In questa sezione si presenta una guida alla lettura di alcuni salmi.
Caratteristica distintiva del Libro dei Salmi è la variabilità dei temi: la gioia, la tristezza, la serenità, l'angoscia, la speranza, la delusione di una persona in un certo momento della sua vita diventano Parola di Dio, ossia parola universale che comunica qualcosa di Dio a tutti noi.
La liturgia delle ore è organizzata in modo da avere salmi di umore, diciamo così, diverso nell'arco di una stessa giornata. Ogni salmo che leggiamo dunque può essere in sintonia o in distonia con il nostro stato d'animo di quel momento. Quando troviamo sintonia abbiamo l'occasione per migliorare la nostra sensibilità e pensare che altri, in questo momento, si trovano nella situazione opposta. Quando proviamo disagio siamo invitati a considerare un diverso aspetto della realtà che, almeno in quel momento, non percepiamo.
Esistono due numerazioni principali del Salterio:
quella dei LXX, della Vulgata, delle chiese ortodosse e dell'edizione 1974 della Bibbia CEI;
quella del Testo Masoretico ebraico, della Bibbia di Gerusalemme, dell'edizione CEI 2008, della liturgia cattolica dopo il 2008 e delle chiese riformate. E` quella seguita qui.
I salmi 9 e 10 della numerazione (2) sono riuniti in un solo salmo (il 9) della numerazione (1).
Anche i salmi 114 e 115 della numerazione (2) sono riuniti nel salmo 113 della numerazione (1).
Invece il salmo successivo, 116 della numerazione (2) è diviso in due salmi (il 114 e il 115) della numerazione (1).
Similmente il salmo 147 della numerazione (2) è suddiviso nei due salmi 146 e 147 della numerazione (1). In tal modo solo i primi 8 salmi e gli ultimi 3 hanno uguale indice nelle due numerazioni.
A questo indirizzo è disponibile il PDF con una traduzione poetica dei salmi a cura di Padre Turoldo corredata da un commento del biblista Ravasi.
L'uso dei Salmi nella preghiera è passato in modo trasparente dall'Ebraismo al Cristianesimo. C'è chi ha disegnato un grafico che rappresenta l'evoluzione del numero di Salmi presenti nella liturgia della preghiera giornaliera e lo commenta come segue (si veda il grafico sottostante come riferimento):
(a) Il primo dato ci è testimoniato da san Benedetto. Il santo testimonia che i primi monaci erano soliti recitare l'intero salterio (150 salmi) in un intero giorno. E' dunque presumibile che dei salmi almeno la metà, se non tre quarti, fosse compito della preghiera notturna.
(b) Il secondo dato si riferisce a quanto ha stabilito san Benedetto per lungo tempo rimasto normativo in Occidente anche nel cosiddetto "Breviario di Gregorio Magno" della Chiesa di Roma.
(c) Il terzo dato è relativo alla prassi della Chiesa bizantina che si pone, dunque, a metà strada tra san Benedetto e la prassi liturgica dei primitivi asceti.
(d) Il quarto dato è relativo al Breviario riformato da Pio X.
(e) Il quinto dato è relativo alla Liturgia Horarum voluta a seguito delle riforme del concilio vaticano II nel Cattolicesimo.
Per quanto verso gli anni '50 del novecento ci fosse qualche liturgista che rimproverasse al papa S. Pio X di aver un po' troppo manomesso lo schema del salterio dal breviario tradizionale antico, tuttavia, questo breviario, seppur alleggerito, non si discostava di molto dalle edizioni precedenti e, quindi, dal breviario monastico. Tra i due c'era, infatti, uno schema molto somigliante ed entrambi presupponevano che la preghiera fosse il "lavoro" del religioso o del sacerdote che la praticava. Come tutti i lavori, doveva essere necessariamente un poco impegnativa e doveva richiedere almeno un certo tempo.
L'orizzonte cambia con la Liturgia Horarum nella quale, con l'intenzione di coinvolgere nella preghiera del breviario pure i laici, avviene una totale revisione, per alcuni stravolgimento. Lo schema tradizionale dei salmi è rifiutato e la loro distribuzione, in luogo d'essere settimanale diviene quadrisettimanale. La Liturgia Horarum è progettata per un mondo che vive di corsa, che ha poco tempo da dedicare alla preghiera. Ma quello che qui è indicato come un punto di forza, in realtà diviene rapidamente un punto debole. Senza un giusto tempo da dedicarsi alla preghiera il lavoro non può giungere a produrre nel tempo i frutti più maturi. Questo breviario in luogo di essere indirizzato solo ai laici è anche in mano ai sacerdoti e ai religiosi e qui nasce un problema. A nostro avviso il minor tempo dedicato alla preghiera non ha portato ad una maggior qualità di preghiera ma solo ad un indebolimento della stessa al punto che alcuni sacerdoti hanno smesso totalmente di praticare questo nuovo breviario.