Lettere agli amici 2007

p. Adolfo L'Imperio


Lettere agli amici 2007

3 agosto

14 settembre

17 ottobre


2007

Ritorno in Bangladesh

Dinajpur - 31 luglio

Cari amici,

Faccio un racconto a puntate, altrimenti non scrivo più.

Partito da Roma quasi in orario, sull'aereo che ci portava a Dubai incontro Sr.Anna, 82 anni suonati, e P.Gabriele Costa, giovane di belle speranze, miei compagni di viaggio. Giunti a Dubai, dopo i vari controlli sempre più severi (adesso fanno anche togliere le scarpe al controllo da zona a zona) possiamo un poco parlare. L'aeroporto di Dubai è grande e bisogna orientarsi, vedere dove andare, e poi camminare. Meno male che P.Gabriele fà da appoggio alla Sr.Anna e alla fine giungiamo al "gate" di imbarco.

Qui P.Gabriele ci saluta perchè lui prosegue per l'India. E io che speravo di averlo come "badante" sino a Dhaka. Controlliamo le carte di imbarco del volo Dubai-Dhaka e Sr.Anna ed io siamo alla fila 47 del volo. Al banco di imbarco la persona che controlla informa che a Sr.Anna è stato cambiato il posto. Viaggerà in prima classe. Numero 2A. Ed io ? Non vi è nessun messaggio da Milano per me. Allora nel viaggio, che doveva essere in compagnia, Sr.Anna si trova vicino alla cabina di pilotaggio, così può pregare per i piloti, ed io in fondo a "reggere" la coda. Mi trovo con una famiglia bengalese che rientra a Dhaka dall'Inghilterra: genitori con quattro bambini e due giovani. Il più piccolo fa sentire la sua voce molto bene. Il tono aumenterà al momento dell'atterraggio per la pressione che subiscono gli orecchi e ciò per i bambini è una penitenza.

Dopo circa 5 ore di volo giungiamo a Dhaka. All'uscita Sr. Anna è una delle prime persone a scendere ed andare al controllo dei passaporti. Io impiego circa 20 minuti per scendere essendo in fondo all'aereo. Al controllo ho davanti a me tre famiglie bengalesi con passaporto europeo e degli Stati Uniti. Vengono per il periodo di "vacanze" da dove lavorano. Per farla breve, dopo un'ora e mezza arriva il mio turno per il semplice fatto che ogni famiglia era composta di 7-9 persone e per ciascuna persona il poliziotto di turno faceva il controllo di legge. Finito vado a raccogliere le mie due valigie e cerco di incontrare Sr.Anna. In aeroporto ci sono passeggeri di tre voli... circa 1500 persone. Sono trascorse tre ore dall'atterraggio ed esco all'aperto. Mi aspettano Pobittro ed Amor con la macchina (meno male !!). Ma della Sr.Anna nessuna traccia. Mi tocca rientrare in aeroporto dove la rintraccio: ha avuto problemi in quanto sul suo passaporto manca il timbro dell'uscita di due mesi prima. Dopo discussioni con il capo della polizia alla fine le viene permesso di uscire ma le trattengono il passaporto per inchiesta e capire come mai rientrava in Bangladesh senza essere uscita.

Sono trascorse sei ore dal momento dell'atterraggio. 5 ore di volo e 6 ore per giungere dall'aeroporto a casa. Una bella doccia.... e speriamo di recuperare per domani. E io che avevo programmato di avere una persona di aiuto (badante)... per il viaggio di ritorno in Bangladesh. Al di fuori di S. Cristoforo e dell'Angelo Custode ...chi trovi ? Un grazie a tutti voi.

Buone vacanze !

Fr.Adolfo

Inzio il 2 Agosto….

Finalmente,

dopo l’odissea dell’arrivo con Sr.Anna decido di partire per Dinajpur dopo un giorno di riposo e ambientamento. Caldo come in Italia, ma con una variazione tra giorno e notte di solo due-tre gradi. Il pick-up viene caricato non solo delle due valigie (40 Kg.) e due borse, miei bagagli dall’Italia, ma anche delle medicine per il lebbrosario, pacchi con caramelle e biscotti per i ragazzi, e pacchi di libri ed altro da portare a Dinajpur. Carico pieno.

