Kuno's Mansion: la Community italiana di Ranma - Vietata la riproduzione anche parziale dei testi senza autorizzazione
Prima pubblicazione: Shonen Sunday
Uscita giapponese:
Uscita italiana:
Capitolo 139
Avevamo lasciato Mao nel mezzo della battaglia contro il capovillaggio. Inaspettatamente il katashiro d’acqua della tartaruga nera ha fallito contro le fiamme della maschera del giudizio. Nanoka è sorpresa, e Otoya spiega che evidentemente la potenza della maschera maledetta è maggiore di quanto immaginassero. Il “piano B” di Mao è allora quello lanciarsi contro il suo avversario per sfilargli la maschera di dosso: per quanto potente, l’oggetto malefico ha infatti pur sempre bisogno di un utilizzatore umano.
Mao attacca il capovillaggio dall’alto e usando la spada Hagunsei rinfoderata come se fosse una leva, riesce quasi nel suo intento di tirargli via la maschera: nel fare ciò tutti constatano con orrore che il volto dell’uomo è quasi interamente privo della pelle. La maschera, in sostanza, aveva quasi finito di assimilare il suo “ospite”.
Improvvisamente un attacco d’acqua costringe Mao ad allontanarsi: si tratta di Sasuga, che con nonchalance si rivolge al capovillaggio offrendogli di mettersi al servizio di una certa persona (Shiranui). Quello respinge subito l’offerta, si rimette la maschera e “condanna a morte” Sasuga.
Mao gli intima di scappare, ma Sasuga si protegge con una barriera d’acqua che gli consente di affrontare indenne le fiamme della maschera del giudizio e di avvicinare il capovillaggio: a questo punto sfodera una conchiglia e questa imprigiona lo sventurato in una bolla d’acqua, strappandogli finalmente di dosso la maschera.
Sasuga si accinge a prendere lo strumento magico, solo per essere fermato da Mao, che attacca con un fendente della sua spada. Mao è deciso a non permettere che la maschera finisca nelle grinfie di Shiranui, mentre a tanta determinazione Sasuga contrappone un’aria solo leggermente scocciata per il “piccolo imprevisto”.
Capitolo 140
Mao sta fronteggiando Sasuga, che quasi con aria da finto tonto si limita a reclamare la maschera maledetta del giudizio per il Gokouke, a cui l’oggetto malefico apparteneva in origine. Mao prova pazientemente a riepilogargli di come il capovillaggio avesse sfruttato il potere della maschera per dominare con il terrore gli abitanti del villaggio, invitandolo dunque ad immaginare quali peggiori atrocità potrebbero venire commesse se questa finisse in mano al Gokouke… ma niente, per Sasuga è un discorso troppo complicato da seguire! L’opponente invece ribatte raccontando la sua storia: lui e suo padre vagabondavano per i villaggi, cercando di racimolare soldi causando la siccità per poi far tornare la pioggia dietro pagamento, sebbene tutto quello che ne ricavavano erano disprezzo e pestaggi. Anche con la morte del padre la vita di Sasuga non era cambiata in alcun modo restando segnata dalla povertà, perciò, a suo modo di vedere, l’essersi messo a servizio di Shiranui e del Gokouke non è che un modo insperato di ottenere vitto e alloggio stabili!
Finita la sua spiegazione, Sasuga non accetta repliche e con la sua arte dell’acqua afferra nuovamente la maschera, quando Nanoka s’intromette e riesce a tagliare l’acqua con un affondo della sua Akanemaru. Correttamente ha pensato che il suo è un attacco della terra e la terra vince sull’acqua. Otoya prova a farle notare che ciò tuttavia non vale quando uno dei due praticanti (in questo caso Sasuga) è nettamente superiore, ma rimane inascoltato e Nanoka attacca direttamente la maschera, provando a spezzarla in due.
Inaspettatamente l’Akanemaru non riesce a tagliare la maschera, e a questo punto Sasuga con un attacco lancia Nanoka in aria, prontamente raccolta al volo da Mao. I nostri non demordono: Mao chiede a Nanoka di tagliare ancora una volta l’acqua di Sasuga, e a quel punto Mao avvolge la maschera con una serie di talismani e riesce finalmente a distruggerla con un colpo della sua Hagunsei.
