Kuno's Mansion: la Community italiana di Ranma - Vietata la riproduzione anche parziale dei testi senza autorizzazione
Prima pubblicazione: Shonen Sunday 2022
Uscita giapponese:
Uscita italiana:
Capitolo 159
Natsuno sta sognando del momento in cui, molti secoli prima, era moribonda e qualcuno per mezzo di una bambola di argilla le offrì la salvezza a condizione che si mettesse al suo servizio e diventasse “i suoi arti, i suoi occhi e le sue orecchie”. Risvegliandosi, le torna nitido alla mente un particolare: una luce blu proveniente dalla bambola. Nel frattempo Hakubi incarica Soma di un omicidio, si tratta di una mansione ufficiale per il Gokouke. Il ragazzo esita e Hakubi gli ricorda che ha già decapitato un uomo tempo prima (il redivivo Daigo), forse ora non se la sente più di uccidere? Soma domanda se questa volta potrà usare la sua bestia, e alla risposta affermativa accetta l’incarico.
Intanto Natsuno è andata a far visita a Mao, per la gioia di Nanoka che la accoglie a braccia aperte (tanto da lasciar colpita la stessa onmyoji). Mao la rimprovera di non avere risposto alle sue ultime chiamate, al che Natsuno spiega che anche lei, come lo stesso Mao, per riprendere le forze ha bisogno di dormire anche per diversi giorni di fila. Mao le riferisce gli ultimi avvenimenti: Byoki ha trovato il braccio destro di Daigo e lo ha apparentemente riportato in vita, sebbene il corpo gli fosse sembrato privo di un’anima. Dopodiché Hakubi è apparso e ha rapito Daigo.
Nanoka nota che anche Natsuno era stata incaricata di trovare un braccio destro, che fosse proprio quello di Daigo? Natsuno dice che non lo sa, per quanto quell’incarico le sia stato effettivamente revocato. Mao riflette tra sé che il misterioso mandante di Natsuno sta indagando, come loro, sugli accadimenti che hanno portato alla morte di Sana. Nanoka a sua volta nota che Natsuno non sembra essere rimasta per nulla sorpresa dalla notizia di Daigo ritornato in vita.
A questo punto Natsuno sottopone a Mao un giornale che riporta il misterioso attentato ad un membro del senato alla stazione ferroviaria, che sembra recare traccia dell’opera dell’arte della bestia. Arte collegata al metallo, quindi ad Hakubi, ma soprattutto al giovane Soma, che con sconcerto di Mao e Nanoka sembra essere ormai diventato un assassino vero e proprio. Il gruppo si reca all’ospedale, dove è ricoverata la vittima: Nanoka si sorprende che l’uomo sia sopravvissuto, e Mao ipotizza che magari Soma abbia esitato a dargli un colpo fatale. L’improvvisa comparsa del miasma fa però presagire che il ragazzo stia tornando a completare l’opera: ed effettivamente, pochi istanti dopo, Soma fa la propria comparsa a capo della sua bestia.
Capitolo 160
Faccia a faccia con Soma, Mao gli domanda se il suo (tentato) omicidio del senatore sia un ordine di Hakubi: il ragazzo conferma che si tratta di “una missione ufficiale del Gokouke” e che la sua determinazione è profondamente aumentata rispetto all’ultima volta, dato che ormai le sue mani si sono già sporcate di sangue (e il ricordo va a quando ha decapitato Daigo, credendo di averlo ucciso). Lo scontro è inevitabile e Mao sfodera la sua spada Hagunsei contro la bestia demoniaca di Soma. La bestia è effettivamente più potente e l’attacco non sortisce effetto, così Nanoka prova con la sua Akanemaru. Riesce a ferire il demone, senza però tagliargli l’arto.
