Pirometro o dilatometro termico

apparato per lo studio della dilatazione termica dei metalli

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Inv. N. 180

Costruttore: 

Data:  XIX sec.

Materiali e componenti: legno, ottone

Dimensioni: 40 x 20 x 30 cm

Prezzo:

Descrizione e caratteristiche fisiche

L'apparecchio è composto da una base di legno in cui sono fissati una sbarra di metallo e un arco di ottone graduato posto su di un piano verticale. Una estremità della sbarra è fissata saldamente a una torretta di ottone, mentre l'altra estremità è libera. L'arco è graduato in 100 divisioni. Alla sommità della struttura in legno, che regge l'arco graduato, è imperniato un ago che viene mosso da una leva. Tale leva è poggiata per l'altro estremo sulla punta libera dell'asta di metallo. La base di legno ha un foro sottostante l'asta di metallo per potervi porre un fornellino (mancante) e riscaldare il metallo, mentre dall'altro lato possiede un cassettino dove è riposta un'altra sbarra di differente metallo.

Notizie storiche e uso dello strumento

Il pirometro mostra che i corpi solidi, all'aumentare della loro temperatura, si dilatano. Ponendo un fornellino sotto il metallo esso si riscalda e si dilata. L'ago dell'arco graduato, che è in comunicazione tramite una leva con la sbarra di metallo, quindi si muove lungo l'arco e segna l'allungamento della sbarra. Una volta tolto il fornellino è possibile mostrare come la sbarra, lentamente, torni alla sua lunghezza originale.

Questo strumento fu descritto per la prima volta nel 1731 da Petrus van Musschenbroek (1692-1761), professore di astronomia a Leida, che gli diede anche il nome di «Pirometro». Esso fu ideato originariamente per studiare l'espansione termica dei metalli nel campo dell'orologeria i cui progressi dipendevano anche dalla buona conoscenza delle proprietà termiche dei metalli in uso, in special modo di quelli attinenti ai pendoli per la scansione del tempo.

Interventi

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Bibliografia & sitografia

A cura di Aurelio Agliolo Gallitto. Ultima revisione 30.04.2023
2012 © Collezione Storica degli Strumenti di Fisica, Università di Palermo