1Alzati gli occhi, vide alcuni ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro. 2Vide anche una vedova povera che vi gettava due spiccioli 3e disse: «In verità vi dico: questa vedova, povera, ha messo più di tutti. 4Tutti costoro, infatti, han deposto come offerta del loro superfluo, questa invece nella sua miseria ha dato tutto quanto aveva per vivere».
Il tema Questa vedova è un'altra icona di Gesù, una rappresentazione di come Dio è. Comprendendo questo noi, poi, possiamo incamminarci sulla stessa sua strada e diventare anche noi come questa vedova, cioè come Dio. Diversamente il nostro sarebbe soltanto uno sforzo moralistico irraggiungibile.
Questo testo suona come un compendio di tutto il vangelo, realizzato, invece che con parole ed esortazioni, indicando l'operato di una persona che, se stiamo attenti, incontriamo tutti i giorni. Questa vedova è in qualche modo l'erede di Gesù che sta per essere tolto dal mondo: infatti con questo episodio termina l'attività pubblica di Gesù: seguono il discorso escatologico e gli eventi del triduo pasquale. Il vangelo era iniziato con la suocera di Simone che si leva a servire (4,39) e termina con questa vedova che serve. Dunque nel vangelo di Luca le due icone di Gesù sono la suocera di Simone e questa vedova.
Dai brani precedenti sappiamo che Gesù è giunto a Gerusalemme, cavalcando un asino - segno dell'umiltà e del servizio - e ha messo a soqquadro il Tempio per distruggere quell'immagine di Dio che sempre è dentro di noi: Dio non è quel centro di potere che si manifesta nell'istituzione umana, nel Tempio, ma è colui che dà la sua vita per tutti. Il potere di Dio è quello di non avere alcun potere, di essere la pietra scartata. Il potere di Dio consiste in una fedeltà a tutta prova. E' il potere di dare la vita e non di toglierla (come fa Cesare). L'espressione "alzati gli occhi" è già stata incontrata nelle beatitudini (6,20ss) e sottolinea la posizione di servizio in cui Gesù si pone. Dopo aver indicato negli Scribi i campioni della cattiva religione che campa opprimendo i figli di Dio ora Gesù indica l'icona di Dio secondo il vangelo.
Il primo insegnamento che ci fornisce questo episodio (come altri, le beatitudini, ad esempio) è mostrarci che Dio è così: il suo modo di essere e di agire è rappresentato da questa vedova. Comprendendo questo noi, poi, possiamo incamminarci sulla stessa sua strada e diventare anche noi come questa vedova, cioè come Dio. Diversamente il nostro sarebbe soltanto uno sforzo moralistico irraggiungibile. Ricordiamo sempre che il Vangelo è una buona notizia cioè lo svelamento di una realtà (l'immagine misericordiosa di Dio) e non una nuova legge.
Il tesoro del tempio era una sorta di "banca religiosa" ed era formato da varie casse in cui si poteva depositare la propria offerta secondo le diverse intenzioni. Le offerte venivano annunciate ad alta voce da un incaricato del Tempio il quale controllava anche l'importo e la qualità della moneta. Abbiamo visto nel brano precedente che gli Scribi facevano lunghe preghiere per farsi vedere. Anche qui i ricchi manifestano la loro prosperità mostrando l'abbondanza delle loro offerte, che comunque erano poca cosa rispetto a quanto essi possedevano, come vedremo dal seguito del racconto. Luca ci ha già ritratto la figura del ricco (Luca 16,19-31) con la parabola detta del ricco epulone (ossia mangione): il ricco non ha nome ed è definito dal fatto che banchetta lautamente e veste di porpora e bisso.