Eppure nel Vangelo di S.Luca è scritto che Gesù disse ai suoi discepoli che partivano “…non portate borsa, né bisaccia, né sandali…” . Mi scuso tra me e me pensando che i 40 Kg. sono in maggioranza garze per il lebbrosario, medicine varie ed anche …due salami con formaggio, ed i sandali regalati da Ester e Raffaele. Poi la “bisaccia” con tante lettere e doni da distribuire. Oppure mi devo convertire e viaggiare senza bagagli.

Ho ancora davanti agli occhi i miei compagni di viaggio sull’aereo da Dubai. Quasi tutti hanno fatto lo “shopping” all’aeroporto (prezzi buoni e senza tasse….dicono) per cui oltre ai bagagli normali ognuno aveva due o tre borse in più dell’unica ammessa per regolamento. Al momento dell’imbarco tante borse e valigie vengono inviate al bagagliaio. Poi all’arrivo a Dhaka è sempre uno spettacolo al banco della dogana per far passare televisore, forno elettrico, o chi sa altro che il mercato ha offerto. Uno dei passeggeri mi mostra di aver comprato 7 orologi e li ha infilati al braccio coperti dalla manica della camicia. Ho pensato a come fischierà il “metal detector” all’arrivo !!!!

Lasciamo Dhaka di buon mattino e giungiamo a Dinajpur il pomeriggio. Tanti ad aspettarci. Tempo per scaricare parte dei pacchi destinati a Dinajpur, una doccia e sosta di un giorno e poi a Dhanjuri.

Interrogatori di alto tono: da “come stai ?” , “cosa hai fatto?”, “Come stanno Katia e Alex ?”, e le foto? i disegni dei bambini ? Offerta di fiori, segno di benvenuto. Grazie Gesù per le gioie semplici che ci fai gustare dalle piccole cose.

Per me l’Eucarestia celebrata sabato a Dinajpur e Domenica a Dhanjuri è stato un bagno ….di folla, oltre che di sudore…

Dopo tre mesi in Italia, avere davanti circa 500-600 ragazzi e giovani in Chiesa per celebrare l’Eucarestia che cantano da incantare e ti guardano con il loro sorriso furbesco… sembra di essere in un mondo nuovo. Devo confessare che mi sono venute le lacrime ed ho respirato a pieni polmoni per non farle vedere. Devo riconoscere di far parte anche io della tribù “lacrima facile”.

Allora ho pensato a quanto scritto da Bruno, “spigolando tra le statistiche”, sul Banglanews n.271. Ragazzi e giovani dai 10 ai 19 anni in Bangladesh ce ne sono circa 35 milioni……ed in Italia sono 9 milioni…..Circa 18 milioni di questa umanità bengalese non sa leggere e scrivere, cioè manca della base per essere uomini liberi costruttori di una società nuova. Vedete che l’impegno che portate avanti per il sostegno allo studio dei ragazzi-e di Dhanjuri è una priorità.

Come la mettiamo con il dovere della Chiesa di portare “Cristo, nostra speranza” a tutti ?

Venerdì scorso nel leggere il Vangelo con i giovani studenti delle scuole superiori di Dinajpur, Isak mi diceva di essere il solo cristiano su 150 studenti del primo anno del College che lui frequenta !!! Caro Isacco sii testimone…..

Voi mi sarete Testimoni sino agli ultimi confini della terra”

Mi viene in mente quanto dice Pietro nel visitare la casa di Cornelio, centurione romano. “In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma chi lo teme e pratica la giustizia , a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto”.

Finalmente a casa

Il resto a dopo il 5 Agosto 2007.

Buon Ferragosto

Fr.Adolfo

2007

Rabea

Dhanjuri - 3 agosto

Non ne parleranno i giornali e tanto meno la televisione.

