Note storiche e biografiche

Il periodo pre-unità d'Italia (1778 - 1862)

Sin dalla fondazione della Regia Accademia degli Studi, il 5 novembre 1779, e successivamente dalla fondazione dell'Università degli Studi, il 12 gennaio 1806, la cattedra di Fisica Sperimentale è stata presente. Alla cattedra era annesso un Gabinetto per le attività sperimentali. Il primo docente di Fisica Sperimentale della Regia Accademia fu un certo Nicolò Fresco, di Napoli, in sostituzione di padre Antonio Minasi (1736-1806), anche se non si trova traccia di lezioni da tenute dal Fresco. In questo periodo teneva regolarmente le lezioni padre F. Salvatore di Santa Maria, dell'ordine degli Scalzi della Mercede, il quale per la parte sperimentale si faceva aiutare dall'assistente Giovanni Francone esperto costruttore di strumenti di Fisica. Dal 1786 al 1793 tiene le lezioni di Fisica padre Eliseo della Concezione (1725-1811), della Congregazione dei Carmelitani Scalzi, che nel 1790 pubblico un compendio di fisica in latino in quattro volumi dal titolo: Phisicae experimentalis elementa. Nel 1793 padre Eliseo cede l'incarico a Nicolò Fresco il quale lo cedette all'abate Domenico Scinà (1764-1837). Valido assistente macchinista di Scinà fu Henry Dreschler. Successore di Scinà fu il canonico Alessandro Casano (1790-1851), cultore di varie discipline scientifiche, tenne la cattedra di Fisica Sperimentale dal 1836 (come supplente) e dal 1837 (come titolare) fino al 1854. Fu anche Rettore dell'Università. Casano si occupò principalmente di Fisica Applicata, con la pubblicazione di alcuni articoli sull'azione delle macchine idrauliche. Casano poteva vantare di un valido collaboratore, Domenico Ragona-Scinà (1820-1892) e di due esperti macchinisti, Antonio Naccari e Giovanni Di Blasi. Con Domenico Ragona-Scinà ebbero inizio a Palermo le prime ricerche sperimentali in Fisica. In questo periodo lavorava nel Gabinetto di Fisica anche l'ottico Rosario Caruso, ma non percepiva un soldo. Dal 1852 al 1863, tenne la cattedra di Fisica Sperimentale Giuseppe Lo Cicero (1798-1887). Con Lo Cicero si conclude il primo periodo che va dalla fondazione della Regia Accademia degli Studi, il 5 novembre 1779, fino all'unità d'Italia nel 1860 e inizia con Pietro Blaserna (1836-1918) un fiorente periodo post-unitario.

Il periodo post-unità d'Italia (1862 - 1934)

Pietro Blaserna (1836-1918) tenne la cattedra di Fisica Sperimentale dal 1863 al 1872. Con l'arrivo a Palermo di Blaserna, si ebbe una svolta importante nella storia della fisica palermitana. Blaserna era convinto che l'attività di ricerca andava condotta in laboratorio e non solo in aula e che era necessario creare una scuola di fisica capace di lasciare allievi validi per potere continuare le ricerche avviate. Scuola dove trovano le radici illustri scienziati come Damiano Macaluso (1845-1932), Michele Cantone, Orso Mario Corbino (1876-1937) e Michele La Rosa (1880-1933) ...

Il periodo moderno (1934 - oggi)

Dalla metà degli anni '30 del Novecento, iniziò una fase caratterizzata dalla presenza a Palermo, quale professore di Fisica Sperimentale e direttore dell'Istituto di Fisica, di Emilio Segrè (1905-1989), uno dei più brillanti allievi di Enrico Fermi a Roma. In questo periodo, la fisica palermitana conobbe una stagione di forte dinamismo scientifico, venendo a contatto con il fronte più avanzato della ricerca nucleare a livello internazionale. Purtroppo, questo processo fu bruscamente interrotto quando Segrè, di origini ebraiche, fu costretto a lasciare l'Italia a causa delle leggi razziali ...

