Articoli e lettere 2014

p. Quirico Martinelli

2014

5 dicembre

La Buona Pasqua di padre Quirico

Mirpur - 14 aprile 2014

Ecco le foto della chiesetta del villaggio di Khatan il giorno della festa dell' inaugurazione.

E' stata l'ultima mia opera in quel di Dinajpur: l'ho iniziata e poi ho dovuto trasferirmi nella nuova missione di Mirpur, alla periferia della capitale Dhaka.

Da lì, con il telefonino, ho seguito i lavori, parlando con i capo muratore a cui avevo dato, come indicazione, la foto della facciata della chiesa del mio paese, Uggiate (Como).

Se si guarda bene qualcosa c'è che ci assomiglia, nelle linee almeno, non certo nei colori...

I colori, così variegati e sgargianti, piacciono molto alla nostra gente: la chiesetta si vede anche da lontano, dalla strada principale, e molti si fermano a visitarla.

 

Il giorno della benedizione e consacrazione c'era il Vescovo, tanti sacerdoti e tantissima gente. 

Il vescovo ha unto l'altare con l'olio santo, mentre il parroco attuale p.Zanchi ed io, abbiamo unto le colonne azzurre della chiesa. 

All'interno la gente si siede sulle stuoie di bambu', come fanno a casa loro. 


 

La chiesetta e' dedicata alla Madonna di Fatima: dietro l'altare c'e' la pittura fatta da un giovane indù, che va in giro a pitturare i cartelli pubblicitari e quelli dei cinema.

Gli abbiamo dato un'immaginetta della madonna di Fatima e lui ha fatto il dipinto in grande sulla parete, così a occhio: non è perfetto ma è bello, specialmente da lontano...

 Piace molto questa immagine di Maria con i pastorelli e le pecorelle: anche molti dei nostri ragazzi fanno i pastorelli delle pecore e specialmente delle capre, che qui sono molto più numerose.

Sulla destra in alto del dipinto ci sono le parole che la Madonna ha detto ai pastorelli di Fatima: 

"Io sono la Regina del Rosario: desidero che voi recitiate il Rosario ogni giorno" 


 La festa è continuata con canti e danze: poi uno spettacolo di varietà,

con i bambini del villaggio come protagonisti. 

Infine il pranzo comunitario tutti insieme: vescovo, preti, suore

e tutta la gente del villaggio; compresi anche parecchi non cristiani. 

Piu' di 800 coperti, come si dice, perchè si aggiungono sempre altri:

i parenti venuti da lontano, i mendicanti, i viandanti ecc...

Riso, verdura e carne di maiale: la missione di solito dà la carne,

al resto ci pensa la gente... 

All'interno della chiesetta,sopra la porta d'entrata, ho fatto scrivere la dedica:

" Con gratitudine e preghiere nel caro ricordo di don Virginio e don Costante dedicata a Nostra Signora di Fatima Khatanpara, 28 Novembre 2014"

Don Virginio e don Costante,parroco e coadiutore del mio paese, sono stati i sacerdoti della mia giovinezza, quando ero nel seminario di liceo a Como.

Mi sono stati vicini e mi hanno voluto bene: se sono prete e missionario lo devo tanto anche a loro. Don Costante, un amico carissimo, sempre contento; don Virginio, un padre carissimo e talvolta severo. 

Mi hanno indicato la strada e sostenuto nel cammino, non sempre facile, verso il sacerdozio.

Dal Paradiso,sono sicuro, mi sono ancora vicini...  

N.B. Questa cappellina e' stata costruita con il contributo che don Costante mi ha lasciato nel suo testamento.

In attesa della Festa Patronale

Mirpur, 13 maggio 2013

 Carissimi tutti,

in questi giorni stiamo preparando la festa patronale della nostra chiesa di Mirpur, dedicata a Maria Regina degli Apostoli.

Sul frontale della nostra chiesa infatti c'è il mosaico di Maria in preghiera con gli Apostoli. Il mosaico è stato fatto da un artista bengalese con delle normali piastrelle colorate fatte a pezzettini...