Questa mattina Rabea ci ha lasciati per il Regno dei cieli. Partendo da Dhanjuri due giorni fa tutti aspettavamo il suo distacco da noi. Cosa ha di speciale Rabea? Una donna colpita dal morbo di Hansen. Negli ultimi 20 anni, ricoverata diverse volte a Dhanjuri, ha subito diverse operazioni agli arti, gambe e mani. Le hanno dovuto amputare le gambe per la cancrena. L'ultima operazione sei mesi fa a Nilphamari ma i dottori dissero che non c'era speranza. Allora chiese di tornare a Dhanjuri sebbene la famiglia risieda a circa 15 Km. ed il marito l'abbia lasciata. Solo un fratello è venuto a visitarla, dopo essere stato chiamato. A Dhanjuri ha trovato persone che l'hanno accettata e curata sino all'ultimo momento e qui ha voluto essere sepolta.

Vedere i moncherini delle sue mani e il suo tronco senza più gambe per potersi muovere ha fatto chiudere gli occhi a più di un visitatore.

Aveva due occhi che sapevano parlare. Essendo di fede Islamica abbiamo avvisato i parenti ed i pazienti Mussulmani del lebbrosario hanno pregato come vuole il Corano.

Come suo desiderio è sepolta qui a Dhanjuri e certo dal Cielo saprà cosa fare per noi tutti.

Il suo corpo martoriato interroga che Cristo ha voluto assumere la nostra condizione umana perchè possiamo essere parte del "corpo mistico di Cristo". Continuerà ad accompagnarci in questo pellegrinaggio.

Preghiamo perchè "il Riposo eterno venga donato a Lei, Signore, e splenda a lei la Luce di Gesù che l'ha toccata in questa terra attraverso il servizio umile ed amoroso di tante persone, e abbia la serenità eterna legata al Tuo Amore".

Fr. Adolfo

2007

Gitta

Dinajpur - 14 settembre

Dal villaggio di Gitta a Dinajpur sono quasi 150 Km. e sono tanti per una bambina alta "due palmi", come dicevano gli antichi.

Comunque Gitta è orfana di madre e la matrigna non le vuole bene. La maggior parte del tempo la passa con lo zio e frequentava la classe II della scuola del villaggio. Vedendola triste e pensierosa sia lo zio che altre persone del villaggio le hanno detto : "Vai alla missione e vedrai che troverai qualcuno che ti vorrà bene". Da piccoli quando i grandi ci ripetono sempre le stesse cose va a finire che uno le ascolta. Come andare alla missione? Prendi il treno e vedi che arriverai. Il treno parte da Ruhea ed arriva a Thakurgaon, ma Gitta non conosce le stazioni. Alla fine da una stazione intermedia vicino al suo villaggio una persona l'aiuta a salire sul treno. Il treno riparte e passa tante stazioni ma Gitta cerca la stazione della Missione. Alla fine arriva a Dinajpur dove il treno termina la corsa.

Scende e sul piazzale vi sono tanti rickswa. Gitta si rivolge ad uno di loro, indù come lei, e gli chiede se la può portare alla missione. "Hai denaro per pagare?". "Ho con me due taka" risponde. Il guidatore del rickshaw le fa diverse domande e capito la storia la fa salire sul rickshaw e la porta al cancello dell'ospedale St.Vincent's. Non vuole essere pagato.

E' ancora mattino e Gitta aspetta sino a quando il guardiano, dopo circa 2 ore, la consegna alla prima Suora che vede. Viene accolta, visitata dal Dr.Gildo che le trova il diabete troppo alto, pressione alle stelle ed altro. Sono trascorsi due mesi e Gitta ha trovato in Dr.Gildo un nuovo papà che la cura con amore visitandola tutti i giorni ed in Sr.Sandra una mamma che le controlla il cibo perchè stia bene. Dovrà fare l'operazione ad un occhio che ha la cataratta ed anche l'altro ha bisogno di cura.

Gitta gira per l'ospedale serena e trasmette serenità agli altri malati.

Storia del 2007, che rassomiglia a quella di tanti altri bambini e bambine.

"Lasciate che i bambini vengano a me" ha detto Gesù. Qualche volta fa in modo che arrivino a Lui in modi inusitati.

Fr Adolfo

2007

Pazienza...

