Schegge di Bengala - 2006

p. Franco Cagnasso

2006

ago.

Coppa del Mondo - Miracoli demografici - Valutazioni - Celibato ittico 

giu.

Focherello - Errata-corrige - Identità - Apostolato - Progresso - Problemi comuni   

giu.

Bandiere - Complotti - Simpatico - Primo gradino  

mag.

Incontro - E gli altri? - Sufismo 

mag.

Digiuno - Odore - Pillole di saggezza - Pagare - Dialogo di vita - Ricominciare 

apr.

Il dottore - Coincidenza - Copti - Scuola dei poveri - Nulla  

21

agosto 2006

 


Coppa del Mondo

Complimenti, l’Italia ha vinto: offrimi il gelato...  trovami un lavoro là... regalami un computer... Quanto hanno speso i missionari italiani in Bangladesh in gelati, dolcetti, pizze, spaghetti e altro, per accontentare i numerosi tifosi “dell’ultima ora” che li riempivano di congratulazioni e di richieste?

Un quotidiano di lingua inglese ha pubblicato le fotografie affiancate di due tifosi alla coppa del mondo. Un tunisino, avvolto in bandiere, bandane, scialli, scritte di ogni tipo – solo una fessura per gli occhi, pochi centimetri liberi. A fianco, una tedesca completamente rivestita in pelle (la sua), pochi centimetri coperti.

 


Miracoli demografici

Preparare le liste elettorali di un paese che, come il Bangladesh, non ha un’anagrafe, è impresa ciclopica. Per questo da oltre anno è al lavoro una “Electoral Commission” (CE) presieduta da un giudice dell’alta corte siglato CEC. Poiché il loro compito era di aggiornare le vecchie liste, il CEC decise di gettarle via per prepararne di nuove. Poiché i due consiglieri si opponevano, il governo dimenticò che la norma è di averne due e ne nominò altri due. Assicuratasi la maggioranza, si misero alacremente al lavoro. Denunciati all’Alta Corte, quando arrivò la sentenza (=bisogna aggiornare le vecchie liste, non prepararne di nuove) fecero appello alla Corte Suprema e pubblicarono il lavoro svolto. Migliaia di Bihari (che da 35 anni rifiutano la cittadinanza del Bangladesh e chiedono di andare in Pakistan) risultarono cittadini con diritto di voto. Decine di migliaia di morti risuscitarono. Centinaia di migliaia di ragazzi si trovarono improvvisamente diciottenni. Qualche milione risultò dimenticato. Arriva la sentenza della Corte Suprema che conferma: niente lista nuova, aggiornare la precedente. Dopo un’attesa di tre settimane, il CEC decide di obbedire. Poiché la regola dice che bisogna andare “porta a porta” a verificare, decidono di mettere in ogni città un ufficio e dire ai cittadini: chi vuole votare venga a iscriversi portando dichiarazione dei redditi, ricevute delle tasse e altri documenti. Chi non viene, non sarà registrato. Quasi nessuno va. Altra denuncia. Infine, si decide: andremo “porta a porta”, ma... sono finiti i soldi (fra le spese, il corrispettivo di alcune migliaia di Euro per pagare tè e pasticcini ai giornalisti in occasione delle conferenze stampa). Il ministero delle Finanze nicchia, dice che vuol vederci chiaro. Poi arriva un segnale dal partito e tutto risulta chiaro, i soldi saltano fuori. Ma intanto è finito il tempo. I miracoli continuano. Pur riconoscendo che in qualche caso, recatisi a casa loro, le persone da verificare risultavano assenti, in due mesi alcune migliaia di impiegati censiscono circa 140 milioni di persone elencando quante hanno più di 18 anni; ventenni nel 2000 rimangono ventenni anche nel 2006; divorziati si ricongiungono; morti risuscitano; trasferiti tornano al posto precedente; profughi musulmani del Myanmar andranno a votare con piena cittadinanza. Centinaia di migliaia sono gli scomparsi, di ogni ceto sociale, regione, razza e religione, con un dato comune: sono quasi tutti dell’opposizione. Persino qualche membro del parlamento, vivo e vegeto, non ha trovato il suo nome nella lista.

Le elezioni, libere e giuste, dovrebbero tenersi all’inizio del prossimo anno.