La festa sarà preceduta da una novena di preghiera e riflessione sulla Parola di Dio.

La festa sarà il giorno 6 Giugno, venerdì prima di Pentecoste, perchè' qui il venerdì tutte le scuole e gli uffici sono chiusi. (Maria Regina degli Apostoli tradizionalmente è celebrata il sabato prima di Pentecoste).

Saranno presenti l'Arcivescovo di Dhaka mons.Patrick D'Rozario e il Nunzio del Papa in Bangladesh, mons.George Kocherry (indiano). Come tradizione, ci saranno quel giorno delle coppie di sposi che festeggiano quest'anno i loro anniversari di nozze.

Dopo la S.Messa varietà di canti e danze, poi il pranzo comunitario: chi vuole rimanere a pranzo compra un ticket che costa un Euro; sono previsti circa 600 coperti e rotti, come si dice...

E' un momento di ritrovo molto bello per i nostri cristiani, specialmente quelli che vivono isolati in quartieri lontani, alla periferia di questa grande capitale sempre più affollata e caotica.

Anche l'Arcivescovo e il Nunzio mangeranno con noi e tutta la gente, seduti al tavolo con le coppie che festeggiano gli anniversari e con i

membri del consiglio pastorale parrocchiale.

Chissa' che bella festa! (Io vi partecipo per la prima volta...)

Nel frattempo qui c'e' un caldo molto forte, notte e giorno, che supera talvolta anche i 40°, e non piove da tantissimo tempo. In compenso i mango e i lici saranno piu' saporiti e il raccolto del riso buono e abbondante...

Tanti cari saluti a tutti.

p.Quirico

Le vacanze dei mango, dei lici e dei katal

Mirpur, 15 luglio 2014

  Carissimi amici e benefattori, tanti saluti dal Bangladesh.

Il mese scorso è stato caldissimo, raggiungendo quasi i 45 gradi. È venuta a mancare anche l'acqua perché erano tanti mesi che non pioveva. Ci ha fatto sudare notte e giorno (perché qui fa molto caldo anche di notte) ma in compenso tutta la frutta è maturata molto bene.

Così i nostri ragazzi, che sono tornati ai loro villaggi per una decina di giorni di vacanza, hanno potuto gustarla in abbondanza. Queste sono chiamate "le vacanze dei mango, dei lici e dei Katal". È una grande gioia per i bambini avere in questa stagione una grande abbondanza di frutta e anche un modo per avere un po' di vitamine in più.

Ora è iniziata la stagione delle piogge che durerà fino alla fine di ottobre: si respira un po' anche se l'umidità è sempre molto alta. Speriamo che non ci siano piogge troppo forti con allagamenti e alluvioni che potrebbero rovinare il raccolto del riso. Il Bangladesh è una grande pianura piena di fiumi (si può dire anche una grande risaia) ed è facilmente soggetto ad allagamenti. Il Gange che viene dall'India e il Bramaputra che viene dalla zona del Nepal, si uniscono e sfociano nel mare qui in Bangladesh.

Nella fotografia appare uno dei nostri "scuola bus " che portano i bambini a scuola: vanno a pedali e non inquinano. Vengono usati specialmente nelle città dove, a causa del traffico caotico, i genitori non si fidano a mandare i bambini da soli a scuola. I bambini dei villaggi invece vengono a piedi, anche da grande distanza. Tanti cari saluti da tutti noi. 

p. Quirico

La festa delle EID

Mirpur - 28 luglio 2014

Domani 29 luglio inizia la festa mussulmana delle EID che è posta alla fine del mese di digiuno del Ramadan e dura parecchi giorni.

E' la festa più grande dell'anno ed è trascorsa in famiglia con la preghiera e con il pranzo tutti insieme e con i regali per tutti, specialmente per i bambini; poi ci sono le visite ai parenti e agli amici.

Per questo tutti cercano di tornare a casa,

specialmente quelli che lavorano nella capitale Dhaka.

Così tutti i mezzi di trasporto vengono presi d'assalto.