Soma, preoccupato, manda dei demoni minori verso la casa del senatore, evidentemente per ucciderlo mentre gli altri sono distratti, ma Mao è rapidissimo a neutralizzarli con dei talismani di fuoco (dato che il fuoco prevale sul metallo). A questo punto Natsuno accorre a dare man forte e, dopo aver fatto mettere Nanoka dietro di lei, attacca la bestia con l’arte della terra. Anche la sua tecnica non è sufficiente, così domanda a Nanoka se preferisca che si concentrino sul demone o su chi lo manovra. Ovviamente Nanoka sceglie la bestia, al che Natsuno afferma che la aiuterà guadagnando tempo, invitandola nel frattempo a raccogliere su di lei il potere della terra, anche con l’aiuto del campanellino che le ha donato.
L’attacco congiunto di Mao e Natsuno sembra mettere in seria difficoltà Soma, che decide di fare sul serio: la sua bestia sfodera degli artigli affilati e colpisce in pieno Natsuno.
Capitolo 161
Natsuno viene trafitta dagli artigli della bestia, e un’arrabbiatissima Nanoka la libera con un fendente di Akanemaru. Natsuno cade a terra e viene soccorsa da Mao, mentre Nanoka, che come osserva Otoya, prima stava solo ferendo la bestia, ora invece la riesce a ferire, tagliandone le zampe e la testa.
Souma fugge, mentre Nanoka corre a soccorrere Natsuno assieme a Mao.
Nanoka nota come dalla ferita non esca sangue, così come quando Natsuno era stata ferita al volto qualche capitolo fa, mentre Mao riflette sul fatto di non essersi accorto, nè lui nè tantomeno Hyakka e Kamon, del fatto che Natsuno in verità non sia umana a questo punto.
Che tipo di tecnica potrebbe essere?
La scena si sposta su Hakubi, che con la sua consueta faccia da schiaffi, si beffa di Souma, per la sua incapacità di uccidere. Temendo di deludere Hakubi, che minaccia di averne abbastanza, Souma chiede un’altra possibilità, sicuro che ora la sua tecnica sia maturata e che con l’esperienza riuscirà a non avere emozioni nell’uccidere qualcuno.
Alla fine del capitolo, torniamo nello studio di Mao, dove Natsuno dorme e Mao ripensa alla sua storia: al fatto che 900 anni prima stesse morendo di malattia e di come sia sopravvissuta grazie ad una bambola di argilla che ogni 100 anni la curava. Otoya si chiede se possa essere uno shikigami e Mao conferma, ma da chi è stata manipolata? Nanoka si commuove, pensando a tutte le volte in cui Natsuno l’ha aiutata. All’improvviso si spalanca la porta ed un vortice di terra va a chiudere la ferita di Natsuno, che si risveglia tra l’incredulità di tutti.
Capitolo 162, "Un contenitore per l'anima":
Natsuno ha ripreso i sensi e racconta di aver perso totale conoscenza dal momento in cui è stata trapassata dagli artigli della bestia di Soma, attribuendo la cosa al fatto che la sua anima fosse fuoriuscita dal foro nel suo corpo. Mao le riferisce quanto accaduto nello scorso capitolo, gli strati di terra che sono entrati nell’edificio per riparare il corpo di Natsuno… un corpo finto, un “contenitore” per l’anima come lo chiama lei. Mao le domanda chi sia stato a crearlo, tra l’altro con una magia tanto esperta da ingannare lui e gli altri onmyouji come Kamon e Hyakka.
Natsuno riprende il racconto di quando, 900 anni fa, era sul punto di morire per una grave malattia e, senza altra scelta, aveva stipulato un contratto con una bambola di argilla: in quell’occasione fu risucchiata dal pavimento percependo che il suo corpo stava venendo sostituito con la terra e avvertendo, allo stesso tempo, una massa calda infonderle linfa vitale…!
Al suo risveglio, Natsuno (ora con i capelli bianchi) si era trovata nei pressi del Goshikidou e delle rovine del palazzo del Gokouke, ormai abbandonato. E questo è quanto: Natsuno vaga da allora, ignorando l’identità di colui che la sta tenendo in vita. Nanoka ha un’intuizione: non sarà stata opera del Taizanfukun, ossia l’arte proibita della manipolazione della durata della vita? Mao riassume gli eventi della notte dell’incendio del Gokouke: quella volta Byouki si era introdotto nella sala del tesoro divorando la pergamena del Taizanfukun, apprendendo la tecnica. Dunque è proprio Byouki a tenere in vita Natsuno?!