Il capovillaggio malvagio si rialza in piedi sbigottito, con il volto sfigurato, ormai senza più poteri e circondato dagli abitanti del villaggio che lo fissano con intenzioni ostili. Con una mossa disperata grida nella direzione di Sasuga e ricorda al ragazzo che lui in precedenza (nel capitolo scorso) gli aveva offerto un lavoro (per il Gokouke), ebbene adesso è pronto ad accettare l’offerta. Senza battere ciglio, Sasuga ricorda che sì, in effetti Shiranui gli aveva richiesto di portargli l’utilizzatore della maschera del giudizio… ma ora la maschera è andata distrutta, quindi non importa più. E con un attacco decapita il capovillaggio. Mao e Nanoka guardano la scena con indignazione, mentre il loro opponente si allontana con aria distratta: Sasuga è evidentemente un individuo semplice, incapace di pensieri profondi, ma è anche un avversario rancoroso e proprio per questo, pensa Mao, molto problematico.
Capitolo 141
Il capitolo, denso di avvenimenti, inizia nel covo di Shiranui, dove Sasuga fa rapporto del suo fallimento: non solo non è riuscito ad impadronirsi della maschera del giudizio, ma Mao l’ha anche esorcizzata. Sasuga è tristemente convinto di doversene andare via dal Gokouke, ma Shiranui gli offre un’altra possibilità. In quel momento l’ago del burattino di Kagari cade a terra: era stato maledetto in precedenza da Mao per impedire alla subdola Kagari di usarlo nuovamente e da allora Shiranui si era dedicato alla sua purificazione, prevedendo un tempo necessario di 49 giorni (capp. 135-136). Con somma sorpresa di Shiranui, Sasuga raccoglie da terra l’ago e ci soffia dentro applicandovi la sua tecnica dell’acqua: tanto è bastato per esorcizzarlo!
A questo punto fa la sua comparsa Yurako, che con accondiscendenza invita Shiranui a non provare gelosia nei confronti di Sasuga, che evidentemente è un talento naturale. Ma il vero motivo della venuta di Yurako è che ultimamente lo specchio d’acqua sta di nuovo mostrando con nitidezza, dopo secoli, le immagini del tempio del Goshikido (il luogo dove i cinque onmyoji prescelti furono maledetti). Shiranui comprende che dev’essere accaduto qualcosa e Yurako spiega di aver già inviato dei demoni a controllare. La scena si sposta su Daigo, il compagno apprendista di Mao recentemente resuscitato ma come corpo senz’anima. Byoki è rimasto con lui nella sua forma felina di Haimaru, e si accorge dell’avanzare del miasma e dei demoni: questi si lanciano all’assalto di Daigo, che però con un solo cenno del capo scatena contro di loro una tecnica della terra, distruggendoli tutti all’istante.
Byoki trova la cosa molto interessante: Daigo al momento è un semplice guscio vuoto, eppure è riuscito a difendersi! Intanto Natsuno va a fare visita a Mao e Nanoka: da qualche tempo si aggirava nei pressi del seminterrato dove Kagari e Yurako avevano portato Nanoka diversi capitoli prima, sperando di trovarvi proprio Yurako ma senza successo. Tuttavia improvvisamente il luogo si è riempito di miasma, perciò chiede a Mao di accompagnarla all’interno dell’edificio. Giunti davanti alla porta, Nanoka insiste per andare con loro ma a questo punto Mao si rifiuta e anzi chiede a Natsuno di prendersi cura di Nanoka per poi entrare da solo…
Al che Natsuno, rimasta sola con Nanoka, chiede candidamente a quest'ultima se per caso lei e Mao... siano amanti! Nanoka si affretta a negare, ma allo stesso tempo chiede tutta felice se davvero stiano dando questa impressione!Natsuno riflette tra sé, comprendendo il ragionamento di Mao: entrambi sanno che in passato Yurako uccise Sana, sua “rivale in amore” che minacciava di portarle via il suo adorato Mao, e ora Nanoka potrebbe correre un grosso pericolo per lo stesso motivo. Intanto Mao, addentratosi, incontra proprio Yurako… ma questa si trova incosciente a terra, circondata dal miasma. E in questa posizione Mao è perfettamente in grado di vedere la parte sfigurata del suo volto!
