere gli aghi. Kagari attacca poi con le volpi di carta ed è Otoya ad aiutare utilizzando il katashiro di fuoco. Nanoka attacca di nuovo ed il suo colpo elimina degli alberi alle spalle di Kagari.
Nanoka nota la potenza assassina del colpo e pensa di usarlo per trattenere Kagari, senza però volerla colpire. Kagari vuole approfittare di questo ed è convinta di farcela.
Nel frattempo Mao raggiunge Ayame, la cui stanza è impregnata di jaki maligno. L’occhio e la parte sinistra del volto di Ayame sono cicatrizzate e Mao nota come ci sia altro oltre alla maledizione di Kagari: jaki umano che rigetta la terra.
Mao usa il legno ed estrae un ago nero dal volto di Ayame, la quale si sveglia e chiede al padre di rimanere sola con Mao. Confessa di non aver detto al padre dell’attacco di Kagari.
Nanoka e Kagari intanto continuano a combattere, fino a che quest’ultima attacca Otoya, che lascia il katashiro, imprigiona l’ombra di Nanoka a terra con gli aghi e si appresta ad usare l’ago del kodoku su di lei.
Capitolo 175, “Il dolore della maledizione”
Kagari, approfittando delle esitazioni di Nanoka, ha immobilizzato Otoya e imprigionato l’ombra della ragazza con i suoi aghi, intendendo sferrarle un colpo mortale. Lancia addosso a Nanoka il suo ago nero intinto del jaki del kodoku, e questa reagisce d’istinto fendendo l’aria con l’Akanemaru e creando una pellicola di sangue che si pone come scudo.
Kagari considera che Nanoka sta ancora una volta esitando, avendo colpito per difendersi e non per attaccare (lo stesso Otoya ha notato che Nanoka avrebbe potuto ucciderla già in precedenza). Kagari lancia degli aghi normali, ma questa volta sono un diversivo per lanciare l’ago del kodoku alle spalle della ragazza, che viene salvata solo dall’intervento tempestivo di Mao il quale para il colpo con uno dei suoi talismani di carta.
Kagari si prepara ad affrontare Mao, ma improvvisamente uno spirito dalle sembianze di volpe fluttua nel cielo e colpisce la sua mano, iniettandole proprio uno dei suoi aghi neri. Ayame, di nuovo in grado di camminare nonostante il viso ancora ferito, entra in scena e spiega alla sorella minore di averle appena restituito la maledizione che lei le aveva inferto: l’ago è stato esorcizzato da Mao e perciò non è più mortale, ma il suo veleno è più che sufficiente a farle perdere la mano.
A questo punto Ayame tratta Kagari con fare accondiscendente, ricordando che fin da piccole provava sempre a farle dei dispetti, ma certo non fino al punto di tentare di ammazzarla: forse una nuova abitudine che ha appreso in quel disgustoso Gokouke? Kagari ribatte che è stata una sua iniziativa, ma la mano comincia a farle un forte dolore: Mao si offre di esorcizzarla, ricordandole che non ha mai sofferto finora il dolore di una maledizione e dicendole che è ancora in tempo per allontanarsi dal Gokouke.
Kagari esita, pensando di essersi spinta troppo in là e di non poter più fare ritorno alla sua famiglia, ma Mao le rivela che Ayame ha tenuto nascosto a loro padre che lei è l’autrice della maledizione, e la stessa Ayame la “conforta” spiegandole che sarebbe un disonore ben peggiore per la loro famiglia se lei morisse “sul campo” quale seguace del Gokouke. Proprio in quel momento, però, Mei del giardino di lunga vita fa il suo ingresso, presumibilmente venuta a prendere Kagari. Mao le urla di non andare con lei e…
Capitolo 176, “La decisione di Kagari”
Kagari sta ancora esitando tra l’idea di tornare dalla sua famiglia e quella di andare con il Gokouke. Mei del giardino di lunga vita le offre di curarle la mano destra, colpita dall’ago della maledizione. Mao le intima di non andare perché verrà sfruttata, e la sorella Ayame le ribadisce che non dirà al padre di essere stata maledetta da lei e che la perdonerà, sia pure parlandole in modo ostile e tagliente. Alla fine Kagari ragiona sul fatto che nella sua famiglia sarebbe sempre inferiore alla propria sorella, e va con Mei. Ayame non si scompone, ritenendo che fosse inutile riportarla indietro con la forza. Mao riflette che, sebbene la sorella maggiore sia stata piuttosto dura con Kagari, di fatto le ha concesso di prendersi il suo tempo per tornare…
Mao si complimenta con Nanoka per i progressi effettuati con la spada Akanemaru: Otoya racconta infatti che, durante lo scontro con Kagari, la ragazza ha istintivamente imparato a scagliare una sottile pellicola di sangue corrosivo, che può essere usata sia in modo difensivo che per avvolgere e sciogliere il nemico. Nanoka ribadisce che intende usare l’arma esclusivamente per proteggersi e mai per fare del male a qualcuno, cosa che fa piacere a Mao… il quale ad alta voce si limita ad offrire a Nanoka dello shiruko (porridge di fagioli azuki). Intanto Mei impianta sulla mano di Kagari un’edera magica che assorbe tutto il veleno, mentre Hakubi si reca a vedere come sta la giovane e le dice di aver apprezzato il suo spirito di iniziativa: se lavorerà bene per il Gokouke, potrà senz’altro rivolgersi a Mei anche in futuro… e Kagari pensa sollevata di aver fatto la scelta giusta.