Natsuno riflette sul suo fallimento, intendeva sconfiggere Soma e la sua bestia per poter rintracciare Shiranui e scoprire la verità sulla fatidica ultima notte del Gokouke, ma a questo punto bisognerà aspettare la sua prossima mossa… o forse no? Mao fa presente che Shiranui è ossessionato dal voler apprendere la tecnica del Taizanfukun ed è erroneamente convinto che questa sia nelle sue mani, tanto da avergli teso diversi agguati nell’ultimo anno. A questo punto perché non fare da esca per farlo uscire allo scoperto?
Nanoka protesta, Mao ha già rischiato la vita più volte per via di Shiranui (al che Natsuno le domanda se sia preoccupata per Mao, e Nanoka risponde di sì senza esitare <3).
Ma Mao rimane della sua idea: Shiranui attaccherà ancora e tanto vale giocare d’anticipo, così con l’aiuto dei suoi pazienti youkai mette in giro la falsa voce di stare salvando diverse vite grazie al Taizanfukun. E come previsto la voce arriva a Renji, e per mezzo di lui a Shiranui. Ora quale sarà la mossa di quest’ultimo?
Capitolo 163, "Una richiesta di cure".
Natsuno fa visita a Kamon, mettendolo al corrente del piano di Mao per far uscire allo scoperto Shiranui, facendo girare la falsa voce che sta curando i pazienti avvalendosi della tecnica del Taizanfukun. Kamon è molto interessato alla faccenda, dato che Shiranui ha con sé il corpo della donna da lui amata, la defunta Masago. Dopo qualche tempo Mao riferisce a Nanoka di aver ricevuto una strana richiesta anonima di una visita a domicilio, e di non aver dubbi che si tratti di Shiranui. Così si recano al luogo dell’invito, seguiti a breve distanza da Kamon e Natsuno.
Il palazzo nel quale Mao e Nanoka fanno ingresso ha l’aria spettrale, e il ponte alle loro spalle si sfalda subito: se c’erano ancora dei dubbi, questi vengono dissipati dall’ingresso in scena teatrale di Shiranui, il quale tuttavia non sembra avere intenzione di combattere quanto piuttosto di accettare “l’incontro” proposto da Mao, tanto più che è lui il primo a chiedere informazioni… Shiranui aveva saputo che la bestia di Soma aveva trapassato Natsuno, era vero che lei era tornata in vita?
A questo punto si fa avanti la diretta interessata, accompagnata da Kamon. Inaspettatamente Natsuno domanda subito a Shiranui che cosa è successo a Sana l’ultima notte del Gokouke. Spiega, infatti, di non essere mai stata convinta della strana successione degli eventi: Sana e Daigo che misero in scena la morte di quest’ultimo in modo da scappare dal palazzo, Daigo che morì per davvero, Sana che tempo dopo decise di incendiare la sala del tesoro e distruggere il Gokouke, la misteriosa sfera di luce blu. Ciò che davvero non torna è come mai Sana abbia deciso di seguire Daigo nella morte non a caldo, sconvolta dall’evento, ma lucidamente diversi mesi più tardi.
Improvvisamente Shiranui sembra realizzare qualcosa e riprende il racconto di qualche tempo prima (capitolo 65), quando aveva rivelato di aver ricevuto dal loro maestro l’ordine di seguire Masago, che quella fatidica notte si sarebbe dovuta incontrare con Kamon, e di averla vista venire assalita e uccisa da alcuni demoni. Shiranui racconta una seconda parte del flashback, nella quale lui andò nel rifugio di Yurako (cui aveva il compito di fare da guardia) accusandola di aver utilizzato i suoi demoni per macchiarsi di quell’omicidio, ma Yurako aveva negato di essere stata lei. A quelle parole Nanoka ricorda che Yurako era un catalizzatore vivente dei demoni maligni delle maledizioni scagliate contro il Gokouke, che venivano poi filtrati e purificati da Sana.
