12In quei giorni egli se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. 13Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: 14Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, 15Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; 16Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore.
17Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C'era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, 18che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. 19Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.
Il tema L'unica cosa che accomuna i credenti e forma la Chiesa è l'aver conosciuto di essere fratelli. I fratelli non si scelgono: si accettano così come sono.
In questo episodio si mostra che cosa sia la Chiesa nel pensiero di Gesù, in che modo la comunità si formi e come e perché possa restare unita. Le associazioni "mondane" di persone si fondano su un elemento, astratto o concreto, che le accomuna nella scelta dei loro componenti: si sta assieme per difendersi da un nemico, per raggiungere un obiettivo comune, per interesse, per affinità culturale o sentimentale o parentale o etnica. Senza voler disprezzare in blocco questi criteri la Chiesa, come Gesù l'ha voluta, è invece costruita su criteri completamente diversi.
Innanzitutto la Chiesa si fonda sulla chiamata, da parte di Cristo, figlio di Dio, ad essere suoi fratelli e non si basa sull'adesione individuale a un programma o a un'idea: chiamò... e ne scelse dodici. Marco (3,14) specifica anche la motivazione fondamentale dell'essere chiamati: "perché stessero con lui", in modo da imparare ad essere fratelli e dunque figli. La Chiesa è dunque formata primariamente da coloro che stanno con Gesù i quali, come conseguenza, sono inviati ai fratelli (cioè sono apostoli) per testimoniare la propria figliolanza. Anche Mattia sarà scelto a sostituire Giuda in quanto testimone oculare (Atti 1,21). Non sono inviati a far proseliti né a catechizzare nessuno.
I dodici, in quanto testimoni della vicenda di Gesù, sono il nostro punto di collegamento con lui: senza di loro nessuno avrebbe tramandato la vita e la Passione di Gesù. Dai dodici apostoli, di testimonianza in testimonianza, per successione apostolica, si arriva agli attuali vescovi, in tutto il mondo, sia nella Chiesa Cattolica (fondata su Pietro) che in quella Ortodossa (fondata sul fratello Andrea). La Chiesa è apostolica ossia fondata su questi dodici e sulle loro caratteristiche. Il numero dodici richiama i dodici patriarchi cioè i dodici figli di Giacobbe (Genesi 35,23-26), le dodici tribù d'Israele, le dodici colonne del nuovo Tempio: questi dodici discepoli rappresentano il nuovo popolo che vive e ascolta la parola che verrà enunciata subito dopo: le beatitudini (6,20-23). Sono solo dodici persone cioè relativamente poche ma nello stesso tempo rappresentano tutto Israele, inviato a tutto il mondo a raccontare la paternità di Dio.
La cornice dell'episodio vuole richiamare l'Esodo in cui Mosè sale sul monte per poi discendere con le tavole della Legge. Gesù sale sul monte e quando scende dona la nuova Legge, le Beatitudini al nuovo popolo, la Chiesa apostolica. Tutto nasce dalla notte di Gesù in preghiera sul monte, figura della sua morte che è una salita a Dio che genera la Chiesa.
I fratelli non si scelgono e lo stesso criterio vale per i dodici. La squadra di Gesù è variegata e scombinata. Non c'è nessun esperto della Legge e nessuno è particolarmente religioso. Sono persone diverse e anche incompatibili tra loro: Pietro, Andrea, Giacomo (il maggiore) e Giovanni sono pescatori di Betsaida mentre Matteo è l'odiato esattore delle tasse per i Romani. Simone è detto lo Zelota ossia, secondo l'ideologia della rivolta, è un sicario istruito a uccidere i collaborazionisti dei Romani.
In comune hanno che il primo dell'elenco (Pietro) rinnegherà, l'ultimo (Giuda Iscariota) tradirà e tutti gli altri fuggiranno. In conclusione li accomuna il fatto d'essere peccatori. Nessuno di loro capirà niente di Gesù fin dopo la resurrezione (si veda 9,45 e 18,34) a cominciare da Pietro che, nel vangelo di Marco non ne indovina una: probabilmente sono le sue memorie e fa riportare questi dettagli per propria umiltà. Pietro, capo degli apostoli, ci rappresenta un po' tutti.
Di Giuda Iscariota tutti i vangeli sottolineano più volte che era "uno dei dodici" (Luca 22,3): ci sarebbe voluto poco a cancellarlo dalla lista. Giuda invece fa parte della Chiesa e la sua esperienza è fondante per la comunità. La sua vicenda ci testimonia quanto spesso anche noi tradiamo il nostro maestro. Di lui ci si fidava al punto da affidargli la cassa: evidentemente lo si era ritenuto onesto e preciso. Anche di Tommaso, proprio nell'episodio del suo dubbio, il vangelo si cura di sottolineare che era "uno dei dodici" (Giovanni 20,24).
In comune hanno che sono diversi, che non si sono scelti e che non si sceglierebbero mai, che sono peccatori e limitati. In questi loro errori impareranno la cosa fondamentale del cristianesimo ossia che sono tutti perdonati e amati e che la loro dignità non dipende dalla loro bravura ma dall'essere figli del Padre e fratelli di Gesù. I loro limiti diventano così occasione di comunione, di compassione (cioè sopportazione vicendevole), di dono e di perdono ossia di diventare simili a Dio (Genesi 1,26 e non Genesi 3,5).
I dodici sono stati scelti, non si sono presentati autonomamente, come avviene in un concorso. Ma Gesù li scelse in modo che il gruppo fosse il più "a caso" possibile in modo che nessuno, anche nel futuro, si sentisse escluso dalla Chiesa.