  

 

Valutazioni 

I parroci una volta scrutavano attentamente scollature, lunghezza delle gonne, presenza o assenza di maniche, per decidere se una ragazza era brava, fedele e morigerata o scostumata. I soloni della laicità secolare e le vestali della liberazione femminile oggi scrutano attentamente veli, gonne alle caviglie, scialli copriseno, foulard e (orrore) burka che copre ogni forma, per sentenziare se la ragazza in questione è emancipata o schiava del maschilismo islamico.

 


Celibato ittico

Per migliorare l’alimentazione dei ragazzi dell’ostello di Betchara e guadagnare qualche soldo, abbiamo affittato e ripulito un “pukur” (stagno), gettandovi avanotti da cui si spera di avere succulenti curry al pesce. L’Organizzazione non Governativa consultata e che ha fornito il necessario, ha raccomandato di allevare “unisex telapia”. Unisex? Sì: tutti solo maschi o solo femmine (non chiedetemi come fanno a distinguerli). Se sono misti, prima di essere grandi abbastanza si riproducono, il pukur si sovrappopola, ci sono pesci di taglia diversa non ben commercializzabili, ecc. Con il sistema unisex invece tutto fila liscio e la resa è più alta.- Mi chiedo se sia un esempio da portare ai seminaristi per convincerli della bontà del celibato ecclesiastico...

Per la cronaca, alla fine abbiamo optato per vari tipi di pesce misti, niente unisex (per ora).

 

p. Franco Cagnasso

20

giugno 2006

 


Focherello

Venti sacchetti di “Schegge di Bengala”... si può alimentare un buon focherello.

 


Errata-corrige

Ho scritto fra le Schegge n.19 che la base dei rifugi di chi vive sui marciapiedi è di circa metri 1,20. Un’osservazione più accurata mi induce a correggere: la base è di circa m.2.00. L’altezza del muretto di appoggio circa m. 1.80/2.00

 


Identità

Ci sono costruzioni in corso alla piccola missione di Shurshunipara, diocesi di Rajshahi. La mattina arriva un camion di mattoni. Il seminarista che sta facendo un periodo di esperienza pastorale firma la ricevuta. Il camionista legge “Prodip Costa”: “No, dice, questa è una chiesa, voglio che firmi un cristiano, un qualche Tudu, o Murmu o Marandi” (cognomi tribali, ndr). “Ma io sono cristiano!”. “Da dove arriva questo cognome? Mai sentito!”. Prodip spiega che molti bengalesi cristiani hanno cognomi di origine portoghesi, esattamente come i musulmani hanno nomi di origine araba. “Ma quando ti sei convertito?”. “A dire il vero, cerco di farlo tutti i giorni, ma cristiano lo sono dalla nascita, lo erano i miei nonni...”. “Ma non sei bengalese?”. “Sì, lo sono, e sono cristiano, di famiglia cristiana da vari generazioni...”. L’uomo indaga ancora, sospettoso, poi sospira, salta sul camion e se ne va brontolando: “Se sei bengalese, devi essere musulmano”.

 


Apostolato

Piccola stazione ferroviaria sulla linea Dhaka-Sylhet, breve tappa nel cuore della notte. Un uomo con un altoparlante portatile passa più volte avanti e indietro sulla pensilina esortando: “Fratelli musulmani, preparatevi, fra poco è l’ora della preghiera! Fate ogni giorno la vostra preghiera! Andate alla moschea il venerdì. Non fate la pipì in piedi, mandate i figli alla scuola coranica. Sorelle musulmane, mettetevi il velo, abbiate cura delle vostre famiglie...!”. Il treno riparte.

 


Progresso

I possessori di auto, o di grossi fuoristrada, imprecano contro i riksciò nelle città, invocano la chiusura del centro a questi mezzi, l’arresto dei rikscioala (i pedalatori/conduttori) senza licenza, l’abolizione tout-court di veicoli così lenti e antiquati. Chi non ha l’auto, valuta le cose del tutto diversamente: sono mezzi economici, ecologici, poco ingombranti, non emettono fumi puzzolenti, sono onnipresenti e disponibili a tutto. Danno lavoro a milioni di persone: meglio chiudere le città alle auto, lasciando solo autobus e riksciò. Il giornale oggi informa che ricercatori indiani hanno studiato per anni, in collaborazione con passeggeri, vigili e rikscioala, nuovi modelli di riksciò ora pronti a entrare in commercio. Più leggeri, veloci, comodi e sicuri, sembra possano guardare al futuro con fiducia, per la gioia dei senza auto.

