Articoli e lettere 2017

p. Quirico Martinelli

2017

Buona Quaresima

Mirpur , 25 febbraio 2017

Scuola-bus a pedali

Carissimi tutti,

tanti cari saluti da Mirpur.

 

Qui tutto bene: la situazione nel paese  sembra tornata alla normalità, dopo i tragici avvenimenti dell'anno scorso:

speriamo in un anno di pace.

Il nuovo anno scolastico è iniziato a metà Gennaio, (qui l'anno scolastico inizia a Gennaio e termina a Dicembre)

e la nostra scuola, dedicata a S.Teresa del Bambin Gesù, si è subito riempita di alunni: ora arriva fino alla terza media.   

Salvadanai quaresimali...

La maggior parte degli alunni sono mussulmani, con una minoranza indù e cristiana.

I rapporti con i mussulmani sono molto buoni, anzi c'è una ressa per far ammettere i loro figli alla nostra scuola, perchè è molto apprezzata. 

La nostra scuola è diretta dalla Congregazione delle suore Luigine di Asti: nel passato c'erano anche delle suore italiane, ora però le suore sono tutte bengalesi.

Settimana prossima inizia la Quaresima: stiamo preparando come ogni anno, i salvadanai di terracotta, pitturati dai bambini, da distribuire il giorno delle Ceneri. 

Il Giovedì Santo poi verranno riportati in chiesa alla Cena del Signore e i soldi raccolti verranno usati per i poveri e i malati più bisognosi.

L'anno scorso son stati distribuiti più di 500 salvadanai: tutte le famiglie ci tengono ad averne uno in casa.

E' una bella tradizione che aiuta i bambini a pensare ai più poveri e a fare dei sacrifici per loro.        

Qui nella capitale gli ospedali non mancano e fanno delle cure specialistiche anche di alto livello, ma molto costose per la nostra gente che viene dai villaggi delle Missioni del Nord, perchè manca l'Assistenza Sanitaria Nazionale

e ognuno deve pagarsi tutte le cure e le medicine.

Auguri di ogni bene e una preghiera di cuore per tutti.

p.Quirico

Quaresima 2017: riflessione sul Salmo 102

Mirpur, 28 febbraio 2017

Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tutti i suoi benefici. Salmo 102 

Saper contare le benedizioni ricevute, allarga il cuore, rende ottimisti e contenti. Al contrario, lamentarsi continuamente di quello che ci manca o nella nostra vita è insoddisfacente, rende lamentosi, scontenti e amareggiati. 

P.Adolfo, di Gaeta, che compie quest’anno 87 anni di età e 48 anni di missione in Bangladesh è un esempio di “missionario contento”. Come diceva un altro “missionario contento” p.Luigi Pinos, già in Paradiso, dopo più di 50 anni di missione: “ Per venire in Bangladesh dopo aver lasciato tutto, ci vuole una grande fede, ma per rimanerci e vivere la missione contenti, ci vuole anche la poesia, cioè quell' attitudine “da Magnificat” come Maria, che sa vedere nella propria vita le benedizioni del Signore!”. Non è che questi missionari non abbiano avuto guai e dolori, ma li sapevano accettare dalle mani del Signore e offrirli a Lui, e così si trovavano bene là dove il Signore li aveva mandati e sapevano godere delle piccole cose che ogni giorno ricevevano: un bel tramonto, il sorriso di un bambino, una festa di villaggio con la gente...

E’ l’atteggiamento dei santi: il Signore ci vuol bene e ci è sempre vicino, e allora cosa ci manca? S.Agostino diceva questo anche a riguardo del grande dolore per la perdita di una persona cara: “Non disperiamoci per averla perduta, ma ringraziamo il Signore per averla avuta e per tutto il bene che attraverso di lei il Signore ci ha donato!”

E’ anche l’atteggiamento delle persone semplici, pieni di fede e di amore, che incontriamo spesso nella nostra vita quotidiana. Ondomala è una donna cieca, abbandonata dal marito con tre bambine. Viene ogni mese in missione per ricevere un aiuto per la scuola delle bambine: è sempre contenta, sorride sempre! 

