Titolo: Sognando Mr. Darcy
Autrice: Antonia Romagnoli
Pubblicato da: Self Publishing
Genere: Rosa, Narrativa comtemporanea
Pagine: 310
Prezzo formato cartaceo: 9,99€
Prezzo formato digitale: 1,99€
Anno di pubblicazione: 2020
Cambiare vita partendo da Jane Austen.
Katrine Bell, dopo una delusione d’amore, lascia casa e famiglia per realizzare il sogno di sempre, aprire una libreria a Bath, nei luoghi che ha amato attraverso i romanzi della sua Autrice preferita.
Il suo nuovo inizio la conduce così a Bathford, un villaggio a poche miglia dal cuore Regency di Bath, dove però non tutto va come lo aveva immaginato…
Katy diventerà protagonista di avventure e disavventure, accompagnata dalle voci delle più famose eroine uscite dalla penna di Jane Austen, e di una storia d’amore che si dipana fra libri, manieri e tazze di tè.
Ho già avuto occasione di leggere in precedenza altre opere di Antonia Romagnoli. Conoscevo questa autrice sia come saggista tramite il suo "Regency & Victorian: In viaggio fra usi e costumi dell’800 inglese" sia come romanziera tramite la sua serie "Le dame fantasma". Ero quindi molto curiosa di scoprire questa nuova veste narrativa in cui si è cimentata l'autrice. "Sognando Mr. Darcy" si è rivelato una lettura piacevole che mi ha richiamato alla mente il famoso personaggio di Bridget Jones. La nostra protagonista infatti me l'ha ricordata nei tratti caratteriali e perciò non potevo non provare grande simpatia nei confronti di Katrine. Il punto forte di questo libro è l'interazione di Katy con i personaggi austeniani in un modo del tutto particolare e originale che non voglio rivelare palesemente perché vorrei che fossero i lettori a scoprirlo leggendo questo romanzo. Ovviamente l'amore per i libri e in particolare per quelli di Jane Austen si percepisce in ogni pagina. Non deludono neanche i protagonisti maschili ovvero William e Paul che sono diametralmente opposti, ma entrambi con il proprio fascino. Inoltre è doveroso menzionare Emerald, la sorella minore di Katrine, che avrà un ruolo rilevante nel corso della vicenda. Devo confessare che per me era abbastanza chiaro quale sarebbe stato l'epilogo di questa storia, ma per quanto mi riguarda non ha tolto nulla al piacere della lettura. Infatti è stato comunque interessante seguire le avventure e disavventure di Katy e vedere come si evolvano gli eventi che la coinvolgevano. Penso che questo romanzo sia perfetto per chi cerca una lettura leggera e rilassante. Prima di concludere mi piacerebbe ricordare che questo volume è stato pubblicato inizialmente con una copertina differente da quella attuale per la quale avevo una preferenza. Tuttavia anche la cover definitiva si adatta senza dubbio al contenuto del libro. Si tratta di un piccolo dettaglio che da lettrice ci tenevo a evidenziare perché sicuramente la copertina è uno dei particolari che spicca subito agli occhi di noi amanti dei libri e ognuno possiede dei gusti diversi a livello estetico. La parte più importante è comunque il testo e per questo motivo vi consiglio senza esitazione la lettura di "Sognando Mr. Darcy" se amate le opere di Jane Austen e volete immergervi in una storia contemporanea che vuole omaggiare il genere Regency. La narrazione scorrevole e frizzante di Antonia Romagnoli vi coinvolgerà dalla prima all'ultima pagina!
Gli scaffali erano proprio blu.
Non un gradevole oltremare, evocativo come le onde dell’oceano, o il classico blu del cielo notturno, rilassante e un po’ radical chic: erano di un blu elettrico, anni Settanta. Le pareti, invece, alla luce diurna viravano fra un color senape e uno zafferano carico.
Parallelo a una parete del locale spiccava imponente il bancone d’epoca, forse primo Novecento. Peccato fosse stato riverniciato con smalto viola evidenziatore, un lavoro così ben fatto che, se il resto della libreria appariva sporco e scrostato, il suo legno brillava sotto allo strato di polvere, come se emettesse una specie di urlo silenzioso: “divento fluorescente! Fammi luce!”.
Il soffitto, giusto per non farsi mancare emozioni, era stato dipinto di rosso, con le travi lignee a vista in verde mela.
Katrine, con la chiave ancora stretta fra le dita, dopo aver aperto il negozio, non riusciva a proferire verbo, ma a dire il vero trovava difficile anche respirare.
Nulla di male può succederti a Bathford.
Non è divino?
Che cosa?