Capitolo 142
Mao, entrato nell’edificio, si ritrova davanti a Yurako adagiata a terra priva di sensi e col volto parzialmente sfigurato dal miasma che la sta divorando. Improvvisamente Yurako si riprende, si accorge della presenza di Mao e, aperta una porta, scappa lungo delle scale che portano ad una stanza particolare, tutta drappeggiata di talismani, identica al posto in cui la stessa Yurako era stata reclusa tanti secoli prima. Mao la insegue, riconoscendo in lei l’identico volto triste e martoriato con cui l’aveva conosciuta prima della caduta del Gokouke.
Entrato a sua volta, Mao vede Yurako afferrare con forza una strana anfora, dalla quale sembra uscire una luce spirituale. Yurako si volta di nuovo verso di lui e il suo volto è ora immacolato, mentre il miasma è stato dissolto da tutto l’edificio. Mao pensa tra sé che il male è stato esorcizzato dal suo viso. Yurako, a questo punto, rivela che quello che lei sta tenendo in mano è il cuore di Sana!
Mao, sempre più sconvolto, le rivolge la domanda che finora aveva esitato a farle: è stata davvero lei ad uccidere Sana, quella fatidica notte, esortata da Hakubi? Nel frattempo anche Nanoka e Natsuno, vista la scomparsa del miasma, entrano ricongiungendosi a Mao, giusto in tempo per sentire la risposta: sì, è stato il miasma di Yurako a strappare il cuore dal petto di Sana, uccidendola, ma ciò è stato fatto… per volontà della stessa Sana. Quella notte loro due si erano parlate, Sana era sconvolta per la morte di Daigo e in particolare le aveva rivelato di aver visto una sfera di luce blu (la stessa che aveva visto Mao), blu come gli occhi di Daigo… l’anima di lui, colma di rimpianto.
Yurako continua il suo racconto: Sana le aveva chiesto di ucciderla, di permetterle di seguire Daigo e provare a salvare la sua anima. Yurako conclude dicendo di averle obbedito per pena, perché loro erano uguali, entrambe delle vittime del Gokouke. Ma c’è ancora una domanda, ed è Natsuno a farla: come mai Yurako ha lo stesso volto di Sana? Anche Nanoka, tra sé, pensa che Yurako non glielo aveva detto nemmeno quella volta che si erano incontrate tempo prima. Yurako nega il sospetto celato nel cuore di tutti i presenti: no, lei non ha mai rubato il volto di Sana, molto più semplicemente loro avevano la stessa faccia fin dall’inizio… perché erano sorelle gemelle!
Capitolo 143, “Il ruolo delle gemelle”
Yurako racconta al gruppo sconvolto che lei stessa ha saputo molto dopo di essere la gemella di Sana. L’ha saputo da Shiranui, che provando pietà di lei, le rivela la verità e la libera, la stessa sera in cui Yurako incontra Mao e se ne innamora.
Una volta scoperto l’amore di Mao per Sana, Shiranui torna a consolare Yurako e raccontarle il suo ruolo.
Lei e Sana sono entrambe figlie del maestro del Goukouke, separate alla nascita. Yurako confinata come vaso contenitore delle maledizioni scagliate dai nemici sopra alla villa, mentre Sana cresciuta nella villa, per purificare le maledizioni raccolte da Yurako e permettere al Goukouke di usarle per i propri scopi.
Il racconto prosegue col momento in cui Yurako ebbe tra le mani il cuore puro di Sana: lo spirito che le divorava il volto venne esorcizzato e guardando il proprio riflesso, si rese conto davvero di avere lo stesso volto di Sana.
Nanoka pensa a quanto sia crudele tutto ciò, ed il suo pensiero va a Mao e come si possa sentire dopo il racconto di Yurako.
Interviene infine Natsuno, che chiede a Yurako, dato che è stata l’ultima persona a parlare con Sana da viva, se Sana sapesse o meno della morte di Daigo.