 


Problemi comuni

Mi trovo con i seminaristi del sesto anno in un minuscolo “ashram” schiacciato fra una grande scuola e palazzoni giganteschi che stanno crescendo nel quartiere di Mohammadpur, a Dhaka. Verso mezzoggiorno irrompe violenta la voce fortissima dell’altoparlante della moschea vicina. Oggi è venerdì, quindi oltre al richiamo alla preghiera, trasmette tutta la predica. Per cinque volte il predicatore, gentile ma sempre più impaziente, interrompe il discorso per esortare i fedeli a spegnere i cellulari...  

 

p. Franco Cagnasso

19

giugno 2006 

 


Bandiere

Villaggi, città, bazar sono uno sventolio di bandiere di ogni misura: soprattutto dell’Argentina e del Brasile; seguono a grande distanza Germania, Iran, Messico, Francia e Italia. Spettatori inferociti hanno assalito in varie località uffici della Società Elettrica, per protestare contro la mancanza di corrente durante le partite.- Il cricket sta diventando sempre più popolare in Bangladesh, ma la Coppa del Mondo mostra che il calcio non ha perso il suo fascino.

 


Complotti

In maggio si sono scatenati migliaia di lavoratori delle fabbriche di tessuti e abiti che pullulano nella zona nord di Dhaka e costituiscono – insieme alle rimesse degli emigranti – la spina dorsale dell’economia del paese. La protesta dei dipendenti di una ditta che non pagava gli stipendi da mesi è dilagata: duecento stabilimenti incendiati, centinaia i feriti, gli arresti, due morti in uno dei primi giorni. Le fabbriche sono poi state chiuse per una settimana. Scioperi, disordini, pestaggi e chiusure sporadiche continuano.

Gli analisti cercano le cause dell’inattesa rivolta. Complotto dei paesi vicini per rovinare l’industria bengalese e vincerne la concorrenza nella esportazione? Trama delle opposizioni per mettere in difficoltà il governo? Disegno di alcuni settori della coalizione al governo per rinviare le prossime elezioni? L’estrema sinistra che, “tanto peggio tanto meglio”, vuol creare una situazione come quella del Nepal? Estremismo islamico...?

Potrebbe esserci pure un’altra ragione: operai e operaie che hanno un contratto di lavoro di 72 ore settimanali (12 ore al giorno per 6 giorni la settimana) per uno stipendio mensile di 930 taka (10,94 Euro, potere d’acquisto = 43,76 Euro), straordinari frequenti, obbligatori e spesso non pagati, riposo settimanale spesso saltato, picchiatori in fabbrica per punire chi sbaglia, mafia che esige una percentuale dello stipendio, condizioni igieniche indescrivibili, stipendi spesso pagati in ritardo di mesi e ogni tanto qualche ragazza bruciata viva perché scoppia un incendio e i cancelli di fuga sono chiusi... potrebbero aver perso la pazienza.

Numerose ditte hanno un rapporto corretto con i dipendenti. Ma il quadro descritto qui sopra è diffuso, e quando la rabbia si scatena è difficile distinguere.

 


Simpatico

Una ragazza senza alcun parente, cresciuta dalle suore di Madre Teresa, ha sposato nella nostra chiesa un giovanotto “di buona famiglia”. Come preparare gli annunci del matrimonio? Ecco trovata la formula: “I signori Ernest e Patricia Cyprian, e Suor Mary Magdaline, insieme ai loro figli Scotlee e Celesta vi invitano...”.