Tiffany.. È una meraviglia, vero? Capisci cosa intendo quando dico che niente di brutto può accaderti qui? E non è per i gioielli, che a me non piacciono, tranne i brillanti s'intende...
Parafrasando questo celebre dialogo di Colazione da Tiffany, vi porto con me a Bathford, una cittadina, o meglio un villaggio che fa da appendice alla più grande e celebre Bath.
Non ho visitato Bathford di persona, nel mio breve viaggio a Bath, ma la scelta è caduta su questa location per il romanzo girovagando con google maps.
Essendo più un vegetale che una sedentaria, questo strumento ha messo le ali ai miei libri, da qualche anno a questa parte. Spesso me ne vado in giro, così senza meta, nele stradine inglesi. Vagabondo. E poi, ecco un edificio, una città, un maniero o qualche cosa nel panorama che mi colpisce. Qui andavo a colpo sicuro: volevo che Katy arrivasse “quasi” alla meta, ma non riuscisse a sfiorarla.
Katy sogna Bath come la sognavo io, e come tutte le amanti dei libri di Jane Austen. Ci vai, sapendo che Jane la odiava, e vorresti odiarla anche tu, ma l’adori. La respiri.
E Katy cambia vita, lascia Manchester per inseguire un sogno austeniano, aprire una libreria a Bath.
Il budget è quel che è e la fretta di andarsene è tanta. O lo fa subito, mentre la ferita sentimentale è fresca, o il coraggio passa. Bathford si profila all’orizzonte con una casa in affitto, un cottage che una conoscente di sua madre deve affittare. E poi la libreria, nel pieno centro di Bathford, a un prezzo stranamente abbordabile.
Che cosa può mai accadere di male a Bathford? È o non è a un passo da Bath, lì a solo un ponte di distanza…
Ma la libreria è un ex negozio di cose soprannaturali e pare uscito da un incubo. Il cottage meraviglioso ma… assolutamente isolato.
Può ancora andare male qualcosa?
Bathford è una cittadina così piccola da non aver negozi.
I ho cercati. On line, a caccia fra le vie, a caccia di link e indirizzi. C’è solo un emporio di prodotti locali in centro e poco altro.
Una cittadina così piccola, con le sue casette in fila, tutte con un nome. E una chiesa gotica con un nome assurdo. Conoscete san Svitino? Ecco. Per questo ho evitato di tradurre in italiano mantenendo Saint Swithun.
Se siete curiosi, pare sia un santo importante, a cui nel medioevo erano molto devoti.
L’Inghilterra, è la patria dei santi fasulli: buona parte di quelli che venivano venerati non sono mai esistiti. Tipo San Giorgio. E invece, San Svitino è esistito davvero. Ci credereste?
Bathford è un mondo piccolo, separato da Bath dal ponte sull’Avon e da un’altra frazione, Bathampton. E così se ne sta per conto suo, in mezzo a prati e boschetti, con le strade che corrono lungo la riva del fiume e ne seguono il serpeggiare.
Oggi, anche questa cittadina, come Bath, è stata duramente colpita dal Covid e l’economia locale sta soffrendo parecchio. Lo so, perché anche se il libro è finito, ogni tanto torno a vedere come se la passano al Bathford shop &cafè.
I miei ragazzi del Bathford shop sono speciali: hanno riaperto, fanno consegne e si sono prefissi di portare anche nei luoghi più sperduti (e qui ce ne sono di casette e borghi piccolissimi) beni di prima necessità.
No, non sono mai entrata in quel negozio, ho accompagnato Katy a fare spese, nulla di più. Ma se leggete il mio libro scoprirete che la fantasia a volte ci porta lontano, e a volte il cuore arriva dove non ti saresti mai aspettato.
Lo ammetto, sono una maniaca del controllo. Ma proprio patologica, di quelle che vorrebbero poter plagiare le menti altrui con la forza del pensiero.
Be’, no, non così tanto. Non sempre.
Una maniaca del controllo come me ha scoperto che il self publishing è una cosa magica che ti permette di realizzare quella massima aspirazione di avere nelle proprie mani il destino, se non dell’universo, almeno del tuo libro.
Insomma, te lo scrivi, te lo revisioni o lo metti in mani fidate, te lo impagini e scegli tu la copertina.
Coi figli, se va bene, hai lo stesso grado di potere solo per qualche settimana dopo la nascita.
Da buona madre non posso più costringere i miei pargoli a obbedirmi ciecamente e, una volta appurato che no, un microchip per controllare le menti non si può iniettare col termometro frontale, ho dovuto ripiegare sulle pubblicazioni indie.