Natsuno rivela infatti che in realtà, Sana e Daigo hanno cospirato e la morte di Daigo fu una messa in scena! Ha poi un flashback in cui Daigo le confidó quanto fosse disgustato dal Goukouke e di voler morire. Natsuno quindi, anch’essa disgustata dal Goukouke, collaboró e gli fornì una medicina della terra che provoca morte apparente, finse di confermarne il decesso e lo seppellì assieme ad altri membri.
Ma il giorno seguente, quando avrebbe dovuto liberarlo, la fossa era stata scavata, Daigo era scomparso e Sana cadde in depressione, convinta che fosse morto dato che aveva visto la sua anima sotto forma di una sfera di luce blu.
Natsuno chiede conferma a Yurako che Sana sapesse o meno che Daigo in realtà era vivo, ma Yurako risponde di non saperlo e scompare avvolta dal miasma.
Natsuno avrebbe voluto chiederle altro, Mao commenta quanto il suo miasma fosse fuori controllo, nonostante il cuore di Sana in suo possesso.
Il capitolo si chiude con Yurako che si chiede chi sia e cosa voglia sapere da lei Natsuno, e l’immagine di Daigo circondato dai pensieri di Yurako: non può essere che lui ad uccidere i suoi demoni con la terra ed averla ferita!
Capitolo 144
Il capitolo si apre nel covo di Shiranui, dove Yurako gli riferisce gli ultimi eventi e soprattutto il fatto che i suoi demoni siano stati eliminati da qualcuno che non può che essere Daigo. La notizia sorprende Shiranui, che era convinto che Daigo fosse morto. Yurako con fare triste conclude nel senso che si trattava solo di una messa in scena, come le è stato confermato da Mao e compagnia (precisamente Natsuno nello scorso capitolo) e comincia a piangere teatralmente, per venire subito consolata da Shiranui, il quale la rassicura che metteranno presto a tacere Daigo.
Nel frattempo anche Mao e Nanoka stanno facendo il loro resoconto a Kamon, soffermandosi sulla rivelazione che Sana e Yurako erano sorelle gemelle. Kamon è subbioso sul fatto che Sana abbia chiesto di morire. Anche Mao osserva la stranezza del racconto: la morte di Daigo era stata architettata ad arte con la complicità di Sana e Natsuno, ma poi Daigo è scomparso per davvero e a quel punto Sana, dopo aver visto la sfera di luce blu ossia l’anima di Daigo, si è convinta che l’amato fosse morto… ed è a quel punto che avrebbe chiesto a Yurako di ucciderla. Ma Mao si domanda cosa sia successo al corpo di Daigo, e Nanoka rincara chiedendosi come mai Natsuno abbia taciuto tutto fino ad ora. Kamon suppone che lei abbia parlato solo perché stesse cercando di ottenere delle informazioni in cambio… la verità sulla morte di Sana o qualcos’altro ancora?
La shikigami Beniko interrompe la conversazione, ricordando che per Kamon è ora di partire: al che lui rivela candidamente di dover fare visita alla sua promessa sposa (Nanoka e perfino Mao rimangono sotto shock). Portandosi dietro i nostri protagonisti, Kamon racconta tutta la storia: la giovane Midori si era innamorata di lui a prima vista e i genitori approvavano la relazione, soprattutto per il fatto che la ragazza era gravemente malata e poteva solo avere piacere a trascorrere i suoi ultimi giorni con la persona amata. Poi Midori era morta, ed è qui che la storia si fa strana: perché Kamon ha ricevuto l’invito proprio dalla ragazza defunta!
Giunti alla villa, i nostri trovano la vecchia governante stesa per terra di fronte all’ingresso, con il corpo pieno di ferite da puntura. Mao presta i soccorsi, mentre Kamon e Nanoka entrano per trovare Midori, con un aspetto cadaverico e le vesti stracciate. Intanto la governante racconta a Mao che, qualche tempo prima, un religioso dispensatore di medicine aveva curato la ragazza, con un farmaco simile al seme di una pianta: Midori guarì subito, per poi cambiare rapidamente di aspetto e personalità. Nel frattempo Midori spalanca le braccia verso il suo amato, e dal suo corpo cominciano a spuntare diversi rami. Kamon riconosce l’opera del “seme dello spirito”.
