Articoli e lettere - 2018

p. Michele Brambilla


Articoli e lettere 2018



Missionario: A Pasqua, il mistero della sofferenza che unisce tutti

AsiaNews - Dinajpur - 26 marzo 2018

Il racconto di p. Michele Brambilla, superiore della missione. La celebrazione della Domenica delle Palme al St. Vincent Hospital di Dinajpur. Di fronte alla sofferenza “non si può rimanere insensibili”. Musulmani e indù raccolti in preghiera per l’estrema unzione ad una donna cattolica.

Un “mistero della sofferenza” che unisce tutti e davanti al quale “non si può rimanere insensibili”. È il racconto di p. Michele Brambilla, superiore regionale del Pime (Pontificio istituto missioni estere) in Bangladesh. Quest’anno il missionario ha scelto di celebrare la Domenica delle Palme al St. Vincent Hospital di Dinajpur, l’ospedale diocesano che dirige. È in questo luogo di malattia e sofferenza, afferma, che “c’è molta umanità e solidarietà”. Un’umanità che trascende le differenze religiose. Di seguito la sua lettera.

Domenica delle Palme 2018

Carissimi amici, tanti saluti dal Bangladesh.

Ho da poco terminato la celebrazione eucaristica della Domenica delle Palme nel nostro ospedale diocesano. Ho scelto di passare questo periodo quaresimale fino a Pasqua celebrando nel luogo che mi è stato affidato da più di due anni dal mio vescovo.

È stata una bella Quaresima dove per tutto il personale medico, paramedico, infermiere, lavandaie, cuciniere e addette alle pulizie sono stati organizzati momenti di preghiera settimanale e due giornate di ritiro spirituale nel seminario diocesano adiacente all’ospedale. Artefici di tutti questi programmi sono le suore di Maria Bambina che vivono e lavorano in ospedale prendendosi cura dei malati, delle giovani e del sottoscritto.

Due giorni fa, venerdì di Quaresima, sono stato chiamato nel reparto di medicina generale per dare il sacramento degli infermi ad una donna molto ammalata. C’è stata una partecipazione corale. Tutti si sono fermati per pregare attorno a questa donna, abbiamo contemplato insieme il mistero della sofferenza e affidato la sua vita nelle mani di Dio. Al termine della preghiera uscendo dallo stanzone ho trovato Shifat, un ragazzo mussulmano di 12 anni che insieme a sua mamma ha assistito alla preghiera. Guardandomi attorno ho visto anche le donne indù e delle religioni tradizionali. Davanti alla sofferenza di uno non si può rimanere insensibili e loro ne sono la testimonianza.

Mi fermo nel corridoio, saluto Shifat primo di tre fratelli e senza papà, morto da tre anni. Due settimane fa gli hanno asportato la parte inferiore di una gamba per un carcinoma. Lo vedo sereno, mi sorride e gli chiedo se ha dolori. Mi risponde di no, gli sorrido e lo lascio alle cure amorevoli della mamma. Questi sono scorci di quotidianità che vivo in questo luogo che è di malattia e sofferenza ma dove c’è molta umanità e solidarietà.

Auguro a tutti voi una gioiosa Santa Pasqua nel Signore Gesù vivo e presente in mezzo a noi.

Un abbraccio a tutti.

P. Brambilla: Natale in ospedale, musulmani e indù faranno festa con noi

AsiaNews – Dinajpur - 22 dicembre 2018

Il superiore regionale del Pime dirige il St. Vincent Hospital di Dinajpur. Uno speciale pasto sarà offerto a tutti i malati, studenti e personale medico. Anche l’ospedale “cambia aspetto” durante il Natale. Un ritiro “per prepararsi spiritualmente”.

I musulmani e gli indù “ci sentiranno pregare, cantare e fare festa. Una festa a cui parteciperanno anche loro insieme con noi”. È come p. Michele Brambilla, superiore regionale del Pime (Pontificio istituto missioni estere) in Bangladesh, trascorrerà la festa della nascita di Cristo. Quel giorno, come tutti gli altri giorni dell’anno, egli sarà al St. Vincent Hospital, l’ospedale diocesano di Dinajpur a lui affidato. Perchè i malati, gli studenti e il personale non possono essere lasciati soli proprio nella festa del Natale. Di seguito, la sua lettera rivolta a tutti gli amici e i lettori.

Carissimi amici,

un grande saluto dal Bangladesh. Tra pochi giorni celebreremo un nuovo Natale. Eh sì, perchè ogni Natale non sarà mai come il precedente. Le tradizioni rimangono, ma lo stato d’animo con cui lo vivremo sarà diverso.

Io passerò queste feste in ospedale, non come malato, ma con il personale, gli studenti e i malati presenti per ricordare con loro la nascita di Gesù. Avevo scelto di passare con loro tutto il tempo di Avvento e così è stato e mi sembrava bello concludere con la Santa Messa del giorno di Natale con il personale presente e i pochi ammalati cristiani. Gli altri, musulmani e indù ci sentiranno pregare, cantare e fare festa. Festa alla quale parteciperanno anche loro durante lo speciale pasto che verrà offerto in occasione di questa festività.

In occasione del Natale anche l’ospedale assume un altro aspetto. Le studentesse e gli studenti della scuola infermieri, terminati i loro esami, stanno addobbando tutto l’ospedale: cappella, reparti, refettori e sale incontri dove coloro che vi entrano percepiscono visibilmente il cambiamento.

Anche noi nel nostro piccolo vogliamo vivere questo periodo bene e ben preparati. Per questo, per tutto il personale dell’ospedale, studenti e studentesse della scuola e infermiere sono stati organizzate due giornate di ritiro per prepararsi al Natale. L’ascolto della Parola di Dio, la meditazione proposta, la confessione e la Santa Messa hanno permesso a ciascuno di loro di fermarsi, pregare e pensare a se stessi. Quella del ritiro è una tradizione che si rinnova ogni anno in Quaresima e in Avvento ma che è sempre molto partecipata e anche attesa da molti.

Ecco come ci siamo preparati a celebrare il Santo Natale, insieme e con il Signore; e ancora insieme ricorderemo la venuta del Salvatore che è vivo e presente in mezzo a noi.

A voi tutti auguro un sereno e Santo Natale e un ricordo particolare nell’Eucaristia nel giorno di Natale.

Un abbraccio.