10Stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato. 11C'era là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta. 12Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei liberata dalla tua malattia». 13Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio. 14Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, prese la parola e disse alla folla: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi guarire e non in giorno di sabato». 15Il Signore gli replicò: «Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l'asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? 16E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?». 17Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute.
Il tema La donna curva è figura dell'uomo religioso, che conduce una vita piegata e triste tentando di guadagnarsi il favore di Dio. Il vero personaggio che Gesù tenta di guarire è il capo della sinagoga, immagine del nostro peccato.
E` il terzo sabato in sinagoga citato da Luca, dopo il discorso inaugurale (Luca 4,16ss) e la guarigione della mano rinsecchita (Luca 6,6ss). In questo episodio si cita cinque volte il sabato, giorno del riposo e del compimento.
La condizione generale degli uomini è quella di non essere coscienti del dono che hanno ricevuto. E senza la consapevolezza dell'amore di Dio non si può vivere di quest'amore. Si è come un prigioniero che non sa che la porta è aperta: resta dentro. Mentre Dio attende, in croce, ancora quest'anno perché nessuno vada perduto, il nostro compito, se abbiamo capito qualcosa, è testimoniare che un vita libera dal male è possibile, che nella vita si può camminare eretti e non più curvi verso il basso. L'"oggi" della salvezza arriva infatti solo quando si accoglie l'annuncio.
Giovanni 5,16 ci spiega che era abitudine di Gesù far miracoli proprio di sabato a significare che il giorno di Dio, il compimento della creazione, arriva con lui. Sono diciotto anni che uno spirito (vedremo quale) tiene inferma cioè piegata questa donna. Diciotto è tre volte il numero sei: sei è il numero dell'uomo, creato il sesto giorno, e questo numero indica che l'uomo non è completo fino a che non arriva a Dio, il settimo giorno, il sabato. E il numero 666, sei ripetuto tre volte, è il numero della bestia (Apocalisse 13,18), di colui che si è così chiuso nella sua incompletezza che non vuole aprirsi alla prospettiva del settimo giorno, al suo destino, a Dio; il "666" rappresenta il fallimento assoluto dell'uomo. Il numero 18, tre volte sei, rappresenta anche la condizione di peccato e di limite dell'uomo, che è presente sia prima, che durante che dopo la venuta di Gesù. In questa donna tutta rivolta verso il terreno è rappresentato ciascuno di noi, preoccupati delle cose del mondo anche se ci diciamo cristiani e frequentiamo la chiesa.
L'uomo è invece stato creato per stare diritto, rivolto a Dio, interlocutore di Dio. L'uomo dovrebbe essere la massima manifestazione della gloria di Dio (cosa molto buona, Genesi 1,31), essere della stirpe di Dio, a sua immagine.
Questo essere curvi verso il basso che opprime ciascuno di noi si manifesta nella pratica in molti nostri atteggiamenti anche contrastanti:
l'essere rivolti solo verso noi stessi, alle nostre sensazioni ed emozioni;
il preoccuparsi solo del nostro successo terreno o addirittura solo delle cose da possedere;
il considerarsi sempre indegni dell'amore di Dio, schiacciati dai sensi di colpa, il non sentirsi mai all'altezza o degni di perdono
oppure, al contrario, il considerarsi senza peccati, bravi e meritevoli dell'amore di Dio a differenza degli altri che giudichiamo male.
Questo miracolo è una iniziativa autonoma di Gesù (nessuno gli ha chiesto nulla) e avviene in una forma diversa da altri casi: Gesù qui non dà un comando (sorgi, alzati, cammina, stendi la mano, ...) ma annuncia direttamente alla donna che è liberata. Questo miracolo riguarda dunque noi, che siamo già stati liberati con la Passione di Gesù ma... non ne siamo consapevoli e occorre continuamente che qualche testimone ce lo annunci in modo che cominciamo a vivere una vita buona, libera dalle paure e cosciente del proprio fine. Da queste considerazioni possiamo comprendere l'assoluta e unica priorità dell'annuncio e della testimonianza: "annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo!" (1Corinti 9,16).
Dalla consapevolezza d'essere figli di Dio nasce spontaneamente la preghiera di lode come questa donna che glorificava Dio. E` curioso come tante volte noi si sia intolleranti delle cose buone che accadono nel mondo: il capo della sinagoga è l'uomo religioso, cioè legato a Dio in un rapporto basato sulla Legge. E` lui la persona davvero curva e legata di cui la donna è, per così dire, una rappresentazione visiva. Ma Dio non è legge, è amore gratuito. Anche molti credenti vanno in chiesa per precetto, fanno rinunce e buone opere per non andare all'inferno e per meritarsi un angolino in paradiso. Ma il Dio della legge è un'immagine distorta di Dio, è l'immagine satanica di Dio, è un Dio che proibisce la gioia. Avere questa nozione di Dio significa essere curvati su di sé e non tenere nella giusta considerazione né Dio né gli altri. La religiosità basata sui sensi di colpa e la loro espiazione ossia la riparazione con opere buone non tiene conto della grazia e della misericordia di Dio; è una religiosità che dimentica che "dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia" (Romani 5,20). Infine quello che per Gesù è un annuncio di salvezza ("donna, sei liberata") per il capo della sinagoga è un lavoro, una attività professionale in concorrenza col dovere di santificare (!) il sabato. Gesù invece compie queste guarigioni in giorno di sabato proprio per ridare il vero significato al sabato: la festa di Dio è liberare l'uomo. Luca annota queste cose perché, come sappiamo, ha scritto il suo vangelo proprio per i giusti, per Teofilo.
L'amore senza ragione porta a stravolgere le priorità e a risultati assolutamente grotteschi. Si sono introdotti gli orsi in Trentino senza considerare che è una regione molto abitata e con molte attività (agricoltura, allevamento, turismo, ...) in concorrenza con la presenza ormai di almeno un centinaio di esemplari (stime 2019). Se gli animali sono creature di Dio non va dimenticato che le persone sono figli di Dio. Vanno pensate soluzioni alternative.
Rispondendo al capo della sinagoga Gesù parla al plurale e si rivolge dunque a tutti i presenti e a noi. Smonta innanzitutto l'ipocrisia dell'obiezione ("di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l'asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi"), mostrando come venga proibito di curare di sabato le persone mentre curare gli animali di sabato sia lecito: il capo della sinagoga è un animalista ante-litteram! Gesù poi rivela la vera causa del nostro stare curvi: è Satana che ha portato il male nel mondo con la falsa immagine di un Dio che va blandito per non essere giudicati e condannati. Lo spirito che tiene curva questa donna è dunque lo spirito del serpente, colui che inganna con la parola.
Concludendo possiamo dire che Gesù guarisce la donna curva per portare alla guarigione il vero infermo, il capo della sinagoga. Ma senza successo. Gli avversari provano vergogna ma non in modo onesto: sono imbarazzati per la brutta figura ma sono decisi che prima o poi a Gesù gliela faranno pagare. Invece il popolo, che non ha retropensieri, esulta per quanto ha visto anche se difficilmente avrà compreso.