 


Primo gradino

Sistemarsi in uno slum (baraccopoli) richiede soldi per pagare l’affitto della baracca e il capomafia locale: non tutti possono permetterselo. Il primo gradino di chi arriva in città con la famiglia e campa pedalando su un riksciò, spaccando mattoni o spazzando le strade è il marciapiede. Dev’essere possibilmente lungo il muro di cinta di un edificio pubblico (scuola, ospedale...), così i proprietari non ti cacciano via. Di giorno, tutti i beni sono avvolti in un telo di plastica e i fagotti di varie famiglie stanno affiancati, così si custodiscono meglio. Due mattoni e una pentola sono la cucina, una bottiglia di plastica la scorta d’acqua. La notte si apre il fagotto. Se fa caldo e non piove, una zanzariera viene ancorata sopra il muretto (m.1,70 circa) e il bordo opposto viene fissato a terra con mattoni. Tenda triangolare dunque: parete, marciapiede, zanzariera. Larghezza media alla base m.1,20. Tutti i beni e i membri della famiglia si infilano sotto per dormire. Se piove o fa freddo, sopra la zanzariera si colloca il telo di plastica. Durante la stagione del monsone, varietà: due, tre, quattro volte ci si alza per togliere il telo soffocante, per rimetterlo perché piove, per fissare di nuovo i lembi del telo sollevati dalle improvvise folate... notti che non annoiano insomma, notti eccitanti!     

 

p. Franco Cagnasso    

18

maggio 2006

 


Incontro

Sotto un sole arrabbiatissimo passo stancamente accanto alla porta d’ingresso della Bangladesh University, una delle innumerevoli università private cresciute come funghi in questi ultimi anni a Dhaka. Un’auto si ferma, scende un anziano ben vestito che fa per entrare. Poi si ferma, mi guarda, mi prende per mano, si presenta e mi chiede chi sono: “Vieni, ti offro un te”. Esito... “Sono di fretta”. “Non ci vuole molto”. “Ho con me un amico”. “Venga anche lui”.

Nell’atrio mi indica con fierezza una targa che copre mezza parete, su cui ci sono i nomi delle diverse religioni del mondo, la loro età aggiornata al 2000, e per ogni religione due o tre frasi scelte dai rispettivi libri sacri. “Voglio che i miei studenti abbiano una mentalità aperta, che conoscano e rispettino le fedi dell’uomo”. Saliamo nell’ufficio, beviamo il te. Fa tante domande sulla Bibbia, Gesù, la preghiera; questioni interessanti, intelligenti. Vediamo insieme le foto della scuola che 30 anni fa, quando l’ha fondata, era una baracchetta per le elementari; oggi ha due grandi edifici, con 6000 studenti, e ogni anno è ai primi posti nella graduatoria dei migliori risultati in Bangladesh. Entra gente, chiede, interrompe... usciamo nei corridoi, c’è un clima disteso, di cordiale, rispettosa curiosità. “Secondo te, perché dappertutto cresce il fondamentalismo? Che cosa possiamo fare?”. Quando viene a sapere che il mio amico è un tribale che dirige un ostello, offre a lui e ai maestri un periodo gratuito di pratica nell’università. “Vedi, tutti abbiamo problemi, forse anche voi. Noi musulmani ci domandiamo è: com’è possibile rispondere ai problemi di oggi se stiamo attaccati alla lettera degli hadith, i detti del Profeta, quasi tutti storicamente incerti, e tutti pronunciati tanti secoli fa in un mondo completamente diverso?”. Prima che io risponda, si ferma un attimo, sorride: “Ho detto che noi musulmani abbiamo questo problema; a dire il vero forse molti di quelli che vanno alla moschea non ce l’hanno proprio. Io però ce l’ho!”.

E’ ora di salutarsi. “Rivediamoci. Anch’io sono missionario: tu della fede, io dell’educazione e della formazione. Non ti pare che siamo vicini?”. Ci rivedremo.

 


E gli altri?

In aprile s’è svolto a Chittagong un torneo internazionale di cricket fra Bangladesh e Australia. Alcuni giornalisti, strattonati dalla polizia, per protesta organizzano un breve “sit in” nel campo insieme ai loro colleghi, per ritardare l’inizio della partita. Le forze dell’ordine la prendono male: botte da orbi che spediscono 9 giornalisti all’ospedale, alcuni in gravi condizioni, uno a Singapore con il cranio fracassato. Un alto funzionario di polizia spiega più tardi che si è trattato di uno spiacevole errore perché, assicura, i poliziotti vengono sempre accuratamente istruiti a non picchiare i giornalisti, né i politici di alto livello, né le donne.

