1Entrato in Gerico, attraversava la città. 2Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, 3cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura. 4Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là. 5Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». 6In fretta scese e lo accolse pieno di gioia. 7Vedendo ciò, tutti mormoravano: «E' andato ad alloggiare da un peccatore!». 8Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto». 9Gesù gli rispose: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch'egli è figlio di Abramo; 10il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
Il tema Il pittore Luca ci mostra una "tavolozza di colori", cioè di citazioni e riferimenti al Natale e ad altri episodi, per descrivere una giornata memorabile e gioiosa per Gesù: il Natale di Zaccheo, il personaggio più imbarazzante e odiato di Gerico.
Zaccheo è un po' il capolavoro di Gesù, più ancora di Matteo: in tutti gli altri casi di vocazione o conversione è Gesù che vede e che chiama. Qui invece è Zaccheo che cerca Gesù, quel Gesù che allora lo guarda negli occhi e pronuncia un "oggi devo fermarmi" come se lo attendesse dall'eternità, un oggi che ricorda l'annuncio del Natale: oggi... è nato per voi un Salvatore. E` una delle scene più belle e umanamente consolanti del vangelo. Sembra qui che al grande desiderio di Zaccheo di vedere il Figlio dell'Uomo corrisponda esattamente il grande desiderio di Gesù di entrare in casa sua. I due si vedono ed inizia una nuova vita, Zaccheo nasce di nuovo perché incontra il Signore.
Gerico, che Gesù attraversa per andare a Gerusalemme, era la porta della Terra Promessa ed era, come abbiamo visto nell'episodio precedente, militarmente imprendibile, simbolo della nostra invincibile cecità. Come era avvenuto nell'antica Gerico, in cui l'unica a salvarsi era stata la prostituta Raab, così oggi assistiamo all'unica conversione: quella del pubblicano Zaccheo.
L'introduzione del personaggio - ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco - riecheggia quella della prostituta in Luca 7,56: ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città. Il nome Zaccheo significa forse "puro" oppure, se fosse, come pare, una abbreviazione di Zaccaria, significherebbe "Dio si ricorda". Nonostante il suo nome, Zaccheo assomma in sé tutte le caratteristiche negative: è un impuro, è un venduto ai Romani, è il capo degli esattori e approfittando di questo lavoro è diventato ricco. Riprendendo, in modo figurato, il tema del cieco si dice che Zaccheo cercava di vedere quale fosse Gesù ossia che tipo di persona fosse. L'obiettivo di Zaccheo coincide dunque con quello dell'evangelista Luca in questa seconda parte del vangelo: arrivare a farci contemplare Gesù.
Zaccheo era piccolo di statura e qui potremmo, da un lato, fare considerazioni sulla psicologia e sul desiderio di rivalsa di una persona che non accetta il proprio limite e dall'altro ricordare che nel capitolo precedente Gesù dice che se non si è piccoli non si entra nel regno dei cieli (cfr. 18,16b-17). In precedenza aveva detto che il più piccolo in realtà è il più grande (9,48). Tutto il vangelo ricorda, ad ogni passo, che è proprio il nostro limite, la nostra debolezza, il nostro peccato, il luogo della manifestazione della misericordia di Dio: nessuno di noi è "degno", nessuno "si salva", tutti veniamo salvati.
Questo episodio, ricordiamo che Luca è "pittore", sembra una tavolozza di colori in cui ogni parola richiama un episodio chiave del vangelo. Il testo è densissimo di allusioni:
alla sollecitudine di Maria che corre da Elisabetta (Luca 1,39) corrisponde quel corse... in fretta di Zaccheo;
all'albero dell'Eden su cui sale Eva e all'albero della croce su cui salirà il Cristo rimanda il sicomoro su cui sale Zaccheo;
alla Pasqua degli Ebrei, al passaggio dell'angelo che risparmia le case degli Ebrei, corrisponde la puntualizzazione che Gesù doveva passare di là;
alle Beatitudini (Luca 6,20ss), in quel Gesù alzò lo sguardo;
all'annuncio del Natale (Luca 2,8-12) dove l'espressione pieno di gioia richiama "vi annuncio una grande gioia" e "oggi la salvezza è entrata in questa casa" richiama "oggi vi è nato un salvatore".