 

Il Bangladesh, è grande come metà Italia, ma ha piu' del doppio degli abitanti: 156 milioni e la densita' della popolazione è di 1.064 per Kmq,

mentre quella dell'Italia e' di 187 per Kmq.

Tutte queste cifre per il Bangladesh sono approssimative perché qui non esiste l'anagrafe.

Milioni di persone si spostano in pochi giorni e i mezzi di trasporto sono inadeguati. Così si riempiono fino al tetto: nella foto accanto la gente

sale sul tetto del treno con una scala di bambù.


Il Bangladesh è attraversato da centinaia di fiumi tra cui i più grandi sono il Gange che viene dall'India e il Bramaputra che viene dal Nord, dalla zona del Nepal.

Questi due si uniscono in Bangladesh e sfociano nel mare.

Tutti questi fiumi sono solcati da migliaia di barche, traghetti e battelli di ogni genere, che in questi giorni si riempiono all'inverosimile con tanti pericoli anche per i passeggeri, specialmente se arriva qualche forte temporale: ora siamo nella stagione delle piogge e questo capita di frequente.

 

 Il mezzo di trasporto più comune rimane però  il pullman.

A migliaia percorrono le strade che portano fuori dalle città verso i

villaggi, dove la gente ritorna per festeggiare in famiglia queste feste:

spesso e' l'unica occasione nell'arco di un anno di duro lavoro lontano dai propri cari. 

Qui nessuno parla di ferie al mare o in montagna: questi pochi giorni sono come

le loro ferie, che non durano più di una settimana.

 La preghiera fatta tutti insieme e' la parte centrale della festa.

Il raduno di preghiera è composto da migliaia di persone in un

campo all'aperto.

E' una preghiera di adorazione e di ringraziamento

alla fine del mese di digiuno che, per i fedeli praticanti,

è stato certamente un mese difficile, di penitenza e di rinunce.

 " Eid  Mubarak "

è l'augurio che tutti si scambiano in questi giorni.  

" Mubarak " significa benedetto,

l'augurio significa perciò " Festa benedetta ",

e quindi anche "Buona festa"

E' l'augurio che anche noi facciamo

ai nostri fratelli mussulmani. 

P.Quirico

La perfetta letizia di padre Gregorio

Mirpur - 5 ottobre 2014

Carissimo Gregorio,

e così ce l'hai fatta... a morire in Bangladesh.

 

Tre anni fa ti avevamo comprato, a tua insaputa, prendendo l'occasione 

della venuta di tuo fratello Virgilio, il biglietto aereo per andare

in Italia insieme a lui, a fare un controllo medico,

necessario dopo l'operazione che avevi avuto anni prima alle

valvole del cuore...

ma avevi detto ancora di no: avevi paura, anche se non lo dicevi 

apertamente,  che non saresti più potuto tornare in Bangladesh... 

Il Bangladesh e la sua gente era la tua vita e la tua felicità...

51 anni di Bangladesh 

non sono pochi e non sono stati facili neanche per te,

ma li hai vissuti con serenità, gustandoli giorno per giorno... 

Dopo i primi anni passati nelle missioni tradizionali,

hai fatto la scelta di vivere nel villaggio, per essere ancora più 

vicino alla gente, anzi, per diventare come loro...

I Santal, nel cui villaggio sei andato a vivere, ti hanno accolto e ti 

hanno dato un nuovo nome "Chondon" e uno dei loro cognomi "Mardi"...

Loro ti chiamavano "Naikè" che in lingua Santal significa "uomo della religione"...

 E così hai vissuto 30 anni nel villaggio di Mohespur, lontano dal centro

della Missione di Suihari 40 Km. 

Ti sei fatto uno di loro in tutto, nei loro pregi e anche prendendo qualche loro difetto...

A molti di noi tutto questo sembrava anche un po' esagerato:

ma come si può misurare, se c'è una misura, questo " Farsi tutto a tutti..." come diceva S.Paolo?  (1 Cor.9,19)

Sono stati anni di grande lavoro: scuole per i bambini, cooperative per i contadini,

lavoro per la gente (avevi iniziato anche una tessitura) ed evengelizzazione: avevi sempre due catechisti a tempo pieno che giravano per i villaggi non cristiani... e parecchi villaggi non cristiani in quegli anni

hanno chiesto e ricevuto il Battesimo...

