50Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. 51Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo. 52Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia; 53e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
Il tema Questo non è il finale ma l'annuncio del nuovo inizio.
Con questo brano termina il vangelo secondo Luca: è il punto di arrivo cui ha puntato tutto il testo, dal suo inizio. E` come in un viaggio: occorre sapere dove si vuol arrivare altrimenti non ha senso partire. E occorre ricordare continuamente la meta altrimenti ci si perde per strada. Ora è come contemplare dalla vetta il cammino fatto. Ma dalla vetta si vedono anche nuovi panorami che prima non conoscevamo.
Luca è l'unico a raccontare l'ascensione (se si eccettua Marco 16,19 che però non fa parte del testo originale scritto da Marco) perché, non avendo conosciuto personalmente Gesù, Luca è più propenso a farsi domande sul perché di questa assenza. Luca narra l'ascensione qui, nel finale del vangelo, come punto di arrivo della vita terrena di Gesù e poi nuovamente in Atti 1,6-11 come punto di partenza della testimonianza degli apostoli che si apprestano a fare il suo stesso percorso.
Nell'ascensione vediamo la destinazione finale di Gesù, nostra e anche di tutta la creazione come ci ricorda S.Paolo (Romani 8,21-22 [1]). L'ascensione ci mostra il destino di gloria cui tutto il creato è destinato. Ancora una volta possiamo vedere come la materia (la creazione, il nostro corpo) sia chiamata ad arrivare alla gloria di Gesù, asceso al cielo col suo corpo: nulla a che vedere con le antiche filosofie greche che disprezzavano il corpo e nemmeno con le tante religioni, antiche e moderne, che fanno altrettanto. Dio ha creato la materia e in particolare i nostri corpi: dunque essi sono chiamati alla vita ultraterrena perché Dio non fa niente per niente.
Luca immagina tutta la storia come composta di due "giorni": nel primo giorno Adamo si allontanò da Dio e con lui tutta l'umanità, noi compresi, fino alla crocifissione dove Gesù fu il primo uomo che tornava al Padre, la primizia come dice S.Paolo. Nel secondo giorno, che inizia con la resurrezione, tutta l'umanità, dopo il primo nato che è Gesù, rinasce anch'essa e, facendo lo stesso cammino, tornerà al Padre. Questo secondo giorno sarà il tema del libro degli Atti degli Apostoli.
Il testo sembra a prima vista sbrigativo: un semplice commiato. Gesù porta i discepoli a Betania, da dove era entrato in Gerusalemme, dove aveva spesso pernottato durante l'ultima settimana, dove abitavano Lazzaro e le sorelle Marta e Maria. Betania è a est di Gerusalemme oltre il monte degli ulivi, il luogo della cattura [2]. E` il luogo da dove Ezechiele aveva visto fuggire la gloria di Dio ed è il luogo da dove sarebbe arrivato il Messia secondo la tradizione ebraica. Questo "li condusse fuori" ricorda anche l'esodo dall'Egitto, dalla schiavitù, in questo caso l'uscita dalla religione della Legge.
I discepoli non potevano non ricordare il loro rinnegamento e la loro imbarazzante fuga di qualche giorno prima. Deve essere stato di grande conforto per loro vedere che Gesù li benediceva e questa benedizione deve essere stata di grande aiuto per capire l'amore materno di Dio. Dio da sempre benedice l'uomo [3] e da sempre l'uomo fugge e si nasconde. Il benedire di Dio è efficace, è fare il nostro bene.
Mentre li benedice Gesù si distanzia da loro mostrando il cammino verso il Padre. "E` bene per voi che io me ne vada" aveva detto nell'ultima cena (Giovanni 16,7). Avviene così per ogni figlio che per nascere deve avere il cordone ombelicale tagliato e avviene così per le altre fasi della vita in cui si lascia qualcosa o qualcuno per poter procedere. Questa distanza è lo spazio necessario perché noi si cammini con le nostre gambe, perché mettiamo in campo la nostra libertà ed autonomia. Gesù ci ha mostrato la strada, l'unica strada, verso la vita piena. Ora si ritrae per farci spazio. Dopo aver valicato i confini del tempo passando attraverso la morte Gesù ci mostra che non vi sono confini nemmeno in termini di spazio. L'essere portato verso il cielo mostra che con lui superiamo anche il nostro limite di essere ancorati alla terra. S.Paolo scrive (letteralmente, in Efesini 4,8) che "Ascendendo in cielo [Gesù] ha reso schiava la schiavitù, ha distribuito doni agli uomini" ossia ha distrutto ogni schiavitù. L'ascensione di Gesù realizza quanto già prefigurato durante la morte in croce con lo squarciarsi del velo del tempio.
L'andare verso il cielo di Gesù serve anche a indicare chiaramente ai discepoli (e a noi) che il fine è lassù e non su questa terra. Nel racconto parallelo in Atti 1,6ss infatti i discepoli insistevano ancora a chiedere: «Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele?». In fondo anche noi continuamente chiediamo al Signore di sistemare i guai di questo mondo ma non è per questo che è venuto e non è questo che ci promette [4].
Il vangelo di Luca, che era iniziato nel tempio con Zaccaria impossibilitato a benedire perché muto a causa della sua incredulità, termina nel tempio dove gli apostoli lodano Dio. La grande gioia al ritorno a Gerusalemme ricorda l'annuncio degli angeli ai pastori nel Natale (Luca 2,10). Con l'ascensione nasce nel cielo il primo uomo e con lui noi. Per questo dono noi lo adoriamo, è la prima volta che i discepoli adorano Gesù. Per questo proviamo grande gioia tornando alle nostre case (Gerusalemme) e viviamo continuamente alla presenza di Dio (nel tempio). O almeno, così dovrebbe essere...
Quindi il finale del vangelo non va considerato un finale ma l'annuncio del nuovo inizio.
[1] Romani 8,21-22: ... Anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo infatti che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi.
[2] Betania, centro abitato appena fuori Gerusalemme, non va confusa con Betania del Giordano oltre il fiume e a nord del mar Morto. Si veda la cartina dettagliata.
[3] Genesi 1,27-28: Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra».
[4] Anche nell'apparizione di Fatima la Madonna spiega ai ragazzini che non è lì per promettere loro la felicità in questa vita ma nell'altra. Indipendentemente dalla nostra opinione su questo evento è giusto osservare l'assoluta concordanza con quanto ricaviamo dal vangelo.