Integrando con le varie fonti del Nuovo Testamento la lista dei dodici è la seguente:
Simone, al quale diede anche il nome di Pietro, figlio di Jonas o Giona, [Matteo 16,17] o Giovanni [Giovanni 1,42], originario di Cafarnao, sposato e residente a Betsaida; è il primo Papa e sarà crocifisso a Roma nel 67.
Andrea, fratello di Simone, in precedenza discepolo del Battista e primo discepolo di Gesù [Giovanni 1,40-45], primo vescovo di Costantinopoli, crocifisso secondo la tradizione orientale attorno al 61 a Patrasso (Grecia); patrono di Romania e Russia.
Giacomo detto il maggiore, fratello di Giovanni, figlio di Zebedeo a sua volta marito di Salomé [Matteo 27,56 unito a Marco 15,40] che è sorella della Madonna [Giovanni 19,25]. Salomé è nota per aver chiesto a Gesù un posto privilegiato per i figli [Matteo 20,20s], era presente sotto la croce ed è tra le prime a visitare il sepolcro la mattina della resurrezione. Giacomo il maggiore fu fatto uccidere di spada da Erode Agrippa I [Atti 12,2] nel 42, primo apostolo martire. E` venerato come Santiago a Compostela (Spagna).
Giovanni, fratello di Giacomo il maggiore, entrambi soci pescatori di Simone [Luca 5,10] e probabilmente irruenti (sono detti "figli del tuono" [Marco 3,17]). Giovanni è l'autore del quarto vangelo.
Filippo, di Betsàida, la città dove abitano anche Andrea e Simon Pietro [Giovanni 1,44]. Filippo interviene varie volte e conduce Bartolomeo da Gesù; secondo la tradizione, evangelizzò gli Sciti e i Parti.
Bartolomeo o Natanaele di Cana di Galilea [Giovanni 1,45; 21,2], chiamato da Filippo.
Matteo Levi, figlio di Alfeo [Marco 2,14], evangelista, non risulta sia morto martire.
Tommaso detto Dìdimo [Giovanni 20,24], celebre per il suo dubitare, missionario in Persia, India e Cina, morto in India nel 72.
Giacomo il minore [Marco 15,40], figlio di (un altro) Alfeo, fratello di Ioses (Giuseppe), di Giuda, di Simone più alcune sorelle [Marco 6,3]. Alfeo o Cleofa o Cleopa è marito di una Maria "sorella" (cioè cugina) della Madonna. Giacomo il minore, soprannominato anche "il Giusto", era dunque parente di Gesù ed è denominato "il fratello del Signore" da S.Paolo [Galati 1,19]. Fu a capo della comunità di Gerusalemme dopo la morte di Giacomo il maggiore, è l'autore della lettera omonima e sarà martirizzato attorno al 62-63.
Simone, detto Zelota o il Cananeo [Marco 3,18]. Non abbiamo notizie certe, da alcuni è identificato come fratello di Giacomo il minore e suo successore come vescovo di Gerusalemme.
Giuda, figlio di Giacomo e forse fratello di Giacomo il minore [Giuda 1,1], detto Taddeo ossia "di grande cuore" [Matteo 10,3], ritenuto lo sposo di Cana [secondo Eusebio di Cesarea], forse agricoltore, autore dell'omonima lettera. Si ritiene sia stato martirizzato in Persia nel 70.
Giuda figlio di Simone Iscariota [Giovanni 6,70], gestore disonesto della cassa [Giovanni 12,6], traditore e poi suicida. Nel numero dei Dodici verrà sostituito da Mattia [Atti 1,26].
Anche oggi nella Chiesa il criterio ultimo di stare insieme deve essere quello di riconoscere che esiste un solo Padre e dunque si è tutti fratelli. Questo è anche l'unico criterio indistruttibile che può tenere insieme una coppia, una famiglia, una comunità, una città, una nazione. Tutte le associazioni di cristiani devono chiedersi se rispettino il criterio con cui è formata la Chiesa oppure rischino di diventare "sette" spinte da motivazioni particolari ed esclusive, anche se buone nell'intenzione.
Gesù scende dal monte, poiché l'umanità da sola non può salire sul monte. Mentre però nell'Esodo (19,12) era proibito pena la morte anche solo toccare le falde del Sinai ecco che ora Gesù scende e si fa toccare per guarire. La gran moltitudine di gente che accorre è l'anticipazione di quello che avverrà nella storia: a Gesù si rivolgeranno persone sotto tutti i cieli, di tutte le culture e di tutte le condizioni sociali. Uniti nella totale diversità con l'obiettivo di ascoltarlo ed essere guariti. La parola che guarisce è quella che leggiamo a partire dal brano seguente delle Beatitudini. Con questa parola che ci tocca, Gesù ci guarisce dalla menzogna originale che rende schiava l'umanità.
Tutte le epopee umane iniziano con l'uccisione del fratello (Romolo e Remo ad esempio) perché col fratello non si va d'accordo mentre con l'amico, che si è scelto dopo aver scartato gli altri, si ha una base comune. La novità della Chiesa è far andare d'accordo i fratelli in virtù del fatto che sono figli e non perché si sono scelti. Il fratello è il prossimo più prossimo. Anche il problema della pace nel mondo consiste nell'andare d'accordo con le persone che ci sono, non con quelle che noi vorremmo ci fossero... eliminando gli altri.
Diversamente dalle associazioni mondane la Chiesa non ha uno statuto o una Costituzione. Quando ci si meraviglia che l'istituzione Chiesa duri da 2000 anni non si tiene conto che, al di là dei tanti limiti e difetti dei suoi componenti, la Chiesa è fondata su questa scelta "a caso" di Gesù e su un testo, il Vangelo, che è una costante critica ai difetti dell'istituzione stessa, con misericordia e perdono continuo.