Alcuni giorni fa ho passato la giornata alla festa di inizio d’anno dei bambini handicappati. Guardando le mamme di quei bambini, mi sono commosso. Ho pensato: “Queste sono veramente delle sante, piene di un amore così grande, paziente, quotidiano, senza limiti, che certamente le unisce al Signore più di tante nostre preghiere, talvolta così distratte…” 

E poi ci lamentiamo per delle piccole cose! “Si fa peccato a lamentarsi!” dicevano i nostri vecchi! “Pensa ai bambini dell’Africa che non hanno neanche da mangiare!” diceva la mia mamma quando da piccolo non volevo mangiare la minestra. “Ma io gliela manderei giù a loro volentieri” le rispondevo un po’ risentito! Era un’osservazione semplice, ma che aiutava ad aprire l’orizzonte fin da bambino… 

“Il Signore perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità, ti circonda di bontà e di misericordia.” dice ancora il Salmo 102. 

Ora che mi avvicino ai settanta, dopo 43 anni di missione in Bangladesh, pieni di Grazie e di Benedizioni, e anche con qualche dolore, chiedo al Signore la grazia di una vecchiaia serena, riconoscente e contenta. 

NdR: La riflessione è stata scritta per l'Ufficio Missionario Diocesano di Como

La vista del cuore

Mirpur,  7 aprile 2017

C’è una stanza. Sembra piccola. C’è un grande armadio antico di legno biondo, di quelli che le persone di buon cuore regalano a fin di bene quando traslocano e ne sono stufi. E c’è una bambina. Ha i capelli lisci, lucenti, porta un cerchietto perchè non le cadano sugli occhi. Sta tutta protesa in avanti, e, nella foto, il suo visino non si vede. Si vedono solo le mani. Con le palme aperte appoggiate sulla fronte del Papa.

Il Papa ha messo la punta delle dita sul piccolo braccio , sembra che cerchi di guidarne il movimento. Due creature vestite di bianco si toccano. La bambina vede il Papa con le sue minuscole mani. E’ cieca. Quella carezza è il suo sguardo. Il Papa china la testa, perchè le sia lieve lo sforzo di sollevarsi. Le lacrime ti arrivano dentro gli occhi senza preavviso. Due creature si incontrano con il cuore.

E anche il tuo cuore, pur congelato, arrabbiato, stufo, annoiato, stanco, anche il tuo cuore che non ha più tanta forza per credere nel Bene, si spalanca e ti parla...

di Antonella Boralevi - La Stampa - 03/04/2017 

" Si vede bene solo col cuore, l'essenziale è invisibile agli occhi "

  disse la volpe al " Piccolo Principe "... 

Buona Pasqua nel Signore Risorto!

Uniti nella preghiera.

 p.Quirico

"O mio Bengala dorato, io ti amo..."

Mirpur,  23 maggio 2017

 “ O mio Bengala dorato, io ti amo!

Il tuo cielo e la tua aria,

sempre fan risuonare il flauto,

dentro il mio cuore…”

 

Questo è l’inizio dell’Inno Nazionale Bengalese che ogni mattina viene cantato davanti a tutte le scuole, piccole o grandi, di città o di villaggio, durante l’alza bandiera che ogni giorno precede l’inizio delle lezioni.

E’ tratto da una poesia di Tagore: un inno pieno di meraviglia e di amore per il paese del Bengala, con tutta la sua natura piena di colori e di profumi inebrianti. Dai campi attraversati da tanti fiumi e canali, alle case dei villaggi sparse fra le piante da frutta, sembra tutto un canto di gioia: la bandiera bengalese ne è l’immagine più vera, con il verde vivo sullo sfondo  e il rosso del sole splendente. 

Su questo tappeto meraviglioso sono sparse però  anche luci ed ombre, affetti e nostalgie, dice il poeta, che talvolta rendono triste il volto delle persone e riempiono di lacrime i loro occhi. Con queste parole il poeta sembra alludere ai tanti problemi che un piccolo paese, grande meno di metà Italia, ma con una popolazione quasi tre volte più numerosa, deve affrontare ogni giorno. 

