BlogTour "L'archivista di Torrechiara" di Paola Minussi 

IV tappa: I personaggi

"L'archivista di Torrechiara" di Paola Minussi

Benvenuti alla quarta tappa del BlogTour dedicato al libro "L'archivista di Torrechiara" di Paola Minussi e organizzato dal blog La Fenice Book che ringrazio per avermi coinvolta in questo evento.

Quarta tappa: I PERSONAGGI


La protagonista è Anna Ponti, donna di 42 anni, di professione archivista; nata in Italia, a Como, sua città natale, a circa 25 anni si trasferisce a Basilea (Svizzera tedesca) perché è assunta presso l’archivio nazionale e ne diventa poi direttrice. Adora tutto ciò che è arte, cultura, storia e storia dell’arte: è il tipico topo di biblioteca, che ha trascorso tutta la propria vita tra volumi, documenti e cataloghi. Anna è una idealista e inguaribile ottimista: crede nel Bello e nel valore che Cultura, Storia e Pensiero Critico hanno nella crescita spirituale e morale del singolo individuo e dell’intera collettività. 


K, il compagno di Anna (uomo che sarà citato sempre solo con questa lettera e a cui Anna rivolge dapprima messaggi con il cellulare, poi dedica i propri pensieri e i propri appunti nel diario che inizia a redigere ogni giorno). 

K è suo collega di lunga data e si occupa di beni culturali e di opere d’arte; ha un ruolo di responsabilità in tale settore per la confederazione elvetica. 


I due non convivono ufficialmente ma trascorrono molto tempo insieme o nella casa di lui o nella mansarda di Anna, che si trova a Dornach, proprio sopra la stazione ferroviaria. 


Rita, la sorella di Anna, di qualche anno più grande di lei e che abita a Torino. Rita ha un ruolo di rilievo presso un non ben specificato Ministero della Nuova Repubblica Italiana, nuovo ordinamento statale di stampo dittatoriale che si è instaurato da qualche anno in Italia. Rita è molto diversa da Anna: è disincantata, cinica, combattiva, dapprima è lei stessa a invitare Anna a tornare in patria per dare una mano, poi,  mano a mano che l'Italia scivola sempre più verso una deriva autoritaria, sconsiglia ad Anna di tornare in patria. Ma Anna non la ascolterà. 


(Rita, insieme a K diviene la destinataria dei pensieri e degli appunti di Anna). Rita, sempre invocata da Anna come sorella maggiore, esperta e “tosta”, farà la sua comparsa solamente al termine del libro, insieme a due donne militari che le fanno da scorta armata e preannuncerà l’arrivo di un gruppo numerose di donne e di bambini in difficoltà, alla ricerca di un luogo sicuro in cui rifugiarsi.


A ospitare Anna a Torrechiara e a farle da angelo custode e da tuttofare è Albina, la guardiana del castello, donna che non parla e non sente dalla nascita, ma che possiede poteri straordinari, ovvero ha ereditato il dono tipico della "segnatrice" (maga degli Appennini); ha 57 anni, anche se non dimostra alcuna età, ed è discendente da un'antica famiglia di donne-medicina dell’Appennino emiliano. Albina si prende cura di Anna non solo perchè è lei che si occupa di tutta la gestione della casa, dell’orto, degli animali e delle api ma anche perché con la sua delicatezza e sensibilità lenisce il malessere esistenziale di Anna e le cura corpo e anima. 


A Torrechiara Anna incontra, sia pure per una manciata di minuti, il futuro collega Balestrieri, che si dilegua subito dopo l’arrivo di Anna andando via scortato dallo stesso manipolo di militari che ha condotto Anna a Torrechiara. Il Balestrieri non farà mai più ritorno al castello (probabilmente è stato incarcerato in un carcere di massima sicurezza, con l’accusa di tradimento), ma Anna lo invoca spesso invano e non con termini lusinghieri.


A un certo punto della vicenda compare Amal, una giovane profuga siriana che, quasi moribonda, si nascondeva nell'abbazia della Madonna della Neve poco lontano dal castello e che viene trovata da Anna durante un'ispezione in quel luogo. Amal comunica con Anna in un inglese molto stentato, ma tra loro e Albina si sviluppa ugualmente un sentimento molto profondo.


Dopo Amal si uniranno al gruppo di donne del castello tre giovani adolescenti e una donna più matura (tutte provenienti dalla Siria) che parlano solo la loro lingua, comunicano a gesti e si fanno capire benissimo.


Accanto a tali personaggi femminili si aggirano varie figure maschili, tutte in uniforme militare di grado e autorità diversa: dal generale Locatelli al Maggiore Restuccia, ai semplici soldati che fanno, di tanto in tanto, irruzione nel castello ai cecchini che si rendono colpevoli dell'eccidio nella cosiddetta "battuta di caccia" a cui assistono impotenti Anna e Albina dalle mura del castello.


Attorno alle figure di esseri umani bipedi, si muove tutto un gruppo di animali di compagnia e da cortile, che contribuiscono a dare il proprio contributo alla storia.


Anna a Basilea ha una gatta di nome Tabata alla quale è molto affezionata ma che deve lasciare a K al momento della sua partenza per l’Italia.


A Torrechiara, in questa missione-esilio forzato, Anna trova una nuova compagna felina: Gatta Guardiana, vera e propria ombra di Anna, che la segue ovunque. Poi ci sono Gelsomina, la mucca gravida che partorisce con l’aiuto anche di Anna il suo vitello Lino, Goffredo, il cane che si presenta al castello ferito e che diventerà compagno fedele di Albina e poi di Amal, Maria Callas, la gallina domestica, la Nina, la Pinta e la Santa Maria, le tre caprette inquiete. Le api dell'apiario che Albina segue con amore e passione.

C’è anche un fiore che riveste un ruolo di vero e proprio interlocutore di Anna: il fiore Tagete, chiamato Tagetina, con cui Anna parla sempre con grande tenerezza e affetto; il fiorellino, infatti, è piantato nel vaso dove è sepolta la maglietta che Anna indossava al momento dell’aborto spontaneo accaduto due settimane dopo l’arrivo a Torrechiara. Qualcosa della sua Giulia (Anna è convinta che la piccola che portava in grembo fosse una bimba) è rimasto nelle pieghe di quella maglietta e ora riposa sotto le radici del fiore, che, in diverse culture, è simbolo dei morti.

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