 


Sufismo

Molti ambienti colti dell’Islam stanno riscoprendo il sufismo, l’anima mistica della loro religione, sempre esistita e sempre tenuta ai margini, e lo fanno per una consapevole contrapposizione al fondamentalismo. Al momento, il poeta più venduto in America è Jalal-ad-Din Muhammad Rumi, mistico del XIII secolo. In India la mode riprende temi dei costumi tradizionali di alcune correnti sufi. Il chitarrista pakistano Salman Ahmad ha venduto 25 milioni di album musicali del suo complesso, Junoon, che fonde rock “elettrico”, folk pakistano e liriche tratte dal Corano  e da poeti sufi. In Bangladesh il complesso “Bangla” rielabora i canti dei “baul”, sia indù che musulmani, che propongono un clima lontano mille miglia dall’intolleranza e dal settarismo, rivolgendosi a cuore aperto a persone di ogni fede.   

 

p. Franco Cagnasso

17

maggio 2006

 


Digiuno

Anche l’ostello buddista diretto da Mongeyo è incappato nella rete silenziosa stesa da  “Fasting for Food”, un gruppo spontaneo creatosi fra i dipendenti della FAO di Roma, persone di varie nazionalità e appartenenze (o non appartenenze) religiose. Ogni settimana, il lunedì a mezzogiorno, saltano il pasto e raccolgono i soldi risparmiati per destinarli a piccoli progetti, emergenze, ecc. Per Betchara hanno offerto banchi e sedie, coperte, zanzariere, stuoie, strumenti musicali... e pure una gita scolastica a Chittagong.

 


Odore

Da una lettera di Nicholas, seminarista che sta trascorrendo l’anno di pratica pastorale in una missione in diocesi di Khulna: “C’è davvero molta povertà qui. Vado un giorno a visitare qualche famiglia. Entro in una casa, e vedo che stanno cuocendo delle ossa, senza neppure un filo di carne attaccato. ‘Che vuoi che faccia – mi dice il papà – non ho soldi per comprare carne, allora al mercato chiedo che mi diano le ossa, così i bambini sentono almeno l’odore della carne’.”

 


Pillole di saggezza

Scritte sui CNG, i tricicli a motore che fanno servizio di taxi nelle città: Ricordati che tutti lasceremo questo mondo meraviglioso – Dì tutti i giorni le preghiere – Pianta alberi, proteggi l’ambiente – Sono piccolo, non urtarmi – Manda i tuoi figli a scuola -  Non parlare di politica mentre viaggi qui – Allah è onnipotente – Dono di mamma e papà – La preghiera è la porta del paradiso –

 


Pagare

L’Alta Corte di Giustizia il 27 aprile scorso ha decretato che 427 deputati di due scorse legislature sono tenuti a pagare le bollette personali della luce che complessivamente ammontano a più di 60 milioni di taka. La sentenza è stata emessa a seguito di una denuncia presentata nel 2001. Cinque anni di riflessioni hanno permesso di offrire otto motivazioni, fra cui: il Bangladesh è una repubblica democratica sovrana, governata dalle leggi, non da singole persone; il popolo è proprietario dello stato, non i funzionari (...) I deputati sono tenuti ad osservare le leggi che essi stessi approvano, come ogni altro cittadino...

 


Dialogo di vita

Atharogram è una zona vicina a Dhaka, che comprende 18 villaggi di antichi insediamenti cattolici. Il venerdi’ santo prima dell’alba le strade che portano alle chiese sono già coperte di sari, lunghi, gamce e teli vari stesi ai margini, con i proprietari seduti accanto in paziente attesa. Sono poveri, musulmani e indù, che sanno che nel giorno della memoria della morte del loro Profeta i cristiani offriranno riso, legumi, soldi a tutti quelli che ne hanno bisogno.

 


Ricominciare

Ricordate Tomas e Noyon, la coppia con cinque figli che si prende cura di 35 bambini poverissimi? Mi hanno preso all’amo quand’erano nei guai qui a Dhaka. Poi si sono sistemati, anche se in baracche provvisorie, su bei terreni incampagna, al sud. Tutti contenti. Ieri notte un temporalaccio ha scoperchiato e abbattuto quasi tutto. Tanta fifa, nessun ferito, molti danni. Si ricomincia!