O mio Bengala dorato, io ti amo!

Il tuo cielo e la tua aria

sempre fan risuonare il flauto, dentro il mio cuore.

In primavera, o Madre mia,

il profumo dei tuoi manghi mi fa impazzire.

Ahime' e' tutto un delirio!

In autunno, o Madre mia,

nei tuoi campi pieni di messi, vedo dolci sorrisi.

Hai sparso luci ed ombre, affetti e nostalgie,

un tappeto sotto le piante e sulle rive dei fiumi.

O Madre mia, i tuoi messaggi

arrivano all'orecchio come nettare:

ahime', e' tutto un delirio!

O Madre mia,

se il tuo volto si fa triste,

i miei occhi si riempiono di lacrime.

   Inno Nazionale bengalese tratto da una poesia di Tagore

       

   Bangladesh                 Italia

   147.570   Kmq           301.338  Kmq    

   156  milioni ab.              60 milioni ab.

  1.064  ab. x kmq           187 ab. x kmq 

  Diocesi: 8                              Diocesi: 226

Le Diocesi: Dhaka, Chittagong, Rajshahi, Mymensing, Khulna, Dinajpur, Sylhet, Barisal 

In Bangladesh (grande come meta’ Italia)su una popolazione di 156 milioni di abitanti, il 90% sono Mussulmani, l’8% Indu’, altre minoranze 2%: i cristiani sono solo 500 mila,di cui 350 mila cattolici. Tutte le cifre pero’ sono approssimative perche’ non esiste l’anagrafe.

Un arcobaleno perfettamente rotondo è cosa rarissima: infatti la nostra gente quando l'ha visto ha espresso qualche timore: "Chissà cosa capiterà..."

Ma l'arcobaleno, apparso sulla terra, dice la Bibbia, dopo il diluvio universale, è segno di speranza e di benedizione.  

Sentendo ogni mattina la melodia dolcissima del canto dell’Inno Nazionale, non si può però non amare questo paese e sperare per tutti questi bambini che iniziano il loro cammino scolastico, un futuro migliore.

Tanti cari saluti e auguri di ogni bene da tutti i nostri bambini.

p. Quirico

I nuovi volti della missione

Uggiate, 21 ottobre 2017

La consegna del Crocifisso ai missionari partenti per la missione è una cerimonia antica, ma sempre piena di tanto fascino.

Lo scorso 17 settembre a Milano, il Crocifisso è stato consegnato a 18 missionari partenti: sei sacerdoti, sei suore, e sei laici.

Tra i laici c'erano due coppie di sposi, con con due bambini piccoli: anche i bambini hanno ricevuto il loro piccolo crocifisso.

Tra i 18 missionari partenti, solo 7 erano italiani: gli altri erano provenienti da diverse nazioni; un po' lo specchio della nostra Italia e della nostra Chiesa.

A lato 

Chiara e Salvatore La Loggia con il piccolo Zaccaria, sono di Arese (Milano) e destinati in Algeria

  

suor Celestina,

della Papua Nuova Guinea,

suor Lorenza di Milano,

e Alberto, ingegnere civile,

di Camnago Volta, Como,

destinati al Bangladesh

Ecco le parole con cui il Crocifisso è stato consegnato fin dai tempi antichi, ai missionari partenti: 

" Ecco il compagno indivisibile delle tue fatiche apostoliche,

il tuo sostegno nei pericoli e nelle difficoltà, il tuo conforto

nella vita e nella morte. " 

Domani è la Giornata Missionaria Mondiale.

Ricordando le parole di Gesù:

"Andate in tutto il mondo, predicate il vangelo a tutte le genti " Mc.16,15

preghiamo, perchè nella Chiesa ci siano sempre " missionari partenti ",

pronti ad andare fino ai confini della terra, nel nome di Gesù. 

p.Quirico

Per Grazia ricevuta!