 Io ho condiviso con te 10 anni, stando però al centro della missione, a Suihari.

Ho visto i tuoi sacrifici:

(non ti preoccupavi per niente di te stesso: tu dicevi che la vita di villaggio non era un sacrificio per te, anzi ci godevi un mondo...).

Ho visto il tuo amore per la gente e soprattutto per i bambini:

la tua casa ne era sempre piena.

Quanti ne hai fatti studiare e quanti hai avviato al lavoro nella nostra scuola tecnica di Dinajpur! 

Venivi a Dinajpur con la tua moto (che non hai mai voluto cambiare,

anche se spesso si rompeva, vista l'età...) carica di bambini...

 Una sera sei arrivato molto tardi, sotto l'acqua,

spingendo la moto rotta, con i tuoi bambini...

Dopo un po' ti ho sentito cantare, mentre facevi la doccia...

E' questo, che faccio ancora fatica a capire

e in un certo senso anche ti invidio: in tutti i guai e i dolori 

che hai avuto, sei sempre stato sereno: mai ti ho sentito lamentarti

e tanto meno criticare o inveire contro qualcuno.

" Cetbon cekaia "  dicevi in santal, che significava "Che vuoi farci ! "

 

E ne hai avuti tanti di dolori e fallimenti (la tua tessitura è fallita: il manager si è mangiato fuori i soldi... e poi anche la cooperativa di credito è andata in crisi: molti non davano più indietro i prestiti...). Mi dicevi un giorno: "Vedi, quando i guai vengono dall'esterno, si sopportano, ma quando vengono da quelli più vicini, quelli che vivono con te, allora è piu' difficile, più dura...

Con questo ti riferivi ai guai e alle delusioni avute nella tua famiglia, da quelli che vivevano con te...

Ti dissi un giorno: "Tutti questi guai te li vai a cercare tu

o vengono per conto proprio?" Mi risposi "Un po' tutti e due le cose!" Secondo me tu gli volevi bene così tanto,

da accettarli così com'erano, nel bene e nel male... 


Il sindaco di Mohespur (mussulmano)

alla fine del tuo funerale si è rivolto alla gente dicendo loro: 

"Ricordatevi che se non era per il padre Gregorio, voi sareste scappati tutti in India 

e avreste perso tutto, case e terreni..."

Con questo si riferiva ai disordini scoppiati negli anni '80 per cui molti tribali erano 

scappati in India dove si sentivano più al sicuro.

Tu avevi faticato non poco a convincerli a restare,  dicendo loro " Non abbiate paura, 

io rimango con voi! " Alla fine sono rimasti, tutti...

Anche tu potresti dire, come don Milani:

"Signore, talvolta forse è  potuto sembrare

che io abbia voluto bene

più alla mia gente che non a Te.

Ma Tu, che tutto vedi e tutto comprendi,

sai bene che Tu sei sempre stato nel mio cuore

e tutto quello che ho fatto, l'ho fatto per Te."

Riposa in pace, carissimo Gregorio,

e prega per noi il Signore

perchè tra le vicende belle e quelle difficili della vita,

sappiamo anche noi gustare un po'

quella "Perfetta Letizia" di cui parla san Francesco,

e che tu hai avuto la grazia di godere...

I tuoi ultimi tre anni sono stati molto faticosi e dolorosi: dentro e fuori 

dall'ospedale, ma sempre sereno, senza lamentarti, e sempre accogliente

con tutti quelli che venivano a trovarti...

Hai terminato il tuo cammino in mezzo ai fiori... e in mezzo alla tua gente, 

come tu hai desiderato... 

Ed ora puoi dire come san Paolo: (2 Tim. 4,1)

" Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede.

Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore mi darà..."

La corona di fiori l'hai già ricevuta dalla tua gente e questo, penso, sia un buon 

lasciapassare per avere la corona del Signore in Paradiso... 

Un grande abbraccio da tutti noi...