Capitolo 145
Capitolo 146
Il “dispensatore di semi” sta finendo di raccontare la sua storia, di come era profondamente malato, che la pianta misteriosa gli aveva salvato la vita e che perciò, ritenendo di aver ricevuto un dono dal cielo, aveva deciso di raccoglierne i semi per salvare anche le altre persone bisognose. Ma è qui che il racconto si fa subito più oscuro, in quanto – prosegue – dopo aver sperimentato uno dei semi su un vecchio morente, lo ritrovò il giorno dopo completamente avvolto dai rami e dalle radici, assorbito dalla pianta dall’interno. Nonostante tale scoperta, decise comunque di continuare a diffondere i semi, utilizzandoli su animali e persone malate e fallendo ancora: invece di rinunciare, a quel punto si convinse che la medicina poteva salvare unicamente gli “eletti” (come lui) e che dunque non ci fosse altro da fare che sottomettersi alla “volontà del cielo”.
Mao osserva che avrebbe potuto fermarsi subito, senza correre tutti questi rischi sulla pelle degli altri, ma il dispensatore liquida la cosa con la volontà divina. Kamon lo accusa di essere diventato una specie di trafficante affamato di soldi, al che quello risponde che semplicemente aveva cominciato a vendere la “medicina” alle persone ricche e benestanti (come Midori) credendo che queste potessero dimostrarsi più meritevoli… Mao e Nanoka sono molto poco convinti, ma la reazione più interessante è quella dello stesso Kamon.
Dopo essersi sincerato che la pianta sia già andata distrutta, a parte i semi raccolti dal dispensatore, Kamon fa un incantesimo e improvvisamente il corpo del dispensatore si riempie di ramoscelli. Kamon con freddezza spiega al proprio interlocutore che a decidere della sua vita ora non sarà il cielo, ma lui. Poi racconta che i semi dello spirito furono originati molti secoli prima da una richiesta del maestro del Gokouke, che probabilmente era alla ricerca di metodi per prolungare la propria vita e aveva commissionato la creazione di questi semi… proprio allo stesso Kamon.
A questo punto Kamon chiama a sé la shikigami Beniko, che porta con sé il fiore curativo, e lo utilizza sul dispensatore salvandogli la vita. Si fa consegnare tutti i semi in suo possesso e, alla domanda del proprio interlocutore se davvero è stato risparmiato, Kamon gli comanda di andare ad eliminare tutti i semi dei suoi “clienti”… e di pregare il cielo che non ne sia perito nemmeno uno, altrimenti neppure lui avrà scampo.
L’epilogo della vicenda vede Kamon tornare a casa della spasimante Midori nelle vesti di “Kuchinawa”. Accertatosi che la ragazza si sia pienamente ristabilita (e anzi lei conferma di essere del tutto guarita anche dalla malattia pregressa), con uno dei suoi fiori ipnotizza Midori, i genitori e la governante e fa dimenticare loro ogni cosa della sua esistenza. Uscito dall’abitazione, Kamon spiega a Mao e Nanoka di non essere tagliato per il matrimonio. Mao comprende che c’è sotto ben altro e gli chiede se si senta responsabile per aver creato i semi dello spirito. Kamon risponde che sì, se quel dispensatore non li avesse mai trovati, questi non avrebbero potuto uccidere tutte quelle persone. E che perciò anche lui stesso deve considerarsi un peccatore.
Capitolo 147
Il capitolo si apre con una conversazione tra Yurako e Hakubi. Yurako rivela che i suoi demoni hanno trovato Daigo nei pressi del Goshikidou, sebbene stando alle informazioni di entrambi Daigo sarebbe dovuto essere morto secoli prima. A questo punto Yurako ricorda che, secondo quel che sapeva Shiranui, il praticante della terra invitato nel Goshikidou non era Daigo ma Natsuno (informazione discordante con quel che sappiamo noi lettori, dato che diversi capitoli prima Natsuno stessa rivelò di non essere mai stata chiamata al tempio; chi sta mentendo?). Ad ogni modo, per chiarire ogni dubbio, Yurako fa una proposta: se anche Daigo si rivelasse uno dei cinque prescelti del Goshikidou, dunque immortale, è altrettanto vero che i prescelti hanno il potere di uccidersi a vicenda… di fatto, Hakubi lo capisce benissimo, lei lo ha appena invitato ad uccidere Daigo.