Shiranui raggiunge la sua conclusione: Sana voleva scappare con Daigo ma non vi è riuscita, così… ha impedito a Kamon e Masago di fuggire a loro volta. Erano suoi, e non di Yurako, i demoni che uccisero Masago! A questa rivelazione/insinuazione, se Kamon non rimane indifferente, Mao sembra di colpo sul punto di esplodere in tutta la sua furia…!
Capitolo 164, “Parole velenose”.
Il capitolo riprende dalla “rivelazione” di Shiranui, secondo il quale ad uccidere Masago non furono i demoni di Yurako, ma quelli di Sana! Non contento rincara la dose rivolgendosi direttamente a Mao: gli spiega che, per un ragazzino dalle umili origini come lui, una bella donna come Sana doveva essere sembrata una creatura celeste e priva di impurità… e invece era una normale ragazza innamorata, che alla morte dell’amato Daigo si era lasciata vincere dai sentimenti peggiori e, in un impeto d’invidia per Kamon e Masago che volevano scappare insieme dal Gokouke (come avrebbe voluto fare lei con Daigo), aveva maledetto Masago, uccidendola!
Questo è troppo per Mao, che perso ogni controllo si scaglia contro Shiranui in un impeto di rabbia cieca. L’avversario ha gioco facile ad imprigionarlo con un incantesimo d’acqua, ma fortunatamente Natsuno e Kamon liberano subito Mao e mettono Shiranui spalle al muro. Kamon osserva che tutte quelle riferite da Shiranui sono delle mere speculazioni, che prove ha che non sia invece stata proprio Yurako? Shiranui controbatte che Yurako non aveva alcun interesse nei confronti di Kamon e Masago, isolata com’era nella sua prigione, tanto che non avrebbe nemmeno immaginato quanto fosse triste la sua esistenza, se non avesse incontrato Mao.
Kamon insiste: e se il colpevole fosse invece stato il maestro…? Shiranui nega, e Natsuno con uno strano tempismo impedisce la prosecuzione del confronto, rivolgendosi allo stesso Shiranui e rivelandogli che Mao non è mai stato in possesso della tecnica del Taizanfukun, rimasta invece nella testa di Byouki. Shiranui è sconvolto nell’apprendere ciò, e scappa via. Il palazzo si disintegra e Kamon è più veloce di Mao nel proteggere Nanoka. All’esterno, Natsuno giustifica la propria intromissione di prima, spiegando che voleva mettere un freno alle parole velenose di Shiranui che si stavano divorando vivo Mao…
Capitolo 165, “Luce”.
Mao, Nanoka, Kamon e Natsuno sono riuniti a riflettere sugli ultimi avvenimenti. Kamon ragiona sul fatto che Shiranui, ora che ha appreso che Mao non conosce l’arte del Taizanfukun, non ha più alcun motivo di attaccare Mao. Piuttosto, quel che dà a tutti da pensare è la “rivelazione” di Shiranui secondo il quale ad uccidere Masago sarebbero stati i demoni di Sana e non quelli di Yurako. Kamon invita alla prudenza: non è saggio basarsi sulla sola dichiarazione di Yurako di esserne estranea, inoltre ricorda che Shiranui, unico tra tutti i praticanti del Gokouke, detestava Sana. Inoltre, ragiona Natsuno, Shiranui potrebbe essere di parte per avere preso a cuore la sorte di Yurako, essendo stati entrambi maltrattati in modi diversi dal maestro.
Ma è vero anche, continua Natsuno, che Sana aveva il ruolo di filtrare gli ayakashi delle maledizioni inviate dall’esterno contro il Gokouke (e raccolte da Yurako) per purificarli e riadattarli come demoni a servizio dello stesso Gokouke… e secondo lei quest’aspetto della vicenda è interconnesso al resto. Soprattutto, “come mai Sana aveva espresso il desiderio di morire proprio la stessa notte in cui era morta Masago?”. Potrebbe dunque essere che avesse appreso che i “suoi” demoni erano stati utilizzati per l’uccisione di Masago, e che Sana non avesse retto al senso di rimorso.
