Il tema Senza Dio ogni male diviene possibile: se non riconosciamo come vero Re e Signore Gesù, che nasce in una mangiatoia e viene ucciso il Venerdì Santo, allora siamo senza speranza, siamo in balìa delle passioni e della morte.
1Perché le genti congiurano
perché invano cospirano i popoli?
2Insorgono i re della terra
e i principi congiurano insieme
contro il Signore e contro il suo Messia:
3«Spezziamo le loro catene,
gettiamo via i loro legami».
4Se ne ride chi abita i cieli,
li schernisce dall'alto il Signore.
5Egli parla loro con ira,
li spaventa nel suo sdegno:
6«Io l'ho costituito mio sovrano
sul Sion mio santo monte».
7Annunzierò il decreto del Signore.
Egli mi ha detto: «Tu sei mio figlio,
io oggi ti ho generato.
8Chiedi a me, ti darò in possesso le genti
e in dominio i confini della terra.
9Le spezzerai con scettro di ferro,
come vasi di argilla le frantumerai».
10E ora, sovrani, siate saggi
istruitevi, giudici della terra;
11servite Dio con timore
e con tremore esultate;
12che non si sdegni e voi perdiate la via.
Improvvisa divampa la sua ira.
Beato chi in lui si rifugia.
Questo salmo, a una prima lettura, appare un po' disorganico: compaiono in sequenza quattro soggetti: le "genti che congiurano", "il Signore", il re cioè il Messia(1) e infine il salmista stesso.
Il contesto storico raccontato dal salmo è una successione al trono, probabilmente quella di Davide, un momento delicato per il paese, un momento in cui la nazione risulta esposta a pericoli interni (congiure e guerra civile(2)) ed esterni (aggressione nemica). Quelli che dicono "Spezziamo le loro catene" sono forse i nemici vinti in precedenza i quali vogliono scrollarsi di dosso i tributi loro imposti: Davide aveva sottomesso varie popolazioni fra cui gli Edomìti (attuale sud-Giordania) che alla sua morte cercavano di affrancarsi.
Un ulteriore pericolo insito in una successione è rinunciare a scegliere ossia lasciare che prenda il sopravvento chi capita, purché ci sia uno che comandi e l'incertezza termini.
La vicenda si può e si deve interpretare anche in senso figurato: quando dentro di me non si sa chi comanda, io sono esposto a sbandamenti nei miei desideri contrastanti e anche a suggestioni da fuori. Se una persona non ha una chiara direzione allora ciascuno dei suoi poteri, va all'assalto per prendere il sopravvento. I poteri sono le qualità positive: l'intelligenza, la bellezza, l'affettività, i sentimenti. Ognuna di queste qualità vuole prevalere sulle altre e sull'intera persona. I poteri sono anche i difetti e i vizi che la persona credeva di tenere sotto controllo e che, nel momento della prova, tornano a farsi sentire. I poteri sono infine le altre persone o le cose che "ci hanno conquistato" e che sono divenute il nostro idolo. In questi casi esiste infine il pericolo di "buttarsi via" ossia lasciare che vinca il potere più violento. La congiura che ci tiene prigionieri è molto sofisticata e si sa ben nascondere nelle pieghe del vangelo, nelle regole della buona educazione e della convenienza: la qualità principale delle congiure è infatti il non farsi riconoscere.
Tutta la questione è posta dal salmo in forma interrogativa ("Perché congiurano?") per introdurre il secondo personaggio del salmo, Dio stesso, che è presentato come colui che, in questo caso, non sorride(3) ma ride, ossia prende in giro, quasi dicesse: a insorgere e a congiurare siete solo ridicoli. Dio lascia l'uomo libero ma anche Dio è libero e dirige la storia a suo modo: ogni congiura è inutile.
Il terzo personaggio è il Re-Messia che chiarisce subito che non si è dato questo potere da sé ma lo ha ricevuto dal Signore; è per decreto divino che è stato costituito re (sovrano) e figlio. Dio stesso gli darà la forza per distruggere, come vasi d'argilla, i nemici interni ed esterni del paese. E` per noi incoraggiante avere un re così, quando temiamo di non poter vincere i nostri nemici interni ed esterni: non dobbiamo lasciarci spaventare dalle congiure o consegnarci al re sbagliato.
L'ultimo personaggio è il salmista stesso che trae una benevola e paterna conclusione: invita i sovrani ad essere saggi, a non credere di far cambiare direzione alla storia: così fanno e si fanno solo del male.
La sintesi cristiana di questo salmo si può ritrovare nelle parole del Padre Nostro: "venga il tuo regno". Queste parole, se pronunciate in modo consapevole, significano: «Non voglio schierarmi con chi congiura, dentro e fuori di me; seguo il re che hai inviato tu, il Cristo che hai consacrato. Solo così sarò forte rispetto al male che congiura dentro e fuori di me».
Questo re è il Salvatore, che è Cristo Signore (Luca 2,11) il quale, diversamente da Ottaviano Augusto, nasce in una mangiatoia e, nell'ultima cena, prende l'asciugatoio e ci lava i piedi. Tutto questo ci viene suggerito dalla collocazione del salmo nella liturgia delle ore: fa parte dell'ufficio delle letture(4) del Natale e del Venerdì Santo. Questo re viene da noi ucciso il Venerdì Santo, è resuscitato da Dio il mattino di Pasqua ed è oggi speranza di molte genti nel mondo.
(1) La parola ebraica Meshah (Messia) significa consacrato, unto, perché con olio venivano unti i re, i sacerdoti e i profeti. Il corrispondente greco è Christós (Cristo).
(2) Leggiamo in 1Re 1-2 che quando Davide era alla fine dei suoi giorni terreni Adonià, il figlio di una delle sue concubine, Agghìt , si era fatto proclamare re da un gruppo di sostenitori. Davide allora fece proclamare re Salomone, il figlio di Betsabea il quale farà uccidere Adonià perché aveva perseverato nel complotto.
(3) La Genesi ci parla del "sorriso di Dio" ossia di Isacco, figlio donato da Dio a Sara e ad Abramo nonostante lei, incredula, ridesse della promessa (Genesi 18). Il sorriso è la prima forma di coscienza che abbiamo manifestato, da neonati, a chi ci stava davanti.
(4) L'ufficio delle letture è una parte della liturgia delle ore solitamente non utilizzata dai laici ed è composto giornalmente da un inno, tre salmi, una lettura biblica e una lettura da un autore spirituale. Nei giorni festivi si conclude col Te Deum.