La fisica palermitana negli anni '50 vede protagonisti quattro persone. Donato Palumbo (1921 - 2011), giovane fisico teorico siciliano formatosi alla Scuola Normale di Pisa. Palumbo era tornato in Sicilia all'inizio di luglio 1943 per le vacanze estive, avendo completato tutti gli esami e la tesi; lo sbarco anglo-americano in Sicilia e la successiva campagna d'Italia gli impedirono però di tornare a Pisa per laurearsi nella sessione autunnale. Egli ottenne eccezionalmente di potere fare l'esame di laurea a Palermo all'inizio del 1944, avviando quindi nel capoluogo siciliano la sua carriera scientifica. Nel 1945, Palumbo ottenne una borsa di studio per recarsi a Parigi, dove seguì i corsi del fisico Louis de Broglie e del matematico Jacques Hadamard. Tornato a Palermo l'anno successivo, egli divenne assistente di Medi e incaricato dei corsi di Elettrochimica e Spettroscopia; quindi, dal 1951 al 1955, fu incaricato del corso di Fisica Teorica. A Palumbo va soprattutto il merito di avere stimolato e orientato l'interesse per la ricerca tra i pochi laureati che frequentavano l'Istituto di Fisica nei primissimi anni del dopoguerra, fornendo il contributo di una solida preparazione teorica ai primi lavori sperimentali. Inoltre, i buoni rapporti di amicizia che egli aveva stabilito negli anni della Scuola Normale con alcuni dei futuri protagonisti della fisica italiana aiuteranno non poco i giovani ricercatori palermitani a uscire dall'isolamento in cui si trovavano. All'inizio del 1958, dopo avere passato un anno a Bristol con una borsa di studio, Palumbo lasciò definitivamente Palermo per andare a dirigere il programma per la fusione nucleare dell'EURATOM, la nuova organizzazione europea per la ricerca nucleare applicata di cui Medi era diventato vice presidente. Mariano Santangelo (1908-1970), questi aveva lavorato con Segrè nel 1936-37, lasciando quindi l'Università di Palermo dopo aver vinto un concorso per l'insegnamento nei licei. In seguito, grazie a un comando presso l'Istituto Nazionale di Geofisica, Santangelo aveva ritrovato un impegno attivo nella ricerca, collaborando con il gruppo romano di Gilberto Bernardini ed Ettore Pancini nello studio dei raggi cosmici e quindi, nel dopoguerra, occupandosi di radioattività terrestre. Il suo ritorno a Palermo, all'inizio degli anni '50, fu sollecitato da Medi, il cui nuovo impegno alla direzione dell'Istituto di Geofisica rendeva ancora più irregolare a sua presenza nel capoluogo siciliano. A Palermo, Santangelo fu incaricato dei corsi di Fisica Sperimentale e di Spettroscopia, avendo inoltre il compito di dirigere l'Istituto, organizzare la didattica e seguire le tesi di laurea. Nel 1955 egli vinse il concorso per la cattedra che era stata di Segrè vent’anni prima, continuando a dirige l'Istituto di Fisica fino al 1965, quando si trasferì all'Università di Modena. Nel contesto delle condizioni create da Palumbo e Santangelo, poté svilupparsi con successo il lavoro degli altri due protagonisti della storia più recente della fisica palermitana, Ugo Palma (1927 - 2012) e Beatrice Vittorelli (1930 - 2008). A essi si deve la realizzazione di un moderno laboratorio di ricerca e l’avvio di un programma scientifico nel campo della fisica dello stato solido sul quale si formerà un'intera generazione di fisici palermitani. Dotati entrambi di forte personalità e animati da una grande volontà, Ugo e Beatrice Palma diedero vita a una scuola che resterà una guida nel panorama della fisica palermitana per oltre un ventennio ...

Di seguito sono descritte alcune note biografiche delle personalità scientifiche che hanno avuto un ruolo importante nello sviluppo della Fisica palermitana sia da un punto di vista scientifico sia da un punto di vista politico.

Biografie