Tempo dopo, Shiranui viene convocato da un uomo morente: il desiderio di costui non è tuttavia legato al solito allungamento della vita, bensì ad una vendetta contro un villaggio! L’uomo racconta che da giovane lui e la sorella, orfani, abitavano in un villaggio montano, che era stato colpito dalla siccità: i sacerdoti del posto avevano offerto loro da mangiare, quando sua sorella… La scena si sposta al Milky Bar, dove la signora Tenko parla a Mao presumibilmente dello stesso villaggio, di nome Ryuukotsumura (“il villaggio delle ossa di drago”), che sembra essere stato colpito da una maledizione: un’alluvione seguita da una pesante siccità. E si dice che quel villaggio pratichi dei sacrifici umani…
Capitolo 177, "Il villaggio dei sacrifici umani"
In un bosco ai margini del villaggio, Mao e Nanoka osservano di nascosto alcuni uomini che stanno costruendo un altare. Più tardi esplorano anche i resti di una palude prosciugata che un tempo alimentava le risaie del villaggio. La signora Tenko aveva raccontato loro che quel posto è soprannominato "il villaggio dei sacrifici umani" poiché tale pratica sembrerebbe essere ancora praticata nei periodi di siccità. Mao sospetta che questa improvvisa siccità sia opera del Gokouke. Intanto anche Sasuga sta perlustrando il villaggio, affiancato dal fedele shikigami di Shiranui di nome Mizuchi. Si imbattono in una casa che dovrebbe ospitare le persone destinate a venire sacrificate e Mizuchi chiede a Sasuga se abbia intenzione di salvarle, ma quest'ultimo ribatte che è stato pagato esclusivamente per distruggere il villaggio, e che per il resto non nutre interesse.
Sennonché dalla capanna esce una ragazza molto carina, e Sasuga si precipita, affascinato da lei, ad ascoltare la sua storia. La ragazza, Sachiko, avrebbe voluto fuggire dal villaggio assieme al padre, ma quest'ultimo è impossibilitato perché privo di una gamba, perciò non le è restato che offrirsi in sacrificio in cambio della promessa che gli altri avrebbero lasciato in vita il padre prendendosi cura per sempre di lui. Sasuga decide che non può sopportare che una bella donna come lei muoia, e si offre di salvarla.
A questo punto arrivano anche Mao e Nanoka, e i tre si confrontano pacificamente: Sasuga non ha intenzione di combattere e invece spiega che la missione di distruzione del villaggio è stata commissionata a Shiranui da un uomo in fin di vita che intende vendicarsi del sacrificio della propria sorella, avvenuto cinquant'anni prima: al momento in cui la poveretta fu sgozzata a testa in giù, perché i sacerdoti potessero versare il suo sangue sul letto vuoto del fiume, lo shock portò il fratello a vomitare tutto il cibo che gli era stato offerto e a scappare da quel villaggio maledetto. Da allora, aveva raccontato, qualunque pietanza ha perso ogni sapore per lui.
Sasuga conclude il suo racconto, rivelando a Mao che è stato lui a prosciugare i campi per punire il villaggio, apposta per provocare la reazione dei suoi abitanti che sicuramente avrebbero ordinato nuovi sacrifici per combattere la siccità. Mao domanda a Sasuga fin dove si spingerà la sua opera di vendetta, ma proprio in questo frangente gli abitanti del villaggio si presentano a prendere Sachiko per il sacrificio.
Capitolo 178, “Rituale”
I paesani, intervenuti a prelevare la giovane Sachiko, loro vittima sacrificale, domandano a Mao e agli altri che cosa vogliano, e Mao replica chiedendo a sua volta che cosa stiano preparando. Il capovillaggio spiega che stanno allestendo un altare per una cerimonia di sacrificio umano… ma che ovviamente si tratta solo di una finzione, una recita propizia sulla falsariga dei veri rituali che il villaggio compiva nei secoli passati. Sachiko, viene loro assicurato, reciterà solo una parte: così loro se ne vanno, mentre anche Sasuga dichiara di volersene tornare a casa. Mao non ha invece alcuna intenzione di lasciar perdere e così il padre di Sachiko, accortosene, esce di casa e lo scongiura di salvare sua figlia, che sta per essere uccisa sul serio! Detto ciò, sapendo di essere praticamente un ostaggio in mano al villaggio, si taglia la gola, prima che Mao possa fare qualcosa per salvarlo.
Intanto Sasuga è rimasto nei dintorni e, approfittando del fatto che tutti i paesani si sono riuniti nella piazza della cerimonia, allestisce una maledizione con la quale spazzerà via l’intero villaggio: che il rituale sia vero oppure un’imitazione, non cambia il lavoro che gli è stato affidato. Il capovillaggio viene informato che il padre di Sachiko si è tolto la vita, ma dice che non ci possono fare niente: è vero che avevano promesso a Sachiko che in cambio del suo sacrificio si sarebbero per sempre presi cura di lui, ma ormai il rituale dovrà avere luogo lo stesso. Sachiko viene addormentata con una droga e, appesa a testa in giù, sta apparentemente per venire sgozzata, quando l’intervento congiunto di Mao e Nanoka salva la poverina all’ultimo momento, mentre la lama di una spada le stava già tagliando la gola.
Alle proteste dei paesani, Mao replica che la loro cerimonia non ha senso, non avendo il potere di far cessare la siccità… e soprattutto fa notare che la nenia cantata dal sacerdote durante il rito, in realtà, costituisce un incantesimo per arrestare le perdite di sangue dal naso. In quel momento delle colonne d’acqua esplodono lungo tutto il villaggio, opera di Sasuga. Nanoka intende fare qualcosa, mentre Mao le urla di fermarsi.