Lampade a incandescenza a elevata efficienza luminosa, grazie al gas alogeno (iodio e a volte bromo, integrato con un gas nobile) contenuto nel bulbo, che permette il riscaldamento del filamento fino a oltre 3000 K.
Intorno al 1950 fu realizzata la prima lampada a incandescenza alogena, avente un'elevata efficienza luminosa, grazie al gas alogeno (iodio e a volte bromo, integrato con un gas nobile) contenuto nel bulbo, che permette il riscaldamento del filamento fino a oltre 3000 K. Il tungsteno che sublima a causa della temperatura elevata reagisce con il gas alogeno formando un alogenuro di tungsteno. Successivamente, il composto entrando in contatto con il filamento incandescente si decompone, per l'elevata temperatura, e rideposita il tungsteno sul filamento stesso realizzando il cosiddetto ciclo alogeno. In questo modo, la durata di vita di una lampada alogena può essere molto maggiore di quella di una lampadina a incandescenza normale, sebbene il filamento raggiunga temperature più elevate. Poiché il filamento, per permettere la reazione chimica tra il tungsteno e lo iodio, deve essere mantenuto a una temperatura di circa 3000 K, il bulbo viene realizzato con quarzo fuso, in grado di resistere alle più alte temperature e anche alle alte pressioni. Il ciclo alogeno esegue un'azione di “auto pulizia” sulla superficie interna del bulbo, evitandone l'annerimento e consentendo di mantenere quindi un flusso luminoso invariato nel tempo. Per ridurre il flusso di raggi ultravioletti, viene posta davanti al bulbo una lastra di vetro, mentre per ridurre il flusso di raggi infrarossi viene posto dietro al bulbo uno specchio dicroico che riflette solamente la luce visibile lasciando disperdere i raggi infrarossi.
Carotenuto M. R., Sancataldo G., Agliolo Gallitto A. (2024). Le sorgenti luminose artificiali della Collezione Storica degli Strumenti di Fisica dell'Università di Palermo. Museologia Scientifica 18, 54-67, doi:10.53246/ANMS0043
WikipediA: Lampada alogena, https://it.wikipedia.org/wiki/Lampada_alogena