L'ultimo rintocco

Diego Pitea

Scheda Tecnica

Titolo: L'ultimo rintocco

Autore: Diego Pitea

Pubblicato da: goWare

Collana: Giallo - Thriller, Narrativa - Pesci Rossi

Genere: Giallo - Thriller

Pagine: 424

Prezzo formato cartaceo: 17,99 €

Prezzo formato digitale: 6,99 €

Anno di pubblicazione: 2020

Trama

“L’essenza del male ha preso forma umana”. È questo che pensa Richard Dale, psicologo e criminologo, entrando nella camera da letto di un appartamento alla periferia di Roma. A terra giace una donna incinta con un taglio sopra il pube. Del feto nessuna traccia e sulla parete una scritta enigmatica: “Rosso”. A interpellarlo è Marani, il capo dell’Unità Analisi Crimini Violenti, per indagare sull’“Escissore”, un serial killer edonista, crudele e geniale, con il vezzo di lasciare sulla scena del crimine degli indizi che, opportunamente decifrati, permettono di risalire all’identità della prossima vittima. Coadiuvato dalla profiler Doriana Guerrera, Dale analizzerà, come in una macabra caccia al tesoro, le tracce lasciate dall’assassino, ma quando tutto sembra aver fine avrà inizio il vero incubo, che lo porterà a scontrarsi con le sue paure più profonde e con un nuovo rompicapo all’apparenza insolubile… fino allo scoccare dell’ultimo rintocco.

L'opinione di Samuela

Io amo il giallo classico e ho una particolare predilezione per quello anglosassone. Tuttavia di quando in quando mi piace avventurarmi al di fuori del mio genere preferito per scoprire nuovi libri e nuovi autori. Questo è il caso del romanzo “L’ultimo rintocco” in cui mi sono imbattuta grazie ai Social Network. Continuavo a vedere l’accattivante copertina di questo libro e alla fine decisi di leggerlo. Il volume in questione è nato dalla penna di Diego Pitea, un nome che mi suonava familiare per averlo già sentito nominare in precedenza. Eppure ero certa di non aver letto altre sue opere. Così da brava lettrice di gialli non potei far altro che iniziare a indagare per ritrovare le mie fonti. Le mie ricerche mi svelarono l’arcano: avevo già letto il suo nome in relazione al Premio Alberto Tedeschi del Giallo Mondadori. Tali informazioni trovarono conferma nella biografia che ebbi modo di leggere una volta avuto in mano il romanzo. L’autore infatti è arrivato finalista per ben due volte al Premio Tedeschi con i suoi romanzi “Rebus per un delitto” e “Qualcuno mi uccida” rispettivamente negli anni 2012 e 2014. “L’ultimo rintocco” è dunque il suo terzo romanzo, ma il primo a essere pubblicato. La storia è ambientata nella Roma contemporanea e conoscendo abbastanza bene questa città ho potuto apprezzare maggiormente la scelta del luogo per le indagini dei nostri protagonisti. Lo psicologo e criminologo Richard Dale e la profiler Doriana Guerrera sono un ottimo team investigativo e mi è piaciuto moltissimo come sono stati delineati entrambi i personaggi. Tra i due la mia preferita è Doriana di cui ho seguito con interesse anche la storia personale oltre a quella professionale. La trama principale non è la sola presente in questo romanzo. Il duo investigativo infatti deve fronteggiare più di un caso. Nella prima parte Richard e Doriana devono mettersi alla ricerca di un serial killer che uccide le donne incinte portando via loro il feto, mentre nella seconda parte si trovano alle prese con l’omicidio della giovane impiegata Paola. Questi due casi rappresentano due tipologie narrative differenti: il primo richiama il thriller psicologico, il secondo invece il giallo classico. Sono rimasta piacevolmente colpita dal fatto che l’autore abbia presentato in un unico romanzo più di un’indagine. Non è infatti così scontato che una scelta del genere abbia un buon risultato perché ci vuole molta abilità per equilibrare bene i vari elementi. Inoltre reputo che sia stata un’ottima idea inserire all’interno del libro enigmi e indovinelli in cui anche il lettore può provare a cimentarsi nel corso della lettura. Un altro dettaglio che ho amato è la presenza di citazioni letterarie e artistiche che per il mio gusto personale danno decisamente un tocco in più a tutta l’opera. La lettura è stata molto appassionante grazie allo stile scorrevole e al ritmo avvincente. Le varie vicende si sono rivelate al tal punto coinvolgenti che non si poteva fare a meno di rimanere incollati alle pagine. Questo romanzo per me è stato una vera sorpresa perché non essendo tra quelli della tipologia che leggo abitualmente avevo paura di restare delusa, ma fortunatamente è avvenuto l’esatto opposto. Il fatto poi di avere il protagonista con un nome straniero mi ha dato un senso di familiarità perché mi ha ricordato i miei amatissimi personaggi anglosassoni. Consiglio dunque questo libro a tutti coloro che non disdegnano di approcciarsi a nuovi autori e hanno la curiosità di scoprire i romanzi da loro scritti. Spero anche di rivedere presto Richard Dale e Doriana Guerrera protagonisti di altre storie emozionati e adrenaliniche come questa che ho avuto il piacere di leggere. Per ora non posso far altro che complimentarmi con Diego Pitea per l’ottimo lavoro svolto e augurarmi di leggere altri suoi libri.

Incipit

11 agosto

L’appartamento si trovava al terzo piano di un fabbricato con i balconi in muratura, classico esempio della peggiore edilizia popolare degli anni Settanta. L’involucro esterno si era come scollato in più punti, in altri si era gonfiato in tante bolle, simili a pustole sul punto di erompere; quel che rimaneva era mutato in un grigio topo che opprimeva la vista e generava una sensazione di sporco. La maggior parte dei balconi era sigillata da un telaio, in alluminio bianco e vetro, che conferiva all’intera struttura l’aspetto di un carcere post apocalittico. Una pianta di edera quasi secca cercava di emergere, unico tentativo fallito di invadere con qualcosa di vivo quel monumento al decadentismo.

L'autore

Diego Pitea ha 45 anni e vive a Reggio Calabria, nella punta dello Stivale. Ha iniziato a scrivere a causa di un giuramento, dopo un evento doloroso: la malattia di sua madre. Il tentativo è andato bene perché il suo primo romanzo Rebus per un delitto è risultato finalista al premio “Tedeschi” della Mondadori, affermazione ribadita due anni dopo con il secondo romanzo: Qualcuno mi uccida. È sposato con Monica – quella del libro – e ha tre figli meravigliosi: Nano, Mollusco e Belva.