45Entrato poi nel tempio, cominciò a cacciare i venditori, 46dicendo: «Sta scritto:
La mia casa sarà casa di preghiera.
Ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri!».
47Ogni giorno insegnava nel tempio. I sommi sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo perire e così anche i notabili del popolo; 48ma non sapevano come fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue parole.
Il tema Il Tempio (e dunque, per noi cristiani, ogni chiesa) è solo funzionale a raccogliere i figli in preghiera, non è un valore di per sé. La casa di preghiera è il luogo dove si manifesta la fiducia e la vicinanza affettiva con Dio. Se il Tempio invece serve a coprire le nostre ingiustizie allora diventa una spelonca di ladri. Quindi se le nostre chiese si svuotano non perdiamo tempo a cercare la causa nel "mondo che è cattivo" ma chiediamoci: dove stiamo sbagliando?
Questo episodio è sempre stato un po' travisato sia da quelli che, un po' imbarazzati per questo Gesù poco mite, lo attribuiscono alla polemica tra giudei e primi cristiani, sia da quelli che non aspettano altro che un Messia guerrigliero a sostegno delle loro lotte. In realtà questo episodio è il punto di arrivo delle promesse dell'Antico Testamento e tutti e quattro gli evangelisti lo sottolineano.
Presso tutti i popoli, sotto nomi diversi, ci sono tre istituzioni. La prima è il Tempio (che oggi potrebbe corrispondere alla "Banca Centrale" o qualche intoccabile istituto planetario) ossia il luogo attorno al quale tutto si coordina, il luogo cui tutto il resto è subordinato. Il Tempio rappresenta il valore assoluto, la presenza del dio, ossia quel che non può essere messo in discussione. La seconda istituzione, comune a tutti i popoli, è la Legge, che dipende dal Tempio, e organizza tutta la vita, le feste, il calendario, la morale, le usanze e i costumi. La terza istituzione è il Re ossia lo strumento politico-militare necessario perché la Legge sia rispettata ossia il Tempio sia venerato.
Israele disponeva in più di una quarta istituzione, il Profetismo, che aveva la funzione di critica verso il Tempio, la Legge e il Re. I profeti hanno lasciato scritto, quasi di ogni re, che "fece peggio dei suoi predecessori" (vedi nota su 13,18-21), hanno stigmatizzato l'utilizzo del Tempio per ottenere soldi dal popolo e per adulare Dio con incensi e sacrifici, hanno puntato il dito contro il proliferare di leggi che non fanno che oscurare l'unica legge di amare Dio e il prossimo.
Gesù, come i profeti, critica le tre istituzioni in quanto deviate dalla loro funzione originaria. Per questo sarà ucciso come bestemmiatore dal potere religioso e come sovversivo dal potere civile. Sarà considerato pazzo dai parenti che gli vogliono bene e indemoniato dai teologi, che non gli vogliono bene. Anche il popolo, che oggi, lunedì, l'ha osannato perché ha visto i suoi "superpoteri", venerdì griderà crucifige perché un messia che non approfitta dei suoi poteri non gli serve a nulla: meglio Barabba.
Tutti i sinottici sottolineano questo ingresso di Gesù nel tempio, ingresso che assume le caratteristiche di un esorcismo: Gesù vuole s-demonizzare l'immagine di Dio che è radicata in noi. La nostra immagine di Dio è quella di un re, potente che giudica e condanna. Questa immagine satanica è smentita dal vangelo, fu la tentazione di Gesù, è la tentazione della Chiesa e di noi tutti, continuamente. Il Dio di cui Gesù è immagine invece - come racconta il vangelo - si lascia condannare, non punisce nessuno ed è misericordia pura. Il corpo di Gesù messo in croce sarà il nuovo tempio che squarcerà il velo del "vecchio tempio". Ma quanti cristiani lo sanno? Ricordiamoci sempre, quindi, che il nostro Dio è ritenuto un sovversivo, pazzo, indemoniato e ucciso per bestemmia. E questo Dio nessuno l'ha mai visto: Gesù l'ha rivelato.