La scena si sposta su una coppia in fuga: gli inseguitori li catturano e cominciano a picchiare l’uomo, quando il redivivo Daigo si intromette. Dapprima viene picchiato anche lui, ma all’improvviso una figura demoniaca dell’ombra, estremamente somigliante a Byouki, si lancia in sua difesa cominciando ad azzannare gli assalitori.
Qualche tempo dopo Mao e Nanoka si dirigono ad investigare, spinti dalle voci sul misterioso bakeneko e pensando che possa trattarsi di Byouki. Mao in particolare si sta chiedendo come mai Byouki, che è tornato da un po’ in epoca Taisho, non stia puntando a riprendersi il suo corpo; pare che abbia qualche altro progetto, ma di cosa si tratta? I due scorgono una donna che si sta buttando da un’altura, e Mao la afferra al volo salvandole la vita. La donna in lacrime, Shizuko (quella della coppia di prima) spiega che intendeva suicidarsi e racconta la sua storia: era fuggita da un matrimonio combinato scappando con Shiro, l’uomo che amava. Erano stati catturati e poi erano intervenuti uno strano individuo (Daigo) e un bakeneko. Lei era stata riportata alla sua famiglia e non aveva più saputo niente dell’amato Shiro, che anzi secondo le voci sarebbe stato divorato dal bakeneko.
Mao rivela la sua natura di onmyouji e l’intenzione di purificare il bakeneko. Shizuko a questo punto gli chiede di vendicare Shiro, e in tutta risposta Mao la incita a continuare a vivere. Nanoka, guardando la scena, si chiede se Mao stia pensando a Sana che aveva analogamente deciso di farsi ammazzare per seguire l’amato Daigo nell’aldilà… prima di accorgersi, imbarazzata, che è lei stessa ad essersi messa a pensare ciò! Mao pratica alcuni marchi magici ma non riesce a percepire forze demoniache, né la presenza di Byouki; tuttavia, a poca distanza, Byouki è assieme a Daigo ma in forma di “Haimaru” e a sua volta nota i marchi e si chiede se ci sia un praticante nelle vicinanze. Il capitolo si interrompe con alcuni individui che scorgono la presenza di Daigo.
Capitolo 148
Daigo viene legato dagli abitanti del villaggio e non oppone resistenza. Haimaru lo osserva senza farsi vedere e pensa a qualche istante prima, quando Daigo si era messo in mezzo per aiutare a scappare la coppia di innamorati in fuga dal villaggio.
Haimaru si accorge della presenza di miasma: è Hakubi, guidato dagli ayakashi di Yurako, sulle tracce di Daigo.
Hakubi pensa al fatto che se Daigo fosse stato tra i 5 chiamati al padiglione, entrambi sarebbero stati destinati ad uccidersi a vicenda fin dall’inizio.
In quel momento, appare ad Hakubi un occhio enorme di Byouki e i due si riconoscono. Haimaru/Byouki appare infine ad Hakubi e ricorda come egli fosse stato il primo ad obbedire al maestro, uccidendo gli allievi più influenti del Gokouke.
Al villaggio Daigo viene imprigionato assieme al ragazzo che aveva aiutato. Egli gli racconta come sia tornato al villaggio e catturato, per non interferire con il matrimonio, ma Daigo, svenuto, non lo sta ascoltando.
Nella foresta Mao e Nanoka si imbattono in alcuni uomini che cercano il bakeneko (Haimaru) e vengono a sapere che il compagno del mostro era stato catturato per fare da esca per il bakeneko.
Mao vede nel cielo gli ayakashi di Yurako, che si dirigono verso la capanna dove Daigo è prigioniero.
Daigo sembra risvegliarsi, la terra trema, la capanna crolla e compare un golem di terra che, davanti agli abitanti e a Mao e Nanoka, abbatte gli ayakashi di Yurako.
Mao, sconvolto, pensa che ci sia una persona sola in grado di usare la terra in questo modo.
E di fatti eccolo. Dalle macerie della capanna avanza.. .Daigo!