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Lo strumento è formato da una scatola cilindrica di ottone e da un tubo ottico, alla base del quale si trova una lente condensatore, uguale a quella usata nei microscopi solari. Nella scatola sono imperniati due dischi paralleli nei quali sono praticate delle finestrelle (si veda il particolare della figura accanto). I dischi, montati sullo stesso asse, possono essere fatti ruotare assai velocemente grazie a una manovella e a due coppie di ruote dentate moltiplicatrici. Nella scatola vi sono due aperture poste lungo lo stesso asse; in corrispondenza a una di esse è applicato il tubo con il condensatore ottico che, posto in corrispondenza di una sorgente luminosa, concentra i raggi di luce sulla sostanza da esaminare. Quest'ultima si pone in un piccolo cassetto estraibile inserito fra i due dischi. Dall'altra apertura della scatola (opposta al tubo) si osserva la sostanza. Le finestrelle dei dischi sono sfasate in modo tale che, quando il campione è illuminato non è visibile all'osservatore, è invece visibile quando la sorgente luminosa è schermata. Ruotando velocemente i dischi è così possibile osservare fosforescenze molto brevi la cui durata è dell'ordine di grandezza del tempo che intercorre fra una illuminazione e la successiva. Questo intervallo di tempo si può calcolare conoscendo la velocità di rotazione e il numero di finestrelle dei dischi. Lo strumento è firmato: Phosphoroscope de E. Becquerel — J. Duboscq à Paris.
Lo strumento è corredato da un diaframma a vetro violetto, mostrato nella figura a lato. Questo diaframma veniva posto nel tubo del portalampada o davanti al condensatore ottico delle lanterne. Sulla traiettoria del raggio luminoso venivano posti i diversi corpi sotto indagine sperimentale: vetro di uranio, esculina in acqua, solfato di chinino in soluzione, diamanti, ecc.
Nel Catalogo Pellin del 1900 si legge: "Diaphragm à verre violet pour les expériences de Stokes ......... 18 fr." dove è riportata anche la descrizione degli esperimenti che potevano essere condotti con questo diaframma.
Il fosforoscopio è stato ideato nel 1859 dal fisico francese Edmond Alexander Becquerel (1820 - 1891), per lo studio della fosforescenza.
Nel catalogo Duboscq del 1885 si legge: "Petit phosphoroscope de M. Ed. Becquerel, s'adapte sur la partie éclairante du microscope solaire ... 120 f."
Nel Catalogo Blaserna del 1863 sì legge: "Fosforoscopio di Becquerel con alcuni pezzetti di varie sostanze per osservare il fenomeno della fosforescenza. (L.120)".
Ganot (1867), p.436
Jamin (1880), p.681
Brenni P. (1995). Gli strumenti di Fisica dell'Istituto Tecnico Toscano. Ottica. Firenze: Giunti, pag. 100
Duboscq J. (1885). Historique & Catalogue des Tous les Instruments d’Optique Superieure. Paris: Maison Jules Duboscq, pag. 61
Wikipedia: Alexandre Edmond Becquerel, it.wikipedia.org/wiki/Alexandre_Edmond_Becquerel
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