Dhanjuri - 17 ottobre

E’ Domenica e mi trovo a Dhanjuri. Sapete che mi occupo del progetto per i lebbrosi, ma la Domenica aiuto in Parrocchia. Al centro si celebrano due messe, una in lingua Santal ed una in lingua Bengalese. Nei restanti 200 villaggi gli due altri Sacerdoti si alternano secondo un calendario che viene studiato volta per volta perché sia i battezzati che i catecumeni possano partecipare all’Eucarestia alcune volte durante l’anno.

Dal lebbrosario mi reco in Parrocchia dove è in corso la celebrazione della Messa in Santal. Mi siedo nella veranda della casa parrocchiale da dove si vede la zona antistante la Chiesa. Sapete che la Chiesa, costruita nel 1927 come cappella, è insufficiente a contenere le persone che partecipano all’Eucarestia.

Lo spiazzo antistante la Chiesa è costituito da una piattaforma in mattoni che viene utilizzata come presbiterio per le celebrazioni all’esterno. La domenica parte dei fedeli che non trovano posto in Chiesa si sistemano qui seguendo la liturgia dalla porta centrale spalancata. Vi sono per lo più mamme con i loro piccoli. Mi diverto ad osservare quello che avviene. P.Cherubim sta facendo l’omelia e l’altoparlante porta la sua voce anche fuori la Chiesa. Ci sono una decina di mamme con i loro “pargoletti” ed alcune persone anziane. Alcuni dei bambini, i più piccoli, sono in braccio alle mamme, e qualcuno ne approfitta per fare la sua poppata mattutina. Qualcuno più grandicello si muove a “quattro zampe” passando da un punto all’altro dello spiazzo o per giocare con un altro bambino, o per tirare la coda al cane venuto da casa, o per tirare la treccia della mamma.

Uno particolarmente oggi è in continuo movimento. La mamma seduta a terra cerca di seguire le parole del P.Cherubim e cerca di tenere il piccolo vicino a sé. Pochi minuti ed il piccolo sguscia dietro lo shari della mamma e a quattro zampe va verso i gradini per scendere dallo spiazzo.

La mamma si alza, lo prende in braccio e torna a sedersi, cercando di non disturbare le altre mamme sedute con i loro piccoli. La storia si ripete per alcune volte. Guardo e penso alla pazienza della mamma che ogni volta prende in braccio il piccolo.

Non lo sgrida, non lo picchia (come vorrei fare io per istinto dopo la terza o quarta volta) ma lo riporta con sé. Dopo l’omelia al momento dell’offertorio due chierichetti vengono fuori la porta per raccogliere le offerte che sono deposte dai fedeli in due cesti. Il nostro piccolo, (deve essere proprio una …peste penso tra me e me) sguscia di nuovo e va a curiosare e tirare la veste rossa del chierichetto, poi vuole vedere cosa contiene il cesto delle offerte, si attacca al bordo e….patratac … versa tutto sul pavimento. La mamma si alza, con l’aiuto del chierichetto e di un’altra donna rimedia al malfatto, senza fare chiasso riprende il suo discolo e ritorna al suo posto dicendo qualcosa all’orecchio del figlio il quale sorride con due occhi spalancati. Cosa gli avrà detto la mamma. Che pazienza queste mamme.

Continua così la partecipazione all’Eucarestia di questa mamma paziente con il suo discolo che alla comunione tende la mano perché vorrebbe ricevere l’ostia consacrata anche lui. Cose dell’altro mondo !!!!

Forse Gesù quando ci dice di diventare come bambini vuole farci comprendere quanto grande la pazienza del Padre…..Quante volte mi ha ripreso in braccio tirandomi fuori dal pericolo….. Quanti disastri ho combinato che lui pazientemente ha messo a posto….

Ci allontaniamo camminando a “quattro zampe” col la pretesa di poter fare di testa mia.

Mi alzo per andare a celebrare l’Eucarestia e mi segue il discolo che cammina a “quattro zampe” che non mi ha fatto concentrare e mi farà meditare sulla pazienza del Padre.

Fr.Adolfo