Uggiate,  24 ottobre 2017

Anniversario... in bicicletta. 

Il giorno 7 Ottobre, Festa della Madonna del Rosario, ho festeggiato anch'io un bellissimo Anniversario: il 43mo Anniversario della partenza da Uggiate per il Bangladesh,

avvenuta proprio il 7 Ottobre 1974.

Avevo 25 anni e non avevo paura di niente, (troppo giovane e un po' incosciente...).

La mia mamma invece, vedendomi partire, qualche timore lo aveva e mi diceva:

" Vai, che la Madonna del Rosario ti aiuterà "

E così sono passati 43 anni, alcuni belli, altri un po' tribolati, ma la Madonna del Rosario

mi è sempre stata vicina.

con i miei carissimi pronipoti,  Filippo e Sofia



Questo anniversario però è stato un po' speciale, passato in bicicletta,

(me l'ha consigliato il fisioterapista) attraverso le vie di Uggiate, il mio paese,

e sulla pista ciclabile, in mezzo ai campi fino al cimitero,

a pregare e a ringraziare i nostri cari, che sono già andati a trovare il Signore.


Sullo sfondo il monte Rosa 

C'era un  bel sole e un bel cielo azzurro, nel verde dei campi e dei boschi, con sullo sfondo le nevi del Monte Rosa,

e alle spalle la brezza che scendeva dal "Munt della Pianta".

Ditemi voi se c'è un posto più bello di Uggiate!

Forse chi vive sempre qui, non se ne accorge, ma chi viene da lontano, dalle pianure del Bangladesh, piene di risaie, di fiumi e di zanzare, ne resta estasiato! 

Per non parlare della gente di Uggiate, buona, semplice, sempre cordiale e generosa,

e dei suoi meravigliosi sacerdoti, così pieni di fede e di amore per il Signore e per le persone loro affidate, delle mie sorelle, che mi hanno servito come un principe, insieme a cognati, nipoti e pronipoti, e dei tanti amici e parenti...

E poi tutte le belle feste, che ho vissuto e goduto:

dalla Madonna di Somazzo, con la sua Novena al mattino presto, alle 5.30, salendo al suono del Campanun, dicendo il rosario per tutti, anche per quelli che non potevano venire!  

(Quest'anno però mi sono fatto portare su a Somazzo in macchina, per via delle gambe, che non vanno più come prima) a S.Michele di Trevano dove ho gustato anche i canestri, proprio come una volta, col Piermario che, se qualcuno muoveva appena un dito, alzava subito il prezzo...

Ho passato più di tre mesi ormai, a Uggiate, godendo un mondo: mai fatta una vacanza così lunga!

Non è stata colpa mia però, ma dei medici, che non mi hanno lasciato partire per il Bangladesh (avevo già il biglietto di ritorno per il 20 Luglio),

prima di aver fatto tutti gli esami... e gli esami non finiscono mai: ne inventano sempre qualcuno! 

Ma allora di cosa ti lamenti?

C'è la nostalgia in fondo al cuore, di un paese lontano, magari non così bello, ma pieno di gente che mi aspetta e mi vuol bene, che negli ultimi 43 anni è diventato la mia seconda casa.

Come dice l'Inno Nazionale Bengalese: 

" O mio Bengala dorato, io ti amo!

Il tuo cielo e la tua aria,

sempre fan risuonare il flauto

dentro il mio cuore..."

Per Grazia ricevuta ! 

Oggi, dopo quattro mesi di attesa e cure varie,

ho ricevuto la Grazia tanto attesa:

il dottore mi ha detto che posso ripartire per il Bangladesh

E così ho subito fatto il biglietto di ritorno per il 3 Novembre.

Ringraziamo insieme il Signore! 

     Arrivederci in Bangladesh!

 

Fiori e sorrisi: arriva il Papa!

Mirpur - 13 novembre 2017

 

Il 30 Novembre arriverà in Bangladesh

Papa Francesco: che bello, che grande festa !

 

Il Bangladesh è un paese grande meno di metà Italia, ma con 160 milioni di abitanti,

il 90% Mussulmani e l’8%  Indù, con altre minoranze religiose.


