Intervista a Diego Pitea

Scrittura


1) Quando hai iniziato a scrivere?


Sono sempre stato un appassionato lettore. Ho, ancora, impressa nella mente l’immagine vivida di me bambino, coricato a letto, e mio padre accanto che legge Arthur Conan Doyle, Edgar Wallace e Agatha Christie. Il passaggio alla scrittura è subentrato più tardi, con i primi piccoli racconti, molto ingenui, a beneficio solo della mia famiglia. La svolta arrivò nel 2009, anno in cui mia madre fu colpita da una malattia molto grave. Giurai a me stesso che se si fosse salvata non avrei letto più un libro giallo e chi mi conosce sa quale sacrificio rappresentò per me. La mancanza fu talmente forte che non trascorse molto tempo da che decisi di scriverne uno, a mio uso e consumo. Tentai con l’incubo di tutti gli scrittori di romanzi gialli: la camera chiusa. Il tentativo non dovette andare male perché “Rebus per un delitto”, nel 2012, arrivò in finale al premio “Tedeschi” della Mondadori, affermazione bissata due anni dopo con il secondo libro “Qualcuno mi uccida”. Pertanto, il vero inizio si può contrassegnare in quella data.




2) Quanto tempo dedichi alla scrittura?


Purtroppo non quanto vorrei. L’inconveniente di non essere uno scrittore di professione sta nel fatto di dover dividere la scrittura con tutti gli altri impegni giornalieri, che sono molti. Cercò, però, di ritagliarmi, in particolare alla sera, almeno un’ora libera per scrivere qualcosa, anche solo un paragrafo va bene. Il libro ha bisogno di maturare con calma.




3) Preferisci scrivere in prosa, in poesia o in entrambi i modi?


Sicuramente in prosa. I generi che scrivo, thriller psicologico e giallo, difficilmente si associano alla poesia o a uno stile troppo prosaico, la scrittura deve andare dritta al punto.




4) Tra tutti i tuoi scritti quale ha per te un significato speciale e a chi è dedicato?


Senza ombra di dubbio “L’ultimo rintocco”. È il mio primo libro edito e quello che mi ha fatto conoscere. È dedicato alle due persone che in un periodo molto difficile della mia vita mi hanno dato la forza di andare avanti e continuare a scrivere: mio figlio Riccardo e mia madre Leda.




5) Con quali editori hai pubblicato i tuoi libri?


GoWare. È un editore abbastanza giovane ma molto attivo e formato da persone competenti. Purtroppo, come tutti i piccoli editori, risente di una mancanza di distribuzione capillare nel territorio, per cui un autore deve fare il doppio del lavoro per farsi conoscere. La casa editrice ha cercato di ovviare a questo inconveniente potenziando la distribuzione dell’Ebook in tutte le piattaforme on-line e devo dire che fino adesso si è rivelata una soluzione vincente.

Lettura


6) Quali sono i tuoi generi letterari preferiti?

Come dicevo sono nato con il giallo classico e da questo non mi sono mai discostato. Ancor oggi su dieci libri letti sette appartengono a questo genere. Da alcuni anni mi sono avvicinato al thriller psicologico che, prediligendo una forte introspezione interiore dei personaggi, è molto affine al mio modo di scrivere.



7) Quali scrittori/scrittrici apprezzi di più?

Al primo posto Agatha Christie. È l’autrice che ha saputo coniugare meglio di tutti enigma, qualità di scrittura, introspezione psicologica e trama. Una spanna dietro vi sono i mostri sacri del giallo: Ellery Queen, John Dickson Carr e S.S. Van Dine. Fra i contemporanei non disdegno Jeffrey Deaver e Dennis Lehane, il quale, con “L’isola della paura”, ha creato un capolavoro del thriller psicologico.



8) Quale libro tra quelli che hai letto ti è rimasto nel cuore?

Il libro del cuore è certamente “La serie infernale” di Agatha Christie, anche se sceglierne solo uno è difficile. Quando lo lessi ricordo che rimasi scioccato dalla capacità della Christie di creare una soluzione così geniale con una trama e un personaggio, quello del serial killer, che negli anni avvenire sarebbe poi diventato un cult di moltissimi libri. Nessuno è, però, riuscito a raggiungere il suo livello, neanche a distanza di tanto tempo e tanti libri scritti.



9) Tra i tanti film e serie tv tratti dai libri quali sono i tuoi preferiti?

Il primo film che, ormai moltissimi anni fa, mi scioccò al tal punto da non farmi dormire la notte fu “Assassinio sull’Orient Express”. La sequenza iniziale del rapimento di Daisy Armstrong è una dei momenti più alti del cinema di ogni tempo. Anche il cast era qualcosa di grandioso. Oltre questo tutti gli altri film con protagonista Poirot, mentre, cambiando genere, dei film che vedevo spesso con mio padre e che considero capolavori sono “La donna che visse due volte” e “La finestra sul cortile” entrambi di Hitchcook. Nessuno come lui riusciva a tenere alta la tensione. Fra i contemporanei cito “Seven” e “Shutter Island”.



10) Se potessi incontrare un personaggio letterario, chi sceglieresti?

Vi lascio con un mistero, anche se, dopo tutto quello che ho detto, mi pare superfluo rispondere. Un saluto.


10/09/2021