Luca fin qui ci ha rappresentato Gesù che, sul dorso dell'asinello, si avvicina a Gerusalemme in un tripudio di popolo, piange perché la città non comprende l'annuncio di pace che Dio vuol portare, arriva al tempio ed entra. Luca è molto scarno di dettagli: dice solo che cominciò a cacciare i venditori. Matteo (21,12ss) specifica che scacciò tutti quelli che vi trovò a comprare e a vendere; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe. Marco (11,15-17) aggiunge che non permetteva che si trasportassero cose attraverso il tempio e, significativamente, pone la citazione di Malachia 3,1 all'inizio del suo vangelo (Marco 1,2). Giovanni (2,14-16) non racconta questo episodio ma quel che Gesù fece due anni prima (Pasqua del 31 d.C.): fece una sferza di cordicelle, scacciò tutti fuori del tempio con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiavalute e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via queste cose e non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato».
In sostanza i venditori (e chi li autorizzava) usavano il tempio come strumento dei propri affari.
Malachia 3,1.5:
1Ecco, io manderò un mio messaggeroa preparare la via davanti a mee subito entrerà nel suo tempio il Signore,che voi cercate;l'angelo dell'alleanza, che voi sospirate, ecco viene,dice il Signore degli eserciti.2Chi sopporterà il giorno della sua venuta?Chi resisterà al suo apparire?Egli è come il fuoco del fonditoree come la lisciva dei lavandai.3Siederà per fondere e purificare;purificherà i figli di Levi,li affinerà come oro e argento,perché possano offrire al Signoreun'oblazione secondo giustizia.4Allora l'offerta di Giuda e di Gerusalemmesarà gradita al Signore come nei giorni antichi,come negli anni lontani.5Io mi accosterò a voi per il giudizioe sarò un testimone pronto contro gli incantatori,contro gli adùlteri, contro gli spergiuri,contro chi froda il salario all'operaio,contro gli oppressori della vedova e dell'orfanoe contro chi fa torto al forestiero.Costoro non mi temono,dice il Signore degli eserciti.Anche molte delle persone che frequentavano il tempio consideravano Dio come il realizzatore dei propri desideri o, per male che andasse, una garanzia per l'aldilà in cambio di preghiere e sacrifici [1]: un'immagine idolatrica di Dio. Purtroppo religione e potere stanno benissimo insieme. E` la tentazione che ha avuto anche Gesù: usare il male a fin di bene. Questo però significa fare il male e basta. Perché si scredita il bene, perché si scredita Dio che diventa la giustificazione per fare le guerre, opprimere gli orfani e le vedove, non pagare il salario dovuto, cacciare i forestieri.
L'amore gratuito del Padre non si compra, non si merita. Quando i profeti parlano di prostituzione sacra nel tempio non intendono la prostituzione che esisteva nelle religioni e nei templi pagani. Intendono denunciare l'atteggiamento mercantilistico nei confronti di Dio, il voler comprare il suo amore. Questo è un peccato ancora maggiore del semplice fare commercio nel recinto del tempio. Purtroppo verso Dio si sono sempre usati o atteggiamenti di sudditanza e servilismo oppure di giustificazione del proprio potere. Questi atteggiamenti però negano Dio, rappresentano le tentazioni che Gesù ha rifiutato. Il problema, per noi cristiani, non è parlare di Dio e di Cristo a tutti ma di chiederci quale Dio e quale Cristo stiamo testimoniando.
Anche nel duomo di Milano vi erano, un tempo, due porte, sulle opposte navate laterali, che avevano lo scopo di permettere a venditori e clienti di passare da un lato all'altro della piazza senza dover fare il giro. Questo dettaglio mostra come la tentazione di usare la casa della preghiera come un luogo qualsiasi è presente in ogni tempo. E così, ancora una volta, il vangelo, raccontando eventi passati, intende narrare la storia di oggi e di ogni tempo. Per questo gli evangelisti, in modo diversi, sottolineano la centralità dell'ingresso di Gesù al tempio.