I Cristiani sono solo 500 mila di cui 350 mila cattolici. Un piccolo gregge sparso tra le risaie e i fiumi della terra del Bengala, dove si uniscono e sfociano nel mare due grandi fiumi, il Gange che viene dall’India e il Bramaputra che viene dal nord, dalla zona del Nepal. Terra di risaie, di fiumi e di poeti: Tagore è il più grande, premio Nobel nel 1913.

Il Cristianesimo è stato portato nel Bengala dai Portoghesi nel 1500, eppure in tutti questi anni c’è sempre stata una grande armonia e tolleranza fra le varie religioni,

tranne gli anni difficili della guerra di indipendenza dall’Ighilterra nel 1947, insieme all’India, e poi dal Pakistan nel 1971.

Anche noi cristiani siamo sempre stati rispettati e apprezzati per il nostro lavoro in mezzo ai più poveri. 

Aspettiamo tutti con gioia la visita di Papa Francesco: che sia per la piccola Chiesa Bengalese un incoraggiamento ad essere testimone dell’amore del Signore e per tutto il Bangladesh, un aiuto a proseguire sulla via della pace e della concordia, specialmente con Myanmar (l’antica Birmania), dove il Papa andrà prima di venire in Bangladesh, e che ha espulso 600.000 Rohingya mandandoli in Bangladesh.

I vescovi del Bangladesh  hanno raccomandato ai nostri cristiani

di preparare la festa di accoglienza a Papa Francesco,

con la preghiera e il digiuno… 

Nel 1986 il carissimo Santo Papa Giovanni Paolo II aveva voluto fare un giro anche sul rikshaw… 

Partecipate anche voi alla nostra gioia,

e accompagnateci con la vostra preghiera. 

p.Quirico

Il nostro carissimo Papa Francesco

Dhaka, 30 novembre 2017

Il nostro carissimo Papa Francesco, è partito contento, dopo due giorni e mezzo di visita in Bangladesh.

Tutto è andato bene. Una grande festa vissuta nella gioia e nella pace.

Da tutte le 7 diocesi del Bangladesh, nella notte, sono arrivati centinaia di pullman

con i nostri cristiani, per la S.Messa del Papa, che si è tenuta in un grande parco

nella capitale Dhaka.

I cristiani in Bangladesh sono un piccolo gruppo di 500 mila, su una popolazione di 160 milioni.

I cattolici poi sono solo 350 mila.

E' stata una grande gioia trovarsi insieme a pregare con il Papa, dopo una notte di viaggio sui pullman.

Erano presenti quasi 100mila persone.

Durante questa S.Messa il Papa ha ordinato 16 Novelli Sacerdoti locali.

I missionari stranieri hanno fondato la Chiesa in Bangladesh negli anni passati, ma ora la Chiesa locale bangladese, può guardare al futuro con fiducia, contando sulle proprie forze.

Nel pomeriggio, il Papa è arrivato in rikshaw,

per incontrare i rappresentanti delle varie religioni del paese,

Mussulmani, Indu, Buddisti e cristiani di diverse Chiese non cattoliche.

Erano più di tremila le persone presenti  e hanno rivolto al Papa parole di affetto e di apprezzamento.

Il Bangladesh si presenta sempre di più come esempio di armonia e di pace fra le varie religioni.

Infine l'incontro con alcune famiglie di Rohingya, i profughi rifugiati in Bangladesh, 700 mila in pochi mesi, dopo essere stati perseguitati dai militari birmani, che hanno incendiato molti dei loro villaggi.

Quando li ha visti arrivare, il Papa li ha fatti sedere al lato del palco dove erano previste le autorità e gli ambasciatori,  i quali sono rimasti un po' spiazzati da questa insolita compagnia.

Poi alla fine dell' incontro, il Papa ha ascoltato in silenzio  il racconto delle loro sofferenze, commuovendosi fino alle lacrime, e poi ha chiesto loro perdono a nome di tutti, per le ingiustizie da loro subite, chiedendo però loro, di seguire sempre la via del perdono e della pace.


