Oggi siamo informati su tante cose. Ma in campo religioso erano più informati i nostri nonni. Essi conoscevano i nomi e i fatti narrati nella Scrittura, i nomi delle feste, le biografie dei santi. Oggi non è più così. E credere di credere senza sapere esattamente a cosa si crede è abbastanza stupido.
Alcuni – bombardati di evoluzionismo e scientismo – concludono che queste favole, per antiche genti incolte, non sono più al passo coi tempi. Nella migliore delle ipotesi il cristianesimo è considerato un discreto ideale morale, certamente superato da altre dottrine più fascinose. Nella peggiore lo si considera una messinscena dei preti per conservare posizioni di potere nella società. Ma queste conclusioni non risolvono affatto il nostro problema: se siamo convinti che è tutta una bufala, cosa ci abbiamo guadagnato? siamo forse più felici? o piuttosto: non siamo più disperati?
Ho sempre vissuto una certa difficoltà a procurarmi informazioni sui perché e sui per come del cristianesimo. Nelle liturgie, nelle conferenze, sulla stampa e sulla televisione di matrice cattolica si profondono infatti grandi energie nel ricordare a tutti come vivere e cosa fare per essere bravi. Vi sono uomini di Chiesa e semplici fedeli che dedicano tante energie nell’aiutare ed assistere il prossimo. Ma anche vari credenti di altre fedi lo fanno. Anche certi atei lo fanno. E` davvero la cosa importante? (Luca 10,42). O il vangelo è una “buona notizia” che viene incontro a quel che desideriamo oppure non serve a niente.
Duemila anni di cristianesimo hanno educato l’Occidente a una specie di bontà naturale che però sta perdendo le sue motivazioni. La caotica – a volte stolta – adesione di molti cristiani a tutto quanto appare bello e buono mostra che si sono persi dei validi criteri per una scelta.
La Parola di Dio è ancora semisconosciuta alla maggioranza dei fedeli. Figuriamoci agli altri.
Sulla base di queste considerazioni ho dunque sempre praticato l’arte di arrangiarmi rivolgendomi a dove tutto iniziò, cioè al Vangelo. Questo sito raccoglie, fusi insieme, gli appunti registrati da corsi, le letture personali e le conversazioni con varie persone.
Lo sto scrivendo innanzitutto per me stesso: il modo migliore di fissare quanto si è ascoltato è organizzarlo, riscriverlo, riordinarlo. Poi, ogni tanto, correggerlo e integrarlo. Ho anche pensato che questi appunti potessero essere utili ad altri. Allora, invece che annotarli su carta, ho preferito affidarli a un sito. Il “programma di lavoro” prevede vari anni, secondo i miei calcoli, anche perché la disponibilità di tempo varia da periodo a periodo.
Il nome del sito, Antico scriba, deriva dal nomignolo che mi diede molti anni fa un famoso biblista (quello nella foto) per il fatto che, a parer suo, prendevo appunti fitti e dettagliati. Il 24 giugno 2015, il mio amico Silvano, fratello nel Signore, al quale devo tanto anche quando siamo stati in disaccordo, è tornato alla casa del Padre.