Doppio cilindro per bilancia idrostatica

per la dimostrazione del principio di Archimede

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Inv. N.

Costruttore: 

Data di acquisto:  fine XIX secolo

Materiali e componenti: ottone e ottone laccato

Dimensioni: 

Prezzo:

Descrizione e caratteristiche fisiche

Notizie storiche e uso dello strumento

Probabilmente, Archimede usò la bilancia idrostatica per la verifica sperimentale della legge, che porta oggi il suo nome. Questa è una comune bilancia a due bracci uguali che ha dei gancetti sotto ai piattelli. Per dimostrare la legge di Archimede si fa uso del doppio cilindro. Quest’ultimo consiste in un cilindro massiccio che entra con precisione in un cilindro cavo avente la cavità di uguale volume del primo cilindro. Prima di iniziare la dimostrazione si fa osservare infatti che il volume interno del cilindro cavo è uguale al volume del cilindro massiccio.

Dopo aver azzerato la bilancia, si appende, sotto un piattello, il cilindro cavo e a questo si aggancia il cilindro massiccio. Ora per equilibrare la bilancia si deve mettere una tara nell’altro piattello. Sotto il cilindro massiccio si colloca un recipiente in cui si versa dell’acqua in modo che il cilindro ne venga immerso completamente. Si nota allora che il piattello con i cilindri viene sollevato e la bilancia si squilibra dalla parte della tara. Adesso, con molta attenzione, si riempie di acqua il cilindro cavo, facendo osservare che l'equilibrio si ristabilisce spontaneamente quando il cilindro è completamente pieno: da ciò si deduce che la spinta di Archimede, che agisce su un oggetto immerso in un liquido, è uguale al peso di un pari volume di liquido spostato.

Interventi

Rimozione a secco della polvere con pennello a setole morbide. Pulitura delle superfici con panno di cotone imbevuto di etere di petrolio.

Bibliografia & sitografia


A cura di Aurelio Agliolo Gallitto. Ultima revisione 3.6.20242012 © Collezione Storica degli Strumenti di Fisica, Università di Palermo