A questo punto Natsuno e Kamon si congedano, quest’ultimo che ricorda alla prima che gli deve un favore, avendogli fatto perdere un’occasione per affrontare Shiranui. Nanoka, rimasta sola con Mao, dice a quest’ultimo che trova difficile credere che Sana odiasse Matsugo, non fosse altro perché altrimenti non avrebbe poi desiderato di farla finita a sua volta. Mao domanda a Nanoka se sia preoccupata per lui, ma prova a rassicurarla dicendole di non esserci rimasto male. Nanoka stenta a crederlo ricordando che al contrario, quando Shiranui aveva insultato Sana, Mao si era letteralmente infuriato.
Mao prova a spiegarsi meglio. Per lui, che da ragazzino era vissuto nell’estrema miseria e con la costante paura della morte, e che stentava a capire come mai l’amico Daigo tenesse tanto ad entrare a far parte del Gokouke, l’incontro con Sana era stato qualcosa di straordinario: una vera e propria luce, che aveva rischiarato il suo cuore. “Il suo primo amore”, riflette tra sé Nanoka con aria contrita. Mao continua a raccontare di non essere rimasto ferito, ma che ciò che non ha sopportato era che Shiranui avesse provato a sporcare quest’immagine di Sana.
Capitolo 166, “La scatola della metamorfosi”.
Una domestica chiede i servigi di Mao per esorcizzare una strana scatola entrata in possesso del suo padrone da circa un mese, preoccupata dal fatto che passa tutti i giorni a fissarla senza sosta, fino apparentemente a deperire e diventare quasi un’altra persona. Mao accetta di recarsi nella residenza, per accertare se l’oggetto abbia o no a che fare con il Gokouke, ma una volta arrivati trovano la padrona di casa e altri familiari assassinati, e il capofamiglia sporco di sangue che brandisce una spada.
Il padrone di casa, a cui sono spuntate le corna e ha fattezze a metà tra un uomo e un demone, accenna ad attaccare anche Mao, ma quest’ultimo lo anticipa scagliandogli contro alcuni talismani: l’uomo allora corre a recuperare la scatola e scappa dall’abitazione, mentre Mao e Nanoka sono impossibilitati ad inseguirlo dovendo prestare i soccorsi ai superstiti.
Tre giorni dopo Hakubi fa visita a Shiranui raccontandogli l’accaduto e ritenendo che si tratti della “scatola della metamorfosi”; chiede perciò ad Hakubi di prestargli i suoi subordinati, dato che Kagari e Soma sono ancora in fase di addestramento. Nel frattempo anche Mao ammette a Nanoka di aver riconosciuto l’artefatto magico, un tempo appartenuto al Gokouke anche se non era conservato tra i manufatti più preziosi della sala del tesoro: il maestro lo affidava spesso nelle mani di Hakubi per operare determinate maledizioni, nello specifico il suo possessore è destinato a trasformarsi in un demone. Nanoka domanda se ci sia un modo per far ritornare umana la vittima e Mao lo ignora: forse, separandola dalla scatola…
Intanto Shiranui ha delegato l’incarico per Hakubi ai suoi Renji e Sasuga, e per i due è la prima volta che lavorano insieme. Renji nota che Shiranui non è molto interessato dalla scatola, e Sasuga osserva che il loro capo è ossessionato dalla ricerca del “gatto” (cioè Byoki). Improvvisamente Sasuga percepisce la presenza di un’aura malefica e si allontana. Poco lontano il capofamiglia sta assalendo una persona, ma Mao interviene giusto in tempo disarmandolo. L’uomo è però ormai totalmente trasformato in demone, come osserva preoccupata Nanoka.
Capitolo 167
Comincia lo scontro tra Mao e l’uomo ormai diventato demone.