 

p. Franco Cagnasso

16

aprile 2006

 


Il dottore

Gulshan 2, uno dei quartieri ricchi di Dhaka. La sala d’aspetto sembra un angolo delle stazioni ferroviarie, quando verso sera i poveracci si affollano per trascorrervi la notte. Chiede a chiunque soltanto 30 taka; sconto per mendicanti: 20 taka. Normalmente per una visita privata da un medico generico ne occorrono almeno 100. Accanto allo studio possiede una farmacia, Bolaka (gabbiano); tuttavia prescrive molto più sobriamente degli altri: quello che serve e basta. Va avanti così da tanti anni, dice che non s’è fatto medico per far soldi, e quello che guadagna gli basta. Ora che è anziano, il figlio si alterna con lui nello studio, e servono più gente di prima. I ricchi non vanno perché si vergognano a far la fila con i poveri; ma con rammarico, perché visita bene, ha intuito clinico e competenza, tratta con dignità. E’ il medico dei nostri seminaristi. Musulmano.

 


Coincidenza

To lobby, dice il dizionario inglese, significa cercare di persuadere i politici a far passare determinate leggi.

Il governo del Bangladesh alla fine dello scorso anno ha firmato un contratto di "lobbying" con due società americane e un privato perché creino in politici e giornalisti americani un’immagine positiva del paese e dell’opera del governo, specialmente per ciò che riguarda il rispetto dei diritti umani, il terrorismo, la corruzione e la legalità. Il compenso pattuito con le due società è di 45mila dollari al mese, più copertura spese possibilmente non superiori ai 750 dollari mensili. Nessuno sa quanto prenda il privato, di cui non si conosce il nome.

Nel mese di febbraio il prestigioso settimanale americano TIME ha pubblicato un servizio sul Bangladesh con una lunga intervista con foto in copertina alla primo ministro Khaleda Zia che – dice - sta indefessamente operando per ricostruire il paese e battere il terrorismo.

 


Copti

Sono una trentina di uomini, giovani, tecnici di una compagnia telefonica. Ogni domenica sera arrivano al seminario di Dhaka, chiacchierano animatamente aspettando i ritardatari poi, nella cappella, cantano per oltre un’ora in lingua copta e araba tutte le parti della Messa, anche se non c’è il prete. Quando il prete è venuto per Natale, e ora per Pasqua (che celebrano una settimana dopo la Pasqua cattolica) si mobilitano con entusiasmo incontenibile per celebrazioni lunghissime, seguendo tutte le loro tradizioni, e cucinando cibi che sanno di casa. Per il Venerdì Santo il programma prevede preghiera ininterrotta dalle 8.30 del mattino alle 16.30. Digiuni (veri) e grandi mangiate si alternano, e gli uni sostengono le altre; i pasti quasi sempre in piena notte, dopo le lunghe liturgie tutte in canto. Sono Ortodossi Copti Egiziani.

 


Scuola dei poveri

"Uno, due, tre, quattro, cinque…e poi?"- "Proviamo ancora: uno, due, tre, quattro, cinque…". P. Gabriel, rettore del seminario, ha catturato in strada e, seduto con loro nel prato, tenta un poco di ripetizione ai due vivacissimi nipotini della donna che vive spaccando mattoni, nella striscia di terra (meno di due metri) fra il muro del giardino e la strada. Uno fa la quarta, l’altro la seconda. Con fatica immensa la nonna procura loro quaderni e biro, qualcosa di simile alla divisa ben pulita, e li manda alla scuola statale del quartiere dei baraccati…Ma, senza "lezioni private", la scuola non insegna a contare fino a sei.

 


Nulla

Khagrachhari, zone tribale dell’est. Tre villaggi di buddisti Marma assaliti e bruciati, pagoda saccheggiata, decine di feriti con braccia e gambe rotte, due ragazze stuprate. L’esercito circonda la zona e impedisce a chiunque di accedervi. Le autorità dichiarano che non è avvenuto nulla. Nulla: la vita ha continuato a scorrere nella più assoluta normalità, i feriti sono caduti correndo, le ragazze si sono inventate tutto, i villaggi e la pagoda sono in perfetto ordine.

 

p. Franco Cagnasso