P. GREGORIO SCHIAVI (1935-2014)

P. Gregorio Schiavi e'  morto il 2 Ottobre, dopo lunga malattia, all’età di 79 anni in Bangladesh, dove ha vissuto per 51 anni. 

Nasce ad Onore, Bergamo, il 19 ottobre 1935. Entra nel PIME a Villa Grugana nel 1958, proveniente dal Seminario di Bergamo. Il 30 marzo 1963 è ordinato presbitero a Milano dal card. G. B. Montini e nell’ottobre dello stesso anno parte per la missione di Dinajpur.

P. Gregorio è mancato alle 12:00 ora locale del 2 ottobre 2014. Il funerale si e' svolto il 3 Ottobre alle 15:00 e, secondo le sue volontà, e' stato sepolto nel villaggio di Mohespur,

dove ha passato gli ultimi trent' anni di missione in Bangladesh.

 

La perfetta letizia

Capitolo ottavo dei Fioretti di S. Francesco

 

Come andando per cammino santo Francesco e frate Lione, gli espose quelle cose che sono perfetta letizia.

Venendo una volta santo Francesco da Perugia a Santa Maria degli Angeli con frate Leone a tempo di verno, e il freddo grandissimo fortemente il cruciava, chiamò frate Leone il quale andava un poco innanzi, e disse così: "Frate Leone, avvegnadio ch'e frati minori in ogni terra dieno grande esempio di santità e buona edificazione, nondimeno scrivi, e nota diligentemente, che non è ivi perfetta letizia".

E andando più oltre, santo Francesco il chiamò la seconda volta: "O frate Leone, benché 'l frate minore illumini i ciechi, distenda gli attratti, cacci i demoni, renda l'udire a' sordi, l'andare a' zoppi, il parlare a' mutoli e (maggior cosa è) risusciti il morto di quattro dì, scrivi che non è in ciò perfetta letizia".

E andando un poco, santo Francesco grida forte: "O frate Leone, se 'l frate minore sapesse tutte le lingue e tutte le scienzie e tutte le scritture, sì ch'e sapesse profetare e rivelare non solamente le cose future, ma eziandio i segreti delle coscienzie e degli animi, scrivi che non è in ciò perfetta letizia".

Andando un poco più oltre, santo Francesco ancora chiamò forte: "O frate Leone, pecorella di Dio, benché 'l frate minore parli con lingua d'angeli e sappi i corsi delle stelle e le virtù dell'erbe e fossongli rivelati tutti i tesori della terra e cognoscesse le nature degli uccelli e de' pesci e di tutti gli animali e degli uomini e degli arbori e delle pietre e delle radici e dell'acque, scrivi che non ci è perfetta letizia".

E andando anche un pezzo, santo Francesco chiama forte: "O frate Leone, benché 'l frate minore sapesse sì bene predicare, che convertisse tutti gl'infedeli alla fede di Cristo, scrivi che non è ivi perfetta letizia".       

E durando questo modo di parlare bene due miglia, frate Leone con grande ammirazione il domandò, e disse: "Padre, io ti prego dalla parte di Dio, che tu mi dica ove è perfetta letizia". E santo Francesco gli rispuose. "Quando noi giugneremo a Santa Maria degli Angeli, così bagnati per la piova e agghiacciati per lo freddo e infangati di loto e afflitti di fame, e picchieremo la porta del luogo, e '1 portinaio verrà adirato e dirà: "Chi siete voi?" e noi diremo: "Noi siamo due de' vostri frati" e colui dirà: "Voi non dite vero: anzi siete due ribaldi, che andate ingannando il mondo e rubando le limosine de' poveri; andate via", e non ci aprirà, e faracci stare di fuori alla neve e all'acqua, col freddo e colla fame, infino alla notte; allora, se noi tante ingiurie e tanta crudeltà e tanti commiati sosterremo pazientemente sanza turbazione e sanza mormorazione, e penseremo umilemente e caritativamente che quel portinaio veracemente ci cognosca e che Iddio il faccia parlare contra noi, o frate Leone, scrivi che ivi è perfetta letizia.

