BlogTour "Eleutheria. Madre, non ti riconosco" di Jacopo Stante

IV tappa: Intervista all'autore

"Eleutheria. Madre, non ti riconosco" di Jacopo Stante

Benvenuti alla quarta e ultima tappa del BlogTour dedicato al libro "Eleutheria. Madre, non ti riconosco" di Jacopo Stante e organizzato dal blog La Fenice Book che ringrazio per avermi coinvolta in questo evento.

Quarta tappa: INTERVISTA ALL'AUTORE

Parlaci della tua vita da scrittore.

Eleutheria è il mio quinto romanzo perché semplicemente non posso non scrivere. La passione per la scrittura nasce dal bisogno di condividere. Scrivere per me è raccontare il mio vissuto in un luogo familiare e accogliente come un romanzo. Considero lo scrivere come una disciplina dell’anima che impara a raccontarsi senza giudicarsi.


Quando è nata la tua passione e dove scrivi di solito?

Nasco in una famiglia numerosa dove raccontare storie a cena o pranzo, o durante i lunghi viaggi in macchina rappresentava la connessione per eccellenza, il momento in cui si la famiglia si univa. Ho avuto la fortuna di condividere la mia adolescenza con amici che ancora oggi sono presenti nella mia quotidianità. Per lavoro passo molto tempo lontano dalla mia famiglia e la nostra unione nasce proprio dallo scriverci continuamente. Scrivo ovunque. 


Cosa significa questo libro per te?

Per me questo libro significa avere cura della relazione tra l'uomo il pianeta. Mi sento molto colpevole verso le nuove generazioni perché sono quelle che soffriranno di più le conseguenze nefaste del cambiamento climatico. Imparo dalle nuove generazioni che già apprezzano più di noi il valore immenso dell’essere in relazione con la natura, con se stessi e con gli altri. Spero che gli adulti siano accompagnati nel loro divenire anziani da questa nuova generazione che crede meno al potere del ego e più alla pace e sostenibilità. Vorrei che si parlasse di più di questa generazione con valori sani, perché sono la maggioranza.


Cosa è veramente importante in questo libro?

Il rapporto tra una madre e una figlia che imparano a perdonarsi, a riconoscersi, a capire che la complessità dell'imperfezione umana può divenire libertà se vissuta insieme senza giudizio. Il rapporto tra Sveva e la Natura, che lei considera Madre, aiuta questo divenire.  Il vero messaggio del libro è avere cura di quello che ci circonda, sia la Natura sia gli esseri umani!


Di cosa vuoi parlarci?

Voglio parlare dell’umanità. Della sua capacità di autodistruggersi così come della sua capacità di elevarsi. Voglio parlare di una scelta di essere umani a prescindere. Il Doge con la sua caparbietà ed egoismo rappresenta l'autodistruzione, le sue azioni rispecchiano solo una volontà di potere fine a se stessa. Sveva e la sua visione altruista rappresentano la speranza.

 

Ti senti vicino ai giovani di oggi?

Tanto. Lavoro molto con i giovani. I miei libri sono frutto di conversazioni continue con i giovani, che troppo spesso non vengono capiti, ma solamente rimproverati perché non si adeguano alle regole che gli abbiamo imposto. Le regole sono importanti così come importante la relazione con i giovani fatta di ascolto reciproco, al fine di guidarli ad essere il meglio di se stessi.

 

Cosa dovrebbero fare?

I giovani devono credere alla pace. I giovani devono elevarsi attraverso la cultura, l'arte, la comunicazione vera, l'ascolto, lo sport.  In questo percorso la relazione con la Natura può guidarli ad essere quello che sognano di divenire.

 

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Sto scrivendo un libro sul significato di libertà.

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