All' incontro con i giovani, erano presenti 7mila cattolici, oltre ai membri di altre religioni e chiese cristiane.

Canti e danze per l’accoglienza e le testimonianze di un ragazzo e una ragazza. 

"Siete sempre così pieni di entusiasmo che mi sento ringiovanire ogni volta che vi incontro!"

Per “non girovagare senza meta”,  occorre affidarsi alla sapienza di Dio, che “ci aiuta a riconoscere  e respingere le false promesse di felicità”.

Tale sapienza “apre agli altri”, fa apprezzare la cultura degli anziani, “ci aiuta ad affrontare il futuro con coraggio”.

 All"incontro con i religiosi, preti, suore, seminaristi e novizie, il Papa ha lasciato da parte il discorso preparato di 8 pagine, consegnandolo al Cardinale, e ha parlato liberamente col cuore.

Ha raccomandato di aver cura della propria vocazione per poter amare il Signore con tutto il cuore e servire la Chiesa e sopratutto i più poveri e sofferenti, con animo lieto. 

" Dobbiamo lavorare per il Signore, sempre con Gioia! "

Alla fine, mentre il Papa se ne andava, ho potuto prendere la sua mano, e baciare il suo anello  e gli ho detto " Grazie ! Mi ha sorriso!

Le parole dette da uno dei nostri missionari al Papa durante l' incontro con tutti i preti e le suore. 

Santità, carissimo Papa Francesco,

Sono un missionario italiano, erede di tanti che – negli ultimi secoli - sono venuti da Europa e America per evangelizzare i popoli del Bengala e – spesso con grandissimi sacrifici - hanno fondato la piccola Chiesa che ora accoglie Lei con gioia.

Fino a pochi decenni, fa i missionari esteri, insieme ai catechisti locali, erano la “struttura portante” della Chiesa in Bangladesh, nel contesto della grande maggioranza di fedeli di altre religioni. Oggi siamo un “piccolo resto” che si mette al servizio di una Chiesa ben formata, in grado di gestirsi, articolata in ministeri, vari tipi di pastorale, e di impegni.

La nostra presenza desidera essere il segno che la Chiesa è missione dal suo nascere: missione presso il popolo in cui si trova, e missione che ne supera confini, crea comunione con altri popoli per dare e per accogliere le ricchezze del Vangelo vissute in chiese diverse.

Vogliamo cercare, con pazienza e creatività, le “periferie” a cui Lei spesso fa riferimento, senza paura di sprecare energie anche per chi non dà speranza di risultati concreti e visibili. Vogliamo seminare in tutti i terreni possibili, ed essere la testimonianza umile della condizione cristiana su questa terra, la condizione di pellegrini alla ricerca del Regno.

 Rikshaw per due Papi

Siamo grati a Dio perché la Chiesa in Bangladesh ha iniziato a donare evangelizzatori ed evangelizzatrici anche oltre i propri confini; speriamo che questa dimensione cresca, e allo stesso tempo rimanga l’apertura a ricevere volti nuovi, anche dall’Africa, dall’America Latina e da altri paesi asiatici.

Siamo contenti di essere qui, e grati a questi popoli che ci accolgono, permettendoci di spendere la nostra vita in mezzo a loro per essere, con loro, partecipi del Vangelo di Gesù.

P. Franco Cagnasso, PIME  

Le lacrime di Papa Francesco

Mirpur , 10 dicembre 2017

Ecco come il Papa sull' aereo di ritorno in Italia, ha raccontato il suo incontro con i profughi Royingya, alla fine dell'incontro con tutti i rappresentanti delle religioni presenti in Bangladesh, nel pomeriggio del 1 Dicembre.