Mao cerca di sigillarlo per evitare di ucciderlo, come capisce Nanoka, che nota anche la mancanza della scatola. Mao stesso si chiede dove sia finita.
All’improvviso alcune luci penetrano nell’orecchio del demone e fa la sua comparsa Renji, con i kakachu (gli insetti di fuoco tormentati) e che non è molto contento di trovarsi Mao e Nanoka tra i piedi, mentre Sasuga ne è entusiasta.
Il demone non è sopravvissuto ai kakachu di Renji, il quale chiede a Sasuga dove sia la scatola. Mao apprende così che il Gokouke è alla ricerca della scatola della metamorfosi e Renji ammette come Hakubi ne sia ossessionato.
All’improvviso il demone si risveglia, attacca Renji, i cui kakachu sembrano non funzionare e scappa lungo un ponte, con tutto il gruppo alle calcagna.
Mao osserva come il fatto che il demone possa ancora muoversi, derivi dalla posizione in cui si trova la scatola. Sasuga colpisce il demone, tagliandogli la schiena ed ecco che compare la scatola, conficcata nel corpo del demone.
Sasuga tenta di prenderla ma alle sue spalle arriva Nanoka che con spada sguainata, fa perdere l’equilibrio a Sasuga e fa cadere la scatola nel fiume sotto di loro.
Nanoka sbarra la strada a Sasuga, considerando che la terra batte l’acqua, e mentre lui le chiede di non ostacolarlo, Mao si è buttato nel fiume per prendere la scatola, che si innalza nel cielo in una colonna d’acqua.
Capitolo 168, “Un oggetto magico in movimento”
La scatola maledetta è stata inglobata da una colonna d’acqua. Renji accusa Mao di esserne l’artefice, ma quest’ultimo nega; Nanoka chiede a Sasuga, ma nemmeno lui ne sa nulla. Il vero autore sbuca all’improvviso tra i flutti, si tratta di un pesce mostruoso che sembra essere stato contaminato dal potere di trasformazione dell’oggetto magico. Prima che Mao e gli altri possano fare qualcosa, al pesce spuntano le ali e questo vola via. Renji e Sasuga si ritirano, mentre Mao e Nanoka si soffermano sui resti del demone che stanno dissolvendosi. Nanoka è dispiaciuta per lui, ricordando che era una persona normale caduta vittima della maledizione. Mao sottolinea che non c’è modo di tornare umani, una volta sotto l’effetto della trasformazione, e riflette sul fatto che un oggetto così pericoloso non può in alcun modo tornare nelle mani di Hakubi.
Più tardi alcuni ragazzini scorgono il pesce mostruoso, morente, che si dissolve davanti ai loro occhi lasciando soltanto la scatola. Ignari del pericolo, la prendono col loro. Intanto Mao e Nanoka si sono riuniti al Milky Bar con Hyakka e Kamon, con quest’ultimo che ammette di essere a conoscenza della scatola della metamorfosi e del fatto che questo ed altri oggetti pericolosi venivano affidati dal maestro ad Hakubi.
Dieci giorni dopo, Mao e Nanoka sono ancora alla ricerca della scatola mentre i giornali riportano una serie impressionante di omicidi per tutta Tokyo. Nanoka è sorpresa che la scatola stia operando ad un ritmo così veloce e su larga scala e Mao pensa che l’artefatto si sia completamente risvegliato. La scena si sposta su Kamon e Hyakka, che commentano le ultime notizie: i ragazzini di prima avevano dato la scatola ad un banco dei pegni, che a sua volta l’aveva rivenduta ad una famiglia dove poco dopo si è verificata la carneficina. Sembra chiaro che la scatola sia dotata di una volontà propria: sceglie chi maledire (ed è per questo che i ragazzini e il giardiniere che l’aveva raccolta in precedenza non ne sono caduti vittima) per colpire preferibilmente i capofamiglia e massimizzare le proprie stragi. Nel mentre gli uccelli di fuoco di Hyakka hanno captato l’energia demoniaca, così i due si dirigono ad esorcizzare la scatola.