Inoltre l'uso ripetuto della parola "oggi" ("oggi devo fermarmi a casa tua" e "oggi la salvezza è entrata in questa casa") richiama la promessa fatta al "buon" ladrone (Luca 23,43 [1]), la profezia fatta a Pietro (Luca 22,33 [2]) e l'annuncio a Nazaret (Luca 4,21). Infine l'uso della parola "luogo" (quando giunse sul luogo) nel vangelo di Luca rimanda al luogo dove è nato Gesù (2,6) e dove viene crocifisso (23,33 [3]) oppure il Tempio, luogo della presenza di Dio.
Questo è veramente il giorno di Natale per il pubblicano Zaccheo, che è l'unica persona che accoglie Gesù in tutto il vangelo. Nella Bibbia sembra non ci siano altri casi in cui ci si cerca con gli occhi, sembra che questo incontro Gesù - Zaccheo sia un caso unico [4], fin dal tempo dell'Eden dove Dio passeggiava nel giardino cercando inutilmente di incontrare l'uomo. Deve aver destato una certa sorpresa, anche nello stesso Zaccheo, il fatto che Gesù lo chiami per nome: non pare che si conoscessero. Pronunciare il nome significa una volontà precisa di entrare in rapporto con l'altro come si ricava dal fatto che Gesù si auto-invita, in modo molto disinvolto, a casa di Zaccheo. Abbiamo qui la risposta alla domanda "maestro dove abiti?" (Giovanni 1,38): Gesù sta di casa dove c'è bisogno. Nel vangelo Gesù chiama per nome solo Zaccheo, il fariseo Simone (Luca 7,40, episodio dell'unzione), Marta (Luca 10,41), Pietro (Luca 22,34) e Giuda (Luca 22,48). Viceversa si rivolgono a Gesù chiamandolo per nome solo i dieci lebbrosi, il cieco e il malfattore in croce.
La mossa di Gesù non provoca soltanto il disappunto di Scribi e Farisei, come già era avvenuto in 15,2 dove sono introdotte le parabole della misericordia. Qui mormorano tutti, dunque, purtroppo, significa che mormoriamo anche noi [5], che non capiamo, che ci sentiamo sopraffatti e scavalcati da tutto questo misericordismo del Signore. La cattiva fama di Zaccheo doveva essere terribile. Per vedere Gesù Zaccheo si arrampica su un sicomoro mentre una persona che non fosse stata odiata da tutti sarebbe semplicemente andata sul terrazzo di una casa qualsiasi di quella via. A questo punto Zaccheo, senza che nulla gli fosse richiesto, si lancia in una dichiarazione che va ben oltre quanto indicato dal Battista (Luca 3, 13: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato»). Non sappiamo come Zaccheo abbia potuto onorare la promessa: restituire quattro volte tanto doveva significare la rovina. Non sappiamo neppure se abbia smesso il suo lavoro per seguire Gesù. Comunque si può anche svolgere il mestiere di esattore in modo onesto... [6]
Anche Zaccheo è un figlio di Abramo, mentre i farisei che andavano dal Battista erano una razza di vipere (Luca 3,7b-8). Il brano si conclude con un'ultima eco dell'annuncio del Natale - oggi la salvezza è entrata in questa casa - e con la definizione che Gesù dà di se stesso: lui è il Figlio dell'uomo che è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto come troviamo nelle parabole della misericordia: ho trovato la mia pecora che era perduta (15,6) ... ho ritrovato la dramma che avevo perduta (15,9) ... questo mio figlio (tuo fratello) era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato (15,24.32).
[1] Luca 23,43: Gli rispose [Gesù]: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
[2] Luca 22,33: «Oggi il gallo non canterà prima che tu, per tre volte, abbia negato di conoscermi».
[3] Luca 23,33: Giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori.
[4] L'attore Pietro Sarubbi racconta d'essersi convertito durante le riprese di "The Passion" proprio incontrando lo sguardo di Gesù flagellato impersonato da Jim Caviezel (vedi immagini dei due volti qui sotto). L'altra importante conversione tramite lo sguardo è quella di Pietro dopo il rinnegamento: Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro si ricordò... (Luca 22,61).
[5] Si ricorda che la Bibbia (e il Vangelo in particolare) sono scritti per il lettore il quale è chiamato a identificarsi nei personaggi e nelle vicende per scoprire il proprio peccato e il proprio limite e comprendere come convertirsi. Leggere la Bibbia per giudicare il mondo è fuorviante se non addirittura diabolico.
[6] Secondo le Costituzioni Apostoliche (VII, 4) sembra che Zaccheo poi sia stato il primo vescovo di Cesarea di Palestina (ossia Cesarea Marittima).