La parola vedova significa priva, mancante: questa donna è infatti una non-più-sposa, è definita dal fatto che le manca il marito. Nella cultura ebraica antica (come in altre odierne) la donna esisteva solo in quanto del marito e dunque una vedova, che era di nessuno, era effettivamente un "nessuno". Nella Bibbia gli orfani e le vedove sono di Dio, presentato come il loro difensore in molti brani. Questa donna rappresenta un po' l'umanità che non ha Dio e anche la Chiesa che in questa terra è senza il suo Sposo e purtroppo anche divorata dagli Scribi (20,47). Questa vedova non è solo povera, perché il povero è colui che possiede poco e con fatica, contrapposto al ricco che ha molto e senza fatica. Questa vedova ha quasi niente, un termine che indica una persona che a fatica arriva a sera, una persona cui manca il necessario per vivere ogni giorno. I due spiccioli (cioè un quattrino precisa Marco 12,42) sono due piccole monete, usate per dare il resto. Qui per "povera" Gesù usa un termine (pitocca) che significa "nascondersi", essere senza volto, dipendere completamente da altri. E` lo stesso termine usato da Gesù nella prima beatitudine: "Beati i poveri".
Marco 12,43 sottolinea l'osservazione di Gesù puntualizzando che chiamò a sé i suoi discepoli. Giovanni 12,1-8 invece racconta l'unzione di Betania in cui si diffonde il prezioso profumo del servizio. Se vogliamo cercare dei maestri, non cerchiamoli negli scribi (anche in quelli di oggi, magari animati dalle migliori intenzioni) ma in questa poverissima vedova. Gesù che se ne va ci lascia come testamento questa vedova che è il "buon profumo di Cristo" (2Corinzi 2,14), il suo testimone.
Probabilmente i discepoli erano invece attratti dal tintinnio delle numerose monete d'oro e d'argento gettate dai ricchi: la parola "gettare" ricorre ben cinque volte. Si potrebbe anche malignare che sperassero che quel tesoro diventasse roba loro, con la presa del potere e l'avvento del "Regno".
Gesù sottolinea le proprie parole con "In verità vi dico", espediente per riferire direttamente a se stesso come Dio le parole che seguono [1]. Gesù richiama l'attenzione usando anche un contrasto: "essa ha gettato più di tutti". E` evidente che non è vero. E` vero però che i ricchi hanno dato del loro superfluo, quel che esce da una coppa troppo piena. Essi sono convinti di fare "l'elemosina a Dio" usando del loro superfluo e senza intaccare minimamente la loro ricchezza. Ma Dio non ha bisogno di nulla: è lui che dà tutto. L'unica cosa che si aspetta è di essere amato come lui ci ama: lui ci ama dando se stesso e dunque noi possiamo ri-amarlo dando noi stessi, esattamente come ha fatto questa donna. Essa ha dato "tutto quanto aveva per vivere", letteralmente: tutta la sua vita. Ha dato se stessa "nella sua miseria" ossia "dall'ultimo posto", come Dio, come Gesù che è il servo di tutti, come anche Maria. Questa vedova fa qui in anticipo quel che farà tra qualche giorno Gesù, un Gesù molto diverso da quel che pensiamo, che è figurato in una chioccia, in un asinello. E` un Gesù che da ricco che era si fece povero per arricchirci con la sua povertà (2Corinzi 8,9). L'identità di Dio è "dare".
A dispetto di tutti i sistemi e le opinioni teologiche il vangelo dichiara apertamente e senza possibilità di equivoco che il luogo principale in cui si scopre Dio sono i poveri: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me (Matteo 25,40). Dobbiamo chiederci quanto siamo noi realmente convinti che il mondo vada avanti per merito dei piccoli e non per merito dei potenti. Il mondo va avanti per merito di chi serve, di chi ama, di chi tesse relazioni autentiche, senza tornaconto e anche senza soddisfazione personale.
[1] Nell'Antico Testamento quando lo scrittore riferisce parole di Dio usa l'espressione "Oracolo del Signore". Noi nella liturgia invece usiamo la forma: "Parola di Dio" o, per il vangelo, "Parola del Signore".