Oggi faccio la grande, ma per anni, quando leggevo “musica indie” e “autori indie” credevo fossero nativi americani. Voleva dire, se non lo sapete nemmeno voi, indipendenti. E la sono anche io, con tanto di piuma fra i capelli. Quando mi vesto con abiti Regency, eh!
Forse questo non dovevo dirlo, alla fine di questa lettura non avrò più un briciolo di dignità.
Torniamo alla cover. Nel mio delirio di onnipotenza libraria ho imparato a fare pure la grafica. Un percorso lungo e del tutto gigionesco, che mi vede alle prese con scontorni e filtri da vari anni, senza una preparazione professionale. Un micro corso seguito mille anni fa e poi via, allo sbaraglio, a imparare sul campo come gli artigiani d’altri tempi.
A volte imbrocco la cover giusta, altre no.
Ma tutto questo che c’azzecca con ‘sto libro? La fai breve per favore?
“Sognando Mr. Darcy” non è solo il titolo di questo romanzo, è anche un “libro nel libro”, un gioco di scatole cinesi fatto di parole. Già dal primo capitolo, si fa conoscenza di “Sognando Mr. Darcy”, di Rosemary Allen, un’autrice del tutto fittizia. Quando immaginai la copertina dell’opera ritrovata all’interno della libreria da Katy, fra i resti del precedente negozio, la immaginai così:
Mentre apriva le due finestrelle che davano sulla strada, che comunque di suo non forniva molta luce, fu lieta di incrociare il cammino con un vecchio libro dimenticato su uno scaffale. Vecchissimo poi non era, lei stessa ne aveva comprata una copia uguale solo un paio di anni prima.
“Sognando Mr. Darcy” di Rosemary Allen.
Sulla cover, che aveva per sfondo una stoffa damascata color pesca, si intravedeva la sagoma di un gentiluomo, che ricordava molto il Mr. Darcy con le sembianze di Colin Firth.
Il libro era polveroso quanto il resto, ma era ovviamente intonso come ogni invenduto che si rispetti. Chissà perché era rimasto lì tutto solo? (sognando Mr. Darcy, versione originale del capitolo 1)
Adesso taglia corto, dai!
Desideravo, per questo libro, una vera cover fatta da un grafico, non una delle mie solite cose fatte in casa, e così presi qualche contatto. Ironia della sorte, non ottenni nessuna risposta.
Cominciai a lavorarci su, intristita dalla certezza che non sarei mai riuscita, da sola, a mettere sulla mia copertina reale la stessa immagine che avevo pensato per Rosemary Allen. E così, arrivò l’idea di mettere in primo piano una ragazza con un libro, il visetto sognante o ammiccante, e sul fondo un maniero acquerello. Lei davanti significava: lettrice di Jane Austen. Il maniero dietro significava: sogno amori d’altri tempi.
Un lavoro sopraffino, sono riuscita pure a metterle in mano una copia di Orgoglio e Pregiudizio.
Il risultato mi piaceva e il lavoro per arrivarci era stato estenuante, con ore di ricerche e di piccole correzioni.
Ora, dovevo però arrivare al tocco finale: cambiare pure la cover di Rosemary Allen. Ed eccola qui, nella versione finale:
…“Sognando Mr. Darcy” di Rosemary Allen.
Sulla cover, che aveva per sfondo un maniero dipinto ad acquerello, spiccava il volto di una giovane donna per metà nascosto da una copia di Orgoglio e Pregiudizio.
Bello, eh? Peccato che, a quanto pare, questa cover non attiri per nulla i lettori. Forse sembra un libro per ragazze? Troppo discosto dalle linee delle altre copertine sul mercato?
Insomma, mi sono rimessa al lavoro, prima contattando una disegnatrice, Serena Mandrici, che mi ha preparato una magnifica illustrazione, ma che ancora non funzionava sulla cover. E alla fine, con un colpo di genio, ho tagliato la testa al toro, o meglio al gentiluomo.
Se non potevo avere Darcy, potevo avere almeno il suo petto. E così via la testa, ho messo un gentiluomo Regency. Mezzo, per essere precisi. E poi lo sfondo, e poi la tenda, la scritta.
E senza rendermi conto era lì, davanti a me, la cover di Rosemary Allen.
Ecco la cover che vedete adesso, quell’immagine che non credevo di poter replicare dalla fantasia alla realtà. Ho deciso, però, di lasciare la seconda versione del testo, quella in cui descrivo ragazza e maniero. Una traccia di un viaggio, fra parole e immagini, che fa parte del libro e della sua storia personale.
1. Niente è facile come sembra.
2. Tutto richiede più tempo di quanto si pensi.
3. Se c'è una possibilità che varie cose vadano male, quella che causa il danno maggiore sarà la prima a farlo. (corollario della Prima Legge di Murphy)