"L' incontro non era programmato. Sapevo che avrei incontrato i Rohingya, non sapevo dove e come. Dopo contatti col governo e con la Caritas, il governo ha permesso ai Rohingya di viaggiare: quello che fa il Bangladesh per loro è grande, è un esempio di accoglienza. Un Paese piccolo, povero, che ha ricevuto 700mila persone... Penso ai Paesi che chiudono le porte! Dobbiamo essere grati per l'esempio. Il momento del dialogo interreligioso ha preparato il cuore di tutti noi. Eravamo religiosamente aperti, io mi sentivo così. 

È arrivato il momento del saluto. Qualcuno ha detto loro che non potevano dirmi nulla. Volevano alla fine anche cacciarli via dal palco. Io mi sono arrabbiato e ho chiesto rispetto. Così sono rimasti lì. Dopo averli ascoltati uno a uno ho cominciato a sentire crescere cose dentro di me: "Non posso farli andare senza dire una parola". E ho chiesto il microfono. Non ricordo cosa ho detto, so che a un certo punto ho chiesto perdono, perdono due volte. Io piangevo, cercavo che non si vedesse. Loro piangevano pure".

 I Rohingya, sono mussulmani, ma vivevano in Myanmar, uno stato a maggioranza Buddista, da tanti anni. Sono fuggiti in Bangladesh da Myanmar in 700mila in pochi mes dopo essere stati perseguitati dai militari birmani, che hanno incendiato molti dei loro villaggi. Il Bangladesh è grande come meta' Italia, ma ha 160 milioni di abitanti.

Quando ha visto arrivare il gruppo di famiglie di profughi Rohingya, il Papa li ha fatti sedere al lato del palco dove erano previste le autorità, le quali sono rimaste un po' spiazzate, da questa insolita compagnia.

Poi alla fine dell' incontro, il Papa ha ascoltato in silenzio il racconto delle loro sofferenze, commuovendosi fino alle lacrime, e poi ha chiesto loro perdono a nome di tutti, per le ingiustizie da loro subite, chiedendo però loro, di seguire sempre la via del perdono e della pace. 

Papa Francesco: "Ho pianto per i Rohingya. Volevano cacciarli dal palco, ma mi sono arrabbiato" di Paolo Rodari

Repubblica - 2 dicembre 2017

Ndr: leggi l'articolo su Banglanews 811b

Dolci ricordi ed auguri

Mirpur22 dicembre 2017

Nella festa di S.Francesco di Assisi,

si prega così:

O Signore,

che in S. Francesco ci hai offerto

" una viva immagine del Cristo "

concedi anche a noi di seguirlo

in carità e letizia...

Così è stato

Papa Francesco in Bangladesh,

per tutti, cristiani e non Cristiani:

" una viva immagine del Cristo "

anche per quelli

che non conoscono Gesù...

la gente diceva:

" E' un uomo Santo! "

Una bambina profuga Rohingya ha raccontato al Papa le sue sofferenze:

Papa Francesco si è commosso fino alle lacrime.

Quando è ripartito per tornare in Italia, sabato pomeriggio, all' improvviso,

Papa Francesco ha fatto fermare il corteo delle macchine, è sceso da solo ed è tornato indietro a piedi, quasi di corsa, mettendo tutti in allarme...

Ha raggiunto il nostro cardinale che lo aveva appena salutato, gli ha dato in mano una busta con un'offerta per i rifugiati Rohingya, lo ha abbracciato ancora e poi è tornato alla  macchina che lo aspettava, ed è partito per l'aeroporto...

Il Cardinale era commosso fino alle lacrime...

Quando ha saputo che il p.Abel

era il sacerdote più anziano della Diocesi,

Papa Francesco è sceso dall' altare incontro a lui

e gli ha baciato le mani, prima che lui lo facesse,

mandandolo in confusione...

Al termine della S. Messa,

durante la quale Papa Francesco

ha consacrato 16 nuovi sacerdoti,

il Papa ha baciato le mani

a ciascun Novello Sacerdote,

poi ha chiesto loro di benedirlo,

inchinandosi davanti a loro...

Se anche noi cercheremo di essere,

per tutti quelli che incontriamo,

" una viva immagine del Cristo "

allora sarà veramente un...

 

" BUON NATALE "

Auguri da tutti noi.

p.Quirico