E se noi perseverremo picchiando, ed egli uscirà fuori turbato, e come gaglioffi importuni ci caccerà con villanie e con gotate, dicendo: "Partitevi quinci, ladroncelli vilissimi, andate allo spedale, ché qui non mangerete voi, ne albergherete"; se noi questo sosterremo pazientemente e con allegrezza e con buono amore o frate Leone, scrivi che qui è perfetta letizia

E se noi, pur costretti dalla fame e dal freddo e dalla notte, più picchieremo e chiameremo e pregheremo per l'amor di Dio con gran pianto che ci apra e mettaci pur dentro: e quelli più scandalezzato dirà "Costoro sono gaglioffi importuni; io gli pagherò bene come sono degni" e uscirà fuori con uno bastone nocchieruto, e piglieracci per lo cappuccio e gitteracci in terra e  involgeracci nella neve e batteracci a nodo a nodo con quello bastone se noi tutte queste cose sosterremo pazientemente e con allegrezza, pensando le pene di Cristo benedetto, le quali noi dobbiamo sostenere per lo suo amore: o frate Leone, scrivi che in questo è perfetta letizia.

E però odi la conclusione, frate Leone. Sopra tutte le cose e grazie e doni dello Spirito Santo, le quali Cristo concede agli amici suoi, si è di vincere se medesimo e volentieri per l'amor di Cristo sostenere pene, ingiurie, obbrobri, disagi. Però che in tutti gli altri doni di Dio noi non ci possiamo gloriare, però che non sono nostri ma di Dio; onde dice l'apostolo: "Che hai tu, che tu non l'abbi da Dio? e se tu l'hai avuto da lui, perché te ne glorii, come se tu l'avessi da te?"

Ma nella croce della tribolazione e della afflizione ci possiamo gloriare, però che questo è nostro E però dice l'apostolo "Io non mi voglio gloriare se non nella croce del nostro signore Gesù Cristo"'. Al quale sempre sia onore e gloria in saecula saeculorum. Amen.

Un'avventura che dura da 50 anni...

Mirpur,  1 dicembre 2014

 


Carissimi tutti,

nel 1965 veniva fondata a Dinajpur dai nostri missionari, sostenuti da un sacerdote di Novara don Ercole Scolari, che a sua volta aveva mobilitato tante persone della Diocesi di Novara, la “Novara Technical School”.

Questa è stata per tanti anni l’unica scuola tecnica del Nord del Bangladesh ed ha aperto la strada del lavoro a migliaia di giovani bengalesi.

Alle sezioni classiche di falegnameria, meccanica, motoristica ed elettricistica, si sono aggiunte ultimamente anche le sezioni di computer e maglieria.

 


Così i nostri studenti, dopo le scuole medie, hanno a disposizione una via verso il lavoro sicura, molto più sicura che non il percorso normale degli studi superiori, che non garantisce un posto di lavoro immediato.

Infatti gli alunni della scuola tecnica sono molto richiesti dalle varie ditte che sono sorte nelle periferie delle città e nessuno di loro rimane senza lavoro.

Accanto alla scuola tecnica è sorta nello stesso tempo anche la Parrocchia di Suihari con la scuola elementare, che ora arriva fino alla terza media.

L’anno prossimo festeggeremo i 50 anni di queste Opere Meravigliose che sono state un dono prezioso per la nostra gente, frutto di lavoro e sacrifici di tanti missionari, ma anche della grande generosità di tanti amici italiani, che ci sono sempre stati vicini con il loro affetto e il loro aiuto generoso.    

Buon Natale a tutti.

Una preghiera di cuore, nella Notte Santa.

p. Quirico 

Un caro ricordo

Mirpur, 5 dicembre 2014

Alla periferia della grande città di Dhaka, nella nostra chiesa di Mirpur, lontani dal traffico caotico e rumoroso, ci raccogliamo in preghiera all'inizio della Settimana Santa:

accompagniamo Gesù verso la Croce e la Risurrezione

e vi affidiamo a Lui, che sa vedere nei nostri cuori

le Grazie di cui abbiamo più bisogno...

   

     da tutti noi  una preghiera di cuore    

        p. Quirico