Quello di Malachia è l'ultimo libro dell'Antico Testamento e al cap. 3 (vedi riquadro) contiene la promessa, da parte di Dio, di mandare il proprio messaggero a preparare la via e poi di entrare lui stesso a purificare il tempio. Qui Gesù realizza la promessa ma non come ci aspetteremmo. Gesù vi entra con l'asino e proprio in questo modo lo purifica. Già due anni prima, in polemica con la casta sacerdotale, Gesù aveva affermato di ricostruire il tempio in tre giorni (Giovanni 2,19). In effetti Gesù con il suo sacrificio distrugge l'immagine idolatrica di Dio. Gesù qui cita prima Isaia 56,7 e poi Geremia 7,1-11 (vedi riquadri sopra). Isaia, nel suo oracolo, dichiara che il tempio dovrà essere la casa di preghiera per tutti i popoli, per lo straniero e per l'eunuco (cui era proibito l'accesso al tempio dalle norme in Deuteronomio 23,2-9). Con questa citazione Gesù ricorda che Dio è sempre alla ricerca dell'ultimo, dell'escluso, del peccatore, del maledetto. Per questo Cristo si è fatto maledizione: per salvare tutti quanti.
Dio chiama il tempio la mia casa. La casa è il luogo del riposo, degli affetti e non del comprare e vendere. E` il luogo dove si ama e si è amati. Dio è la nostra casa perché ci ama. Quando Davide vuole costruire una casa per l'Arca, Dio gli risponde che stava benissimo anche sotto la tenda, nel deserto e che è lui stesso "casa" per Davide e il popolo (2Samuele 7,4-7 [2]). Il Tempio (e dunque, per noi cristiani, ogni chiesa) è solo funzionale a raccogliere i figli in preghiera, non è un valore di per sé. La casa di preghiera è il luogo dove si manifesta la fiducia e la vicinanza affettiva con Dio. Lo cantiamo anche: dov'è carità e amore lì c'è Dio. Se il Tempio invece serve a coprire le nostre ingiustizie allora diventa una spelonca di ladri. Quindi se le nostre chiese si svuotano non pensiamo che la causa sia nel mondo che è cattivo ma chiediamoci: dove stiamo sbagliando?
Gesù resterà 6 giorni a Gerusalemme. Il sesto giorno sarà sulla croce e si squarcerà il velo del tempio perché il nuovo tempio sarà costituito da coloro che sono fratelli e sorelle di Gesù, coloro che ascoltano lui che è la Parola. Il vecchio tempio non serve più, può anche andare distrutto. Di tutto questo apparato non resterà pietra su pietra. Badiamo bene che questa profezia vale anche per noi, altrimenti non sarebbe stata detta.
[1] Gesù non era contrario i sacrifici degli animali in sé. Evidenziava la falsa immagine di Dio e l'atteggiamento mercantilistico col proprio Dio (oltre che gli aspetti potenzialmente disonesti legati al commercio). Non era vegetariano. Il cristianesimo non pone vincoli in questo campo. E` comunque da notare che nell'istituzione dell'eucarestia Gesù sceglie una forma liturgica non cruenta (anche se è segno di un fatto cruento: la sua uccisione) e, inoltre non sceglie prodotti primari (grano e uva) ma prodotti che sono frutto del lavoro dell'uomo, a sottolineare l'importanza della nostra collaborazione positiva al creato.
[2] 2Samuele 7,4-7: Ma quella stessa notte questa parola del Signore fu rivolta a Natan: «Và e riferisci al mio servo Davide: Dice il Signore: Forse tu mi costruirai una casa, perché io vi abiti? Ma io non ho abitato in una casa da quando ho fatto uscire gli Israeliti dall'Egitto fino ad oggi; sono andato vagando sotto una tenda, in un padiglione. Finché ho camminato, ora qua, ora là, in mezzo a tutti gli Israeliti, ho forse mai detto ad alcuno dei Giudici, a cui avevo comandato di pascere il mio popolo Israele: Perché non mi edificate una casa di cedro?...».