Disco di Arago 1

apparato per lo studio del cosiddetto "magnetismo di rotazione"

Numero di inventario: 58

Costruttore: Ruhmkorff, Parigi

Data di acquisto: 1868

Dimensioni: 24 x 24 x 22.5 cm

Materiali e componenti: legno, rame, ottone

Prezzo: Lire 200

Descrizione e caratteristiche fisiche

L'apparecchio è racchiuso in una scatola in legno. Una manovella pone in rotazione un albero verticale, tramite  una coppia di ingranaggi perpendicolari, su cui si possono porre i tre dischi in dotazione per l'esperienza. Un coperchio, formato da una intelaiatura in legno che tende un foglio di pergamena, si pone subito sopra il disco. Se si sospende un ago magnetico (mancante) sopra il coperchio, quando si fa ruotare il disco di rame, il campo dell'ago produce delle correnti indotte all’interno del disco stesso. Esse a loro volta interagiscono con il campo magnetico dell'ago, che comincia a ruotare nello stesso senso del disco. Lo strumento è corredato di altri due dischi, uno di legno ed uno di rame con dei tagli radiali; essi servono a dimostrare che il fenomeno è dovuto a delle correnti indotte (il legno è un isolante) che percorrono il disco nella direzione perpendicolare al raggio (i tagli nel disco di rame non permettono la circolazione della corrente). 

Notizie storiche e uso dello strumento

Strumento didattico per le esperienze sul cosiddetto “magnetismo di rotazione”. Nel 1824, J. F. Arago (1786-1853) scoprì che un ago calamitato, che oscilla sotto l'influenza del campo magnetico terrestre, torna a riposo molto più rapidamente quando è sospeso sopra una lastra di rame che non quando ne è lontano. Un anno dopo, sempre Arago, mostrò che se si pone una disco di rame in rotazione si comunica un movimento ad un ago magnetico sospeso al di sopra. Nel Registro Blaserna, nella nota di Ruhmkorff, è riportato: "Due apparecchi per il magnetismo di rotazione ... Lire 200".

Interventi

Rimozione a secco della polvere con pennelli a setola morbida. Lucidatura delle parti in legno con olio paglierino. 

Bibliografia & sitografia

A cura di Aurelio Agliolo Gallitto, ultima revisione 24.04.2021
2012 © Collezione Storica degli Strumenti di Fisica, Università di Palermo